LE FIGURE RETORICHE Le FIGURE RETORICHE sono particolari forme espressive, artifici del discorso volti a dare maggiore incisività e un particolare effetto sonoro o di significato a una descrizione, un’immagine, una sensazione, una emozione ecc. Si distinguono tradizionalmente le seguenti categorie di figure: · figure di contenuto: L’idea viene espressa in maniera più calzante ed evocativa, usando un’immagine che ha con essa una relazione di somiglianza. Tra le più usate: allegoria, antonomasia, iperbole, metafora, metonimia, perifrasi, personificazione, prosopopea, similitudine, sineddoche, sinestesia. · figure di parola e di pensiero: Le parole vengono disposte nel verso con una tecnica particolare (figure di parole) riproducendo speciali effetti. Quando invece le proprie idee vengono arricchite di sfumature personali si hanno le figure di pensiero. Tra le più usate: allitterazione, chiasmo, climax, onomatopea, raddoppiamento, ripetizione; e antitesi, eufemismo, ironia, ossimoro (di pensiero ) · figure di sentimento: L’intensità dello stato d’animo poetico viene posto in rilievo modificando un suono o trasformando la struttura del verso. Le principali sono: apostrofe, epifonema, esclamazione, interrogazione, ipotiposi. METAFORA Forse la figura retorica più nota di tutte. Serve a trasportare una parola in un contesto diverso dal suo, per fare un paragone. Alcuni esempi: “Sei un somaro”, “Oggi mi sento forte: mi sento una roccia”, “Matteo ha il cuore di pietra”. SIMILITUDINE Al pari della metafora, è una delle figure retoriche più conosciute e usate. È un paragone fatto con la parola come. Ecco alcuni esempi di similitudine: “È basso come un tappo”, ” È ricco come un re”, “È agile come una gazzella”. METONIMIA Sostituisce una parola con un’altra con cui ha un rapporto di dipendenza logica o di vicinanza. Questo concetto è ampio e si possono distinguere diversi aspetti: - La parte per il tutto: Bocche da sfamare - Il tutto per la parte: Ha gli occhi (=le iridi) azzurri. - Il singolare per il plurale: Sostennero l’urto del nemico (=dei nemici). - Astratto per il concreto e viceversa: Saranno accolte le richieste dell’utenza (=degli utenti). - La causa per l’effetto: Le sudate carte (=lo studio indefesso) - Il contenente per il contenuto: Bere un bicchiere (=del vino). - L’autore per l’opera: Leggo con piacere Magris. Hanno ritrovato un Caravaggio. EUFEMISMO Si tratta di una figura retorica che attenua frasi o espressioni un po’ forti o pesanti o irriguardose. Per esempio si dice: “È passato a miglior vita” invece di “È morto”. IPERBOLE Questa è una delle figure retoriche che più usiamo senza accorgercene. Esagera i fatti. Esempi: “Sta antipatico a tutto il mondo”. “C’era un chilometro di coda in posta”. LITOTE Esprime un’idea negando il suo contrario. Alcuni esempi: “Quella ragazza non è mica brutta”, “I tuoi voti non sono tanto belli”. “Le vendite non vanno molto bene”. PARALLELISMO Questa figura retorica consiste nello sviluppare un concetto disponendo in modo simmetrico brevi enunciati. Un esempio: “Occhi azzurri, capelli biondi”. SINEDDOCHE Questa figura retorica consiste nel designare qualcosa, anziché col vocabolo proprio, con un altro che abbia col primo un rapporto di quantità, e cioé: la parte per il tutto e viceversa (“il tetto natio” per indicare “la casa”), il singolare per il plurale e viceversa (“il tedesco e l’austriaco” in luogo di “i tedeschi e gli austriaci”), il termine generico per quello specifico e viceversa (“guadagnarsi il pane” al posto di “guadagnarsi da vivere”). SINESTESIA Una delle figure retoriche più eleganti. Accosta sensazioni che appartengono a sensi diversi. Alcuni esempi: “La musica classica è più dolce del rock”, “Il rosso è un colore caldo”, “Ho una fame nera”, “Un urlo nero della madre che andava incontro al figlio”. ELLISSI Una figura retorica che consiste nell’eliminare in una frase alcuni dei suoi elementi, con lo scopo di dare al periodo più concisione. Un esempio: “Mario lavora nel settore metalmeccanico, Matteo nel chimico”. LA DOMANDA RETORICA È una domanda finta, perché la sua risposta è ovvia. Un paio di esempi: “Che c’è di più bello dell’amore?”, “C’è qualcosa di più analcolico dell’acqua?”. CLIMAX Il climax o gradazione è una particolare figura retorica che rappresenta un crescendo di intensità, una scala di effetti stilistici o retorici in un discorso. Per esempio: “La situazione era grave, preoccupante, disperata”. CHIASMO Il chiasmo o chiasma è una particolare figura retorica in cui si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole, in versi o in prosa, con uno schema di tipo AB-BA. Un esempio: “Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori”. ANTONOMASIA Il nome di questa figura retorica deriva dal greco e significa “denominazione inversa”. Essa consiste nell’usare un nome comune o un appellativo al posto di un nome proprio. Per esempio: “il divino poeta” anziché “Dante”, oppure “l’Urbinate” anziché “Raffaello”. ANAFORA Ripete una o più parole all’inizio di ogni frase. Ecco un esempio: “Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente”. ALLITTERAZIONE È la ripetizione di una lettera o di una sillaba in vocaboli molto vicini tra loro. Due esempi: “Il pietoso pastor pianse al suo pianto”, “Il troppo stroppia”. ALLEGORIA Questa figura consiste nel costruire un discorso che va oltre il suo significato letterale, presentando anche un senso nascosto e più profondo. Un esempio è la Divina Commedia: Dante racconta un viaggio immaginario nel mondo dell’aldilà, che significa allegoricamente l’itinerario di un’anima verso la salvezza cristiana. Tutto il poema è infatti visto come un’allegoria. ONOMATOPEA consiste nell’imitare un suono, un rumore, la voce degli animali, una azione. Ecco un esempio: E le galline cantavano, Un cocco! ecco ecco un cocco un cocco per te! (G. Pascoli, Valentino, vv 15-16) OSSIMORO consiste nell’accostare nella medesima locuzione parole che esprimono concetti contrari e che producono un effetto paradossale: silenzio eloquente, brivido caldo, disgustoso piacere Un meraviglioso esempio di uso di figure retoriche e di uso di differenti stili e registri linguistici sono gli Exercices de style di Raymond Queneau (in italiano Esercizi di stile). Si tratta della breve descrizione di un fatto di per sé senza grande importanza: questo racconto però viene ʻʻdeclinato“ per ben 99 volte in stili e modi differenti, con figure retoriche o linguaggi diversi. A volte si tratta di veri e propri giochi linguistici! In italiano la traduzione di questi esercizi è stata fatta da Umberto Eco ed è anch’essa un meraviglioso esempio di uso della lingua. Eccone qui alcuni: 3 - Litoti Non s’era in pochi a spostarci. Un tale, al di qua della maturità, e che non sembrava un mostro d’intelligenza, borbottò per un poco con un signore che a lato si sarebbe comportato in modo improprio. Poi si astenne e rinunciò a restar in piedi. Non fu certo il giorno dopo che mi avvenne di rivederlo: non era solo e si occupava di moda. 4 - Metaforicamente Nel cuore del giorno, gettato in un mucchio di sardine passeggere d’un coleottero dalla grossa corazza biancastra, un pollastro dal gran collo spiumato, di colpo arringò la piú placida di quelle, e il suo linguaggio si librò nell’aria, umido di protesta. Poi, attirato da un vuoto, il volatile vi si precipitò. In un triste deserto urbano lo rividi il giorno stesso, che si faceva smoccicar l’arroganza da un qualunque bottone. 25 Onomatopee A boarrrdo di un auto (bit bit, pot pot!) bus, bussante, sussultante e sgangherato della linea S, tra strusci e strisci, brusii, borbottii, borrrborigmi e pissi pissi bao bao, era quasi mezzodin-dong-ding-dong, ed eccoco, cocoricò un galletto col paltò (un Apollo col capello a palla di pollo) che frrr! piroetta come un vvortice vverso un tizio e rauco ringhia abbaiando e sputacchiando «grr grr, arf arf, harffinito di farmi ping pong?!» Poi guizza e sguazza (plaffete) su di un sedile e sooossspiiira rilasssato. Al rintocco e allo scampanar della sera, ecco-co cocoricò il galletto che (bang!) s’imbatte in un tale balbettante che farfuglia del botton del paletò. Toh! Brrrr, che brrrividi!!! APOCOPE: non è una figura retorica ma un fenomeno linguistico che consiste nella caduta della vocale finale di una parola o più in generale degli ultimi suoni. Utilizzate questo testo per scrivere una versione il più possibile neutra del fatto avvenuto. 35 - Apocopi Sissignor, un giorn ver mezzogiorn sopr la piattaform posterior d’un autob de la lin S vid un giov dal col trop lung che portav un cappel circondat d’una cordicel intrecciat. Egli tost apostrof il su vicin pretendend che cost faceva appost a pest i pied ad ogn fermat. Poi rapidment abband la disc per gettar su d’un post lib. Lo rivid qualch’or piú tard davant a la staz Slazar in gran convers con un compagn che gli suggeriv di far risal un po il bot del suo soprà. E la vostra versione neutra: ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ____________________________________________