Per cominciare... 1 Osservate e commentate questo grafico. 10 15 SEPARAZIONIE DIVORZI Dagli anni 70 75.890 83.179 12.106 12.606 anni 70 1976 1981 1986 1991 1996 2001 0G6I fonte: ISTAT II těsto che leggeremo parla di un matrimonio finito dopo appena due anni. Secondo voi, perché i divorzi sono in aumento? Lavorando in coppia, elencatene i possibili motivi e con-frontate le vostre idee con quelle dei compagni. Perché i protagonisti del bráno si sono separati? Fate delle ipotesi leggendo prima solo le parole in biu del primo paragrafo, poi del secondo e cosi via. "V * '.v Non approfondire Pur camminando, secondo un mio vizio, un lastrone si e uno no del marciapiede, cominciai a do-mandarmi che cosa avessi potuto farle, ad Agnese, perché avesse a lasciarmi con tanta cattiveria, dopo due anni di matrimonio, quasi con l'intenzione dello sfregio. Per prima cosa, pensai, vedia-mo se Agnese puö rimproverarmi qualche tradimento, sia pure minimo. Subito mi risposi: nessu-no. Giá non ho mai avuto molto trasporto per le donne, non le capisco e non mi capiscono; ma dal giorno che mi sono sposato, si puö dire che cessarono di esistere per me. A tal punto che Agnese stessa mi stuzzicava ogni tanto domandandomi: "Che cosa faresti se ti innamorassi di un'altra donna?". E io rispondevo: "Non ě possibile: amo te e questo sentimento durerá tutta la vita." Ades-so, ripensandoci, mi pareva di ricordarmi che quel "tutta la vita" non Paveva rallegrata, al contrario: aveva fatto la faccia lunga e si era azzittita. Passando a tutťaltro ordine di idee, volli esaminare se, per caso, Agnese mi avesse lasciato per via di quattrini. Ma anche questa volta, mi accorsi che avevo la coscienza tranquilla. Soldi, ě vero, non gliene davo che in via eccezionale, ma che bisogno aveva lei di soldi? Ero sempře lá io, pronto a pagare. E il trattamento, via, non era cattivo: giudicate un po' voi. II cinema due volte la settima-na; al caffě due volte e non importava se prendeva il gelato o il semplice espresso; un paio di rivi-ste illustrate al mese e il giornale tutti i giorni; ďinverno, magari, anche 1'opera; ďestate la vil-leggiatura a Marino, in casa di mio padre. Questo per gli svaghi; venendo poi ai vestiti, ancora meno Agnese poteva lamentarsi. Quando le serviva qualche cosa, fosse un reggipetto o un paio di scarpe o un fazzoletto, io ero sempře pron- 20 to: andavo con lei per i negozi, sceglievo con lei 1'articolo, pagavo senza fiatare. Lo stesso per le sarte; non c'ě stata volta, quando lei mi diceva: "Ho bisogno di un cappello, ho bisogno di un vesti-to," che io non rispondessi: "Andiamo, ti accompagno." Del resto, bisogna riconoscere che Agnese non era esigente: dopo il primo anno cessö quasi del tutto di farsi dei vestiti. Anzi, ero io adesso, a ricordarle che aveva bisogno di questo o quesťaltro indumento. Ma lei rispondeva che aveva la 25 roba dell'anno prima e che non importava; tanto che arrivai a pensare che, per quesťaspetto, fosse diversa dalle altre donne e non ci tenesse a vestirsi bene. Dunque, affari di cuori e denari, no. Restava quello che gli avvocati chiamano incompatibilitá di carattere. Ora mi domando: che incompatibilitá di carattere poteva esserci tra di noi se in due anni una discussione, dico una sola, non c'era mai stata? Stavamo sempře insieme, se questa incompa-30 tibilitá ci fosse stata, sarebbe venuta fuori. Čerte serate che passavamo al caffě o in casa, a mala-pena apriva bocca, parlavo sempře io. tratto da Racconíi romani, di Alberto Moravia, Bompiani ed. 1