1 LA CASA WALSER 1. Chi sono i Walser e dove abitano? I Walser sono popolazioni di lingua tedesca che abitano alcune vallate del massiccio del Monte Rosa (valle del Lys, Valle Anzasca, Valsesia). Si tratta probabilmente di gruppi originari dell’Alto Vallese (Svizzera) che si diffusero a macchia di leopardo su una vasta area alpina dalla Savoia fino al Tirolo, a partire dalla prima metà del 13° secolo. Dopo aver raggiunto un massimo di espansione demografica nel corso dei primi decenni del 19° sec., i Walser si sono in seguito ridotti a qualche migliaio di individui. La lingua e alcuni aspetti delle culture tradizionali (per. es. la caratteristica architettura) si sono conservati fino a oggi, sebbene si presentino in maniera trasformata e meticcia. Tradizionalmente, l’economia era basata sull’agricoltura e sull’allevamento del bestiame ed era fortemente connessa all’ecosistema alpino: oggi la risorsa forse più importante è rappresentata dal turismo. 2. La casa walser La casa walser rispecchia lo stile di vita di questa gente, abituata da sempre a convivere con l’isolamento e i rigori invernali e costretta a dover sfruttare le risorse di montagna anche ad alte quote. È infatti un microcosmo autosufficiente, che racchiudere in un corpo unico abitazione, fienile, stalla, falegnameria, filanda, caseificio. Testimonia allo stesso tempo dell’operosità e dell’abilità artigiana di questa popolazione. È una casa che deve quindi fornire protezione dal freddo, spazi dove poter confezionare vestiti per la famiglia, dove accumulare provviste, dove produrre formaggio e fare il pane (operazione che in passato veniva svolta un paio di volte l’anno), dove filare e tessere la canapa. Questo stile si consolida nei secoli XVII e XVIII, per poi mantenere immutati alcuni caratteri che sono giunti sino a noi. Tra i fabbricati delle aree di insediamento Walser sono comunque presenti forti varianti, ma in tutti i casi esiste un comune schema concettuale riassumibile in alcune caratteristiche: 2 - la prevalenza dell’uso del legno sulla pietra, - la presenza nello stesso edificio delle funzioni abitative e di ricovero degli animali, - la presenza di logge su uno o più lati dell’edificio, utilizzate come spazio per l’essiccamento della segale, della canapa e di altre produzioni. Nella costruzione della casa walser esistono diverse fasi e divisione dei compiti. La prima fase è la costruzione del basamento in pietra, quasi sempre a pianta quadrata, molto importante perché difende la struttura in legno sovrastante dall’umidità di risalita, e che comprende una serie di locali: al piano terreno la stalla (dan goade) e la cantina (kruatu o chéller); al primo piano la cucina detta "z’hous", che è anche il luogo di lavorazione dei latticini. A fianco della cucina si trova sempre il soggiorno (dan Piellje), il fulcro della casa, la stanza più calda, posizionata al di sopra della stalla e rivestita di tavole di abete o di pino cembro, e riscaldata con una stufa, o un fornetto, in pietra . La realizzazione della parte superiore della casa è invece tutta in legno e richiede delle capacità tecniche evolute e specializzate. I legni usati sono il larice nelle travi e l’abete nei tavolati, mentre il muschio è usato come tamponamento tra trave e trave e le resine svolgono un compito protettivo. Essa comprende il fienile (di dilli) e un loggiato perimetrale con assicelle trasversali o verticali, di grande utilità per fare essicare la segale, l’orzo e il fieno anche quando il tempo piovoso non permetteva di farlo all’aperto. All’interno del fienile una stanza (da spéier) era usata come dispensa dove conservare cereali e viveri. In alcune abitazioni è presente una ulteriore stanza usata come camera da letto (d’ Stubbu). Gli arredi tradizionali mostravano una grande attenzione alla ristrettezza dello spazio: le cassapanche, per esempio, servivano anche come sedili, le culle erano spesso sospese e i tavoli erano allungabili; le dispense e le nicchie portaoggetti erano ricavate nello spessore dei muri e i letti, infine si trovavano a volte inseriti nella muratura del focolare per sfruttarne il calore. La copertura di queste abitazioni, quasi sempre a due falde, era molto pesante essendo realizzata con lastre di pietra (d’blatti). Sulla trave maestra troviamo ancora oggi indicata la data di costruzione accanto alle iniziali del proprietario, dei simboli religiosi e, in alcune abitazioni più recenti, il nodo Savoia. Oltre alle case di abitazione, un elemento caratteristico dell’architettura walser sono gli Stadel, cioè i granai o fienili isolati sparsi nel territorio. Queste strutture sono realizzate integralmente in legno, con la tecnica del Blockbau (travi di legno incastrate tra loro), e sono appoggiate sui caratteristici pilastrini a forma di fungo sormontati da lastre rotonde di pietra. Questi sostegni, chiamati "z’stadalbein" avevano la funzione di isolare la struttura dal terreno. 3 1. Se doveste descrivere una casa Walser utilizzando tre parole, quali parole tratte dal testo scegliereste? Perché? ………………………………. …………………………………… ……………………………………. 2. Ci sono elementi delle case Walser che vi richiamano alla mente i trulli pugliesi o i trabocchi abruzzesi? Quali? Potreste iniziare così: Comune è l’uso di/dei…. Comune è la presenza di/dei… Sia i Walser sia i ……… hanno sfruttato….. ………………………………………………………………………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………………………………………………………………………… 3. Le case Walser non sono tutte uguali: osservate le foto qui proposte e lavorando in coppia provate a descriverle e/o sottolinearne le differenze. 1. Casa Walser nella valle di Lys 2 Casa Walser in Valsesia