LA PUNTEGGIATURA (2) Le parentesi – uso delle parentesi quadre nelle citazioni Scrivendo la tesi, per esempio, può capitare di dover citare un intero brano a titolo esemplificativo. Del testo da riportare però potremmo escludere alcune frasi per i nostri fini poco rilevanti e in questo caso ci serviamo di parentesi quadre che contengono al loro interno i tre puntini di sospensione: […]. Se la parte omessa costituisce la parte finale di una frase, occorre ricordarsi di inserire il punto finale dopo la parentesi di chiusura. Ecco un esempio: Se il brano citato è suddiviso in paragrafi, tale suddivisione va mantenuta nel nostro testo […]. Le virgolette 1. Le virgolette si usano per riportare un discorso diretto, per riportare le citazioni e per specificare espressioni o parole particolari. In italiano esistono le virgolette alte ‘singole’ o “doppie” alte. Esistono anche le virgolette «basse » dette anche «caporali». Queste ultime sono generalmente utilizzate nel discorso diretto. Per il discorso diretto, quando questo è preceduto da una frase che lo introduce, occorre ricordare di utilizzare i due punti. Per le citazioni, vediamo insieme questo caso: «Il professore», raccontava Giorgio, «ha chiesto: “Dove dice Dante ‘Guarda, mi disse, le feroci Erine’?”». Vale qui il discorso della gerarchia: prima citazione con virgolette doppie, seconda citazione con virgolette singole. 2. Per spiegare o evidenziare una parola possiamo usare le virgolette: l’uso delle virgolette (come anche quello del corsivo) può essere personale: l’importante è avere un criterio e seguirlo sino alla fine. La parola maggiore può indicare sia “più grande” sia “più anziano”. 3. Le virgolette si utilizzano anche per riportare i titoli dei giornali, delle riviste, degli atti di convegno, dei programmi televisivi. Sono dei titoli “contenitori”, per questo si segnalano con le virgolette. I titoli dei singoli articoli o dei singoli capitoli andranno invece in corsivo. Esempio: Il quotidiano italiano «la Repubblica» Puntini di sospensione o reticenza Sono sempre tre. All’inizio di frase vanno staccati con uno spazio dalla parola che segue: «… Non saprei» Messi alla fine, vanno attaccati all’ultima parola: Ma, veramente, io… USO DEL CORSIVO 1. Titoli In generale, possiamo dire che si usa il corsivo per tutti i nomi propri di un’opera dell’ingegno dell’uomo che sia letteraria, artistica, tecnica ecc. Ricordiamo tra questi i seguenti: i titoli di romanzi, saggi e loro singoli capitoli, opere teatrali, film, quadri, statue, canzoni, brani musicali esempi: I Malavoglia, L’ultima cena di Leonardo, Kolja, Aspettando Godot 2. Parole straniere In corsivo vanno le parole straniere o le parole dialettali che non sono entrate nell’uso comune della lingua italiana. Una ragazza très charmante, un bellissimo haiku MA Ho fatto goal!, un best-seller, tre film, lo sport N.B. Le parole straniere entrate nel vocabolario italiano non hanno plurale (un film, due film). MAIUSCOLE E MINUSCOLE Non è facile orientarsi nell’uso delle maiuscole in Italiano: i giornali e le diverse case editrici hanno ciascuno il proprio criterio. Ciascuno poi ha la propria sensibilità e preferisce dare una maiuscola lì dove sarebbe comunque corretto l’uso della minuscola. Vale comunque una regola che è quella di “darsi delle regole” e seguirle dall’inizio alla fine. Vediamo le più comuni. Si usa la maiuscola: 1. dopo il punto fermo, il punto esclamativo e interrogativo (se la frase che li precede è conclusa). 2. dopo i puntini di sospensione, quando la frase che li precede è una frase compiuta. Es. È un pazzo… Sogna di essere Dio! Il rischio è… inevitabile. 3. dopo i due punti seguiti da virgolette. Es. Mario disse: «Vado a casa.» 4. per tutti i nomi propri: Gabriele d’Annunzio, Leonardo da Vinci, Carlo Della Casa, Antoine Van Dyck, Ludwig van Beethoven ecc. 5. per gli appellativi e i soprannomi: Lorenzo il Magnifico, la Serenissima 6. per nomi di personaggi immaginari: la Befana 7. per nomi ufficiali di enti, banche, istituti: la Banca d’Inghilterra MA vado in banca; Università degli Studi di Milano MA frequenta l’università di Milano. 8. per nomi di paesi e regioni storiche: Repubblica Popolare Cinese, gli Stati Uniti, il Sacro Romano Impero, la Repubblica Italiana 9. per i nomi geografici di vie, piazze locali pubblici, palazzi, suddivisioni amministrative ecc. -il Nordamerica, l’America Latina, la Valtellina, il Milanese -l’oceano Atlantico, il fiume Po, il lago Trasimeno, il Lago Maggiore, il Mar Rosso (l’iperonimo va in maiuscolo quando il nome proprio è di fatto un aggettivo e da solo non basta a capire di cosa si stia parlando) -via Roma, piazza Castello, Via Larga, Ponte Vecchio, ponte Carlo 10. per “san, santo, santa” quando fanno parte dei nomi di chiese: chiesa di San Domenico, basilica di San Pietro (l’appellativo “santo” va in maiuscolo) 11. per le festività e le ricorrenze: la Pasqua, la Quaresima, il Primo Maggio, il Palio di Siena 12. per le manifestazioni organizzate: le Olimpiadi, il Giro d’Italia 13. per premi, decorazioni, riconoscimenti: ha vinto l’Oscar; il premio Nobel 14. per i numeri relativi agli anni e i secoli: il Trecento, negli anni Venti del Novecento 15. per i popoli storici, intesi come civiltà: i Romani, i Galli, gli Egizi 16. per le guerre mondiali: Prima guerra mondiale, Seconda guerra mondiale ESERCIZI 1. un brano destinato a una pubblicazione turistica. Il redattore ha però risparmiato molto sulle maiuscole! Predisponete il testo per la stampa integrando le maiuscole dove vi sembra opportuno,e senza eccedere. In fondo a via Cairoli si apre la scenografica piazza di pace, dominata dalla mole di palazzo Corleoni, sede del museo civico. È un vasto palazzo cinquecentesco, rimaneggiato nel settecento. Subì danni durante le guerre napoleoniche – e i francesi si portarono via diverse opere d’arte, e poi fu sede di comandi militari nella prima e nella seconda guerra mondiale; ma lo sforzo congiunto della soprintendenza alle belle arti e dell’assessorato alla cultura hanno ridato lustro al museo, e di recente il direttore, prof. Perfetti, cui è affidata anche l’attigua biblioteca corleonese, lo ha dotato degli impianti più moderni. Inoltre vi sono state ordinate di recente le collezioni lasciate da lord Bentham, un ricco inglese parente della regina, che visse a lungo in Italia nelle sue ville del bresciano e della riviera ligure e finì qui la sua vita. Il nucleo fondamentale delle raccolte è però costituito da opere appartenute agli stessi principi Corleoni, i quali, come è noto, ebbero intensi rapporti con l’oriente. Da donazioni dei bizantini avute nel quattrocento provengono le icone e gli avori nella sala centrale. 2.Leggete il seguente testo e inserite le maiuscole e il corsivo dove occorre La regata storica si tiene la prima domenica di settembre ed è l'appuntamento principale del calendario annuo di gare di voga alla veneta, disciplina unica al mondo praticata da millenni nella laguna di venezia. È oggi resa ancora più spettacolare dal celebre corteo storico che precede le gare: una sfilata di decine e decine di imbarcazioni tipiche del cinquecento, multicolori e con gondolieri in costume, che trasportano il doge, la dogaressa e tutte le più alte cariche della magistratura veneziana, in una fedele ricostruzione del passato glorioso di una delle repubbliche marinare più potenti e influenti del mare mediterraneo. Dopo il corteo storico partono le competizioni: esse sono suddivise per categorie di età e per tipologia di imbarcazione. La più famosa ed entusiasmante è la regata dei campioni su gondolini, che sfrecciano in canal grande, sotto il ponte di rialto fino al traguardo di fronte alla celebre "machina", scenografico palco galleggiante posto davanti al palazzo di ca' foscari. La prima rappresentazione pittorica di una regata nella città di Venezia risale al 1500, anno in cui in un particolare della veduta di venezia di Jacopo de' Barbari è raffigurata una competizione tra barche a quattro rematori nel tratto compreso tra il lido e piazza san marco.