FASCISMO E ARCHITETTURA L’ANTEFATTO L’Italia è un paese che accoglie lo sviluppo industriale in maniera assai lenta ed estremamente graduale così come è marginale lo scambio e il rapporto tra settori come arte, artigianato e industria che crea l’elemento focale dell ” art nouveau”. Il malcontento generale e l’instabilità della penisola trovano il loro culmine dopo la Prima guerra mondiale sebbene l’Italia ne sia uscita vittoriosa. La crisi economica non ritarda a manifestarsi, la lira perde il suo potere e la mancanza di un governo capace di domare la situazione gettano le basi per l’ascesa del regime fascista. Usando come mezzo la protesta operaia e approfittando dei timori che la media e piccola borghesia aveva sul fatto che i ripetuti scioperi potessero sfociare in rivoluzioni, fu di estrema facilit per Benito Mussolini prendere le redini del governo dell’Italia. Il governo si trasformò in una sorta di dittatura personale, la quale ben presto eliminò molti dei diritti dell’uomo (libertà di stampa, di espressione…) e che concentrava ogni potere nelle mani del PNF (Partito Nazionale Fascista) e di altre organizzazioni sempre fasciste. Si impose quindi un regime totalitario. IL RAZIONALISMO Il razionalismo (spesso detto anche funzionalismo) nasce soprattutto in Germania da esperienze innovative rispetto ai periodi precedenti (Romanticismo, Art Nouveau) ed è caratterizzato da uno stretto legame tra forma e funzione, l’utilizzo di elementi prefabbricati di dimensioni standard, la riduzione all’essenziale eliminando ogni aspetto estetizzante come per esempio le decorazioni. Ciò che più contava era la necessità di un’architettura universalmente comprensibile e che rispondesse alle reali necessità alle quali era destinata. Con l’inizio dell’imposizione dei regimi di tipo totalitario come quelli in Italia e Germania e lo stanlinismo nell’URSS e quindi con l’imposizione di una politica celebrativa a carattere propagandistico, il movimento razionalista iniziò a vacillare. Non era infatti adatto a celebrare la grandezza del regime. In Italia il razionalismo vive una fase di affermazione tra il 1933 e il 1936, trovando forte impulso anche nella committenza dello stato (Case del Fascio). Le idee del razionalismo furono espresse soprattutto dal Gruppo 7, fondato a Roma nel 1928 e guidato dall’architetto Terragni. L’ARCHITETTURA L’architettura fascista fu senza ombra di dubbio favorita dall’elevato numero di opere pubbliche le quali, realizzate dal regime, ne testimoniavano l’incisiva e concreta presenza all’interno del paese. Nello stesso tempo questo genere di architettura, che testimoniava un rifiuto delle tradizioni, voleva anche contrapporre allo stile di vita individualistico borghese quello eroico e collettivo. Il regime fascista diede il via alla progettazione di aree urbane, alla costruzione di edifici e nuove città come Littoria (l’attuale Latina), Pomezia, Sabaudia ed Aprilia. Anche la città di Roma, per esempio, subì una grossa modificazione sul piano urbanistico: si vollero concentrare gli edifici statali e di utilità pubblica tutti in centro mentre il popolo, soprattutto i ceti poveri, fu spostato in periferia. Gli edifici eretti in quegli anni, la maggior parte dei quali avevano anche funzione propagandistica, avevano un’immagine gelida e grandiosa allo stesso tempo a causa dell’utilizzo del marmo, di facciate con lastre piane, della ripetizione di forme geometriche come il cubo e il cilindro, il contrasto dei bianchi e dei neri e l’assenza di decorazioni. Lo scopo principale dell’architettura era quello di incanalare il gusto popolare in un’estetica che fosse lo specchio fedele del regime fascista. L’architettura procede di pari passo con l’aumentare della fama del regime fascista e, come questo, inizia a cambiare alcuni aspetti: dal rigore tecnicista basato soprattutto sull’uso geometrico di volumi e forme si passa a un aspetto che privilegia l’effetto di stupore e grandezza passando così al monumentalismo. L’aspetto che viene messo in evidenza è quello della scenografia che colpisce per l’utilizzo di proporzioni enormi e per il quasi esclusivo utilizzo del marmo come rivestimento esterno. L’architetto monumentalista più celebrato fu Marcello Piacentini. La sua opera più prestigiosa è il Palazzo di Giustizia a Milano (1939-40) completamente rivestito di marmo, con ampie e lunghe finestre, le retoriche scritte in rilievo e due altissimi setti all’entrata che ricordano due colonne greche (i quali si distaccano nettamente dalla precedente architettura razionalista secondo cui ogni elemento della costruzione doveva essere legato alla sua funzione nella struttura e non ad una ideologia propagandistica). I maggiori incarichi pubblici sono suoi e il suo stile influenzerà, o in qualche modo verrà imposto, agli altri archietti di regime. Roma, via della Conciliazione Rettorato dell’Università La sapienza di Roma 1. Nel testo sono presenti questi tre termini riferiti all’architettura: razionalismo, architettura fascista e monumentalismo. Come differenziarli? Provate a spiegarli con parole vostre. razionalismo architettura fascista / monumentalismo _______________________________________________ ______________________________________________ _______________________________________________ ______________________________________________ _____________________________________________ ________________________________________________ _______________________________________________ ______________________________________________ _______________________________________________ ______________________________________________ _____________________________________________ ________________________________________________ Il quartiere EUR di ROMA Le origini del quartiere Eur sono imputabili all'Esposizione Universale. L’idea dell’Esposizione nasce nel 1935 quando il governatore di Roma Giuseppe Bottai espone a Mussolini il suo progetto di una esposizione universale in cui possa essere rappresentata ed esaltata la civiltà italiana. A Mussolini l’idea piacque e decise di programmarla per l’anno 1942, in concomitanza con il ventennale del fascismo. La nuova zona aveva l’obiettivo di costituire un allargamento della città verso il mare, seguendo la direzione della via Imperiale (oggi via Cristoforo Colombo) e doveva avere una chiara impronta fascista. L’imponenza e l’architettura dei palazzi, infatti, si rifà ai fasti. Nel 1937 si costituì Ente E42 e l'incarico per progettare la nuova area venne affidato agli architetti Pagano, Piacentini, Piccinato, Rossi e Vietti. I lavori procedettero molto spediti e già nell’aprile dello stesso anno il progetto era pronto: la zona occupava 400 ettari e prevedeva la costruzione di padiglioni e strutture permanenti. Due aspetti erano estremamente curati: la scenografia e le aree verdi. Il progetto definitivo fu pronto solo nel 1939 ma ormai era scoppiata la guerra: i lavori subirono forti rallentamenti e, nel 1942, anno in cui avrebbe dovuto tenersi L’Esposizione Universale, furono definitivamente interrotti. Dopo l’istituzione dell’Ente E42 ci si aspettava un rapido sviluppo del progetto e della sua realizzazione, ma in realtà i lavori subirono rallentamenti soprattutto a causa di polemiche e discordie tra gli addetti ai lavori. L’unica cosa su cui concordavano tutti era l’idea di costruire una città autonoma e indipendente che non fosse dedicata esclusivamente all’Esposizione Universale, ma che potesse durare nel tempo. Nel frattempo l’architetto Piacentini aveva preso il sopravvento sugli altri e si dedicò a delineare quelle che dovevano essere le linee guida del progetto: ampi spazi verdi e imponenti effetti scenografici. L’idea era quella di costruire una città del futuro coniugando modernità e architettura classica dell'Impero Romano, e fu realizzata grazie alla creazione di ampi spazi, all'uso massiccio di marmi, vetri e fontane. L’esempio più indicativo di tutto ciò è oggi visibile nell’area intorno a Piazza Marconi (allora Piazza Imperiale). Nonostante discordie interne dovute alla presa in carico della gestione del progetto da parte di Piacentini, l’attività dell’Ente E42 comunque procedette spedita. In questi anni, infatti, furono progettati e iniziati i lavori per alcune delle costruzioni che ancora oggi sono considerati i simboli rappresentativi dell’Eur: il Palazzo della Civiltà Italiana, il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi, la Piazza Imperiale con l’Obelisco dedicato a Marconi, la Basilica di SS Pietro e Paolo e il laghetto. Dopo la fine della guerra la situazione all’Eur era disastrosa: solo pochi palazzi del progetto dell’E42 erano rimasti in piedi e, anche per il fatto che erano riconducibil a un’epoca, quella fascista, che si voleva decisamente dimenticare, si pensò di raderli al suolo. Questa operazione non fu eseguita e i palazzi somo rimasti in piedi ancora oggi. Nei primi anni si cercò innanzitutto di riqualificare la zona; nel 1951 si decise di cambiare il nome che diventò Eur (sia perché sigla di Esposizione Universale Roma, sia per dare una dimensione europea). Viene nominato quale Commissario Straordinario dell’Ente Virgilio Testa che volle subito riconvertire il quartiere in zona residenziale e amministrativa. 2. Dopo aver letto il primo e il secondo testo, quali sono le parole per voi fondamentali per descrivere l’architettura fascista? ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ ___________________________________________________________________________________________________ __________________________________________________________________________________________