Osservate questo video ai minuti 5:43-6-13: https://www.youtube.com/watch?v=8jov-HMaOPQ Cosa vedete? Cosa può essere successo? Vediamo 4:20, Philippe Petit, To Reach the Clouds, 2002 http://video.repubblica.it/rubriche/strartisti/rnews-strartisti-la-vita-bella-e-precaria-dell-ingeg nere-da-circo/180877/179669?ref=search http://video.repubblica.it/rubriche/strartisti/rnews-strartisti-la-missione-del-veterano-della-stra da/180420/179206?ref=vd-auto http://video.repubblica.it/rubriche/strartisti/rnews-strartisti-daniele-cantastorie-moderno-se-la-c ronaca-diventa-poesia/186863/185757 [da: https://inchieste.repubblica.it, 23 febbraio 2015] CHI HA PAURA DEGLI ARTISTI DI STRADA Costretti o per scelta, identikit di un fenomeno di ARIANNA DI CORI ROMA - "La strada mi regala delle emozioni impagabili. Alla fine di ogni spettacolo mi sento carico dell'energia degli spettatori e loro della mia. È uno scambio a cui non rinuncerei mai, per nulla al mondo". Daniele Sardella è un artista di strada, faceva l'ingegnere ma ha mollato tutto. Una scelta di vita. A pensarla come lui sono sempre più persone. L'arte di strada, in tutte le sue forme, dai primi anni del 2000 ha visto una crescita esponenziale. In Italia sono almeno 10mila i musicisti, giocolieri, acrobati, funamboli, clown, danzatori, mimi, madonnari, cantanti, cantastorie e altro che si esibiscono tra strade, piazze cittadine ed eventi organizzati in tutta la Penisola. Solo a Roma e a Milano, tra il 2013 e il 2014, più di 3000 performer si sono iscritti agli speciali registri comunali. Scelte di vita. I suoi spettacoli attraggono grandi e piccoli. Sono una fusione di clownerie, acrobazia e danza. Grazie al suo mestiere ha viaggiato per l'Italia e l'Europa, tra festival, piazze e fiere. Ma è solo dal 2001 che Daniele lavora esclusivamente come artista di strada. "Subito dopo la laurea in ingegneria a Catania avevo trovato un buon lavoro a Roma. Avevo ottime possibilità di crescita. Tutti si aspettavano che sarei diventato un 40enne con lo stipendio a 4 zeri. E invece eccomi qua, a 40 anni, a girare col camper a fare spettacoli". La sua è stata una scelta ponderata, venuta dopo un "periodo di prova". "Il weekend mi lasciavo alle spalle l'ufficio e i computer, prendevo le clave e andavo a piazza Navona a esibirmi. Non ero ancora bravo, ma ho capito che potevo sopravivere con questo mestiere. Quando mi sono licenziato i miei genitori mi hanno preso per pazzo. Ma oggi capiscono quanto questa scelta mi abbia giovato. La loro unica preoccupazione continua ad essere quella della mancanza di una pensione, ma tanto ormai la pensione è sempre più un miraggio", scherza. "Un tempo gli artisti di strada in Italia si contavano su una mano. Nelle grandi città c'erano 4-5 persone fisse, perlopiù musicisti. Ogni tanto arrivava qualcuno da fuori, ma restava un universo di nicchia: ci conoscevamo tutti - ricorda Claudio Montuori, in arte Ami Buz, polistrumentista romano sessantenne con 30 anni di esperienza di strada - In quegli anni i pochi festival erano un'occasione per ritrovarci, oggi nemmeno su Facebook ci conosciamo tutti". […] 1.nel primo paragrafo vengono elencati i più “comuni” artisti da strada. Descrivete brevemente cosa fanno. 1) I musicisti _______________________________________________________________________ 2) I giocolieri ______________________________________________________________________ 3) Gli acrobati _______________________________________________________________________ 4) I funamboli _______________________________________________________________________ 5) I clown __________________________________________________________________________ 6) I danzatori ______________________________________________________________________ 7) I mimi _____________________________________________ 8) I madonnari ____________________________________________________ 9) I cantanti ____________________________________________________ 10) I cantastorie ____________________________________________________ Dividetevi le 10 parole e verificatene sui dizionari online (Treccani, De Mauro) il genere: sono solo sostantivi maschili o esiste anche il femminile? 2.Rimanete sempre in tema e scrivete tre frasi utilizzando, rispettivamente, le espressioni qui sotto e tratte dal testo Essere un miraggio // contarsi sulle dita di una mano // essere un qualcosa di nicchia 3.Nel secondo paragrafo Daniele Sardella parla di sé dicendo: "Subito dopo la laurea in ingegneria a Catania avevo trovato un buon lavoro a Roma. Avevo ottime possibilità di crescita. Tutti si aspettavano che sarei diventato un 40enne con lo stipendio a 4 zeri. E invece eccomi qua, a 40 anni, a girare col camper a fare spettacoli". Inventate voi una storia che si concluda con “E invece eccomi qua in Italia, a 50 anni, a fare il clown in piazza Navona.” Tempo max. 5 minuti. 4.Ciascuno legge un paragrafo e riporta la situazione degli artisti di strada a Roma, Milano Torino. Che titolo dareste all’articolo? ____________________________________ di ARIANNA DI CORI ROMA - Alcune città d'arte e di turismo come Firenze o Venezia sono chiuse in se stesse e molto poco ospitali verso gli artisti di strada. Solo pochi possono esibirsi ed è virtualmente impossibile fermarsi in queste città per un'esibizione di passaggio. Anche a Roma la situazione non è molto felice. Dal 2012 è in vigore una delibera che limita molto la libertà degli artisti di strada, con orari restrittivi e poche postazioni. Ma il problema maggiore è il rapporto con le forze dell'ordine. "C'è una situazione di intolleranza generale. E tra abusivi che vendono paccottiglia e movida notturna che porta disagi, la categoria degli artisti di strada è la più vulnerabile", spiega Daniele Leppe, avvocato che i questi anni ha seguito da vicino gli artisti di strada romani. Il Comune non fornisce un vero permesso, si tratta di una "comunicazione formale". In molti casi le stesse forze dell'ordine si ritrovano in difficolt davanti alle proteste di negozianti o residenti di un quartiere e si ritrovano costretti a sgomberare un artista di strada anche se in piena regola. "Non è colpa di nessuno, le associazioni del centro storico non ne possono più e i vigili fanno il loro lavoro", conclude Leppe. Tra gli articoli della Delibera ve ne erano alcuni che bandivano ogni forma di amplificazione, strumenti a fiato e a percussione, ma grazie al lavoro congiunto di artisti e avvocato vennero aboliti nel 2013 grazie ad un ricorso al Tar. A Milano invece dal 2012 è in vigore un sistema informatico venduto al Comune dalla Fnas, Strad@aperta. Si tratta di una piattaforma online che permette di prenotare la propria postazione con un click da casa. L'introduzione del sistema ha fatto sì che Milano si posizionasse al terzo posto nella classifica delle "Migliori città per l'arte di strada" stilata dal quotidiano irlandese Indipendent, a pari merito con Dublino e Praga e preceduta da Sidney e San Paolo. "Gli artisti di strada sono una grande risorsa, oggi, abbiamo 1.800 artisti che operano in città", dice l'assessore al Tempo libero e qualità della vita, Chiara Bisconti. Tuttavia, "è talmente facile prenotarsi che alcuni lo fanno con leggerezza - spiega Gianni Guaglio, musicista di strada milanese - e capita che alcune postazioni risultino occupate ma di fatto siano libere, limitando le possibilità di lavoro per gli altri. Ma si tratta di un sistema sperimentale che può essere migliorato". Forse è proprio per la troppa facilità a scendere in strada che offre il sistema di prenotazioni che anche a Milano si comincia a notare un'invasione di persone ben lontane dall'arte di strada. In vista dell'Expo, l'amministrazione comunale sta pensando ad una commissione che valuti la qualità degli spettacoli. Tuttavia i rapporti a Milano tra artisti di strada e forze dell'ordine sono più amichevoli. "Non vogliamo creare problemi di ordine pubblico, se qualcuno alza troppo il volume cerchiamo di dirglielo noi prima che sopraggiungono i vigili. Sono convinto che per avere una situazione in strada felice basti un po' di buonsenso tra noi", conclude Guaglio. Ed è proprio all'insegna del buonsenso che si lavora a Torino, una delle città dove l'arte di strada è più tollerata e valorizzata. Non ci sono opinioni discordanti, tutti gli artisti condividono la linea di Alberto Bertolino, uno degli artisti storici che si esibisce con un organetto di Barberia, lo strumento a monovella anni '30. "Con una piccola spesa offriamo alla città un intrattenimento di qualità, questo l'amministrazione comunale lo sa - dice Bertolino - Cinque euro, uno ad artista, un gelato e passi un bel pomeriggio vedendoti 5 spettacoli". "In 10 anni che lavoro qui - dice ancora Bertolino -solo una volta i vigili sono venuti a chiedermi i documenti. Generalmente ci salutano cortesemente. Al massimo mi è capitato di vederli andare a far abbassare il volume ai ragazzi che suonavano troppo alto. Ma qui noi artisti non abbiamo mai avuto alcun problema". Il motivo sta nella capacità insita nella strada, e negli artisti che la popolano, di autoregolarsi. "Noi artisti di strada come tutti - continua Bertolino - abbiamo bisogno di guadagnare. Chi non riesce a guadagnare, non continua a fare questo lavoro. Chi non capisce le regole della strada, il rispetto verso gli altri artisti, i negozianti, il pubblico, non dura. Lo vediamo d'estate quando le strade vengono invase da ragazzi giovani con la chitarra e gli amplificatori. Si divertono finché fa caldo, ma con i primi freddi se ne vanno. Poi certo, ci sono e ci saranno sempre persone bisognose , o disperate, che strimpellano la stessa canzone tutto il giorno per 10 euro, ma anche quella è la strada". Per saperne di più... Trattati come un problema in troppe citt di ARIANNA DI CORI ROMA - Decine di musicisti affermati sono partiti dalla strada, da Rod Stewart a Tracy Chapman, o attori come Robin Williams e Pierce Brosnan. Ma forse il più celebre artista di strada della storia è stato Benjamin Franklin. Il geniale politico, inventore, scienziato e scrittore statunitense da adolescente andava a decantare le sue poesie per le strade di Boston, con grande successo di pubblico. La sua esperienza contribuì a rafforzare in lui i principi di libertà di parola e di espressione che si tramutarono nel primo emendamento della Costituzione americana. Nonostante questo la prima legge nei confronti della categoria è tutt'altro che tollerante. La troviamo nell'antica Roma del 450 avanti Cristo, tra le leggi delle XII tavole. Risulta proibito eseguire in pubblico una parodia o un canto diffamatorio, pena la morte. Il permesso del signorotto. Per secoli l'artista che intendeva esibirsi in un grande centro abitato chiedeva il permesso all'autorità del luogo. Alcuni spazi sono storicamente considerati "piazze degli artisti". Una di queste è piazza Navona a Roma. Un permesso datato 23 luglio 1778 recita: "Eccellenza, Antonio Blasco Calabrese ore umo dell'Eccza vostra divotamente la supplica di volerli concedere la Necessaria licenza di potere Rappresentare al pubblico in questa Città il Ballo sopra la corda lenta ed il volo essendo la sua arte per procaciarsi neccesariamente il pane; spera essere esaudito e pregherà per la conservazione di Vostra Eccellenza". Ma le cose non sono così semplici. Fino al 2001 l'unico testo di legge che contemplava la categoria degli artisti di strada era l'articolo 121 del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, datato 1931. Accorpava tutti i mestieri girovaghi (la maggior parte dei quali, come i lustrascarpe e i cenciaroli, sono scomparsi ai giorni nostri) e obbligava chi li esercitasse a registrarsi presso un ufficio preposto nel Comune di residenza. "[...] non può essere esercitato il mestiere ambulante di venditore o distributore di merci, generi alimentari o bevande, di scritti o disegni, di cenciaiolo, saltimbanco, cantante, suonatore, servitore di piazza, facchino, cocchiere, conduttore di autoveicoli di piazza, barcaiuolo, lustrascarpe e mestieri analoghi, senza previa iscrizione in un registro apposito presso l'autorità locale di pubblica sicurezza [....] In tutti i casi è vietato il mestiere di ciarlatano". Vuoto legislativo. L'abrogazione dell'articolo del Tulps ha lasciato ai singoli Comuni la possibilità di deliberare in materia. Ma non essendo stato imposto alcun obbligo, il risultato è di fatto un vuoto legislativo e una forte spaccatura tra Regioni più tolleranti ed altre più repressive. Solo il Piemonte e la Puglia hanno liberalizzato l'arte di strada sul territorio permettendo il libero esercizio delle arti di strada in ogni Comune. Molte città d'arte storiche, come Venezia, Firenze, Roma, rendono molto difficile se non praticamente impossibile il libero esercizio. È paradossale considerando la diffusione di eventi organizzati di arte di strada autorizzati durante l'anno dalle stesse città. […]