Salone Internazionale del Libro 2016 Il 29° Salone Internazionale del Libro di Torino si terrà presso il Lingotto Fiere da giovedì 12 a lunedì 16 maggio 2016. Paese ospite d'onore è l'Arabia Saudita. Il Salone Internazionale del Libro – noto anche semplicemente come Salone del Libro di Torino – è la più importante manifestazione dell’editoria in Italia e tra le più significative in Europa. ________________________________________________________________________ Da www.repubblica.it del 16 maggio 2016 Salone del Libro, chiude l'edizione più "pop": più 3 per cento di biglietti venduti, boom per gli editori La presidente Milella: "Il primo grande risultato è che il pubblico ha comprato più libri". Diecimila verranno distribuiti al pubblico, che "smonterà" così la grande opera "Il Terzo Paradiso" di Pistoletto installata in un padiglione di JACOPO RICCA Il Salone del Libro cresce rispetto ai biglietti venduti nel 2015. La presidente della fondazione che organizza Librolandia, Giovanna Milella, ha annunciato il risultato durante la conferenza di chiusura: "Quest'anno abbiamo staccato 126.406 biglietti. Un risultato che va oltre quelli di dodici mesi fa. Si tratta di un 3,1% in più rispetto al 2015, quando i tagliandi emessi furono 122.638". Numeri lontani da quello annunciati un anno fa dall'ex presidente Rolando Picchioni - trecentomila e rotti - ma in linea con quelli reali emersi dopo le inchieste giudiziarie: "Abbiamo scelto di comunicare i dati più concreti, cioè i biglietti venduti - aggiunge Milella - e ce l'abbiamo fatta. Non era certo che si riuscisse a realizzare una ventinovesima edizione adeguata alle aspettative e alla storia di questa kermesse[1]. Sono aumentate le vendite per gli editori e questo è il primo grande risultato". I dati sono certificati fino alle 16 (dove si registra già un più 2% rispetto al 2015), mentre i 126mila complessivi sono frutto di una proiezione da quell'ora fino alle 22. Gli ingressi a prezzo ridotto dopo le 18 "sono raddoppiati rispetto all'anno scorso. A dimostrare che l'idea funziona" ha aggiunto Milella. Da www.corriere.it del 14 maggio 2016 Salone del Libro di Torino 2016: il traduttore cambia l’italiano Molte espressioni entrate nell’uso comune vengono dai romanzi stranieri. E anche punteggiatura e verbi ne sono influenzati. Se ne parla nel ciclo «L’Autore Invisibile» Di Cristina Taglietti TORINO L’italiano cambia, anche attraverso le traduzioni dei romanzi. È uno dei temi che l’«Autore Invisibile», il ciclo di seminari curato da Ilide Carmignani, ispanista e traduttrice di autori come Gabriel García Márquez, Roberto Bolano, Luis Sepúlveda, in questi giorni sta affrontando. Questa mattina il linguista Gianluigi Beccaria parlerà di «Italiano che va e italiano che viene» e in questi cambiamenti della lingua ha un ruolo anche quello che leggiamo, considerato che più del 60 per cento della narrativa viene dall’estero. «L’italiano è una lingua ancora vitale — dice Beccaria — che magari per strada perde pezzi ma ne acquista di nuovi. Una volta venivano dal basso, oggi vengono soprattutto dalla lingua imperiale, l’inglese. In generale, un tempo la nostra narrativa poggiava su basi molto tradizionali, oggi anche la lingua si va globalizzando, forse anche si appiattisce un po’. Lo sanno bene anche i nostri narratori, che infatti scrivono in un italiano già pronto per essere tradotto. Diciamo che, forse, oggi, un Gadda non potrebbe esserci nella nostra letteratura». Quando si parla di italiano letterario la traduzione è un punto di riferimento fondamentale, anche se spesso sottostimata. «Quindi — dice Ilide Carmignani — la domanda è: quando traduco La gabbianella e il gatto di Sepúlveda a quale italiano faccio riferimento? All’italiano dell’uso? Ma io sono toscana e ogni casa editrice ha una sua idea di italiano letterario. Per esempio: come traduco “cool”? Per la casa editrice romana dovrei usare “fico”, per quella milanese “figo”. Io metterei “ganzo”. Se faccio una traduzione fedele e letterale, non uso un buon italiano, ma un incrocio tra la mia e l’altra lingua». Le regole di revisione delle case editrici e la loro provenienza contano più di quanto si creda. «Il passato remoto si sta indebolendo, per esempio — continua Carmignani —. Contribuiscono le traduzioni da una lingua come l’inglese, che ha una sola forma di passato, e l’editing di molte case editrici del Nord, dove è usato molto meno rispetto ad altre zone d’Italia. Per me è un impoverimento, si perdono sfumature». A cambiare l’italiano non sono solo le traduzioni dei romanzi, ma anche quelle delle serie tv. Lo spiega Stefano Arduini, docente di Linguistica generale all’Università di Urbino dove organizza, con Carmignani, le Giornate di traduzione: «L’italiano che usiamo passa anche da lì. Anzi, sui giovani è forse quello che ha più influenza. Ora sta andando in onda Il trono di spade, in contemporanea con l’America. È chiaro che la traduzione dei sottotitoli e del doppiaggio non può essere così accurata e infatti si nota la differenza con le precedenti serie. Oltretutto parliamo di un programma che ha creato un suo proprio sistema linguistico. Comunque, è certo che la letteratura non ha più la funzione di riferimento culturale che aveva in passato». Le serie, ma anche i romanzi di genere, soprattutto i noir, sono alla base di certi calchi dall’inglese. «“Assolutamente”, “rilassati”, “dacci un taglio”, “fottuto”, “dannato” — aggiunge Ilide Carmignani — provengono da lì. Così come l’uso di frasi molto brevi, paratattiche. Si ritrovano nei testi di molti scrittori italiani, da Ammaniti a De Carlo. Una semplificazione che non è necessariamente un male, dipende da quanto l’autore la integra in uno stile personale». Quando viene male, il linguista Giuseppe Antonelli la chiama «traduttese»: «Era molto diffusa una decina di anni fa, adesso mi sembra che sia un po’ diminuita». Antonelli ieri ha parlato di punteggiatura ai partecipanti del seminario di traduzione. Perché anche in quel settore la lingua dei romanzi ha esportato qualcosa: «Come l’uso del trattino che non si chiude. In italiano se ne usano due a indicare un inciso. È curioso che il primo ad accorgersene sia stato Leopardi che se la prende con il traduttore di Byron, paragonandolo a un ciarlatano di piazza che, in quel modo, vuole dirci: guardate quanto sono bravo. D’altronde anche Sandro Veronesi, in un libro del 2001 tutto dedicato alla punteggiatura, ha scelto il trattino. La grammatica italiana non lo accetta, ma lui ne fa un manifesto». Certo non si può parlare di un’unica lingua. «L’ultimo bestseller — aggiunge Arduini — non può avere lo stesso tipo di traduzione di un lavoro autoriale. Si va dal linguaggio sofisticato dei grandi traduttori, attenti a riprodurre la voce degli scrittori, a quello rivolto a un mercato di consumo più immediato e veloce, su cui, magari, lo stesso editore non investe molto. Lo scrittore interessante è quello che prende i materiali, anche più bassi, di una lingua e li tempra, cambiandone il valore». Paolo Nori, che ieri ha animato uno degli incontri dell’«Autore Invisibile», è diventato traduttore, dal russo, dopo aver pubblicato i suoi primi romanzi. È convinto che la traduzione debba parlare ai lettori di oggi con il loro linguaggio, per cui i contadini delle Anime morte di Gogol’ imprecano in dialetto modenese. «Molti amici russi mi dicono: ma perché traduci Tolstoj? L’hanno già fatto molti altri. È vero, però se un russo lo legge trova una lingua contemporanea, invece la traduzione di Landolfi, per esempio, è datata. Ma questa è proprio una caratteristica della nostra lingua. Se un bambino russo legge il romanzo in versi di Puškin Evgenij Onegin, capisce tutto. Io ho letto a mia figlia il 5 maggio di Manzoni e lei ha capito che qualcuno giocava a memory respirando». ************************************************************************* E a Praga? Proviamo a tradurre... Da: http://www.lidovky.cz/festival-svet-knihy-bude-ve-znameni-nejen-severskych-krimi-pol-/kultura.aspx? c=A160428_135609_ln_kultura_hep Festival Svět knihy bude ve znamení nejen severských krimi???? PRAHA Čestným hostem 22. ročníku mezinárodního knižního veletrhu a literárního festivalu Svět knihy Praha 2016 budou severské země. Na akci ve dnech 12. až 15. května v Průmyslovém paláci na pražském Výstavišti představí knižní produkci z Dánska, Finska, Norska, Švédska a Islandu. Celkem se do programu zapojí 17 severských spisovatelů. Severskou literaturu budou nabízet v originálním stánku s kartonovou stěnou navrženou studentkami Českého vysokého učení technického Markétou Rádkovou a Monikou Fišerovou. „Stánek čestného hosta letošního Světa knihy bude unikátní. Celý bude vytvořen z několika set kartonových krabic sestavených do velké stěny, která protne celý prostor střední haly Průmyslového paláce,“ řekl ČTK Michal Švec ze Skandinávského domu. Největšími hvězdami budou Katja Kettuová z Finska, jejíž román Porodní bába se stal v Česku bestsellerem. Kritika i čtenáři oceňují autorčin originální poetický jazyk čerpající například z laponského dialektu či tradice magického realismu. Na veletrh autorka přijede představit sbírku povídek Sběratel dýmek, která vyjde na jaře. Druhým hlavním hostem festivalu bude a norský spisovatel Jostein Gaarder, autor románu pro mládež o dějinách filozofie Sofiin svět. Tato kniha byla přeložena do 59 jazyků a prodalo se jí na 40 milionů výtisků. ... ________________________________ [1] Da Treccani.it: KERMESSE: s. f., fr. [dall’oland. kerkmisse «festa del patrono», propr. «messa di chiesa»]. – 1. Solenne festa annuale delle parrocchie cristiane, che nei Paesi Bassi e in alcuni luoghi della Francia settentr. si celebra con processioni, mascherate, balli, spari e mercato. In Italia il vocabolo è adoperato talvolta (nella sua forma originaria, oppure adattato, ma raram., in chermèssa) come sinon. di sagra, fiera paesana. 2. estens. Raduno, esibizione o manifestazione pubblica di notevole importanza: si aprirà a Sanremo la kermesse musicale più attesa dell’anno.