TEMA: Il carnevale italiano per un percorso collaborativo di lettura e scrittura Lettura > sintesi > ascolto > appunti > scrittura SCRIVETE UN ARTICOLO CHE PARLI IL Più AMPIAMENTE POSSIBILE DEL CARNEVALE IN ITALIA -10 minuti di tempo per leggere e selezionare le informazioni principali della parte di articolo che vi è stata assegnata -1 minuto per riportare alla classe le informazioni (tot. 10 minuti) -30 minuti per scrivere l’articolo e consegnarlo. Da www.corriere.it del 10 febbraio 2017 Carnevale 2017: le 10 mete (più 1) imperdibili in Italia (1) A Carnevale ogni scherzo vale. Soprattuto in alcune città d'Italia, dove i festeggiamenti goliardici si celebrano in grande stile. Da Venezia a Ivrea, da Cento a Viareggio e Manfredonia, un viaggio da Nord a Sud dello stivale per scoprire gli appuntamenti da non perdere Tra frizzi e lazzi, balli e canti, scherzi e cotillons, ecco fare capolino, irriverente più che mai, il Carnevale 2017. Da nord a sud, da est a ovest, non c’è regione d’Italia che non lo festeggi e che non si lasci travolgere dalla sua spumeggiante atmosfera e dai suoi ritmi fragorosi e sfrenati. Tuffiamoci dunque in un vorticoso viaggio alla scoperta di alcuni tra i carnevali più caratteristici del Belpaese (guarda le foto più belle nella gallery). Da Venezia a Sciacca, da Ivrea a Putignano, da Viareggio a Cento, la parola d’ordine è: divertimento! Carnevale di Venezia – dall’11 al 28 febbraio Venezia, patria del carnevale per antonomasia, apre le sue calli, corti e campielli alle migliaia di turisti di tutto il mondo pronti a godersi i numerosi eventi di questa nuova edizione dal titolo Creatum: Vanity (af)fair, ovvero l’uomo e il peccato capitale, le maschere e la voglia di apparire. Per oltre due settimane, spettacoli musicali, performances teatrali, sfilate di maschere, colorano la città, culminando il 18 febbraio in Piazza San Marco con la celebre Festa delle Marie. Il corteo di 12 ragazze, vestite con abiti medievali e rinascimentali che rievoca l’antica usanza del doge di regalare alle più belle e povere fanciulle veneziane la dote per il loro matrimonio. Tutti in silenzio e col naso all’insù, domenica 19 febbraio, per il tradizionale Volo dell’Angelo che apre ufficialmente i festeggiamenti con la discesa di Claudia Marchiori, la giovane Maria vincitrice del Carnevale dello scorso anno. Info: carnevale.venezia.it. Carnevale in montagna con i bambini: Scopri di più Carnevale di Viareggio (Lu) – dal 5 al 28 febbraio Con tre colpi di cannone sparati dal mare, prende il via il Carnevale di Viareggio. Era il lontano 1873 quando, per la prima volta, il lungomare della cittadina toscana si animava di carrozze variopinte, trasformatesi col passare del tempo nei carri allegorici così come li conosciamo oggi. Sono 5 le sfilate in programma (5-12-18-26-28 febbraio), con le mastodontiche macchine di cartapesta realizzate dai maestri artigiani viareggini all’interno della Cittadella del Carnevale. Qui, durante tutto l’anno, si lavora alacremente partendo dai bozzetti e dai modellini preliminari, per arrivare poi a costruire opere molto imponenti e di straordinaria bellezza. Da non perdere i due suggestivi spettacoli pirotecnici notturni del 18 e del 28 febbraio che segnano la chiusura del carnevale. Info: viareggio.ilcarnevale.com. Carnevale 2017: le 10 mete (più 1) imperdibili in Italia (2) Carnevale di Sciacca (Ag) – dal 18 al 28 febbraio Lo storico Carnevale di Sciacca, in Sicilia, vanta origini antichissime. Pare, infatti che risalga all’epoca romana quando venivano festeggiati i Saturnali, le festività religiose legate al culto del dio Saturno. Il re del Carnevale è Peppe Nappa, una maschera burlesca e giocosa, alla quale vengono simbolicamente affidate le chiavi della città e che, a bordo del suo carro, distribuisce agli spettatori vino e salsicce arrostite. Per sei giornate (18-19 e dal 25 al 28 febbraio), il centro storico del paese si trasforma in un vero e proprio teatro a cielo aperto dove, fino a notte fonda, si alternano parate di carri allegorici e gruppi mascherati che ballano vorticosamente al ritmo di caratteristici inni. Una festa popolare all’insegna del divertimento che richiama ogni anno numerosi turisti. Info: sciaccarnevale.it. Carnevale di Ivrea (To) – dall’11 febbraio al 1 marzo Conosciuto soprattutto per la sua famosa Battaglia delle arance, il Carnevale d’Ivrea intreccia storia e leggenda e coinvolge migliaia di persone che si ritrovano insieme per ricordare un episodio di liberazione dalla tirannide, occorso durante il Medioevo. Durante i 3 giorni della battaglia, 26, 27 e 28 febbraio, squadre di aranceri a piedi “combattono” contro i soldati posti su carri trainati da cavalli. Al termine della tenzone, una commissione assegna un premio alle squadre distintesi per coraggio e tecnica. Un cerimoniale lungo e complesso al quale si affiancano tantissimi eventi collaterali e che si conclude nel quartiere del Borghetto il mercoledì delle Ceneri con la distribuzione di polenta e merluzzo. Info: storicocarnevaleivrea.it. Carnevale...da cani: Scopri di più Carnevale di Fano (PU) – dal 12 al 28 febbraio Dai carri piovono caramelle e cioccolatini. È il famoso “Getto”, lo storico lancio di dolciumi che caratterizza il Carnevale di Fano e che ogni anno riempie le tasche dei tanti golosi che si ritrovano nella cittadina marchigiana per festeggiare insieme quello che pare essere – secondo un manoscritto datato 1347 – il più antico carnevale d’Italia. Il tema di quest’anno è la Creativit Made in Italy che si articola in 3 grandi aree tematiche distribuite lungo l’arco di tre settimane. Si comincia con un omaggio al teatro ed in particolare al compianto maestro Dario Fo, direttore delle edizioni 2003 e 2004; nella seconda settimana la parola passa allo sport con divertenti tornei in maschera; infine, ampio spazio alle arti figurative e alla musica, con mostre di artisti nazionali e concerti di vario genere. Info: carnevaledifano.com. Carnevale 2017: le 10 mete (più 1) imperdibili in Italia (3) Carnevale di Putignano (Ba) – dal 12 al 28 febbraio Farinella, col suo buffo cappello a due punte è la maschera tradizionale del Carnevale di Putignano. Spettacolari le 4 sfilate dei carri allegorici, frutto del lavoro certosino di oltre 800 persone che, durante tutto l’anno nel freddo degli hangar, raccolgono la carta, producono le colle utilizzando solo acqua e farina, dando vita così a delle sculture alte quasi 20 metri. Il martedì grasso segna la fine dei bagordi carnevaleschi con i tradizionali 365 rintocchi della campana dei Maccheroni, un’enorme campana di cartapesta che segnala l’ultima ora prima della fine dei festeggiamenti e l’inizio del periodo quaresimale. Oltre 50 sono gli eventi collaterali di musica e teatro che si svolgono nelle strade e nelle piazze del centro cittadino. Info: carnevalediputignano.it. I migliori ristoranti in Puglia scelti da DOVE: Scopri di più Carnevale di Milano – dal 28 febbraio al 4 marzo Si racconta che Sant’Ambrogio, patrono di Milano, fuori città per un pellegrinaggio, chiese alla popolazione di aspettare il suo ritorno per iniziare la Quaresima. Ecco perché ancora oggi nel capoluogo meneghino, i festeggiamenti del Carnevale Ambrosiano iniziano il martedì grasso, terminando il sabato seguente. Vero protagonista del carnevale milanese è la maschera di Meneghino, un servo bonaccione e spiritoso che si prende gioco dei difetti dei nobili. Balli, canti, cortei, concerti e spettacoli invadono l’intera città. Piazza Duomo, principale fulcro dell’evento, si riempie dei colori vivaci delle tante maschere tipiche lombarde: Arlecchino, Brighella, Beltrame, Meneghino e Cecca. Info: comune.milano.it. Milano: arrivano i Marziani... Al museo: Scopri di più Carnevale di Cento (Fe) – da 12 febbraio al 12 marzo Un mese di divertimento per il Carnevale di Cento in Emilia-Romagna che, nella suggestiva cornice di Piazza Guercino, per ben 5 fine settimane, vede sfilare splendide creature di cartapesta, maschere e gruppi in costume, ballerine e percussionisti. Gemellato col celebre Carnevale di Rio de Janeiro, quello di Cento è noto già dal 1600, grazie ad alcuni affreschi del famoso pittore Gian Francesco Barbieri detto il Guercino. Gran finale, domenica 12 marzo, con la proclamazione del carro vincitore ed il tradizionale rogo di Tasi, maschera tradizionale cenetese, che simboleggia la morte del carnevale. Prima di venire bruciato davanti alla Rocca, Tasi legge un testamento nel dialetto locale dove lascia i suoi averi ai personaggi più in vista della città. Info: carnevalecento.com. Carnevale 2017: le 10 mete (più 1) imperdibili in Italia (4) Carnevale di Acireale (Ct) – dal 18 al 28 febbraio Tra le peculiarità del Carnevale di Acireale, ci sono i carri infiorati, delle maestose costruzioni realizzate con migliaia di fiori veri, simili a quelli creati in Liguria e in Costa Azzurra. Introdotti nel 1931, inizialmente si presentavano come delle macchine ricoperte di fiori, tanto che, ancora oggi sono da molti chiamate macchine infiorate. Accanto ad essi, ci sono gli scenografici carri grotteschi in cartapesta, illuminati da miriadi di luci e lampadine, con spettacolari movimenti meccanici ed idraulici. La manifestazione si chiude la sera del martedì grasso con le premiazioni dei carri più belli ed i tradizionali fuochi d’artificio con cui si vuole bruciare il Re Carnevale. Info: carnevaleacireale.info. Dove mangiare in Sicilia: street food e nuove promesse: Scopri di più Carnevale di Manfredonia (Fg) – dal 19 febbraio al 5 marzo Il Carnevale di Manfredonia, la cittadina pugliese fondata da Manfredi di Sicilia, figlio di Federico II, vanta una lunga tradizione carnevalesca che da alcuni anni si è arricchita della Sfilata delle Meraviglie. Nella prima domenica di carnevale (19 febbraio), migliaia di bambini delle scuole elementari e materne, sfilano lungo i 2 km di percorso, in un grande unico laboratorio sartoriale e coreografico. La maschera tipica del carnevale dauno è Ze Pèppe, un gaio contadino che, arrivato in città per divertirsi con la gente, esagera nel far baldoria, muore di polmonite e viene cremato durante i festeggiamenti del martedì grasso. La grande parata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati, attira ogni anno più di centomila visitatori, richiamati anche dall’irresistibile profumo della farrata, l’antico rustico caldo e croccante, a base di farro, che si consuma durante i giorni di carnevale. Info: carnevalemanfredonia.com. Carnevale di Tricarico (Mt) – domenica 26 febbraio Protagonisti del Carnevale di Tricarico sono gli animali che ricordano l’antica mandria in transumanza. Un rito propiziatorio e molto antico che si perpetua due volte l’anno: la prima, il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, e la seconda, l’ultima domenica di carnevale. Uomini travestiti con maschere di tori e mucche, mimano l’andatura ed i movimenti degli animali e sfilano lungo le vie del paese, suonando i campanacci davanti alle abitazioni per elemosinare del cibo. Superstizione e sacralità s’intrecciano riportando alla memoria usi e costumi della comunità di un tempo. Info: prolocotricarico.it. [da www.repubblica .it del 23.02.2017 La rivolta dei pasticceri: "I dolci di carnevale sono fritti, quelli al forno non esistono" A Padova gli artigiani contro le produzioni industriali: "Le chiacchiere in versione light sono una presa in giro". I pasticceri padovani si ribellano contro quella che sentono come concorrenza sleale. L’oggetto della disputa sono i dolci di carnevale che in questa regione sono detti galani o crostoli e che a seconda delle zone in Italia si chiamano anche chiacchiere, cenci, frappe o bugie. E, a proposito di bugie, sarebbero proprio frottole – accusano i pasticceri – quelle che i produttori industriali propinano ai clienti di negozi e supermercati. Insomma una competizione sul mercato viziata da due punti di vista. Da una parte perché, utilizzando materia prima di qualità inferiore (in particolare gli artigiani puntano il dito sull'olio), l’industria può vendere i galani a un prezzo che è praticamente un decimo del prodotto artigianale: si arriva a 45 euro al chilo in pasticceria e ci si ferma sui 4-5 euro per quelli confezionati sugli scaffali. Dall'altra parte perché spesso nei prodotti da supermercato campeggia un'invitante scritta "cotti al forno", insomma uno specchietto per le allodole, perché la cottura in forno può suonare come "più leggera e più sana". Ed ecco l'equivoco che i professionisti del dolce della città veneta, sostenuti da Confartigianato, vogliono chiarire: "Anche i galani cosiddetti cotti al forno sono prima fritti. E poi subiscono un passaggio in forno". A esporsi dalle colonne del “Mattino” di Padova sono, tra gli altri, Luca Scandaletti della pasticceria Le Sablon e Ermanno Sguotto, della pasticceria Viennese. Sostengono che l'unica tecnica di cottura possibile sia la frittura, senza la quale non si otterrebbero la stessa croccantezza e le caratteristiche "bolle". E sottolineano come, purtroppo, non esista una certificazione, e quindi un disciplinare, a cui attenersi, per cui i produttori possono dare il nome tradizionale anche a dolci "alternativi". [da www.repubblica.it Frappe, castagnole & co: 16 ricette per un dolcissimo Carnevale (1) Chiacchiere Sono il dolce italiano maggiormente identificato con il periodo di Carnevale, con diversi nomi tante quante sono le regioni; diventano infatti bugie in Liguria e Piemonte,galani in Veneto, crostoli in Trentino-Alto Adige, cenci nella Toscana centrale o frappe in Lazio e bassa Umbria. Le sue origini risalgono alla Roma antica, discendenti probabilmente dalle frictilia, dolci fritti nel grasso che nell'antica Roma venivano preparati proprio durante il periodo dell'odierno Carnevale.La forma è quella di una striscia, a volte annodata, solitamente fritta e, secondo alcune ricette, cotta al forno Castagnole Come per le chiacchiere, anche questo dolce è diffuso in molte regioni d'Italia ed è parte della tradizione culinaria ligure, emiliano romagnola, marchigiene, umbra, abruzzese, veneta e lombarda. La consistenza è quella di praline di pasta di media grandezza fritte in olio bollente e servite con una spolverata di zucchero o con miele e alchermes. Che siano ripiene di crema, panna o vuote, le castagnole hanno sicuramente una storia molto antica: nell'archivio di Stato di Viterbo viene conservato un volume del XVIII secolo in cui vengono descritte ben quattro ricette differenti di questo dolce, compresa una preparazione con cottura al forno - che non è quindi una variante contemporanea- Frìtole Il carnevale più famoso d'Italia non poteva non avere un dolce tipicamente dedicato. La frìtola è il dolce tipico di questo periodo però non solo a Venezia, ma anche, con delle varianti, in tutto il Veneto, nel Friuli-Venezia Giulia e nell'Istria. Le tipiche veneziane sono delle palline di non più di 4 cm di diametro composte di pastella di farina, uova, latte, zucchero, uvetta sultanina e pinoli; vengono fritte e servite, come molti dolci di questo periodo, con una spolverata di zucchero a velo. Come per le castagnole anche le frìtole hanno una storia antica: ne parla gi Goldoni nel 1755 quando, in una sua Commedia, spiega che la protagonista Orsola è una frittolera . Frappe, castagnole & co: 16 ricette per un dolcissimo Carnevale (2) Cicerchiata Riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale per l'Abruzzo, le Marche ed il Molise, la cicerchia è un dolce dedicato al carnevale. La ricetta è particolarmente simile a quella degli struffoli napoletani; da un impasto di pasta di farina, uova e, secondo le varianti del caso, burro o olio d'oliva, zucchero, liquore o succo di limone vengono tratte delle palline di vario diametro. Queste vanno poi fritte e ricoperte di miele, che ha il compito di far fare corpo alle palline tra di loro in modo che non solo prendano il tipico sapore, ma che sia anche possibile disporle in varie forme. Con tutta probabilità il nome di cicerchiata ha origine medievale e deriverebbe dalla cicerchia (Lathyrus sativus), un legume simile al pisello (Pisum sativum) e al cece (Cicer arietinum), la cui forma viene ricordata nel dolce; il significato di "cicerchiata" sarebbe quindi quello di "mucchio di cicerchie". La variante calabrese si chiama pignolata Krapfen Di origine austro-tedesca, questo dolce è diffuso in particolar modo nel Trentino-Alto Adige oltre che, con altri nomi e varianti, in buona parte dello stivale. La forma della ricetta originale è quella di una palla leggermente appiattita fatta di pasta lievitata, dolce ovviamente, fritta nello strutto e riempita di marmellata con una grossa siringa quando la pastella è ancora calda. Di tradizione carnevalesca, nelle zone d'origine, può essere riempito anche con panna o crema bavarese. In Europa ha diversi nomi tra cui Berliner Pfannkuchen o Berliner Ballen in Germania, fánk in Ungheria e, in provincia di Bolzano, Faschingskrapfen cioè " krapfen di carnevale" Acciulleddi Queste particolarissime treccine sono uno dei dolci tipici che in Sardegna vengono preparati in occasione del carnevale. Originari della Gallura, vengono prima fritti e poi passati nel miele secondo un procedimento molto simile a quello della cicerchiata. Sono preparati con un impasto a base di acqua, farina, strutto e uova; da qui si ottengono dei cordoncini di circa 1/2 centimetro di diametro che vengono avvolti su loro stessi fino a formare delle piccole "matassine". Matassina infatti in dialetto si traduce con acciulleddo. Da www.carnevalemaschere.com/ Carnevale è il periodo di feste che precede la Quaresima, da sempre è la festa dei bambini ma coinvolge anche gli adulti. Anzi, si potrebbe dire che è un modo per i grandi di ritornare bambini, allegri e spensierati, approfittando di questi giorni per giustificare l'allegria e le stramberie che raggiungono i massimi livelli nella settimana della chiusura del Carnevale. DA DOVE NASCE IL NOME? La parola Carnevale deriva probabilmente dal latino medioevale "carnem levare", ovvero "togliere la carne" forse dal fuoco, inteso come dieta. Questa usanza è in osservanza del precetto cattolico di astenersi dal mangiare carne durante il periodo della Quaresima. LA RAPPRESENTAZIONE DEL CARNEVALE Il "Processo del Carnevale" è tra i festeggiamenti carnevaleschi più diffusi, infatti lo ritroviamo in molte regioni italiane e sopravvive anche nella tradizione popolare odierna. Dopo il testamento del Carnevale, al quale si addossano tutti i mali del vecchio ciclo annuale, di solito si usa metterlo a morte. L'uccisione può avvenire per per impiccagione o decapitazione ed è il momento culminante del dramma e dei festeggiamenti, ma la forma più usuale è quella del fuoco, ovvero la messa al rogo del fantoccio di Carnevale che troviamo in tantissime località. CARNEVALI FAMOSI IN ITALIA In Italia, un paese di grande tradizione carnevalesca, ci sono molte manifestazioni che richiamano folle di turisti e di appassionati, ma nei secoli passati il Carnevale più spettacolare si festeggiava nella capitale. Il Carnevale romano era incoraggiato dagli stessi Papi, che avevano ereditato dai pagani la saggezza di convogliare in una forma pacifica gli umori di rivolta e le manifestazioni di malcontento dei loro sudditi-fedeli. I festeggiamenti del Carnevale di Roma culminavano nella cosiddetta "corsa dei bárberi", e cioè dei cavalli berberi, che aveva tanto colpito Goethe da ispirargli una magistrale descrizione nel suo "Viaggio in Italia". Esistono diversi tipi di manifestazioni di Carnevale che hanno raggiunto una certa notorietà anche al di fuori del confine regionale e nazionale, in genere per qualche caratteristica che lo contraddistingue, tipo il Carnevale di Ivrea con la famosa e originalissima battaglia delle arance. Insomma oggi le cose sono molto cambiate e il Carnevale si è legato spesso con tradizioni locali, ma conservando il carattere principale della festa un po' folle, in cui grazie ad una maschera sul volto si può fare più o meno tutto, trasgredendo alle normali regole che vigono durante il resto dell'anno. Protagoniste indiscusse del Carnevale sono da sempre le Maschere, dal termine arabo “mascharà” che significa scherno, satira; ogni città italiana è caratterizzata da una maschera, personaggi tipici della Commedia dell’Arte, che rappresentavano le tradizioni domestiche, il gergo popolare, lo spirito e il sapore dei tempi antichi, sopravvissute nel corso degli anni proprio perché capaci di raccontare e conservare gli aspetti più intimi e peculiari delle varie città italiane. Tra le più conosciute e rappresentative della tradizione carnevalesca italiana: · Brighella, originaria di Bergamo e la più antica tra le maschere, risalente addirittura al Medioevo; giovane servo eclettico, attaccabrighe, furbo, infatti il suo nome deriva dalla sua attitudine a litigare con le persone; indossa un paio di calzoni bianchi ed una giacca bianca con disegni verdi, un cappello che ricorda quello dei cuochi ed una maschera nera; · Arlecchino, sempre originario di Bergamo che rappresentava nel teatro del 1550 la maschera del servo apparentemente sciocco, ma in realtà dotato di molto buon senso; simbolo di colui che si adatta a qualunque situazione pur di ricavarne dei vantaggi, indossava in origine un abito bianco, che a forza di essere rattoppato, divenne poi di tutti i colori e portava attaccati alla cintura la “scarsela” (borsa) sempre vuota e il “batocio” (bastone); · Pantalone maschera veneziana, del XVI secolo, rappresenta un vecchio mercante veneziano avaro e brontolone, ma facilmente raggirato dalla moglie e dalle figlie; il suo vestito è caratterizzato da giubbetto rosso stretto alla cintura, calzoni e calze attillate, uno zimarrone nero sulle spalle, scarpettine gialle con la punta all’insù; · Colombina, altra maschera veneziana che rappresenta una briosa e furba servetta, parla veneziano ed è molto affezionata alla sua signora, altrettanto giovane e graziosa, Rosaura, che pur di rendere felice combina imbrogli su imbrogli; è caratterizzata da un vestito semplice con delle balze sul fondo e un grembiule con qualche toppa e un berretto bianco in testa;