CANTO I íl protagonista nella « selva oscura » del peccato (vv. 1-12). - Tenta-0 di uscita attraverso il« dilettoso monte » e scontro con le tre fiere, u*a kone e lupa (vv. 13-60). - Appariyone di Virgilio, maestro $ « bello sťtle » e guida del viaggio, oltre che simbolo della ragione mana (vv. 61-90). - La profesia del Veltro (vv. 91-111). - An-mncio e principio delľitinerário oltremondano (vv. 112-137). Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, 3 c^ié la (diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era ě cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte 6 che nel pensier rinova la paural Tanť ě amara che poco ě piú morte; ma per trattar del ben chT vi trovai, 1 A trentacinque_ ^anni- (culmine deH'arco dell'esistenza di un uomo, anche a norma del iv J faro del Qtnmmp), dunque ncl 1300 (data del Giubileo indetto da Bonifacio vmi, ~ 2 selva oscura'. buia foresta; ma al valore letterale si sovrappone (per riverbero dal verso seguente) Suello allegorico^ «la selva erro-nea... di questa vita» (Conv. iv Xxiv 12), il labirinto del peccato o (rispetto a Dante personaggio) il s^o trav^amento lndivldualeT" * S ...via: la strada buona (cfr. la verace via), quella della I > (rifcrita. irrsieme al singolo l- 4 Ahime, quanto e difficile, noso (cosa dura), descrivereneT sua qualita, natura. 5 esta: questa. - forte: disagevole ad attraversarsi. Ast^» *i 6 nel pensier: al solo ripensarci. 7 La vita peccaminosa (simboleg-giatanella selva) reca cqu se urT^fip-gosci^fche s'avvicina a quella della ^nnaaone (la morte deiramma1). 8 del... trovai: di cio che per mia fortuna vi incontrai: il_so^aiS£udi-vino, mediajgr.eJVirgilio. O la pri-ma luce di resipi^cejpT'a (vv. 19-27) e poi l'orrore del male quando egli rientra nella selva (vv. 130-136). I 1 ^O^fro^^ 12 15 18 21 24 CANTO I 9-25 dirö de ľaltre cose ch'ľ v'ho scorte. Io non so ben ridir com' ľ v'intrai, tanť era pien di sonno a quel punto ehe la verace via abbandonai. Ma poi ch'ľ fui al piě ďun colle giunto, lä dove terminava quella valle ehe m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto e vidi le sue spalle veštite giá de' raggi del pianeta ehe mena($ŕkt^ altrui per ogne calle. Allor fu lapaura un poco queta, ehe nel lago del cor nľera durata la notte ch'ľ passai con tanta pieta. E come quei ehe con lena aŕtannata, uscito fuor del pelago a la riva, si volge a ľacqua perigliosa e guata, cosí ľanimo mio, ch'ancor fuggiva, 9 altre le tre fiere (ehe pero gli appariranno nella piaggia). Op_-purc lo *r?to£p\Q del male_cuLb introdurrá Vugilio^ íl tnttHo: toroore delľanima, in-dotto dal peceato. Metafora biblica. — punto: allude afľinizio del suo traviamento (cfr. Pwjg, xxm_115-120 elcxx 121-132). __* 13 un_colle: alienor icamente. la' vi ta virtuosa o la_felicitá terrena. 14 quella valle: la selva. lavfvíta vizi osa."- 15 compunto: tratitto. 16 spalle: gioghi, declivi. 17-18 pianeta... calle: perifrasi per il sole, a norma delia concezione^n-gmtpliro-rr.lrmaI3a « \\ quarto pianeta rotante intorno alia- terra, che rischiara e ^guida i viventi nella iusta direzione (drittó) per'tutťFi ,i (calle) ». Allegoricamente, lä che_illumina ľunmn sul la retta via (l^analogia fra il sole e Dip era approdata dai mistici me AiZZľu „n„ t____i..__í*_______ j 3i dievali alle san JpjTftncescoj. 19 fu... queta: si acquetö, cessö. 20 lago del cor: la c,a,Y'r^ d^l cuore qvc, secondo la fisiologja medie-yale (giä usufruita nel lineuaggio traslato della Urica d'amQte), ilsan-gue si rifugia in s^giiitn a una falle emozione, önde il pallore diffus«). -clurata: perdurata. 21 la notte: nel duplice valore temporale e moraTe. - pieta r^fto^-i? che genera compassione (dal no-minativo latino « pietas »)• 22 lena'' ^espiro. 23 del peTZgo: Az\ mare. 24 guata: la rontemplo rol.tejxore 25 aJlo_Sjesson^do_io> che nel Hg: timo fu^ivn cn^rT A»\ nencolo ?ena trascorsn CANTO r 26-43 si volse a retro a rimirar lo passo che non lasció giá mai persona viva. Poi ch'ěi posato un poco il corpo lasso, ripresi via per la piaggia diserta, sí che '1 piě fermo sempře era '1 piú basso. Ed ecco, quasi al cominciar de 1'erta, una lonza leggiera.e presta molto, che di pel macolato era coverta; e non mi si partia dinanzi al voltou anzi 'mpediva tanto il mio cammino,] chV fui per ritornar piú volte vólto. Temp' era dal principio del mattino, e '1 sol montava 'n sú con quelle Stelle ch'eran con lui quando Pamor divino mosse di prima quelle cose belle; ^sí ch'a bene sperar m'era cagione 42 di quella fiera a la gaetta pelle Tóra del tempo e la dolce stágione; 27 30 33 36 39 26-27 lo passo... viva: U-jtassaggrp. la selva e cioc il mate, ftpTnpffstps/v. flfl peccato che conduce alla"mo'rte del-llmima, h. dannazione. 28 öopoenfe ebbi Qi) concesso un po' di riposo al corpo stanco. 29 piaggia: pendio dalla selva, al colle, 30 in modo tale che il njede infc-riorcera quello su cut, poggiavo, su cui ad ogni passo facevororza. D. sta incamminandosi verso 11 colle e tenta via via il terreno col piede anteriore, malfermo: la situa-zione non e tuttavia senza il suo riverbero allegorico (prime difH-goltä o incertezze nello svinmlarsi dal male per raggiungere il hq^ jl / erta: la salita ripida. dopo la Pendenza della landa solitaria. ^2 una lonza'. rclino non bene Iclen-t'ficato (francese antico « lonce » e « once »), ma piú simile al leopardô o alla pantera che alla lince (íořse il ghepardo). Altrettanto incerto il valore allegorico (lalussur?^ meglio che la fřode o ľincontinenza). leggiera e presta: snella e rapida. 33 macolato: a maechie, chiazzato. 34 partia: partiva, allontanava. 36 che in rrjj dispn1fe_a Jornare sui miei passi. 3/ Era l*alba^ {dal « intorno al»). 38-40 montava„. belle: sorgeva con-íliunto con (Ě^riete^ (quelle Stelle), la costc}fggione ^rjmaverile, come quando Dio impresse agli astri (quelle cose belle) il primo moto della creazione. 41-43 cosieché ľora ác\ giorno e la dolcezza dglla stadione mi dáváno motivo di non disperare per quella belva dal mantello sereziato (pr^yen^lO^caiet »JT~ í 45 CANTO i 44-64 m non sf ehe paura non mi desse h vis« che m'apparve d un, leone.^ 48 51 Questi parea che contra me venisse con la tesť aJta e con rabbiosa fame, sí che parea ehe ľaere ne tremesse. Ed una lupa, ehe ditutte brame sembiava carca ne la sua magrezza, e moíte genti fé giá viver grame, questa mi porse tanto di gravezza con la paura ch'uscia di sua vista, 54 ch'io perdei la speranza de ľaltezza. E qual é quei ehe volontieri acquista, :e giugne '1 tempo ehe perder lo fa(:e^j ehe 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; tal mi fece la beštia sanza pace, ehe, venendomi 'ncontro, a poco a poco mi ripigneva lá dove '1 sol tace. Mentre ch'ľ rovjnava in basso loco, dinanzi a li ocehi mi si fu oŕTerto 63 chi per lungo silenzio parea ŕíoco. Quando vidi costui nel gran diserto, 57 60 45 vista: aspetto (cfr. v. 53Y. - un leone: simbolo delia 51 grame: afflitte. 52 grave&aTl&änno. pena. 54 de ľaltevga: dTTaggiungere la clma_deJLcolle^ - 55 acquista: aduna beni. riccW< 56 /fcrýr fa perder£ tutto 11 guadagnato. 4 58 san^apace: irj£fluÍ£ta ßerche in-saziabile. — 60 mi respingeva nella^N™^^. ^ove QQn r>enetra ragqio di sole. olrovwava... /oco: precipitavo verso íl fondo (ehe e insieme la bassura jteltt.vällfi, e del vlzicr), 63 unajjgufa ehe si mostrava (/>*-rea> caloňto7ni indefinit] ""(>») ne!- teiíebre ^i quel paesaggio (cfr. J- j0)- É insieme ľimmagine fíevole delia voce del h ragione ehe pefmoF t(? te.ttpo ha tacíuto o c rimasja fsente nella coscienza del pecpi-tore. U-***É!S- 64 ^r/ö; Ia del v> 29. canto i 65-83 66 69 72 75 78 81 « Miserere di me », gridai a lui, « qual.che tu sii, od ombra od omo certol ». Rispuosemi: « Non omo, omo giá fui, e li parenti miei furon lombardi, mantoani per patria ambedui. Nacqui sub Iu/io, ancor che fosse tardi, e vissi a Roma sotto '1 buono Augusto nel tempo de li děi falsi e bugiardi. Poeta fui, e cantai di quel giusto figliuol d'Anchise che venne di Troia, poi che '1 superbo Ilión fu combusto. Ma tu perché ritorni a tanta noia? perché non sali il dilettoso monte ch'e crincipio e cagion di tutta gioia? ». «(pr) se'_til quel Virgilio e quella fonte che spandi di parlar si largo flume? », rispuos' io (Juj) con vergognosa fronte. « O de li altri poeti onore e lume, vagliami '1 lungo studio e '1 grande amore r- * 65 Miserere: Abb'i pieta. 66 qua/... si i: chiunque tu sia. -certo: vivo^in carne ed ossa, 68 parenti: genitori. - lombardi: dell'Italia settentrionak. A simbo-leggiare la ragione umana e ad as-sumere la funzione di guida attra-verso 1'Infemo e il Purgatorio, D. ha scelto Virgj^in- il grande poeta [atino nato ad Andes (Mantova) nel " a.C. e dunque sub Iulio, all'epoca ^ Qiuli&Cesare, quantunque vissu-t0 (fino ariSba.C.) sotto il regno di ^gusto (63TC.-14 d.C). 'U ancor... tardi: per quanto troppo tardi per essere apprď.zafo cla lui, césare "(člTeT' nato nel 100 a.C, fu Ijcciso nel ;44 a.C). '\ buono: vatente. 2 <&... bugiardi1. flel_paganesimo, Mma della ycnuta„del_y£io_JQio. 74 figliuol d'Anchise: CEne>. Si allude appunto zWEnetde, il capola-voro di Virgilio. 75 //ftfo: la rocca di Troia, il « su-perbum Ilium» di Virgilio (Aen. m 2-3). - combusto: incendiato, dato alle fiamnac — 7?ww^3a?xaoie^tia (quella della selva). 77 dilettoso monte: il colle_ (v. 13), simboleggiante la^perfezione e felicity terrena. 78 tutta gioia: la j>erfetta felicitá, la_ beatitudine. 79 fonte: sorgente. Metafora tradi-zionale cui s'adegua il successivo fiume. 80 di parlar: di eloquenza. 81 vergognosa: vcrcconda, umile. 83 vagliami: ' presso d i te. giovi CANTO II Invoca^ione alle Muse (vv. 1-9). - Dubbi di Dante-personaggio, sgomento di fronte alle difßcoltä deWimpresa (vv. 10-42). - Conforti di Virgilio, cht richiama I'intervento celeste a favore di Dante, con la media^ione di Beatrice (vv. 43-126). - Dante, rinfrancato, segue i I maestro verso la porta dell'Inferno (vv. 127-142). í 12 t Lo giorno se n'andava, e ľaere bruno toglieva Ii animai che sono in terra ^fcrti e da le fatiche loro; e io sol uno m'apparecchiava a sostener la guerra si del cammino e si de la pietate,"" che ritrarrá la mente che non erra. O muse, o alto ingegno,( ory m'aiutate; o mente che scrivesti ciô cřio vidi, qui si pgrrá la tua nobilitate. Io cominciai: « Poeta che mi guidi, guarda lajnia_yjrtú(s?elľ ě possente, prima ch'a ľalto passo tu mi fidi. Tu dici che di Silvio il parente, Q 2 animai: animali, uomini. 3 sol tmo: unico fra tutti i viventi. 4-5 m'apparecchiava: mi pteparavo. - la guerra ... pietate: la dura prova impostami dal terribilc viaggío c dall'4a^& (cff. i 21) dei mali ultraterreni. v^'^. 6 ehe la memoria_(cosi anche al v. 8), fedele fegistratrice di ogni evento, riporterá qui di séguito. 7 muse: custodi e simboli delľarte esseri animati. e delia sapienza. - alto: ehe ti soj- levi oltye il mondo sensibilc 8 scrivesti: notasti, segnasti nel tuo libro (si ricordi ľinizio delia Vita Nuova). 9 si parrä: apparira. - nobilitate: perfezione. 11-12 misura bene se il mio valore sja adequate?, prima di ammettermi a questo afcflug passaggio (dal tempo alľeterno). 13 ľ.nlj, padre {parenie) di^Silvio. 11 15 18 21 24 27 canto n 14-28 corruttibile ancora, ad immortale i secolo andô, e fu sensibilmente. A Pero, se ľawersario d'ogne male cortese i fu, pensando ľalto efTetto ch'uscir dovea di lui, e '1 chi e >l quale non pare indegno ad omo cľujtelletto; ch'e' fu de ľalma Roma e di sub impero ne ľempireo ciel per padre eletto: la quale e '1 quale, a voler dir lo vero, fu stabilita per lo loco santo u' siede il successor del maggior Pier?. Per quest' andata onde li dai tu vanto, intese cose che furon cagione di sua vittoria e del papale ammanto. Andovvi poi lo Vas d'elezione, 14 cnrruttihile• in rarnp pd nssa, yivn 15 secolo: mondo. - sensibilmente: dotato di tutti i suoi sensi (dunque, non in sogno o in visione). 16 Perciôf se Dip^ 17 i'-Cjgj) (ad Enea). - pensando... effetto: se si nflette Sülle mirabili conseguenze. mr^«£j^ sua yoJpAíä. Nella seconda lettcra ai Corinzi (xii 2-4) Paolo narrô di essere stato rapito in Paradiso (« sive in corpore nescio sive extra corpus nescio, Deus seit») e di avere udito « arcana verba ». 12