1060 LB AREE TEMATluiE - egli tenta una conciliazione fra la dottrina cristiana dei padn e la loro descri-zione del peccato mortale dell'accidia, e la dottrina classica dell'aegritudo e in parti-colare la dottrina morale degli Stoici, per i quali tale malattia era una delle quattro passioni o perturbazioni dell'animo, esposta in opere fra Ie piü amate da Petrarca (come le Tusculane di Cicerone, il De tranquillitate animi e le Lettcrc a Lucilio di Se-neca); — egli descrive l'accidia come una mescolanza di tormento angoscioso e infernale e di una certa voluttä: «dolendi voluptas quaedam»: «una certa voluttä del dolore». Ha inizio di qui un nuovo corso della sensibilitä umana, che si svilupperä nel Rina-scimento e nelle etä successive: la malinconia (ecco il nuovo nome, che recupererä anche picnamente le concezioni mediche e cosmologiche dell'antichitä) sarä ancora una volta la «malattia», delle anime raffinate, inclini alla meditazione ed alla solitu-dine (la malattia, quindi, tipica degli intellettuali). Sollt inline e malinconia nelle Rime Solitudinc, malinconia, e voluttä del dolore sono fra i temi centrali del Canzonien-e formano l'argomento delle due composizioni che ora leggiamo: il sonetto Solo et pemoso (probabilmente del 1342) e la canzone Dipens^mpmjgdp/obabilmente del 1345, sentta a Selvapiana, presso Parma), I'una concentrata e drammatica, I'al-tra p.u distesa m un movimento lento e a spirale, ma unite da una stretta affinitä te-matica. 115 Solo et pensoso i piú Jeseni campi Solo et pensose i^m^desertrcampi vo mesurando a passi tardi et lepti, et gli occhi porto per fuggire intend ■> wOtk^vK (weWstigio human l'arena stampi. Altro schermo non trovo che ml scampi dal manifesto aecorger de le genti, perché negli atti ďálegrežza spenti o5^1t^O^° * di fuor si legge com_'io dentro avampi: non trovo altro rimedio d^imio'"atohC gCntC * aCCOrga ">«nif«i^ntc dcCuptiir^''quamo «-"* -iardorc L'AMORE, IL CORPO U 11 «4 sLch'io mi credo omai che monti et piagge et fiumi et selve sappian di che tempre sia la mia vita, che celata altrui. pt4?f Ma pur si aspre vie né si selvagge cercar non so ch'Amor non venga sempře ragionando con meco, et io coiíui. , (Petrarca, Solo ft pensoso i piú deserti campt íxxxv], in Canzoniereál., p. 49) Un 'analisi del sonetto II sonetto Solo et pensoso é stato analizzato con precisio-1 ne da Hugo Friedrich, il quäle ha messo in rilievo ilritmo lento, deigesti corporei e dei moti interiori, che domina il sonetto. II terna é Ja solitudine dell'amante in im paesaggio deserto che cgJi percorre pensieroso. Quäle paesaggio? Esso resta indeterminato.. I suoi dementi vengono accennati solo con dei pluráli generici: v. 1, vv. 9-10, v. 12. Esso costituisce, senza né un luogo né un tempo preciso, la seena diun avvenijneQto piäinreriore che esteriore, che non é unico, ma aJ (uori del tempo, ha quindi la ripetitivitä di un fatto primordiale come awiene per lo piü nelJa Urica. II fatto si manifesta come monologo^che prende lo spunto da un dolore imprecisato, una malinconia, di ciii si s j soltanto che si tratta di unaiuga dagli uomini, di una gioia che si é spenta, di un in-timo ardore. Paesaggio indeterminato, dolore indeterminato, questo in fondo é tutto. Tutta via si vede come ambedue siano legati l'uno all'altro. Solo la natura solitaria sembra poter comprendere la malinconia dell'amante e potergli ofrrire protezione e sicurezza. Cosi sembra, ma Ja realtä é ben diversa. Anche nella natura egli incontra l'amore a cui non puô sfuggi-re (strofa IV). L'impossibilirä di scampo inferiore é anche esteriore. La natura incline aJJ'a-scolto e alla comprensione non puö essere d'aiuto. Pur essendo I'unico luogo, in cui l'amante puö meditare con se stesso, essa non lo sottrac alla sua pena. Tutte Je tappe del monologo so-no gesti del corpo, ancora una volta un camminare. Per tutto il sonetto dura questo lento camminare, anche se vi si accenna solo con poche parole. Lo schivo spiarsi attorno delia prima strofa é aecordato ad esso, come iJ coJJoquio con Amore aJJa fi'ne, ed anche Je riflessioni nelle strofe centraJi avvengono durante iJ cammino. Cos! iJ sonetto é un unico andante.' — iJ termine é inteso tanto contenutisticamente quanto in senso musicaJe — ed é un esernpio deJ-la cura con cui iJ Petrarca riuseiva a mantenersi nel campo espressivo presceJto. Condizione hc jjsicologica, atteggiamento corporeo, paesaggio sono in completo aecordo fra di loro, ed é dir- I ticile a dirsi che cosa si imprima piü profondamente nella memoria, se il passo misurato o lo stanco coníorto, perché ambedue sono una cosa sola ed esprimono quella compenetrazione di anima e oggetto che é un privilegio deIJa Urica. [...] w'lSfcf<*S». «*chc *en"e'quali,a (unpn ř propriamente la lega dei metalli). 11 altrui, agli allri. , 12-13 Mdpur... iKwiio.ejutWwnonmiriejcedi trovare stradě cosi impervie e appartate 14. raporuindo. discorrendo. intrattenendosi 1 tniantt, in musica, un tempo calmo c grave, inter-rnedio tra ľadagio e ľalle«ro..Qui ribadisce il pacato fluire dei versi e il loro tono mahneomeo 1062 LE AREE TEMATICHE Stilisticamente il sonetto e costruito secondo la legge del raggruppamento a due [...]. Due ag-gettivi simili lo introducono, altri due sono alla fine del secondo verso, e ancora nel v. 12: «Solo e pensoso ... passi tardielenti... aspre vieneselvagge». II doppio ritmo einquesticasi piü importante delle varianti di significato. Anche i sostantivi che si susseguono nei vv. 9-10 sono a gruppi di due. I periodi nella prima e nella seconda strofa comprendono rispettiva-mente due membri suddivisi sulle due coppie di versi. Tutto il sonetto si muove cosi in una simmetria ondeggiante-.La malinconia del contenuto, la dissonanza che viene a manifestarsi fra l'io e la natura.si sciolgono in un'armonia equilibratrice. Ciö che sembra essere in opposi-zione si riconcilia nella simmetria. II testo canta un dolore e lo placa nelTarte. (H. Friedrich, Epoche della Urica italiana, trad. it. di L. Banfi e G. Cacchi Bruscaglioni, Milano, Mursia, 1974, I, pp. 216-17) Di pensier in pensier, di montc in monte Di pensier in pensier, di monte in monte mi guida Amor, ch'ogni segnato calle provo contrario a la tranquilla vita. Se 'n solitaria piaggia, rivo o fönte, se 'nfra duo poggi siede ombrosa valle, ivi s'acqueta Talma sbigottita; et come Amor Tenvita, or ride, or piange, or teme, or s'assecura; e '1 volto che lei segue ov'ella il mena si turba et rasserena, et in un esser picciol tempo dura; onde a la vista huom di tal vita experto diria: Questo arde, et di suo stato e incerto. IO 15 Per alti monti et per selve aspre trovo qualche riposo: ogni habitato loco e nemico mortal degli occhi miei. A ciascun passo nasce un penser novo de la mia donna, che sovente in gioco T117 Schema metrico: canzone di cinque strofe di tredici versi (fronte di due piedi di tre endecasillabi ciascuno: ABCABC; verso chiave settenario c; siri-ma composta da una quartina con un settenario in terza sede e da un distico di endecasillabi a rima ba-ciata: DEeDFF); commiato che riprende lo schema della sirima. 2. segnato calle, strada battuta dagli altri. 3. provo contrario, so per esperienza che e contrario. 4. piaggia, campo. 5. 'nfra siede, fra due altura si stende. 6. Valma sbigottita, I'anima agitata, afflitta dalla pena. 7. etcome ... envita, secondo che Amore la ispiri-9. e '1 volto ... mena, e il volto che si corforma ai too-vimenti delPanima. U. in... dura, rimane per poco tempo in una medesi-ma condizione. 12-13. onde incerto, per cui chi ha esperienza d' tale condizione vedendomi direbbe: «Costui arde di passione, e non sa se e corrisposto».