Carlo Emilio Gadda 10.9.1. Vita dell'«ingegnere». Lopera di Carlo Emilio Gadda registra nel modo piú intenso, con uno Un imeiiettu scavo nel piú profondo spessore del linguaggio, la trasformazione del tessuto so- atipic0 ciale italiano verso la modernita, il definirsi di nuovi caratteri dell'identitä italia-na, della vita privata e collettiva, negli anni tra le due guerre e poi ancora nel se-condo dopoguerra. II singolare acume di questo scrittore si appoggia su scatti la-ceranti, in un nesso inestricabile tra risentimenti personali, curiositä per la realtä piú concreta, attenzione al piú vario manifestarsi delle forme linguistiche. Alle radiči della sua originalita c'e senza dubbio il carattere atipico, non professionale della sua figura intellettuale: Gadda non ě in partenza uno scrittore professio-nista, ma un ingegnere elettrotecnico dedito alla letteratura, che continua a lun-go a svolgere variamente la sua professione, da lui abbandonata definitivamente, perlaletteratura^oloversolafinedegÜanniTrentaXasuaformazionetecnicae ^tlmi scientifica e il suo legame con la tradizione letteraria lombarda, da ťarim a ťorta, a Manzoni, agli scapigliati, gli danno un senso tutto particolare delia concretez-za, della razionalitä, deUa costruzione, del carattere morale della letteratura: ma u confronto con la realtä personale e sociale lo porta a una prospettiva di assoiuta negativita, di critica impietosa ai fondamenti umani e linguistici del mondo bor-ghese, acui^«!« cont« ctr^ttam^ntp leeato. ma versc bil- di critica impietosa ai fondamenti umani e ^ulstJ^ eglisisentestrettamentelegato,mave^ nento. Gadda scopre ehe i comportamenti ^^^^ ^ nsentimento. Gadda scopre ehe 1 compcu uuuw» — » - , • borghesia contemporanea e delľintera vita kahana non «j^P^^". ^moraleseveradeUastessatradizioneborghese^ioscatena^ ^vajavibranteconstatazionediunamancanz^ Critica della borghesia contemporanea „ tatazione di una mancaii*» c soHtudine, df una vita timida e scontrosa di celibatario, la sua senttura arnva aleuni " *"* viua urmaa e sconirusa m ----> - ^idei caratteri piú profondideUa realtä contemporanea^ bre Lafarnigiia Carlo Emiho Gadda nacque a Milane, pnmo di tre ^£^7^ ; g da fam Ľa deUa media Clafa esteriore di decoro e di dignita. Ciô gh fece passare un intanzia Epocaio Guerreefasdsmo(i9io-i945) lacenza dure e stentate, alHetate dai lungH soggiorni in Brianza, neUa vüla d, Longone, fatta costruire dal padre alla fuie: del secolo e fönte di spese rovinose sproporzionate rispetto alle possibdita della tamigha. Le difficoltä si accrebbe-ro alla motte del padre (1909), che lascio la responsabilitä del mantenirnento della faroiglia alla madre, Adele Leher, che tra quotidiani sacrifici riusci a far studiare i figli, pur senza disfarsi della villa di Longone, sentita come un osses-sivo legame con la memoria del marito. Rinunciando, per volontä della madre, agli studi letterari, si iscrisse nel 1912 ai corsi di ingegneria nel Politecnico di 1 Milano. Ardente interventista, si arruolö volontario nella grande guerra come ufficiale degli alpini: e ne registrö la sua esperienza in alcuni diari (cfr. 10.9.2). Partecipö a varie azioni (specie sui fronti dell'Adamello e degli altopiani vicen-tini) e, in seguito alla rotta di Caporetto, fu fatto prigioniero e deportato a Rastatt e poi in Germania, a Celle (Hannover), dove ebbe compagni di prigionia BonaventuraTecchi (cfr. 10.6.11) eUgo Betti (cfr. dati, tav. 235), con iqualisi legö di grande amicizia. Al rientro a Milano nel 1919 ebbe la notizia della motte in guerra del fratello Enrico: la delusione per l'esperienza vissuta, il dolore per la morte del fratello, la difficile situazione familiäre, lo gettarono in uno stato di sconforto, da cui usci in parte terminando gli studi, con la laurea in ingegneria clettrotecnica (1920), e iniziando il lavoro di ingegnere, in Sardegna e in Lom-1,11 ZT TT e P°'tra 11 '922 e Ü '24 in Argentina. Al ritorno a Milano nel '24 si iscrisse lu alla Facolta di filosofia e mise mano a progetti letterari; dopo aver insegnato 10.9. Carlo Emilio Gadda 309 letteraria ^ un anno matematica e fisica al liceo Parmí, riprese l'attivitá di ingegnere al-Uipendenze della societa Ammonia Casale, occupandosi degli impianti per la produzione di arnmoniaca sintetica, viaggiando tra il 1925 e iJ '3, tra Roma Milano e varie localita d Itaiia e d huropa (soprattutto in Lorena e nella Ruhrj. Aveva intanto continuato a scrivere e, grazie ai suoi rapporti con Tecchi, l aveva iniziato nel '26 a collaborare a « Solária », pubblicandovi frammentí nar-ratřvi e saggi. In un lungo periodo di riposo dal lavoro, dovuto alla necessiti di curare i suoi disturbi gastrici, passato a Milano nella casa materna di via San Simpliciano, per tutto il 1928 e gran parte del '29 elaboró vari testi rimasti in-compiuti (la Meditazione milanese, cfr. 10.9.3, e il romanzo La meccanica, cfr. 10.9.4) e altri racconti che costituirono il suo primo libro, LaUadonna dei Filoso/i, apparso nel 1931 per le edizioni di Solária. Mentre, grazie alla rivista, intesseva nuovi rapporti con il mondo letterario, all'inizio del '31 si dimetteva dall'Ammonia Casale, tentando per la prima volta di vivere del lavoro letterario, con la collaborazione a riviste e al giornale milanese «L'Ambrosiano» (in cui pubblicava tra Paltro alcuni articoli su una crociera nel Mediterraneo com-piuta nellestate del '31). Le difficoltá economiche gli imponevano pero nel '32 di tornare alTingegneria, con un impiego a Roma presso i servizi tecnici del Va-ticano e con altri vari lavori saltuari, accompagnati sempře da un forte impe-gno in campo letterario. Piú intensi divenivano i suoi rapporti col mondo cul-turale, specialmente con quello florentine Nel '34 usciva la sua seconda rac- Diffico] economiche DATI tav. 245 Vita e opere di Carlo Emilio Gadda '""'l'liľdľri™! P)adrie' siacuiscono le diŕBcoltä economiche della ■9U-.8 Si i edaalcuni«ttiViinVestimenti. 18 Siiscnvc alla Pacnite ■ • P" volomi I n mgeSneria del Politecnico di Milano, rinun-sl arruda vnl ma e a&h studi letterari. Ardente ínterven-^"■rrascrivcranňľľ" T ,COme ufficiale degli alpini. Durante U .....(.i„rnait. 1 ',senc dl dia"> pubblicati nel 1955 e nel 1965 con ú bardia. 'WWicria clettrotecnica, lavóra in Sardegna e in Lom- zi wiitrrperiavoro- 1^1 ľľ1"' ^Ä!ll«ííÍla.no'si iscrive alla Facolta di fílosofia c mette M ario deUa M ľ''" cui romanzo in vista di un prem.o '"S(*na maSadoripronto diignoto Ualmno del Hovecen- 1925-31 1926 ■928-, ■2y !93t '932 ■934 '937 Riprende a svolgere la professione di ingegnere, in vane loc liane ed europee. • contributi/lp0'0" Inizia a collaborare a «Solaria* (tra i suoi m^™£°*Lesswt delle va n,anzomana, 1927, e Le belie letlere e t contnbuti esp tecniche, 1929). . . rimastj incom- A Milano per problemi di salute, elabora úc"™^mvaoUmec- piuti (il trattato filosofico Meditazione Milanese* canica) e alcuni racconti. Javoro letterario, \ ladonna Je! Filosofi. Tenta di vivere con il so o tollaborando a varie riviste. gRoma (pressoi 1 "-strmo a tornare alľingegneria, con un imp ^. con U -'•'vi/.i tecnici del Vaticano). Si intensiňcanu mondo letterario. remio Bagu«a- '■' wtello di Vidine, che ottiene ľanno dopo ú pre^ ^ ^ }'1"' la morte della madre (aprile ]?^)f^Z$áiLo^onC'nasce «" 'mo romano e la vendita della villa di tamig" 1,1 -"".Miucleo de U cognizione deldolore. 310 Epoca ío Guerre e fascismo (1910-1945) colta, 1/ Castello dt Ľdine, che ľanno successivo otteneva il premio Bagutta. Alle sue coUaborazioni a giornali e riviste (anche con articoli di tipo teenico) si ag-giungeva nel' 34 quella alla « Gazzetta del popolo » di Torino. Varie prose liri-chc e notazioni di quegli anni confluivano nel '39 nel volume Le meraviglic G«i> di cui nel 1946 «Letteratura» P"b " l>"l"zza dcJ,TC'aCŤ! ricava u™ sceneggiatura cinematogw m < ""^ un in ' PUbblicata sol° "el 1983. dol t '"earico alla ß ■ 1 «*, pr0(,r Kai come redattore dei programmi cultura -m Ottiene il premio Viareggio con ^^^^'^^S^ contro con l'editore Livio Garzanti, cne 10 stiedaedo. '«5 Lascia la Rai e lavóra intensamente al romanzo. Ü raecon- ' «7 Quer pastiedaedo brutto de via Merulana. Appare to Accoppiamenti giudiziosi. K'5Ü I viaggj ia mortet raecolta di saggi- x#>i Verso la Certosa. . „„ a prix Inter- 1 mp ottiene ur" '** U cognizione del dolore, pubblicato in volume, na»:---11». national de Littérature. 964 1 Lu>&> di Vranda. II dialogo a tre voci IIguerriero 10 della poesia nel verso immortale del Foscolo. ")7i Muore il 2I maggio nel suo appartamento romano l'amazzonejosp'»- i ,\\ I > ■tfM« Useismolw.o i»v>l 10.9, Carlo Kmilio Ciaddu Come mietwnust*. ť.adda atlronlô la prima guerra mondialc am tede t \h\ inipesiv quell* lvi ľespew"** esseiuiata della sua vita, un occuskine trn ortihW dt travaxlio morale c vit rtílessione critic*, le cut uacec si sentiranno luvwo «eil* swa kleolo*;.* f nel svio stesso lavoro di scrit umy AU« gucri.1č legato éňčwuMKM,nnvwlToru>inH^Mtivocon ^ scviilui'd. do. un.oiuatodutinu *ne d» dwn. iV wniv dal vo.vs al toto, puhhlicaii nel tino (c In toimu pm .\m\pWu nel vsW vvl utvJo div »\vnw/e c mm *.ul*ii smarntiV l* scnitvir* dt Uvddu nou lu qui d.reiic iivton.ioiu Icttetarie: tnira a un ov>»\tt\m\tv>tr*)jlicwi\tideUii^iťH(U- IVsvK-ueivu personale, stug^endo ii Ogni ensvyxitvv* ervac* c ivum.u, ncvvstn.cndo e analt.vaiulo nou le grandi name .Ml* sivai*, tvi*lc ovse .he alla slon* dt solilo shtggono, le stma toni piu con íwt, i Um e W chvosUiw piu previse, le mutative, le sotlcivn. c, le ImuS .li ooU\> .lve vvvrtcvvpuno .dli ^ueiiu l 'ossciva.-.onc di quest* rcaliu. .lei MKM*s(<«isqvt*llivl\enievlnKri, dclluiseivs.vtc.-.a che dominu «estteilet.! Moni, del monouMvv c dismutřve. piolun^.usi della vita di innoea, della lung* e iiwiivx,, mtNctM dell* ptvnic.ni*, seatena vina cupa iti.tliu.onia. un iniie.cto dl - .l.nirUmrim. un* i-auIm* dismuiiv* uvolí a contro idi altu e conirose iin;mwi\MiNťimi\Ki\ivnvi-sv>em>u, taciloueiic. utcapaciia, nuttiUsolle ■ ľ ImRiURSio ôH\\«( dnvllo, nonviiu le eose con sompln lit « pudk IW m.« m ovo , v „„., uumvmk repress,,, v he in alcuni nvomcni 1 lo *\ \ k ÜM lH'W» h»«SMMs«w\wwiHv « modi di npo lirieo ed wprmionistico 11 MÍ»n»o e ,1 puutouisnio di I. iadda nvosii ano qui tulia la loto M*U '•' ilve si oppone m Mle mvniagini emiehe al estctltMntl, •»» «>;'».M«Kho»aelURWUatei« „u -o) A.uhe in lul.com«ingr» »«^i"*l« Hite.Ne.uiM,. e-r un uue^amento v itrtlUtlco, ľ««pW ■ " -'l>,V,H 11,,,,,, ,,,ú.sľoll.n.lU.^M,/1,lU.l.11Nl,|l,liv-iC^d.P«'' U "Í « 'ľ' ''"i 'M" M,",udu,ť e dl melleilo 1111 iipportoťcvn N'''l'j\'., 1 llaniiem •«kum.....i** ".llíllOllv i-'iul.,,.,,. .Ite.n«e,.. .1« ..\ei palato nella i'.v'y'- " ;.',u,i.i Ím«*, illí mu \a., -v vli »\iu'\W vln- n, hanilo da.v* o ' * ^ !u-n.a U tort*'*1 „.,„ .Umio^vHuwLi mu idea qnesto, ,uu'"^'. , M\n i "!v v\u.,n\.ile\ua.i- \ Mi,»i ide ill di vomha.lente eevertW perCi c *......i""M n delľellieioiw* \-.^\ vrnnoiueuie ii,mWi\/Iví mu|ndn,i,ľein,ie dtolcoBtodiHi ľ'iiuie,,m, , i"'"»"meine ivivanopen. le ion'ľ........ !..,„!. „.i , "ťl "".al,M,,o e nel „ioialis.no delil. t«dWoM b^j .ndi „-II """•'«> e nei inoialismo neun ..B"' "' |m l,„,> .,„„,.,!„,;,' "u' . nllu.a leenu „ e se.enlilica; la vita M\ " ..... ...Ul; ,„. ;i,,,,|,;'>'!*4"«h ie.... dis, ipliua liHoixisa. rlcweadeU««» 1 ''••1'ľ......d......ivinlesolularie.;..........fi«ld,<,ľ«S ;;,.",'.:i:,;,,,;u •'•'"•« •••••• -'ci..« ',w,rssiv,m,t,"'fld!iid« -";........ . .....„ " ^ '»•«>• -L «.ellu,e.„„. an....sM.na - .one. yelle«-' Vi,'!'""1 .m....... ' ;,v'''l''1>1;'"»'.......MM.ia.li i..hase a P««^^ ,WI-..............u:::;;,:,;;;,;[;;,;""-'«-...........— onoseeiv earn," >■ ■ , »"VMesM, della causa pen iiisu",,,,n" ' " uh (."P«;"'"" '"oniento ,n cu. questc insnlheu,,/,- r.velano i lum I ,„,,„ ľiII lovuii-s, e la sueeess.va |mIK,„„m e per |,„ „,„„. ,„,, |,„ 1 ,JP'Wo< .„„da...... all ...ell., ien/a. mi , in eKli e insidmlo J„ „„ ,ov,„OM) Sfn,„ j, ,.„(.;. „„„ sene ,1. nssess,,.,., pe, soii.ili e laniilmn ^„ „el ,gl, ťM|, „veva n„M,o ,1 pe',',, I,,'' Mill,, sun espei ien/a avevann I eeo delle solleren/e della sua uilan/i,, |„ „„, „SI,ISI |,ilil,lni,>iln>su». «I iininanina/ioneealasiiolie,! del hiliir... |„ pnveiia» „,,„„„, üiialeilrilla seopeiia du.mud popolu Maliano e I., p„in„ „mala losNeio ««||„,,n,Vl, hen perinu v. di quam». ledessel ľ,K|, non pun Im niillu pn inelleie arKi„e a uiie si,isiiiiu/ione si seine in essa cone.spoiisahile, come into «amlitto; non puč. nein meno veianienle es.illare pel la villoi la, anelie peielie al rllorno m patrili la nein i delia morte in guerra del lialello inoliipliea i suoi sensi di culpa, Ncl f'ralello mono i'KJi vede iiiliilli un essere superiore, piu ahile e pi,i dolalo, desiiiiui,. ,i nun vilu splendenlee leine, .lie avrelihe ineiii.iio di vivere ill sun poslu m seilteeliliiso m i reallíl privmli senso, vuoia dl ídeali e dl valon («I ,i i.....v......inutile, é quell« ....."" "lénne euse niillľiiiili, sen I .i M 11< I hnliHc ;i';;;;;iu,o,,\asoravv,ss,,,oases,esso,el,e.....eru.e.7................se ma.erlali, .en i imore ne lede»l. i aniore ur inic»i, 1 'espenen.-a della guerra č iiisoinmu pel ( illdda rlwUtricCdl violeiilissiine oMiiraddi/ioni: .nostra lo scailo n.i i suoi uleali palrioiiii i e quellii i liegli ap pair la niedioerr volgariiil. lo seaiso spirilo i iv ile e so, i.ile ileuli liallani; rlvela un nesso sirellissimo In, la solleren/a iiulivid.iale e i mali della vila ľollellivu I i ledeli.i .ilľespeiien.-.i della guerra s.u.i pei lui am lie ledeli.i .i quesla eun "addi.-ioiie, a quesla scoperti. ili un «dolore» insieiiie personale e soi iale 'o.D.A. / fttťiMtimi. /rtwio», stiem«, filosofi«. 1 '"'lei esse di t l.ulda peľ la lellei .M m a si appoguiu ddlľinixlo I Uli'«! i"1 ''ll>>Mierele//a,aiinpi.M^'siiodiiouos,en-.idell.iie.ill.inellesue.iilijo ! M,u 1"" ľ a, n, ol.ui eel, sen.hi.i ui.i.ue lul.....I UM ".i.i.un.i I ní »I rlCOlIC !'" ľadi/ione iiamnilisiiea e ai grandi modelll ottocentMChl, mi con II '"7" '''ne,lelľ.,..,v,,o|M,.|.le,u.ilno,lell.,'.ie-,..,ie.,ll.i,de!ľi,iiilil.l.l.ln'l>'o ''"''•'«leiioniHMiu., delle delormn loni e delle dlfflcolt« che «I ponaono * cW """''"•'ľpiese,,,,,!,,,,,,,,,,.!!,,,,,,!,,,,,,,,, i.maneisi......intwripniwn« l'ioloiidi, n"l'.< nl. uiie poesie e un prinin la.....»torlmMtO »iloni líwBlO,.......J^»n" T " leiieiaua si „voise a un io,„„n ,, de.ll. IW «II« ''"'""''''V' ", Hu iliiloir (irlMMiilIť r mu ul. Nnliifi.ll»1"" |U,l|l|ľlllíllU' ľlii.i. i""" lonom «' ilopotíiieiin,,s,uunahho»«><"*"*""......., |«.....>' "^■inuneeonipanna.oll d. II11 '""I„,..„, .1— n »• >• I«1 l">'»«.-lel|eia.u,n... .... ii,e.ll.o ll.llld.....IrtlľenlKoW M......'"|i|n,M„u.nl"'" " I 1 '' i i'ii 111. . i ,„..."•.-;.....Ii'llei.uiopei un mědilo Landilo dali e.ln.'»' ' 1 •I.-.IM....M i. ...n .him ».••.»su,»p... i"1!........ ,„., ... - ''Poellea, nllid.ne "•""'IviiumU »lud .......'i,). m 111 in un lei n i del i oi nun ..m.M""1"";,,;;:„ s„n.. -...... """lose e Inn.ill.......1 .....u.l.......ruin. "' ' ľ" "" ' ľ" .,................" i.leľ,.,, eon uPI,o/'/i. s.esui ,•«......- , ,,„,,, ......lue .„„.de.nl, el.. >'"<""; '..... ,„.,..... ,' nd,..p,il,hlie,l.lsol.....I"-S, ^" ' .....hid. |'"'"|' m......Iil.del.oin.........'"«"' l( «Al.....o-.IOI..I" .....I......nel ......idoopen.ioe ,n .|.» ....... •'•"'"«na,......umí, ia»eli.il)»llntrecci»no»lm«t«fl«U' )I4 Un «romanzo psicopatico ecaravacüesco» La «prccisionc del nevrastenicoi» Sctenza c letteratura Epoca io Guerre e fasdsmo (1910-1945) gíovane ingegnere sente nel modo piú acuto i problemi teorici e tecnici posti dal suo proposito di rappresentare una realta agitata e complessa, ncca di determina-zioni e di punti di vista: e awerte come la stessa realta sociale e naturale sia condi-zionata in modo essenziale dalle esperienze psichiche degli individui, dalla loro irri-ducibile particolaritä, che ě necessario analizzare fino in fondo. Vuole realizzare un «romanzo psicopatico e caravaggesco», che guarda al realismo violento e carico di tensioni psichiche del pittore lombardo Caravaggio (cfr. 5.1.6) e alla densita morale del realismo di Manzoni; ritiene necessaria la rappresentazione parallela di «fatti gravi, anormali» e di «fatti realmente normali», ed ě convinto che anche quelli piú anormali rientrino sotto il dominio di una «legge », di una « necessitä » che domina i rapporti tra i personaggi. Ma la rappresentazione di una realtä cosi complessa chiama direttamente in causa la posizione dell'autore, si appoggia su una sua nevro-tica ossessione dell'analisi e dell'ordine, talmente estrema da perdersi dentro se stessa: in appunti dal titolo Annotazioniper il secondo libro della poetka, inseriti in uno dei quaderni, Gadda indica, come sue caratteristiche personali, «l'ordine, lo spirito meticolosamente analitico di un organizzatore di servizi tecnici, la precisio-ne del nevrastenico che chiude tutto a chiave in belTordine e poi non riesce piú a trovar quel che cerca e confonde le chiavi e i lucchetti e le chiavi delle chiavi». La passione per la realta, per 1'individuazione dei suoi caratteri piú precisi, trova cosi le motivazioni piú profonde nella tensione contraddittoria che agita lo sguardo dell'autoreosservatore, e si incontra con i suoi risentimenti, con la sua passione morale, col suo abito di tecnico, con la sua attenzione ai problemi posti dalla scien-za e dalla filosofia. Per la sua stessa formazione, Gadda sente un nesso strettissimo tra il metodo della conoscenza scientifica e quello della costruzione letteraria: e proprio nella fase finale degli anni Venti svolge unacuta riflessione sulla filosofia deUa conoscenza, che, fuori dallorizzonte idealistico italiano, si collega ad alcune delle prospettiveessenziali deWepistemologie moderna (cfr. parole, tav. 246). Van scrmi di questi anni mostrano come Gadda stia cercando una letteratura come conoscenza problematica del reale. Ricordiamo almeno due saggi apparsi su «Sola- 10.9. Carlo Emilio Gadda 315 __PAROLE tav. 246 Epistemologia K0^\ch?bdľc^0«!S Vjs'™e> "conoscenza scientifica", e lógos, *di-Y^re s< Lcnufico yues ľlľ j-' f°ndamen". dei caratteri e delle condizioni del 1 Vk "ienze naturali nelľn! 3 assunt0 Particolare vigore con lo sviluppo ^ Prohlematiche e alle „ttOcent0 e nd Novecento, legandosi strettamente j;^';'1'^'nteequi^a|cmte P^Pf1^ Poste da quelle disciplíne. Un termíne Z ""Suaggio corren.P I. T , a,ťl°sofia delh scienza ma rispetto a esso, m™, ' Spcsso "«n soC'fľ t mantiene "n'accezione piú ampia, rife-rZ„: sc|wtifica, ma Din „ al Problemi posti dalla conoscenza piu p ropu" ?a (/" t0nt™Jendosi"Ír"3'' * queUi Posti dalľintero sapere contem-scenzal 'K;rm"*cheZZr T^°Sreoío^ £r1%l*m*^enumerare("elencareisingolioggrto)^o«w^ Per quanto si ě sopra detto, tutto il lavoro letterario di Gadda si svolge in mnmuv. una tensione insuperabile tra una tendenza al frammento, alla concentrazione marinní p nnq tendenza opposta alla costru • • 1 r •' J:_____ U...IUIOIUUV uiou^iciauuc ira una tenaenza ai tr su singoli oggetti, circostanze, situazioni, e una tendenza opposta alla costru norte, alla definizione di organismi che mettano insieme le facce piú disparate deUa realtä. Nel gusto per il frammento, da una parte restano le tracce delia cultura vociana, dalľaltra si sente qualche vicinanza con la « prosa ďartc giianniVentieTrentalcfr. to ŕ 1 e c.™ \.„»1 1„ ^c«,,«« SSÄÍsente qualche vicinanza con la«prosa ďarte» de- tenzione problems™ .n t-3' -e S»sto Per k costruzione e nelľat- 1» nuova naľratiľa T ^ 51 Sente U piu essenziale legame di Gadda con Parziale con le vari f jppa ne8h ^ Venti (e poi, anche se in modo piú Ucmdu sione tra frammemÜ realismo fino agli anni Cinquanta). Questa ten- ^ "*« getta e stende ľsu°enCOStruzl?ne «i sente nel modo stesso in cui Gadda pro-al]a Pubblicazione- an*' StCSS1 tortuosi percorsi che portano i suoitesu compimeruc sj aw„i crescono attorno a progetti che non giungono mat a Pluampi,attŕaversannfn° °g? volta attorno ^ aspetti parziali di organismi nt' «alt«, ehe con 1Pie >U,ro C';mi'nquĽnon " e edltoria»> si trasformano variamente nel lor «■nuX j finit'v« sssSh° mai a una *conciusione » vr eiSC , u"'mnl dl tutta la narrativa di Gadda: nessuna oP^ ,">SS'""' K'V/M^ «■■ í ua,iPerché ľimmagine del tutto si da solo a«r "K",,,ť-»lcl su(lt,pllca^one di panicolari frantumat., che 10.9. Carlo Emilio Gadda 317 II primo volume pubblicato nel 1931 dall'ingegnere milanese, per le edizioni di «Solaria», La Madonna dei Filosof i, ě fatto di testi giä apparsi in gran pane nella stessa rivista tra il 1926 e il '28, che rivelano ancora un forte legame con Ja «prosa d'arte» e con il gusto del frammento lirico o descrittivo (nell'ordine, Teatro, Mano-vre dt arliglieria di campagna, Studi imperfetti. Cinema, La Madonna dei Fibsofi). Nei due intitolati Teatro e Cinema, si descrive il rapporto del soggetto scrivente con la situazione pubblica dello spettacolo di massa. L'autore segue le varie fasi del proprio immergersi in una realtä pullulante, affollata, artificiosa, sconclusionata, tra le finzioni della scena c la ressa degli spettatori, in un miscuglio di apparenze, di gesti distorti, di convenzioni sociali e di aggressivitä fisica, nel «bisogno di stordirsi» che mctte insieme, nelle sale di spettacolo, una massa umana rumorosa, incosciente, in preda alle piú bizzarre deformazioni. La rappresentazione di questo baraccone col-lettivo, in cui convivono delicatezza, fragilita, bellezza, volgaritä, sporcizia, violen-za, si appoggia su uno stile giä assai singolare, pieno di grovigli e di volute sintatti-che, di scatti improwisi, in cui si sovrappongono forme di crudo realismo e forme desuete e pedantesche, in cui convivono momenti lirico-descrittivi e momenti di aspra comicitä: ed ě Gadda stesso ad attribuire al mondo descritto e al linguaggio che lo descrive dei caratteri «barocchi». Egli si sente come uno scrittore «baroc-co», «soggetto strano» che, nel bel giardino di «Solaria», vale «come giraffa o canguro ». La stranezza domina anche il racconto che dä il titolo al volume, in cui la rappresentazione del mondo borghese lombardo si espande nei modi di un umori-smo paradossale, tra gesti maniacali, i cui effetti di artificiosa bizzarria sprigionano dalla realtä piú quotidiana e consueta. Alia fine del '28 risale l'elaborazione del romanzo La meccanica, di cui nell'aprile del 29 era giä pronta una copia piuttosto avanzata, che Gadda faceva leggere a vari "tokí, ma che rinunciava piú tardi a completare, limitandosi a pubblicarne tre braní su «Solaria» nel 1932, ripresi poi nelle successive raccolte di racconti (dr. -«^o^,;«.„ ^rioinario doveva apparire solo nel 1970. Si tratta- ,„.sti, privi di ogni ideale e di ogni moraü«. ^ ^ ,, ^-nnficare nessun valore positivo, ma deve rassegna«'.> J # ináí.. (, ' del e genera2Íoni k currovinosa corrente uj«anat««« ^ Qgnuno Mnea, la Sorte chc la necessitä ha loro assegnato («Ef^°"°dira>>). D coraicoe ,1 ^,„a. Perché sua veMura abbja corso> e nessut.0 a unped 0 Sl zemane crudelmente, in uno stile canco d. aggress. La Madonna dei Filosoft Uno scrittore «baroeco» la meceama Miláno c la guerra Borghesia e popolo Fatalisroo negativo Epoca 10 Guerre e fascismo (1910-1945) U astttto H secondo libro pubblicato da Gadda, ancora per le edizioni di« Solaria», di Vdinc U castello di Udine (1934), rinuncia alla forma piú ampia del romanzo, e racco' glie testi di vario tipo, giá apparsi tra il 1931 e il'33, frammenti autobiografici c lirici, richiami della memoria, bráni descrittivi che si awicinano al bozzetto, dense presentazioni di ambienti e di situazioni collettive. I testi sono distribuiti in tre parti: II castello di Udine, con ricordi e riflessioni sulla guerra; Croáata mediterranea, con appunti sulla crociera effettuata dali'autore nel '31; Polemické e pace, con spunti diversi su situazioni della vita collettiva del dopoguerra. Evidente ed esplicito ě qui il nesso tra 1'attenzione di Gadda alla piú concreta vita sociále, alle situazioni di rapporto tra gli uomini, ai luoghi fisici e geograři-ci, e 1'esperienza della guerra, i risentimenti e le angosce che il suo ricordo con-tinuamente rinnova in lui (sulla spinta di quello sdegno per la vanitá e 1'irrazio-Contnddiziom nalitá dei comportamenti degli Italiani, di cui si ě parlato in 10.9.2). Nei testi ■ndicíM, piú direttamente dedicati alla guerra dominano qui il ricordo lirico, la riflessio-ne sofferta e appassionata, lo sdegno del combattente verso tutte le formě di Li ríccrca Mralunala »^uiiia, 10 saegno del combattente verso tutte le forme:di vittimisrno, di inutile umiltä e rassegnazione: ma il testo dal titolo Impossibihta di un diario di guerra rivela un groviglio psicologico ed espressivo che respinge nion dal campo della letteratura, nello spazio di ciö che non puö essere detto, le comraddizioni che 1'esperienza della guerra ha maturato. Negli altri testi si approfondisce variamente la ricerca di immersione nei colon pm densi e concreti della realtä, nel brulicare deUa vita collettiva, nell'esperieriza di precis, luoghi ed ambienti: e tra l'altro Gadda si awicina per la prima volta alle im-magmi del mondc. romano e laziale (esemplare la cronaca di una gita ai Castelli ro-mani, Ufeua delluva a Marino). Rispetto alia Madonna dei Filosofi, qui e molto lnk!rnZata "Cerca "Pressiva: il passaggio tra livelli stÜistici di' .ssaggio tra livelli stilistici diversi e\*^™on\ iu oarocco si appoggiano su piü vari e sottili mezzi linguistici, su moltepuc letterarie. t0) A questo spiegamento di mezzi fa da rincalzo un curioso e bizzarro C°^rTbuen' di dimensioni assai ampie, che l'autore stesso aggiunge ai singoli pezzi, a . 0 dolo a un fimo dott. Feo Averrois: questo commento oscilla tra sP'e8azl°" ed eru-tormalc, delucidazioni di passi oscuri e ambigui, divagazioni di tipo storic" e di o, invenzioni e mistificazioni, falsi giochi pedanteschi, notazioni Paro^ pjü au oironiche; e aüo stesso tempo un espediente per precisare in modo sefflP ÄT^ 6 de"a^ anche minir"i. ™* Pa™lia scatenata deUa cuta£» ^ tno di ,C5frudlU'Un modo Per dar* aUa figura delTautore e alla sua ope» ......— conunasin,? ^ I* da intr°duzione al volume, Tendo al mio fineM» lantesca, in cui si intrecciano il B»«^ vit ria figura e i propri propositi, la pr sU le gioie della giovinezza. Dal tondo j i indica come proprio compito « "n jnfini rvazione minuta e ossessiva delle ro . traZio ezza umana: la sua letteratura sara r g ^ s —".«Pin che portano gli uomini al nulla, a quel nuiw Q mtl 1 P^nsieri e i sentimenti deU'autore. Contro ogi" £ ^ ' °gm retorica positiv, ----- .1 tragiVo VOlutamenteped;"ne aI v°fome, Tendo al mio fine, l'auto: •Wale c duPreSenta Ia proortfm cui si "itrecciano il grottesco, d Pena' «curcen?Crata' Privdelle pP"^ V proDri Propositi, la propria vita P"Yura*Krrtomb«» S IT6 della giovinezza Dal fondo della sua n d,C"a ^es hm "drar- una °ZZ?!C* Come Praprio compito « una soz*. dj-"e,dei Process in!,6 deIla *°rd de?,!'0"6 minuta e ossessiva delle forme infin>-ti,,rran"» arche i "tabili Ac ZII Um^na: la sua letteratura sara registrar; ! UK'uttii„.... . P°nano eh iinn,i,: .1 _..n. _____1 _..il<. <■ cut s< net • contro« ica unci? ™' deU'autore. Contro ogni P'»K" P°s'tiva, contro ogni esaltazione della funzio- 10.9. Carlo Emilio Gadda }I9 ne della letteratura, lo scrittore afferma cosí la vanitá della propria impresa, legáta a un'osservazione dísperata e beffarda della vanita della vita sociale.' 10.9.5. Espressionismo e plurilinguismo. Nel Castello di Udine si rivelano ormai chiaramente quei caratteri essenzia-li del linguaggio gaddiano che si dispiegheranno nelle opere successive, e che sono stati individuati da Contini nell'espressionismo e nel plurilmguismo. Piú che collegarsi all'espressionismo inteso come movimento d'avanguardia (cfr. 10.1.7,10.3.1 e parole, tav. 226), Gadda sembra portare a compimento, nel confronto con la modernita, tutta la tradizione espressionistica e plurilin-guistica che percorre la nostra storia letteraria. Egli agisce violentemente sul linguaggio, ne forza gli equilibri normali, si sottrae a ogni misura «classica», mescolando molteplici livelli linguistici e stilistici, svariati dialetti italiani, ete-rogenee forme della lingua letteraria, frammenti di lingue straniere, gerghi e litigue speciali e tecniche dell'uso corrente: si tratta di una gamma vastissima che va dalla lingua piú popolare (le forme tradizionali del parlato dialettale di Z^T regioni' milanese al romanesco al napoletano, le forme speciali tipi-cne di determinati gruppi sociali, gli schemi linguistici della nuova comunica-2'one di massa, nella loro piú ottusa banalita e nella loro distorta creativitá, eCC.) a r...«ll- ■ V Estraneila alľavanguadia II linguaggio gaddiano \ It ' ---j .in v/iiuoa uunaiiui \- najiti í\ji\s *.»^.»™.--—, artifir31"6 piú co'ta ed arcaicizzante, manieristica e barocca, giocosamente d'alettal ta e Pedantesca. II lessico pullula di calchi direrti dal parkte e. di forme desuete ricavate dalla letteratura dialettale, di forme lette rarie e preztose, di arcaismi colti, raffinatt o pedantesc , . ^ caratten pm definiscono con precisione ossessiva gli 0g«%U'£ °e e agli oggetti con sinuosa circostanziati. La sintassi si awolge attorno &JW£L£ da spezzature, com-insistenza, con volute complesse, turbate contmuam Plicazioni interne, incisi, ritorni aU'indietro. 0 fondo pera , Questa molteplicita di element! linguistic, son^dau cose> ma mira neUo nalc, da una disposizione aggressiva e rancorosa^verso j arieta infinita deg st«s» tempo a identificarsi con la loro molteplicita, con 1 (0; <° angSf6 gli°^ni, per seguirne i contorni, ma da nello stesso tempo ilr, Ľrarnente r;/1 ".^o^controuaDiiita,aeiiui^ugg—--- ff Ja Ntcessi,i ľstt'na ill °lut,va- Impegnandosi inmterrottamente ad aöerrarer 1 liato ' a lln8ua reo-«- 1_____;„„ff„^bilifä. il suo carattereag- e,nestricabUe 'ngua registra "ančhe la sua inafferrabilitä, il suo c Je: e rispetto a una realtä che ě groviglio, intnco, pastu Epoca 10 Guerre e fascismo (1910-1945) do, ľintero orizzonte delia scrittura e del linguaggio gaddiani si presenta an ch'esso come pasticcio (rinviando alia forma del pastiche, cf r. generi e tecni-che, tav. 247). «h>»i.co» II miscuglio linguistico da largo spazio all'aggressione comica, alia paródia 1 iinpwggio delle forme serie, al grottesco, alľumorismo: si piega verso gli aspetti piú «bas-si» delia realtä, ma sa anche scattare verso i piú laceranti toni lirici o riflessivi, verso un « sublime » pieno di sofferenza e di forza contraddittoria. In un saggio del 1942 su Lingua letteraria e lingua delľuso, Gadda esalta le capacitä della lingua italiana di «stirare, contrastare, metastasare» la parola; in un saggio del '49, Come lavoro, sottolinea il modo in cui lo scrittore debba intervenire entro la storia delle parole, ricca di molteplici significati stratificati nel tempo, stra-ziandole, deformandone la figura: ě necessario un impiego spastico del linguaggio, per dissolverne e insieme rinnovarne il valore. «Non tuno Queste scelte espressionisticbe hanno radici di tipo etico e psicologico, che t i^tr partono da^asonCerenza dell'io, dalla nevrosi dell'autore, dall'eco insuperabile dei traumi subiti nelľinfanzia, dal groviglio di colpe e di impossibilitä in cui si awolge la sua vita, dal senso di solitudine e di« debilita » che domina ogni suo movimento nel mondo. Nel linguaggio di Gadda c'e il peso minaccioso di una negativita insuperabile, che egli si sente sforzato a dire, pur sapendo che « non tutto il dolore ě dicibile, non tutto il male e ľorrore»: ciô comporta una imme-diata denuncia delle illusioni e delle mistificazioni sociali, dei diversi procedi-menti con cui gli uomini e le societa pretendono di affermare il «bene jw. «bontä», la « normalita ». Per Gadda una vera normalita ě in effetti inesistente: ™"»' la nevrosi domina l'orizzonte umano; chi si crede « normále » ě semplicemente chi non riconosce la propria nevrosi, vuole costringere gli altri ad essere normáli eo e perctó molto piú pericoloso degli «anormali» che sanno di esserlo. In questo rntreccio ě radicalmente ambigua la posizione dell'io: Gadda da la GENERI E TECNICHE tav. 247 Pastiche R alla hne dei Settcceí 1uest° Armine francese fu usato » wvcrso ľimitazione dello Z \ >n un'°Pera letteraria o artistka costruita ľZl: U SCOpü di contrafÄ ° if* (orme di un autorc 0 di un'opem parti-ľ"",?icalt^íSľíd' parodia 0 di ««Wo stilistfco. NeJ lin-rl';"»*di arie trau,da «Ľ "r ^°pere ™™ ™«™ attraverso lacom-<-• éľ" da"e «WeriS CrSC- SCnSO Piú 8enerale- si parla dÍpaSt'' ,1,, ",an". ma«criali.Ä r C '"^"ninate8 che imitarío, mischiano "«-9-< • La Milano de L'Adalgisa. Üop0 ľuscita dej c lh di udi Gadda continua a percorre , oľ1^022e»iaPParsisurivisteegiornali,la^.^^25^^-J ulladescrizionediluoghie paesaggi, sulkdehniz.one*"»&™ nel m9 ^ ^ sqaarci Ürici e riflessivi: molti di questi test, saranno raccoJon; ^ -ia r _ ... ... , 1;.,.. 1 mn 1 vari Gli anni Trent» He vo s'i.-ssi 1.1 *7-Y. niňěa "con ripreseparziah deg1 lume Le meravtglie d'ltaüa (e su qu«t" ^„,volumi , testi e «nserzion, di nuovi, si muoveranno aMor ^ f ntaw. 1 "C"C^osa, 1961). Ma piú essenz.alemnel co^ ^(oIte ■"""Jini definitivo del suo espress.on.srno e pw con una P ^ ''^»Rono di rappresentare momenti deUa ™ gressivitä nö.«" Alcunj ln "'«izzazione linguistica e con una nuova hiniti quotidian^ jat0 ^,d^orghese, dele sue abitudmiedellesue^tw testi hanno probabilmente or.gme ""j^fuben p«*" £ afdiversa I »4fzhKo\oUnfulminesul220-.n*tf^ZZti. , La itmatica antiborgheM I'l, SI lunito a ricavarne una serie 10.9- Carlo Emilio Gadda 323 5" Epoca 1 Guerre e fascismo (1910-1945) UAáalpu estensione, legáti insieme dalla tematica milanese e dalla ripresa di alcuni ne sonaggi e riferimenti, pubblicati su varie riviste tra il 1938 e il '43, e poi organiz zati in gran parte nel volume ĽAdalgisa. Disegni milanesi (apparso nel 1944 poi raccolto nel 1955 da Einaudi, insieme a La Madonna dei Filosofie al Castel-lo di U dine, sotto il titolo comune I sogni e la folgore). Tra i dieci pezzi (aecompagnati da un commento simile a quello presente nel Ca-stello dilldine) ehe costituiscono ĽAdalgisa ci sono materialí di tipo diverso, come due braní confluiti nel frattempo nella Cognizione deldolore (cfr. 10.9.7): ma il nu-deo essenziale ě dato da sei pezzi legáti da varie corrispondenze e rivoíti appunto a una rappresentazione delia contemporanea vita delia media borghesia milanese, Quando il Girolamo ha smesso...; Quattro figlie ebbe e ciaseuna regina; I ritagliďi 'f"!?) V" ÄCl",cert0* di centoventi professori; AI Parco, in una sera di maggio; L Adalgisa. Tra 1 testi «milanesi» di questa fase che restarono esclusi dati'Adalgisa, va comunque ricordato almeno Lincendio di via Keplero, pubblicato in rivista nel 1940, attascinante spaccato di vita popolare, costituito dalla rappresentazione del trambusto che un incendio causa in un grande caseggiato milanese. L. ünpu, Piena di colori concreti, la rappresentazione della vita milanese si appoggia qui sulla mistione tra un essenziale fondo linguistico toscano, che ha anche mo-menti di artihctoso equilibrio, e frammenti di dialetto milanese, che appaiono non solo nei dtaloghi tra i personaggi, ma nel percorso stesso della narrazione e aeua descnzione. In questo uso del dialetto, in cui si sente una forte presenza «1 m™, f' a' sl dá un raPPOtto immediato tra úmore satirico, risenti-«.ppľ™ Z\l mva( C 'ľma8Íne ™a deUa realta- Si affolla davanti al lettore tutta ľolnTr'« 1 ,maschere borghesi, ehe si accapigliano tra loro, ehe vivono fo rmKľ-j1 3 Pr0pria este»ore rispettabilitä, abbarbicate ai segni piu E^ľT 1 ?TO, dietro u culto delľonestä, del lavo-Po d. tenr Pneta' "I™*™ Ů (ondo di una «altä sordida e faticosa, un vilup-SmJtoľľ"1'dl Sacrifici ostinati> un residuo di stupidita, di volgaritä, d. pr nuôv; invľn°rCa 'TI'3' Si suc«dono con ossessiva insistenza (e con sern-ve^Edľ?T'd?'n™e) immagini di animalitä (con richiam. adi-senziaífiľuľe nľTa ' dlLbaSSa ™n>oreita, tra deiezioni, ingurgitamenU (es-d« Ä ľ,L del1Clbo> deUa nutrizione, degli eserementi, delia spore -«petuíanfi diSil™*' mmorie řrastuoni coUettivi, in una galleriadiisigno-Padri dľfämig íftf! C bvadenti>di adolescentl rio"°SÍ' *■ ^óna , „ 11"........ te. ecc Si-,m« ll t ah e ^^'onari, di vecehie zie, di governanti stagiona '""mu'" «erminatodioÍ«ľ^a Una VÍta sociale che « ^ tu"a m un KCmt si illudono di fissa e í ""T"'tra Persona8gi ehe, con disinvolta «cur«»; Prio ammassľndoľenzaT ' U VÍt3' tCntan° di dare un SenS° 3 *, ""TSíS naKgi, comeuuelkwli A 1 . e Cose' aPParenze, parole, rumori (e alcuni per*> «Piro potente uuľ.i Adal8lsa- nella loro testarda coerenza, acquistano un re Punebn fctuttal ' 1 mI. ttOKo>- 1 ",mí™ tiphcazione, cSSlľuST * presenta™ come aceumulo vano e infini|p,mol; casioni ďincontro nnkkľ q,UCSto un'verso, Ie cerimonie e i riti social». * Pubbhco, gl, spa2i serem- e confusJ degĽ interni casalmgh'. suscitano nello sguardo dell'autore un místo dl impietosa aggressive e di bef-farda condiscendenza, con improwisi lampi di simpatia, di parteeipazione, di quasi involontaria complicitä. L'orizzonte prevalente ě quello del comico e del grottesco: con una comicitä che ha qualcosa di funebre, che trascina tutti i se-oni di questa vita sociale organizzata e minuziosa verso la mořte, occasione a sua volta di un nuovo rito, di un nuovo spettacolo di vuota apparenza, quello del funerale. 10.9.7. La cognizione del dolore. Nel romanzo La cognizione del dolore, a cui Gadda prese a lavorare all'ini- 1 iraumi zio del '37, dopo la motte della madre (utilizzando in parte anche alcuni mate- «fcll'intuai« riali elaborati precedentemente), balza in primo piano il motivo autobiografico del rapporto tra figlio e madre, sotto il segno lacerante di una nevrosi legata ai traumi dell'infanzia, ai risentimenti e ai sensi di colpa indotti dalle immagini fa-miliari (quella della stessa madre, quella del padre e quella del fratello morto in guerra), alle oppressive abitudini e necessitä della vita borghese. Gadda si riav-volge qui sulla propria dolorosa esperienza, senza volerla raecontare diretta-mente, ma trasponendone i caratteri essenziali in situazioni e personaggi di forte densitä oggettiva, in un mondo che ě insieme reale, fantastico, artificiale, grottesco, ma su cui pesa in modo violentissimo l'oscuro fondo psichico che travaglia l'autore. Nello svolgersi dell'analisi psicologica, che scende neUe pie- Gf\ ghe piu segrete, nel fondo piú buio deU'io, si sente qui l'effetto di un attenzione « p—""15 spontanea di Gadda alia psicoanalisi: proprio in quegli anni egli svolse letture dl testi psicoanalitici e manifesto il suo interesse, non tanto per le risultanze te-fapeutiche deUa psicoanalisi, quanto per la sua capacitä di mettere in luce U pe-50 che gli aspetti piú oscuri deü'infanzia hanno sull'esperienza d. ogni uomo e j.carattere nevrotico deUa vita sociale (in proposito Gadda si «presse in term'-1 -P iciti piú tardi, in una conferenza del 1946 dal titolo n'^tekttmto-di termini, tematiche, punti di vista rieavati dalla psicoanalisi řece un notese uso in opere successive). Gemsj ^cognizione del dolore (su cui si hanno molti materiali manosentue at o- ^ * -».)nacquecomeraccontoohamm^^ :1 romanzo un «WM/H v^"---- „rtř«.n fheutJVtva'----, j;,«r . »acque come raeconto o frammento na ra .vo c bbiicazlone di s« '^colte, ma si trasfbrmö. nel corso del lavoro, intrecaa™ m ů1938 eil * Pumate (chiamate dalľautore «tratti») ^."^'^ perö sospesa. Nel 4. '94t, in un vero e proprio romanzo, la cui conclusw«-.tob ^bliaoone m vota" 1 »«ore stipulava un contratto con ľeditore Sa»^ cui due ampi &am sistemare 1 "k- ' jp trattou c.;. 1 »«ore stipulava un contratto con 1'editore Šanson pa^ K cui due ^pt tram m«: ">a rinunciava a portare a termine e a sistemared ope , ^ ^ I)eiVj_ ,11enti, con i titoli Straně diceriecontristano '^1°»'^ J , <f volume jju xi... 11 1 it^. ....../.-^^eunaltro tram ., r ,n_Q ,0). Intani" ?24 ĽediiKinc del 1970 Strauura c contenuto Un tlincririi Epocaio Guerre e fascismo (1910-1945) preparatoriocompiuto daGiancarlo Roscioni, giungeva in porto nel 196), sullaba se del tcsto giä apparso su «Letteratura», preceduto da un Saggio introduttivo di Contini c da un finto dialogo dal titolo L 'Editore chiede venia del rectipero cbiaman-do m causa ľ Autore, con importanti indicazioni sul significato attribuito alľopera da Gadda. Questo complicato percorso editorialc ŕu praticamcnte concluso nel 1970 da una nuova edizione contenente due tratti inediti (scritti probabilmente gii intorno al 1941), che facevano awicinare il romanzo quasi alla sua conelusione (an-che se restava incerto il suo epilogo vero e proprio, che doveva essere affidato ad al-tre pagine ehe Gadda non porto a termine). Nella sua veste finale il romanzo ě diviso in due parti, per un totale di nove tratti, la cui succcssionc presenta proiezioni diverse delia realtä di un fittizio paese suda-mericano (ehe Gadda ha ideato per la suggestione del suo soggiorno in Argentina), il Maradagäl, appena uscito da una guerra vittoriosa ma rovinosa con il vicino Para pagäl, c in particolare delia regione delia Néa Keltiké, delľ«arrondimiento» del Serruchón e delia localitä detta Lukones, piena di amene ville e villette per vacanze horghesi, in una dclle quali (costruita per le sproporzionate ambizioni del padre, ormai mono da tempo) abita il protagonista, «hidalgo » decaduto, la cui figura puó richiamarc anche quella di don Chisciotte: Gonzalo Pirobutirro d'Eltino, ingegne-re nevrastenieo e malinconico, ehe coltiva progetti letterari e vive con la vecenia madre, dopo aver perduto in guerra il fratello. Gli svolgimenti narrativi sono abba-stanza scarni e nsultano, piú che da un vero intreccio, da una serie di progressiví spostamenti, di sempre piú avanzate messe a fuoco delľuniverso rappresentato, a au Uadua si accosta con il suo gusto esasperato del particolare, con momenti di devone grottesca, di precisione analitica, di scatenata paródia, di lacerante pjr-S V V"a di don Gonzal° si svolge in una rabbiosa solitudine, ndl pd» nrml nľľľ T°Stame- verso 1 borehe^ deUe vicinanze, verso i contadin. ch Cnľľnäľ vr" VerS° Una varia umanita a cui la madre manifesta sempre una c XlľT ta; aggressivo e rancor°so ě il suo rapporto con la stessa madre menz,onf F t' T ^ di sin*olare ehe vanno al di lä delle sue *** >mu ľ reduci c* PrWtZÍl,ne di «"associazione di guardie notturne, cos' '«« «Íd í ľ'"0f,Ua,0rÍ di gucrra- 11 «Nistituo de vigilancia para la noche su,,! vú™ d S r 'a rte,: ma ,n una no«e in cui egli č assente, per uno* h'» al af o n ľr ' '"^ vicne trovata m°«a nel suo letto, per aleun. su '"^1 ad"; tOSUmZť ŕ rcstano misteriose. Ľautore pensava comun^ del Ml„ ,kmna' v"«™ del Sn/itiío, eredesse di essere oggetto di un'aggr«*0* 'ndííun «ľ,nľSrrí'°s,esso Gadda in un'intervista, U termine^ ""'^«'rs deU'ottusitä degli esseri umani: nella sua nevros, G°^al0 nľa,tutto «silenzio e solitudine», medicíne necessarie a fuggire lo Un univeßo di vílori s-'e 1 ,C11Z1° e soutu I v; J 'lnsulsi "tuali delia vita comune. . erso )a bor Rlu s, Cntl "sentimenti di Gonzalo si dirigono allo stesso m^ver ^ £ d.,11 ' ^ eglifa parte (con j modelIi ele regolecheegl.had«^ ^ te ^c»ra' con ľinteto sistema delia sua vita famdiare con • od«^^.^ ru°tano ľ"0 a vivere) e verso le classi popolari, i una generosa " attorno aUa viUa, che prestane piecoli servrz. e trovano g Epocaio Guerre e fascismo(i9io-i945) benefattrice nella madre. In tutti egli odla l'attaccamento alle cose, che neibor ghesi ě senso della proprieta e del possesso, negli altri piccola abitudine al tag', giro, alia lamentela, ricerca di condiscendenza e di complice pietä; in tutti egli sente l'assenza di qualsiasi dimensione civile, di qualsiasi senso autentico del valore e della ragione. I rapporti con questo mondo fanno esplodere la nevrosi di Gonzalo fino al limite della follia, in un impasto di tragico dolore e di gesti sproporzionati, che nel loro eccesso sfiorano addirittura il comico. nie oKuro» Alia misantropia egli associa la diffidenza e l'odio per le donne, per la loro disposizione alľillusione e alia mistificazione. Sente una minaccia nelle cose Stesse, nei piccoli e molteplici frammenti di cui ě fatta la vita materiále. Trava-gliato da un « male oscuro » che rode tutto il suo essere, ne scopre i piú vari sin-tomi e segni sul proprio corpo; nel mangiare si scatena in una distruttiva vora-ctta; davanti agli altri si muove come in « una ottusitä generale del sensorio», fi no al punto di sembrare a tutti un « deficiente ». Assume comportamenti e at-teggiamenti tra loro contraddittori e opposti. Nei suoi stitici progetti letteran. si perde in « parole difficili, che nessuno capisce», in «una sua prosa dura, in-Un'nfmzu coUata, che nessuno legge». Alia radice di tutto c e un'infanzia consumata nel nmm" dolore senza gioia, in mezzo ai sacrifici imposti dagli ottusi ideali dei geniton: Gonzalo ntrova nella sua vita quotidiana, in tutto ciö che ě intorno a lui, le trac j n----- a "la quotidiana, m tutto cio ehe e mtorno a «u, ---- « delia responsabilitä dei genitori, il peso di quelľinfanzia strozzata. Nella « ™ abita si affacciano a ogni momento i segni ossessivi dei sacrifici a cui« didi- padre ha costretto la famiglia, per costruirla e per fame uno strumento 01» S"* bľrghe^- L° stesso ambiente circostante ě carico deUe tracce deUa JJ. iC1*sso'uti I Coo Itt,Uv*'onedi Gonzalo. tutti i suoi conti» con ^ "noodo. 10.9. Carlo Emilio Gadda 3*7 .co- fl dolore c h parolí condiscendenza dei genitori verso gli altri, ehe ě andata a scap ^q e ^ suä e deUa felicitä del figlio: e in particolare scatena piú volte u suz0iS»v rabbia il suono delle campane ehe la munificenza del padre, patito n°n me del bambino, ha regalato al villaggio Lukones. Di fronte aim^^ .^re cěc»munqueuscitanésalvezza:«Guanniirripetibililiaveva La demenza dei tútori aveva straziato il bimbo. Rimaneva la larnoU3^ U male e la morte costituiscono ľorizzonte di ogm esPe.n^|ce»uD* ju greta di ogni possibilitä di essere: «il problema del male » nc°l iva per stenosa«*& rL, i , *"lunl 1 pronomi» *'~~----- ~ momenti di straordinaria potenza arrivando ad esprimere l'insopportabiJe: siquando insegue l'allargarsi dei dolore sul paesaggio, sullo sfumarsi e sul per dersi delle immagini della natura e della vita quotidiana (esemplari molti dei fi-nali dei vari tratti); o quando sente in immagini e situazioni dei presente l'ad-densarsi di tutto il dolore concentratosi via via sulla storia delle cose e delle parole. Nei riferimenti a oggetti culturali, nei richiami a brandelli di letteratura, di storia, di erudizione, di cui il romanzo ě pieno, si riconosce spesso il peso di una sofferenza che su essi si ě accumulata nei secoli, la traccia disperata di vite che vi si sono consumate e perdute. Nel rapporto di Gonzalo con la madre il risentimento e l'aggressivitä si ag- 11 mppono grovigliano con una tenerezza che non riesce ad esprimersi se non in un sordo madre senso di colpa, in una ossessiva preoccupazione per la fragile e pověra esistenza della vecchia signora: con violentissimi lampi d'odio egli si scaglia contro la disponibilita della madre verso gli altri, verso i poveri che frequentano la villa, I sozza e repellente umanitä a cui ella offre il suo spirito benefico. Questo ranco-re di Gonzalo ě in realtä quello di chi non ha mai avuto la madre tutta per sé, di chi vorrebbe offrirle un amore assoluto e invece si sente costretto a vedere in lei una nemica, in ogni suo gesto un oltraggio. Egli awerte una pena rovinosa per il suo invecchiare, per la maledizione dei tempo che la consuma, ma non riesce TJ nessun modo a comunicarle segni di tenerezza. Vorrebbe offrirle affetto e averne il perdono, e si scatena invece contro di lei con truci minacce, che sfio-fano la violenza fisica: e tremenda ě l'aggressione al ritratto dei padre che egli «"npie, in presenza della madre. Ma il narratore ě attento anche a seguire dall'interno il «dolore» della ma-*e- a cercare di interrogare il punto di vista della donna che sente perdere nel 3 le tracce dei proprio passato. Sulla sua indifesa bontä vede agire cosi Ja racce dei proprio passato. Sulla ^^^^azioneavolerncono-forza rovinosa dei vuoto e della solitudine; suDa«««an ; ^ aln erster, un ordine positivo, a investire di valorela ^' ^"essere degh altn-venire benignamente neUe cose, a «fare» e a partec p ^^m^0.jg* *de pesare minaCciosamente lmdifferenza. 1 ostu.. ^ madrel>. che u to V dei romanzo costitu.sce una »«??»tt^^casa.c^V"^. >• terrori deUa donna. sola nel piú bu» ™ ^""ÍSc ^ mentre le ritorna in mentě tuno d senso deUa sua te tutto ú senso aeua '^ „^ostaňte suo tragile essere. in un mondo rimasto nernico e . ^bi. i\ i di vedeme gÜ aspetti benefici: un mondo in cui ^ ^ ■everer ! *^«sidelsu tr.iiiileessen: kri~ CntatK-i di vedeme gh aspe» tenebei: un mondo in nuUi|ä I Cr-M^»«™» da nessuno. in cui deveItaitaiaia nwo*« yn. »delio spazio». Resta in lei la labüe traeda d. ^"-^KelUco- ^fdodi. ' pronomi di persona in genexe * -hina distrurriva. il «dolore» apre s^*?*ľpieí>»^ ^ .i qualche verso ridotto a « smemorate "öa,^^- e adesso l'orrore della norte» U I II«-*- V*—- lano«e».(>e.,a-*Se^ ^ figlio. aggravata JaUi cas* E .,-icano la colpa del figUo, aggrava«ao«e««-- ^/IC ■^T,11 '^ce assassinio finale, che .wienementree^ 111 «»dolore* la pare>la di Gadda nesce*1-^1' * Seen, j is.vissinio iin^uc. iik »> • - „, _,ir •;!ťl "^vaníentoddcadavere della madre. ir^narK ^u.v.x-ibagUoriimpro^^ «Ii-- "n oltraogio insopportabile. che nvew sei- 0 del vK-ete edd morke. Elaborazione e wesure 328 Epocaio Guerre e fascismo (1910-1945) 10.9.8. U Pasticciaccio. L'Mibicnuzionc La rappresentazione di Gadda si sposta dall'ambiente milanese e lombar-romana Q0 a quello romano in Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, ideato intorno al 1945 entro un progetto di una serie di racconti gialli e poi trasformatosi in un ampio romanzo, di cui apparvero subito cinque «tratti» nei fascicoü di« Let teratura» del 1946. II lavoro procedette intensamente, con varie stesure (ma tutti i manoscritti del-l'opera sono andati perduti) nel corso del 1946 e all'inizio del '47, in vista di un'edi-zione in volume che allora non ebbe luogo, anche per l'esitazione deü"autore nel l'arrivare a una conclusione dell'opera. Tra il 1947 e il '48 Gadda ricavö dallo sehe ma del romanzo una sceneggiatura cinematografica, destinata alla Lux-film, dalti-tolo 1/palazzo degliori (pubblicata solo nel 1983); varie difficoltä ostacolarono co-munque la sistemazione e l'edizione dell'opera, fino al momento in cui una propo-sta di Livio Garzanti, del luglio 1953 (cfr. 10.9.1), spinse l'autore a tornareal lavoro, che divenne piú intenso dopo l'abbandono della Rai, con la correzione di quanto gia scritto (per questo fu importante anche la collaborazione di consulenti per i van dialetti) e con la scrittura di nuovi capitoli, che comunque non approdö a una vera conclusione della vicenda. Nel luglio 1957 usci l'edizione in volume, in dieci capito; Ii: nspetto al testo pubblicato in « Letteratura » si aveva l'aggiunta di quattro nuovi capitoli e una diversa sistemazione della parte precedente, con l'eliminazione del finale del tratto III e di tutto il IV, la cui materia riduceva il clima di suspense della narraz.one. Mentre il romanzo suscitava grande curiositä nel mondo letterano, ^adda ayeva in mente una sua proseeuzione, in vista di un eventuale secondoyow me. ma il progetto si arenö ben presto e si ebbero nelle edizioni successrve soloa cune correzioni, soprattutto di carattere Ünguistico. Dal romanzo f»ne«w* nuova scenegg,atura a cui l'autore restö quasi del tutto estraneo per il film d> P'«* mi' U" maleJe"° mbroglio, ,96o (cfr. dati, tav. 256). dehtto ■elative:ma L'edizione del 19,7 Successivi intervenn Un «glall0 impossibile» ro.9. Carlo Emilio Gadda 329 II Pasti, Ae awienc in ,!T l aPParenza la struttura del «giallo», con un; S1 «ratta in realtä di,m W686 £ COn lo svol8ersi delle indagÍnÍ 1 ^ mia <-- nello s ľso c lmPossibile»> che mantiene una suspense^ ■ m»lteplid fac<7n|S1 PLTde in miĽe Particolari, in una ricerca os es ice reaka 6 dei raPP°rti che luel delitto chiama n u ,atdai" vari modi „d ™md\u,^n«tricabilep«//cab:eque^P«*^ sa-II delitto, 1 realtä e dei rapporti che quel delitto chiama in c rolasi"a S1.snificati (olt^i! "el cors° dell'opera, con tutta la gamma dei suoi p* «ione di imbroglio poliziesco, esso si riferisce ^Rniticat (oltreali' . S'idituttiľe'! alla,cce21°ne.. ■ vicenda Tu pasti(-'cio» alim;;;;'rL01anz,L le materie, gli oggetti, levoci piu ,k, dd!a «>nversa7inl!ľ^tare a quello del sangue sul corpo della vittim*. • g^, ta): l'insieme di questi signing c. tutta l'opera come pastiche (cfr. GENEW niche, tav. ^J^g***«» i*Zľ , í1 ^Olosser, „U: tutta la realtä 1 Polai redefi come intreccio, intrigo. n0n lnisa' «PaClTÍ"la soddista«i benestanti (eche l'immagüj^ (eIlt. ■WM "n»), subito dopo una rapina ai danruddl» gazzi, una vecehia dama veneta, viene assassinata la ricca e bella Liliana Balducci, moglie di un uomo ďaffari, ehe, nel suo eruccio per la mancanza di figĽ, era solita beneficare domestiche e aceogliere presso di sé ragazze del popolo. Le indagini sui due episodi sono affidate al commissario di origine molisana Ciccio IngravaJlo (ehe era solito frequentare la famiglia Balducci ed é tremendameme scosso dalla morte delia signora), ma egli é affiancato da vari esponenti della questura romána e dai ca-rabinieri di Marino (nella cui zóna risiedono varie persone sospette). Lo sviluppo dcl romanzo si dä tutto nel complicarsi delle indagini, nel loro sťiorare ipotesi di-verse e nel loro disperdersi in mílle rivoli, anche se si acquisiscono aleuni risultatí si-euri (soprattutto il ritrovamento delle gioie della Menegazzi in una povera casupoia della campagna romána). Tra i dieci capitoli del romanzo possono distinguersi due parti di parí ampiezza: Borghesia i primi cinque sono infatti dedicati alla seoperta dei due delitti e alla príma fase del- e sonoproletarúto le indagini nel mondo delia borghesia e della piecola borghesia cittadina; i successi-vi capitoli mettono gli inquirenti in rapporto con il mondo del sottoproletaríato, con la realtä povera, disperata, grottesca, della campagna romána, tra I'Appia e l'Ardeatina, al limite dei Castelli románi, ai margini della vita della cittä. Ľultimo capitolo resta sospeso con la visita e la perquisizione del commissario Ingravallo nella catapecehia in cui abita una delle domestiche beneficate dalla vittima. La narrazione é priva di ogni centro: non ci sono punti di vista privilegiati, Una polifoma non c e nessun vero protagonista ehe possa sieuramente identificarsi con la po- *nza centro sizione dell'autore. Ai laceranti caratteri autobiografia della Cognizione del More si sostituisce una radicale immersione delia scrittura in una realtä ogget-,1Va daye facce molteplici, in una scatenata polifonia, dove si aggrovigliano i randelli, i residui, le combinazioni piú varie dei linguaggi collettivi dell'Italia ontemporanea: un mondo sociale di estrema coneretezza ci viene incontro n un «pasticcio» di voci diverse, nessuna delle quali puô prevalere definiti-jmente sulle altre. La voce dell'autore si canceila mescolando alľinfinito scheggedi realtä e di linguaggio Drin, 3 mesco'anza dä Iuogo a una ŕrizzante smlonia can. Piano il romanesco cittadino (in cui si sentono gli echi del piú diretto -"fltrtualtu Larnescol TT ""fi""s6'^- 110 piano f1123 'u°g° a una frizzante sinfonia carnevalesca, che mette in Plunlinguismo parlato cont romanesco cittadino (in cui si sentono gli echi del piú diretto ' cfr. 8 6emP°rane°. popolare e piccolo-borghese, e del grande modello di ^ale delja c ma varie sfumature del romanesco si accompagnano il ia-°ui si distinempa8ina romana' ^ napoletano parlato da buroerati epoliziotu (da Vall<)>, il venet*6 ^ 1? parzialmerlte la variante molisana del commissario Ingra-SCane' di lir)C° Menegazzi, apparizioni varie di altri dialetti, di formě to-eftrcrna degr HC straniere' di linguaggi specializzati, sia di tipo colto che di v "dla car Z1°ne- Questi diversi linguaggi non si affacciano solo nei dialo-jtrV dclla nar^ífnZ!azione dei sfogoli personaggi, ma investono tutto lo svol- -■-—l« j„n„ ^ferrizioni delle ( : cose e 4*IÍ 3'a Parola narrativa, entrano nelle pieghe delle descnziom«-- . ch^ lni UP?'dei fatti- La scrittura sembra erompere da un « R™^ de« al H 3r ^ bsi^e tutte le lingue, tutti i dialetti e tut« gli stád, delle une e •er« J "» (C. Cases): in questo modo il plurdinguismo d. Gadda raccogüeir stica itae gli scontri, tutte le " oao u pluiuiiig----. . , 1 :„„„;. .e frantumazioni deUa stoná ^fe^% deUe l^gug e dd caratterj egli scopre con fulminante m 33° L'luli« 1 anni Epoca io Guerree fascismo (1910-1945 tf,rrivo autenticamente «moderno» della storia italiana. ' II romanzo si pone cosi come una radiograha della vita sociale italiana negli n, anni del fascismo (ma cfr. 10.9^ e 10.9.11): e non a caso esso si svolge a Rom6a dd («osmo j, vitale dello Stato fascista, il centro in cui il regime autoritäre di massa ten-de a far convergere, a intrecciare, a uniformare le molteplici anime dell'Italia esaltandone gli aspetti piú negativi, la cialtroneria e la vanagloria, la vocazione ail'esibizione e all'imbroglio. La vita romana si presenta al lettore del Pasticciacdo nella sua piú affollata concretezza, nel suo intreccio quotidiano tra mondo popolare e mondo borghese, tra segni vuoti e fastosi del potere e improv-visazione di piccoli espedienti quotidiani, in mezzo alle tracce di una storia mil-lenaria, al proliferare di una distorta burocrazia, agli scarti di una modernita prowisoria e disgregata (ne sono segni macchine e oggetti meccanici, che ap-paiono sempre logorati, che funzionano sempre in modi awenturosi e impro-babili). In questa Roma fascista tutte le lingue e le realtä d'Italia si intrecciano in un baraccone spettacolare, in una f antasmagoria barocca e grottesca, in una buffoneria degradata: la vita di quegli anni si rivela qui come una vera e propria «autobiografia della nazione» (nel senso in cui del fascismo aveva parlato Go-betti, cfr. 10.2.15), un insulso spettacolo le cui radiči sono in un'antica abitudi-ne alla «favola» e alla mistificazione. 11 commissirio Ma la societa cosi determinata e concreta rappresentata nel Pasticdacao ingwvaiio non e che la forma piú marcia e putrescente del male, della stupidita, della ceci-tä che dominano in genere il mondo e la storia: non c'e personaggio che non partecipi a questo orizzonte, che non sia immerso nella nebbia inestricabile dell-essere sociale. La stessa figura del commissario Ingravallo viene a tram ptaffatta dalle cose, fino a identificarsi con l'ottusa materialitä del mondo in cui si muove, a compromettersi con la sua cieca stupidita: ma in altri momenti essa cerca in qualche modo di districarsi dal groviglio in cui tutto preclP."a' cerca di attermare una ragione organizzatrice, di ritrovare Ü filo di un oitun • che pero srugge continuamente, si disperde nel montare inarrestabüe ae . nfusume. Nella sua pos.zione d. indagatore e poliziotto, Ingravallo nvela J suo T "i1"""1' qualche s°mi8lianza con la posizione dello scrittore;» voLTSlt° dl 'mp0rre al caos ™ ordine e una conoscenza ^P^Z, " n f c ra8r?ge U" allucinat0 dist^co dalle cose, che gli rivela Ů lo» ^ bŽ£ í POnf a UM tra§ica comprensione della presenza ddg. vS o™ Í eSem?IÜ le « ^ prima visita al luogo del dehtto e suüa 10.9. Carlo Emilio Gadda 331 1* natura e la storia lur* e della Štclrif ^ C0Se e de«ü atti mescola e riawolge Ü passa» - 1 St0na con 11 Prcsente piú frantumato, doloroso e g»»^.% «*«-«ü con akre realtá ^'tó animal- SnS«ffia?li °Sget,li degli uomlni'si sovmppongono aspetti-«Ci00 Preva e la elementare fisicitä, che si iinp««5.,^-ziont. I« un ero srioK ' PCr, k di§estione, per gli escrementle e «>^»kv. per i „ . " , asso e Sisare, per le deformazioni e le P»<» nUfatt. °tatl dl ™a loro irrazionale vita autonoma, per<» oorei o meccanici, che invadono lo spazio come una perseeuzione indeeifrabi-le La serie infinita di intrecci tra questi e altri aspetti della realtá rivela la sini- «Si„is,ra stra continuitä delle cose, della vita naturale e di quella sociale: con qualcosa di continue, diabolico e di stregato, che si scatena soprattutto nella seconda parte del romanzo, nella rappresentazione della campagna romana, con una comicitä biz-zarra e onnivora, negli itinerári picareschi dei carabinieri tra veri epropri luo-ghi infernali (in cui emergono la « strega » Zamira Päcori e una serie di figure di ragazzotte ambigue). Questo senso di sinistra continuitä ě sostenuto inoltre da alcuni temi sim- Gli on e k giok bolici che percorrono iJ romanzo in tutte le direzioni: tra essi si impone quello degli ori e delle gioie, che nel loro carattere di vani ornamenti recano le tracce delia piú antica storia naturale e il segno di coloro che Ii hanno posseduti nel passato. Tra vari gioielli rubati e ritrovati, questo tema culmina nella scena del ritrovamento delle gioie della Menegazzi al capitolo 9, preceduta al capitolo 8 dal prestigioso pezzo del «sogno del brigadiere», scatenato delirio che travol-ge la sostanza fonica delle parole, la consistenza degli oggetti, la stessa linearita del tempo: alla visione del carabiniere impegnato nelle indagini la parola topa-xio suscita le piú bizzarre associazioni e deformazioni (per esempio, «s'era in-volato lungo le rotaie cangiando sua figura in topaccio e ridarellava topo-topo-topo-topo»). Con questa inventiva linguistica, pronta a corrodere i contorni stessi del Un mondo linguaggio, sospesa tra un'ilaritä sconfinata e una disperazione rappresa, tra incorreggibile momenti di distacco impietoso e di partecipazione pietosa alla vita delle cose (e di alcuni «poveri esseri»), il Pasticdacao da voce a tutte le facce di un mondo incorreggibile, al pasticcio di linguaggi e di comportamenti, di ridicolo e di or-tore di cui ě fatta non solo la Roma fascista, ma tutta ľltalia ehe non corrispon-I de a nessuno degli ideali razionali, morali, civili, in cui Gadda aveva creduto. 10.9.9. Eros e Priapo: il fasdsmo e il «putrido lezzo» della stoná. •1 ilGadda mise mano Giudizio Contemporaneamente al Pasticdacao, tra il i945_e u f'?* Jefiniva in ter- sul 6008,1 n smgri.l. . minipiúí 'temporaneamente al Pasticdacao, tra il 1945 e ú 46. ^ {^ m ter. sul fascismo a un singolare seritto di analisi del fascismo, Eros e Pnapo, cne a ^ ""n» Piú espliciti il suo giudizio sul costume deljentenmo elMMu^ iu espliciti il suo giudizio sul costume del veniem,^ - veramente , ■ - romanzo. Anche questo scritto non ebbe mai una1 sir d } t«,va e fu interrotto e ripreso in varie fasi.Alcuni bran. us™°™Jv0 ul'a rivista « Officina » e l'edizione in volume si ebbe nel 1967 («1 sig s°ttotltolo Da furore a cenere). Cate del ' Un opera «saggistica» che si sottrae alle forme istituzionali co- La saggistka Iu;" SÍ P°«e 1 trattat°' fifiUtfnd0 eSP?.SiZj0ne °rer ^ 6 SÍSt,e??a- ,lt"e satira I), c>, che tr un Past!Che, un miscugho di temi e di matenali Im- , mvettiva all' COr\e continuamente dalla riflessione teorica all'autobiografia, m""" ,cfr gens 8°' Questa mescolanza rimette in circolo i curatteri della ,iíscorso ae * TECNICHE. tac. 76) come insieme di materie diverse e co-ggressivo che salda risentimento morale e gioco beffardo. L'oriz- 33* Epoca io Guerre e fascismo (1910-1945) 10.9. Carlo Emilio Gadda 333 erario esa- zonte «politico» spinge Gadda ad assumere come base un toscano let*, arcaicizzante, sottoposto a deformazioni popolareggianti, a stravolgimenti «r sperati (sia verso toni colti ed eruditi, che richiamano schemi della piú estrosa trattatistica barocca, sia verso un realismo di tipo « basso »): spesso si rifa il verso a Machiavelli e si fanno convergere verso l'analisi del recente fenomeno le tracce piú varie ed eterogenee della storia e della cultura italiana. AniliH D termine «fascismo» non viene mai direttamente citato: e lo stesso accade per on compommemi il nome di Mussolini, designato con una serie infinita di nomignoli (da «furioso to"""" babbeo* al «Bombetta», al «Fava», a «Pirgopolinice Bombarda*, ecc): i nomi gnoli e in genere le metafore oltraggiose sono tra gli strumenti che meglio appoggia-no in questo libro ľaggressivitá di Gadda (che spesso designa anche se stesso con un nomignolo, De Madrigal). II proposito di analizzare soprattutto gli aspetti mo-rali e i comportamenti coílettivi legati al fascismo viene motivato con una vigorosa polemica contro la storiografia ufficiale, abituata a vedere solo le risultanze esterio ri, i grandi effetti della storia, a riassorbirne ogni dato nel percorso dialettico dello «spirito», delle istituzioni, delle nazioni: Gadda sostiene al contrario la necessitä di una storia attenta agli «stati ďanimo», agli atti frantumati degli individui e dei gruppi, agli impulsi ciechi, al groviglio di errori, demenze, mistificazioni su cui si Ndii"1 comportamenti degli uomini concreti. Ě necessario «interpretare c • notu. perserutare certi moventi del delinquere non dichiarati nel comune discorso», guardare nel« putrido lezzo » che emana « dal calderone della storia », mettere in luce il ruolo che il male gioca nello svolgersi dei grandi eventi; occorre seguire«" n-tardi 1 ntorni, i ponti roni, i vicoli ciechi della storia ». Insomma, non si tratta di prendere per buona la scéna apparente, rumorosa ed eroica della realtä, ma di se-guire le pieghe tonuose dei desideri, delle passioni, delle vanitä umane. IM prmpmrva púcoanalitica Nit, t !>, ucue passioni, aeue vanua "'""'g-^alisi. Per questa Moria « al rovescio », Gadda si awale delľapporto de ľ jruii nsalendo a concetti e termini ricavati da Freud (che tra ľaltro nel su ^ pSÍCoa-aveva svolto una analisi lucidissima della psicologia di massa). \ orl •£0> map«r nalitico fornisce il quadro di riferimento non per una analisi di tipo te a 0gni affondare il coltello nella piaga di una vita sociale che il fascismo ha * ^fapsfi U valita, agendo in modo distorto sugli impulsi sotterranei che y revalere * il comportamento di ogni uomo. II fascismo ha infatti segnato « ^bnorrne ď un cupo e scempio Eros nel confronti di Logos*: ha fatto cioe un uso ^ e[0U. ilcune tetisiom erotiche. trasferendo ogni rapporto collettivo sul jP'an ^ »vtf>--mo deviati., esibito in aberrant! forme sceniche, in aggressivita df m"r sUlnarO-lľm.ľ. tagR1° di,un P°tcre dl »P° camorristico. In particolare il fascismo ha agi e Msmo (elemente determinante di ogni eros) distorcendone le tunzioi ^ dll. ampUhcandolo in una identtficazione di massa con ľesibizione spe"aC° ,ata dal f" ce, in una sottomissione della foUa alla recitazione di truculenta1 viruiw inik • »' 11 t«cismo ha saputo far leva anche su certe disposizioni deU anunai ^ P'cgars. a chi piú si presentaorerv,^..-:--->-' .....UmC fazionalita, agendo vita e un C1.a'"oce iGadda'JS^" ?Km< <-■ invadente, a chi piú si esibisce e la m1'* 'm ^ senso sono " q"!ancora la ™ misoginia, pur precisando che «fc<» Ľindecmtt T , . Puremaggior pane dei maschi). '>i« „i, ra 8" scatti di rakk;., u • • „efno " Tŕ^-i n u ; [Ur'aítĽ e un lmP^no a precisare che tfung^ ľn ' ^ M no ľ ľ''dl Er e P^P« seguono tutte le varie d*«g,0 della dement Sta disto™°ne defi'irnpulso erotico, Pjf«**\o UVa na2'«nale, dell'assurdo a cui gran parte del poP italiano ě stato capace di giungere nel suo consenso al fascismo, che per altra via si rivela come il punto di arrivo di tutta una série di mali dell'anima italiana, negazione di ogni razionaJitá e di ogni decenza. Nella violenza scatenata di questo seritto, che non esita a trarre alia luce i ri- Fascismo svoltí piú osceni dei comportamenti legati all'intreccio psicologico analizzato, »™io™iit» Gadda sembra anche volersi liberare da un senso di colpa legato alla sua sim-patia iniziale per il fascismo e alTossequio formale che nella vita quotidiana era stato costretto a mostrare verso di esso: egli sputa un suo «rospaccio» personále, ma nello stesso tempo mette in guardia da ogni tipo di rapporto politico basato sulTuso di elementi irrazionali, sulla manipolazione degli istinti delle masse, su forme mitiche e su sotterranee correnti psichiche. La sua storia «al Contro rovescio » ricorda che un fenomeno come il fascismo si puó capire solo inter- os™ odturt pretando anche l'impoverimento morale che ha segnato le vicende private di d<ďesir"2'onf quegli anni (cosa che non sono capaci di fare certi storici specialisti che oggi pretendono addirittura di rivalutare il fascismo); e ci mette in guardia contro i pericoli di ogni cultura dell'esibizione e delTerotismo deviato, contro certi ca-ratteri della stessa comunicazione di massa (che spesso innescano comportamenti molto simili a quelli da lui individuati nel fascismo). 10.9.10. Opere varie e postume. Abituato a lavorare a progetti aperti in molteplici direzioni, facendone LaprooWione "scire schegge e frammenti del tipo piú diverso, soluzioni parziali e prov-visone, organismi mai chiusi e definitivi, Gadda ha costruito negli anni del do-Poguerra vari volumi che sembrano ruotare attorno ai testi maggion, che ne Presentano sparsi brandelli o residui o che raccolgono il frutto di espenenze lateral!, lasciate ai margini della sua maggiore produzione. Dai suoi manoseritti o aUe sue Pubblicazioni sparse in molteplici riviste sono stati ncavati anene -cun.1 volumi postumi, di vario interesse (dei piú important! dei quali si e gia Parlato sopra). Una sistemazionedi frammenti e di residui dei suoi maggiori libri tiiamwii Wfr «ftituita dalla raccolta del 1953 Novelle dal Ducalo infiamme (che ne titolo aUude ^'.Italia distrurta dalJa euerra fascista), in quartordici pezzi (tra cul aleuni ncavat --a diif" "Til13 dd 1953 N°Velle ^ Ducalo in jiamm, dalla iiecca rUtta ~,a a 8uerra fascista), in quartordici pezzi (tra cui aleuni ricavati nuovo titol "rtA C°&nizi°ne del dolore), rinnovata e ampliata nel 1963 col testi presenť ccoPP"""enli giudiziosi (in tutto diciannove pezzi). In aleuni dei e scherzos- 'řvT questa racco,ta si puó scorgere la presenza di sfumature piú leggere nud 3 Ua tUtt' va qui "cordato quello che reca proprio iJ titolo Accoppia- Accoppumnň della revis'í,OÍ rapparso in rivista nel lW ed elaborato probabilmente nella fase imlmosi serittore 6 de' ř,,I"'™íni': e 1'awio di una narrazione che riporta lo della ProrVri ?°n\, della borghesia milanese tra le due guerre, dove I'ossessione s'"ne dei rJeta S1 ga 3 Sagliofife strategie matrimoniali e famiiiari, e dove la corro-s" a "n ein rS°ua 88'e deI ,oro linguaggio sembra approdare al delirio e al nonsen-una pUra °CO ,.,e d'strugge le regole canoniche del racconto facendolo esalare in '°-'.8 „ ocai,'a (ě una strada che awicina Gadda a narratori come Celine, cfr. 0 come Beckett, cfr. u.,.9). log. larlo Emilio Gadda ^Mxiié pot ** WKW«» che C,*dda ha defct*^*^ («na sme Jiiropon^gjj" *—'"T! ^^r™??™*^ \ A> ******** ■am ' y«*uc«-qa»dcBareaha;btenskwe«torkln» ^^P^***- aorta ocvaxx-a. si tradueoao m tcnsione vasolfaUMa. " - v. • c .xxKretaimnusE*. "T ,n,^?ľ!■'?■■, "HP" score» di questoseaJo,«la« ■ ad hstZMo: c nsäeme ne rčsuka un mondo MtKW ■■niwiiiiliwV HiiJi.....V íinimi fiariilaiT - - . .i / -/.r^uxx-J - - ..-.i £ľ.-.~vie veriŕk«*»lfy 1Msara noo tamo su astratn mW1 - v_ ~ su un i ,0 Mi quest! v.ir.ittcn cost negativi dell Italia contemporanea nonsonoahro r ehe un esdsperazione del male protondo che nuii.uvi.i ogni vita sociale: Gadda sentceheessi tendono a propagarsisulľinterascaladdľuniverso. L Italiafa- *• seisra e habe líca da lui rappresentata divenra allora inimagine dd mondo mo-Jerno. del conťuso e distorto ronzio della societa di massa La sua rappresentazione della jcaha rontemporanea é perdo tutta sej^ Ja un pessinusmo radic.de. dal rifiuto di o^ni prospetth-a poshiva: e do comport* la negazione di ogni ruoJo «eroko». di ogni funriooe «sublime», per lo seritton. e per ľintellcttualc: la letteratura trova una huuionecritica e negativa, sokrorrendodallanegazionedeü'io. Laseritturanega turielermrionieiwÍr>-ň ehe nella vita sociale si aggregano attorno alia «persona» e scompone ndlo stesso tempo i propri etniilibri. metre in luce fino in rondo (anche con k propni incompiutezza) le contraddiziorii ehe si danno nd rapporto tra U parola e U reaha. H sens^^ modenx> del disgieyrsi di ogni tbraaediopaesperieaaasi espnrne cosi con una torza «sofahv cod uno spirilo gňcosoeinsieaM cob «na cinca di soÖerenza. in cui si klenuhcano il buio delLi nevrvta personale e ľoc-rore per i oaratteri assurdi e insieme concreti del mondo. La reaha. la cuhura. U linguaggio appaiono. ďakra pane, Uoccari senaa spennza in un gm\-igho densissimo e iriestncabüe: nd mondo dä Gadda turn i di una mancanxa di spaiio, ehe la scrittura icgBUa děpemtamente. cootnxi randosi con un bisogno di« silenz» » e di« soSnadBK»,coníikhÍBa»apodii v»lori sempha ed esserutaH che sono sopiaátari dal piedominio dd ruaaore, ä grunge cosi a una minuaosi osservanooe ddTamliirnar sociale e cuiruraie: ! haha dd tascisnx> drviene metafora pni amp« deöa raodemitt. tfc uo mondo «"s«o e inestricabile. E occorre riconoscerecheuna «cognmone» cosi »w ť - isperjtj Ji quesio «pasrx«Kxio» ě premessa neeessarä per ^Mki» ^«rappomrragh uotninL edéi*c4)d^ oat1.uv. 269)peiinetrer«inodin««osceteancow ^ .i; GAida '—r^iroduce in forme nuove L-m,. - r =äa-_i ^imbrogbo,***^0tf. i mm-^^****,