La buf era Les princes n'ont point d'yeux pour voir ces grand's merveilles Leurs mains ne servent plus qu'a nous persecuter... AGRIPPA D'AUBIGNE, A Dieu La buf era che sgronda sulle foglie dure della magnolia i lunghi tuoni marzolini e la grandine, (i suoni di cristallo nel tuo nido notturno ti sorprendono, dell'oro che s'e spento sui mogani, sul taglio dei libri rilegati, brucia ancora una grana di zucchero nel guscio delle tue palpebre) il lampo che candisce alberi e muri e li sorprende in quella eternita d'istante - marmo manna e distruzione - ch'entro te scolpita porti per tua condanna e che ti lega phi che l'amore a me, strana sorella, - e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere dei tamburelli sulla fossa fuia, lo scalpicciare del fandango, e sopra qualche gesto che annaspa... Come quando ti rivolgesti e con la mano, sgombra la fronte dalla nube dei capelli, mi salutasti - per entrar nel buio.