I.E OCCÄSIONI PARTE II MOTTETTI II fiore che ripcte dall'orlo de! burrato non scordarti di me, non ha tinte piü liete ne piü chiare dello spazio gettato tra me e te. Un cigolto si sferta, ci discosta, l'azzurro pervicace non ricompare. Nell'afa quasi visibile ml riporta alTopposta tappa, giä buia, la funicolare. La rana. prima a ritentar la corda dallo stagno che aflossa giunciii e nubi, stormire dei carrubi consctti dove Spenge Je sue fiaecole un sole senza caldo, tardo al fiori ronzlo di coleotteri che suggono ancora linfe, ultimi suoni, avara vita della campagna. Con un soffio Tora s'estingue: un cielo di lavagna si prepara a un irrompere di scarni cavalli, alle scintiile degli zoecoli. 150 IF. OCCASIONI PARTE II MOTTETTI Non recidere, forbice, quel volto, solo nella memoria che si sfolla, non far del grande suo viso in ascolto la mia nebbia di sempře, Un frcddo ca!a... Duro íl colpo svetra. E ľacacia ferita da sé scrolla il guscio di cicala nella prima belletta di Novembre. La canna che dispiuma mollemente il suo rosso flabello a primavera; la rédola nel fosso, su la nera correnťia sorvolata di libellule; e il cane trafelato che rincasa col suo fardello in bocca, oggi qui non mi tocca riconoscere; ma lä dove il riverbero piu cuoce e il nuvolo s'abbassa, oltre le sue pupille ormai remote, solo due rasci di luce in croce. E il tempo pass a. 152 LE OCCASION): ... ma cosl sia. Un suono di cornctta dialoga con gli sclami del quereeto. NcUa valva che il vespcro riflette un vulcano dipinto fuma lieto, La moncta incassata nella lava brill a anch'essa sul tavolo c tratticne pochi fogli. La vita che sctnbrava vasta e piu breve del tuo fazzoletto.