letteratura italiana IV, lezione n. 9 (18 aprile 2023) ancora Pirandello e Montale RICORDARE: Eugenio Montale: da “Ossi di seppia” “Forse un mattino andando” 1925, Ossi di seppia 1928, seconda edizione, accresciuta, come la leggiamo ora 1939, “Le occasioni” 1956, “La bufera e altro” 1971, “Satura” 1948, inizia a lavorare al Corriere della sera: “il secondo mestiere” 1975, Nobel 1980, “L’opera in versi”, a cura di Rosanna Bettarini e Gianfranco Contini Montale e Pirandello: nesso interdiscorsivo tra Montale (“Forse un mattino andando”, “I limoni”: terza strofa DA VEDERE ANCORA) e Pirandello (“Il fu Mattia Pascal”, “L’Umorismo”) sono presenti isoformismi tra le diverse opere: - la vita è pensata come un flusso continuo ma che viene tentata di fermare («fissare in forme stabili») attraverso l’assunzione di una maschera - in alcuni momenti ci si vede vivere - scoperta del vuoto e di una realtà diversa; esistenza priva di senso Montale si pone sotto la costellazione della modernità attraverso la lettura di Pirandello cfr. Articolo: Emilio Pasquini, “Agnizioni pirandelliane nella poesia di Montale” (ancora da vedere insieme, ma presente in IS) discussione in classe della “Regata” e dell’”Ombrello” - il “se” disgregante - l’altrove: il Verdaccio Italo Svevo: Pseudonimo di Ettore Schmitz 1882- Una vita 1898- Senilità 1923- La coscienza di Zeno Figura dell’inetto: in comune con Montale (Arsenio - ne parleremo - : chi non sa scegliere, chi non sa decidere) Non sa vivere l’inetto La coscienza di Zeno è la storia di una coscienza che rilegge gli avvenimenti LETTURE: 1) PDF manuale (solo i capitoli indicati in rosa) 2) Prefazione, preambolo (pdf testi) Il dottore: non rispetta la deontologia del medico pubblica il diario del suo paziente: diario che dice pieno di verità e bugie La storia della “Coscienza di Zeno” è dunque solo parzialmente vera Essa esprime la crisi dell’uomo moderno e dunque anche la scrittura che non è ritenuta veritiera Montale: “ciò che siamo, ciò che non vogliamo” Viene meno l’idea dello scrittore come vate, ovvero come portatore di un messaggio veritiero è valido per tutti (diverso quindi da D’Annunzio) La malattia: la malattia è la vita stessa