(AUTO)BIOGRAFIE LINGUISTICHE DEFINIZIONE, FINALITA’, METODI Ogni lingua ha un suo silenzio. (Elias Canetti) Imparate una nuova lingua e avrete una nuova anima. (Proverbio Ceco) Un uomo che parla una lingua vale un uomo; un uomo che parla due lingue vale due uomini; un uomo che ne parla tre vale tutta l’umanità. (Proverbio africano) COS’È L’AUTOBIOGRAFIA LINGUISTICA Genere letterario che ha esponenti Illustri, alcune opere famose: Parla, ricordo di Vladimir Nabokov, Le parole di Jean Paul Sartre, Infanzia di Nathalie Sarraute La lingua salvata. Storia di una giovinezza di Elias Canetti . Rappresentanti più recenti Il testamento francese di Andreï Makine Nord perdu: suivi de Douze France di Nancy Huston, Lost in Translation: A Life in a New Language di Eva Hoffman, A Memoir di Alice Kaplan, il monolinguismo dell’altro o la protesi d’origine (Le monolinguisme de l’autre) di Jacques Derrida. VITE CHE ATTRAVERSANO LE VARIETÀ DI UNA LINGUA ¡Lo strumento autobiografico nella letteratura italiana del Novecento, per documentare, attraverso la storia linguistica il passaggio dell’Italia da paese contadino (e dialettofono) a paese industriale (e italofono) ¡ (Groppaldi 2010) ¡“Libera nos a Malo” di Luigi Meneghello o a “Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg, entrambi esempi letterari di autobiografia linguistica. ¡ ¡ “Ci sono due strati nella personalità di un uomo: ¡sopra, le ferite superficiali, in italiano, in francese, in latino; ¡sotto, le ferite antiche che rimarginandosi hanno fatto queste croste ¡delle parole in dialetto. ¡Quando se ne tocca una si sente sprigionarsi una reazione a catena, ¡che è difficile spiegare ¡ a chi non ha il dialetto.” Libera nos a Malo ¡ COSA ACCOMUNA QUESTE OPERE? Sono opere scritte in prima persona Narrano di eventi vissuti nell’infanzia, nell’adolescenza e nella giovane età adulta Vengono narrate in una lingua esperienze che spesso sono state vissute in un’altra La scrittrice padroneggia a pieno la lingua d’espressione tuttavia ricorda con lucidità le vie attraverso le quali questa padronanza si è formata, anzi spesso questo è il fulcro della narrazione Propongono una prospettiva soggettiva che ricollega le vicende individuali a un contesto più ampio (storico, geografico, sociale, culturale, linguistico, didattico, ecc.) THE MIGRANT WRITERS Letteratura di migrazione: una dicitura controversa Nei Paesi con un passato coloniale si sono già formate da tempo delle élite che parlano e scrivono nelle lingue dei colonizzatori (si pensi a scrittori come Tahar Ben Jelloun in Francia o Hanif Kureishi, in Inghilterra) Migrant writers rappresentano un fenomeno che si è sviluppato un po’ ovunque, in Italia intorno agli anni ‘90 all’indomani dei flussi migratori più importanti. Ispirati dal bisogno di farsi ascoltare da un pubblico italiano, scrivono spesso testi autobiografici che parlano di violenza, razzismo, solitudine e integrazione impossibile. In Italia tra le prime e le più lette abbiamo Igiaba Scego e Cristina Ali Fara Italo-Somale e Jumpa Lahiri italiana-americana-bengalese La mia lingua madre, il bengalese, in America è straniera. Quando si vive in un Paese in cui la propria lingua è considerata straniera si può provare un senso di straniamento continuo. Si parla una lingua segreta, ignota, priva di corrispondenze con l’ambiente. Una mancanza che crea una distanza dentro di sé (Jumpa Lahiri 2015) “la storia linguistica individuale, diviene, storia linguistica di tutta quanta una comunità” (Arcuri, Paternostro 2014) Intendendo per comunità qualunque agglomerato sociale al quale il parlante dichiara di appartenere, da quello più prossimo come la famiglia, a quelli con i quali riconosce di intrattenere un qualche tipo di legame (linguistico e non solo). Nell’autobiografia linguistica, la relazione lingue-parlanti-società viene composta nei termini di un confronto fra questi tre aspetti e le molteplici identità che prendono forma nel e attraverso il racconto, superando confini apparentemente rigidi Queste memorie devono essere lette “non come resoconti veri, ma come esperienze veritiere di soggetti multilingue che tentano di esprimere nella loro lingua adottata o in un mix di lingue, cose che non potrebbero dire solo nella loro lingua madre […] Gli scrittori non solo conoscono molte lingue, ma vivono queste lingue con un'intensità particolare, perché sono associati ad eventi ed emozioni che in quelle lingue hanno vissuto. Sono in grado di esprimere queste esperienze in modi che ricordano a molti dei loro lettori lo stretto legame tra codice semiotico e realtà affettiva”. Kramsch (2004) Kramsch C. (2004), “The Multilingual Experience: Insights from Language Memoirs”, in TRANSIT, I. 1, Berkeley: https://escholarship.org/uc/item/9h79g172 ALCUNE DOMANDE ¡Dunque cosa ci si deve aspettare di trovare in una biografia linguistica? ¡ Che tipo di valore hanno per la ricerca questi dati così personali, intimi, aleatori e mutevoli? ¡E’ possibile restituire l’interezza del proprio repertorio linguistico? ¡ Cosa farsene di questa rete a strascico dei ricordi? ¡ Come facilitare l’espressione e la riflessione riguardo al come le lingue (presenti o addormentate che siano) vivono in noi? ¡ Quali aspetti sono rilevanti per la didattica e la formazione in ambienti multilingue? ¡Che tipo di valore pedagogico può avere nei contesti di formazione lo strumento dell’AL? SCANDAGLIARE IL REPERTORIO LINGUISTICO ¡Il concetto di repertorio inizialmente definito “verbale” nasce con John Gumperz nei primi anni sessanta (Gumperz 1964) e mostra come anche all’interno della stessa comunità di parlanti, il repertorio di ciascuno "contiene tutti i modi accettati di formulare i messaggi. Fornisce gli strumenti della comunicazione quotidiana, che i parlanti scelgono in base ai significati che vogliono trasmettere". ¡Secondo Gumperz i repertori plurilingui formano un insieme che è più della somma delle parti: le lingue e i dialetti "formano un insieme comportamentale a prescindere dalla distinzione grammaticale e devono essere considerati varietà costitutive dello stesso repertorio verbale" REPERTORIO LINGUISTICO- COMUNICATIVO- SEMIOTICO ¡La concezione di repertorio passa dall’idea di una struttura abbastanza stabile e regolare a concezioni che mettono in risalto la fluidità creatività dei parlanti (Blommaert 2010) dunque è leggibile e comprensibile attraverso la biografia e i percorsi individuali di ciascuno ¡Altri lo vedono principalmente come qualcosa di emergente da particolari assetti sociali o spaziali in cui hanno luogo le interazioni. (Canagarajah, 2018; Pennycook 2014) ma sempre connesso alle risorse personali che i partecipanti hanno acquisito lungo il loro percorso di vita. ¡Non è una cassetta degli attrezzi da cui attingere in base alle esigenze del momento, perché a volte è percepibile come alcune risorse acquisite possano non essere accessibili in un determinato momento, in una determinata situazione e in altre no ¡Busch (2012) lo definisce come: ¡“un'ampia gamma di voci, discorsi e codici, uno spazio eteroglossico e contingente di potenzialità che include immaginazione e desiderio e al quale i parlanti fanno ricorso in situazioni specifiche” ¡ LE LINGUE E LA VALENZA AFFETTIVA ¡Come sono vissute le risorse linguistiche all’interno dei valori personali, identitari, nazionali, etnici e di affiliazione/non affiliazione sociale. ¡Questi significati sono soggetti a cambiamenti che possono derivare sia da discontinuità biografiche (la migrazione, i matrimoni, relazioni di lavoro) o anche alle riconfigurazioni sociopolitiche (colonizzazione, guerre ecc. ) es. la lingua russa per il popolo ucraino, da un’indagine svolta nel 2004 dall’istituto di sociologia di Kiev si evidenziava che il 43% della popolazione risultava parlare russo in casa ¡Nelle biografie linguistiche può emergere una situazione di conflitto linguistico creatosi per ragioni storiche e politiche, tra una lingua appresa come lingua madre e una lingua ufficiale di seconda acquisizione resa ad uso obbligatorio e raccontare come questo influisca e si differenzi nell’atteggiamento dei parlanti. ¡"Ho una sola lingua, non è la mia” (Derrida) ¡Rapporto con le lingue coloniali e i sistemi educativi che proprio in quanto strumento stesso di colonizzazione sono orientati ancora più fortemente in senso monolinguistico a squalificare e sanzionare l’utilizzo delle lingue d’origine. ¡Le conseguenze di questo possono essere in termini di adesività/assimilazione, difesa/rifiuto e mescolanza/rielaborazione, si trasmettono nelle generazioni, vengono da queste rielaborate e possono emergere nelle AL. REPERTORI NELLA MOBILITÀ “la compresenza di più lingue nello spazio, nella mente e nelle singole interazioni comunicative conduce assai spesso l’individuo ad un alto grado di adattabilità nelle interazioni multilingui e ad un continuo apprendimento di nuove lingue utili o addirittura indispensabili per la propria vita” (D’Agostino 2023) Quante lingue materne? Il contatto con repertori linguistici di persone con background migratorio mette in luce come le pratiche linguistiche possano essere ibride e instabili fin dall’infanzia costringendoci a riconsiderare anche la concezione della lingua materna (o lingua 1) che fa riferimento ad un’idea di famiglie mononucleari e monolingue come modello unico, ma non rispondente ad esempio alle multilingue società africane, dove ogni individuo può possedere più di una lingua d’origine; dove un apprendimento linguistico differenziato da quello familiare non avviene primariamente o esclusivamente attraverso la scolarizzazione, ma anche tra pari, nel vicinato o nei rapporti di famiglia allargata, spesso in parte dislocata già nei primi anni di vita (D’agostino 2021) Lingue in viaggio Il viaggio migratorio, vissuto spesso in condizioni difficilissime in cui si viene in contatto con persone socialmente, linguisticamente e culturalmente diverse per lunghi periodi di mobilità o immobilità dovuta alla detenzione o ai centri di accoglienza. incide fortemente nello sviluppo del repertorio linguistico personale.(D’agostino 2021). A causa della convenzione di Dublino spesso arrivano da noi migranti “di ritorno” da un altro paese europeo dove hanno vissuto per anni. TRAMITE UN APPROCCIO (AUTO) BIOGRAFICO E’ POSSIBILE: ¡Attraverso questo percorso di rielaborazione l’individuo esprime una pluralità di riferimenti e di appartenenze, il complesso emergere di nuove identità linguistiche e di nuovi valori culturali, di nuove strategie sociali di fronte alle sfide dell’integrazione (o della sopravvivenza) in contesti diversi da quello d’origine. Cardona M., Luise M. C. (2019) ¡ ¡Combinare le narrazioni personali con la ricerca sperimentale sull’acquisizione linguistica in quanto portano in superficie aspetti dell’attività umana che non possono essere catturati altrimenti, soprattutto in contesti dove non è facile reperire altro genere di dati. ¡ ¡Sono strumenti preziosi per individuare le influenze tra le lingue e sulla personalità plurilingue in formazione (Cardona, Luise, 2019). ¡ 3 INFORMAZIONI INTERCONNESSE ¡Lo studio narrativo distingue tre tipi di informazioni interconnesse che si possono raccogliere dalle storie di vita (Pavlenko 2007) ¡ la realtà del soggetto (cioè i risultati su come le "cose" o gli eventi sono stati vissuti dagli intervistati), ¡la realtà della vita (cioè i risultati su come le "cose" sono o sono state) ¡e la realtà del testo (cioè i modi in cui le "cose" o gli eventi sono narrati dagli intervistati) (Denzin 1989; Nekvapil 2003) ¡Gli studi sulle narrazioni autobiografiche nel campo della linguistica applicata si concentrano comunemente su uno dei tre tipi di informazioni e i metodi di analisi variano a seconda del focus dello studio. Il gruppo più numeroso di studi esamina la realtà del soggetto facendo riferimento primariamente all’analisi tematica o di contenuto, pensieri e sentimenti in rapporto all’apprendimento delle lingue seconde e straniere. LA BIOGRAFIA LINGUISTICA INSERITA NELLA DIDATTICA ¡Vent’anni fa le AL hanno preso campo in ambito didattico e pedagogico, aggiungendo nuove riflessioni in merito alle finalità, agli obbiettivi e agli strumenti utilizzati, grazie soprattutto all’introduzione del Portfolio Europeo delle Lingue (PEL). ¡Il PEL viene diffuso e presentato, al termine della fase pilota, durante il 2001 Anno Europeo delle Lingue. Tutti i modelli di Portfolio devono contenere tre parti: Passaporto delle lingue, Biografia linguistica e Dossier. ¡Il PEL mira a essere uno strumento (auto)valutativo e descrittivo delle conoscenze linguistiche ed esperienze di contatto interculturale sviluppate in ambito formale e non degli studenti La Biografia linguistica nel PEL si concentra sull’esperienza passata del discente, soprattutto sul suo percorso di apprendimento presente e sulle sue aspirazioni per il futuro. È studiata per adattare l’apprendimento ai principi pedagogici fondamentali per l’utilizzo dello strumento, tra cui in particolare l’individuazione di obiettivi di apprendimento, la riflessione sulle esperienze di apprendimento e l’autovalutazione dei progressi compiuti e delle competenze acquisite. ¡ GLI STUDENTI DI LINGUISTICA ¡Canobbio e Telmon inaugurano l’utilizzo delle AL in ambito universitario e offrono spunti di riflessione sull’utilità didattica che definiscono: “un particolarissimo genere di confine tra il saggio di scrittura e quello di applicazione di informazioni specialistiche nel campo della sociolinguistica” (Telmon 2006) ¡Loro notarono come far scrivere le autobiografie linguistiche agli studenti universitari di linguistica, rendeva meno volatili i saperi acquisiti ancorandoli alla loro esperienza personale. ¡Sul territorio nazionale ed internazionale nell’ultimo decennio si sono sviluppate diverse indagini empiriche e progetti di ricerca europei che ne hanno approfondito le specificità, mettendone alla prova le differenti potenzialità delle AL presso diverse tipologie di pubblici, dalla scuola di base fino alla formazione di insegnanti e operatori, ai contesti di formazione linguistica dedicati a persone dal background migratorio, diventando oggetto di ricerca e costruendo un’ ampia letteratura specifica L’AL LINGUISTICA OLTRE IL CURRICULUM FORMATIVO ¡ ¡“un récit plus ou moins long, plus ou moins complet où une personne se raconte autour d’une thématique particulière, celle de son rapport aux langues, où elle fait état d’un vécu particulier, d’un moment mémorable. Elle va, à travers cette démarche, se réapproprier sa propre histoire langagière telle qu’elle a pu se constituer au cours du temps.” (Perregaux 2002) ¡(un racconto più o meno lungo, più o meno completo dove una persona racconta la propria storia attorno ad un tema particolare, quello del suo rapporto con le lingue, dove riporta un'esperienza particolare, un momento memorabile. Attraverso questo approccio, si riappropriarà della propria storia linguistica così come si è formata nel tempo”.) ¡ ¡Lo spostamento di sguardo sul processo di acquisizione delle lingue in contesti scolastici non ci deve indurre a sottrarre all’apprendente la sua centralità focalizzandosi solo sulle lingue acquisite in contesti di formazione/istruzione ¡ ¡ AL FINALITÀ E OBIETTIVI GLOTTODIDATTICI ED EDUCATIVO-PEDAGOGICI ¡FINALITA’ GENERALI: ¡la valorizzazione del plurilinguismo (delle lingue conosciute, vissute, con cui si è stati in contatto) ¡ la riflessione meta-linguistica. ¡ ¡Queste finalità hanno la loro rilevanza in tutti i percorsi di apprendimento in contesti Multilingue ¡ AL FINALITÀ E OBIETTIVI GLOTTODIDATTICI ED EDUCATIVO-PEDAGOGICI ¡L’ AL rappresenta uno strumento flessibile, proponibile in diversi momenti dell’attività didattico/formativa ad esempio come: ¡ strumento diagnostico o di presentazione di sé in un gruppo all’inizio di un ciclo ¡strumento valutativo-formativo, riepilogativo di un percorso e quindi alla fine. ¡strumento didattico che può essere proposto in varie forme e in più di un momento, con l’obiettivo di stimolare lo studente a cercare nel proprio vissuto racconti di esperienze, parole, canzoni, modi di dire, proverbi, storie, che sono entrate in lui attraverso le lingue d’origine o le lingue conosciute apprese e che possono essere raccontate in un gruppo utilizzando le stesse, o altre; ¡AL stimola la consapevolezza del vissuto linguistico e del suo universo e la narrazione di questo. ¡L’esplorare il vissuto linguistico porta lo studente a scoprirsi come essere portatore di significati e di storie, a riconoscere il proprio bagaglio di esperienze linguistiche e culturali”.(Sofia e Favero, 2018: 55) ¡ FUNZIONI DELLE AL IN CONTESTI DI FORMAZIONE ¡ Funzione conoscitiva: ¡l’AL permette di approfondire in modo sensibile la conoscenza dei repertori plurilingui degli apprendenti, nonché la storia di acquisizione linguistica le sue peculiari caratteristiche di apprendimento orale informale o scolastico formale, le motivazioni che ne sono state alla base ecc. ¡Questo è particolarmente utile in classi con studenti dai background sociolinguistici compositi, per orientare la didattica e programmare interventi mirati. ¡Utile per gli apprendenti rendersi conto di quanto già si sa, di quanto si sa fare e di come si sa essere, attraverso i propri atteggiamenti linguistici, le proprie credenze, le teorie di riferimento. ¡Alcuni ricercatori si sono occupati di come il cambiamento dell’auto-percezione degli studenti, da mancanti nella lingua di scolarizzazione a portatori di un repertorio plurilingue condivisibile nel contesto di apprendimento alzi la qualità della loro partecipazione e i loro risultati accademici (Cumminis 2019) FUNZIONI DELLE AL IN CONTESTI DI FORMAZIONE ¡Funzione educativa: ¡ Nell’ottica di un’educazione multilingue ed interculturale: ¡ ¡ ¡le AL in quanto dispositivo di auto-narrazione permettono di far emergere e valorizzare nel gruppo, insieme alle lingue e alle diverse varianti linguistiche degli studenti, le esperienze di contatto interculturale che con esse partecipano alla costruzione di una più ampia competenza multilingue e pluriculturale. ¡Attraverso la biografia di ciascuno si rende evidente non solo il multilinguismo del gruppo, ma anche le appartenenze culturali di ciascuno che possono essere plurime e intrecciate, le esperienze anche di breve e più o meno intenso incontro/scontro culturale che il gruppo raccoglie. ¡ FUNZIONI DELLE AL IN CONTESTI DI FORMAZIONE ¡ Funzione pedagogica ¡ nell’ottica della costruzione del gruppo: ¡ ¡in quanto dispositivo narrativo l’autobiografia accresce la conoscenza reciproca tra i partecipanti connettendo le persone in dimensioni di rispecchiamento ed identificazione che facilitano la fiducia reciproca e il legame sociale. ¡ la consapevolezza che il sapere collettivo viene costruito con l’apporto di ciascuno, aumenta l’identificazione di ciascuno nel collettivo. “Incoraggiare a parlare di sé può rappresentare un forte stimolo alla maturazione delle proprie capacità di relazione, alla ricerca della propria identità nella dimensione affettiva e sociale, alla definitiva ‘decentrazione conoscitiva nei confronti del proprio vissuto’” (Brasca e Zambelli, 1992: 156). ¡Nel racconto delle AL ci si rende conto di essere inseriti in una o più comunità, ma si diviene altresì consapevoli che anche la classe è una comunità o potrebbe esserlo e condividere aspetti di sé ne facilita la creazione. FUNZIONI DELLE AL IN CONTESTI DI FORMAZIONE ¡Funzione di accrescimento nella consapevolezza ¡ meta linguistica (Language Awareness): ¡ ¡ ¡le AL attivano attraverso il confronto con gli altri un ragionamento e una riflessione sulle lingue in quanto tali, sulle varietà e i dialetti, su come possono essere apprese e utilizzate in vari frangenti della vita. ¡Le esperienze degli altri possono fungere da modello a livello personale, ma soprattutto, l’oggetto “Lingue” viene analizzato da più parti e con il contributo di tutti, si può attivare una riflessione e un confronto sugli stili di apprendimento, sull’ utilizzo, ma anche sul disuso. FUNZIONI DELLE AL IN CONTESTI DI FORMAZIONE ¡Funzione di emersione delle rappresentazioni sociali circa le proprie lingue-culture: ¡Le rappresentazioni hanno forti legami con il processo di apprendimento linguistico che, a seconda della loro positività o negatività, contribuiscono a rafforzare o a rallentare (Castellotti e Moore 2002), ¡Far emergere immagini e rappresentazioni delle lingue, in particolare in contesti plurilingui o con studenti di origine straniera, data infatti la natura parzialmente dinamica - e quindi modificabile - delle rappresentazioni sociali. ¡Possiamo fare una differenza fra rappresentazione sociale e atteggiamento (Cognini 2007) la prima considerata sia come elaborazione individuale che come modello sociale, la seconda radicata nella comunità linguistica e spesso legata a stereotipi; ¡Le AL in quanto azione didattica possono facilitare la creazione di un atteggiamento positivo verso quelle lingue che, per specifiche ragioni biografiche, sono particolarmente connotate sul piano psico-affettivo. ¡ NARRAZIONE DELLE AL IN QUALE LINGUA? ¡La scelta della lingua attraverso cui narrarsi ¡Alcuni studi sulla memoria bilingue evidenziano che, se la narrazione di un evento avviene nella stessa lingua in cui questo è stato vissuto, il racconto è caratterizzato da una maggiore quantità di dettagli e intensità emotiva (Marian, Kaushanskaya, 2004). Al contrario, l’impiego di una lingua diversa da quella veicolo dell’esperienza permetterebbe un maggiore distanziamento dagli eventi narrati facilitandone il racconto e, nel caso di vissuti particolarmente dolorosi, la possibilità stessa di raccontarli (Pavlenko, 2005/2007; Lévy, 2008). ¡Cognini (2007) osserva come il code-switching può configurarsi come una strategia autonarrativa per amplificare il coinvolgimento personale dell’emittente o del suo ricevente o al contrario, come strategia di distanziamento emotivo da quanto narrato (Bond, Lai, 1986; Amati Mehler et al., 1990; Cognigni, 2007). ¡Seguendo questa prospettiva, l’impiego di un’unica lingua potrebbe costituire un limite non solo per la ricerca (Pavlenko 2007) ma anche nella costruzione dei contesti di formazione, circoscrivendo le potenzialità espressive di chi si narra. ¡A seconda dei repertori linguistici dei soggetti narranti e degli obiettivi di chi ne stimola i racconti, si potrà dunque richiedere di produrre più AL in momenti diversi in una o più lingue, mettendone poi a confronto gli esiti, o lasciare la libertà di impiegare una o più lingue all’interno di uno stesso racconto. STRUMENTI E STRATEGIE DI RACCOLTA DELLE AL ¡Nelle sperimentazioni condotte in ambito educativo/formativo le AL sono state proposte attraverso diversi strumenti e strategie, selezionandoli o integrandoli a seconda dei destinatari e delle caratteristiche del contesto o alternandoli in percorsi compositi da un susseguirsi di proposte. E’ possibile comunque presentarli in 3 macro gruppi: ¡ ¡Questionari ¡Racconti ¡Strumenti multimodali grafico-simbolici ¡ ¡ QUESTIONARI ¡Questionari biografico-linguistici: ¡Rivolti agli studenti e/o ai loro genitori, a seconda dell’età degli apprendenti implicati. ¡Questi possono sondare diverse aree generalmente si focalizzano maggiormente sulle lingue di origine e/o sulle lingue apprese con la scolarizzazione. ¡Possono contemplare anche diverse esperienze di vita, che vengono però scelte e proposte dall’insegnante/ricercatore a priori, possono includere i dialetti e le varietà oppure no, offrono senz’altro dati che sacrificano la complessità a fronte di maggiore precisione e sintesi ¡ ¡ ¡I racconti delle lingue: di diverso genere, sia in forma scritta che orale, che può essere lasciata interamente libera, guidata con una griglia, delle domande o ambiti tematici. ¡ Sono una pratica inaugurata in Italia in ambito didattico da Telmon e Canobbio oltre vent’anni fa con studenti universitari di linguistica, i punti intorno a cui chiedevano agli studenti di articolare il loro racconto scritto erano: ¡Dati anagrafici personali e dei due rami della famiglia, con segnalati gli spostamenti di residenza, informazioni sulla situazione linguistica personale e della famiglia, i codici tra i membri, la lingua materna ¡Le scelte della famiglia nell’educazione linguistica, se c’è il dialetto e da chi e come viene utilizzato, cioè quale per quale tipo di esigenza comunicativa (affettiva, identitaria espressiva ¡Tappe e sedi di presa di coscienza linguistica dello studente, viaggi spostamenti, traslochi in altre regioni, reazioni della scuola negli spostamenti linguistici rispetto alle difficoltà comunicative e alla complessità linguistica (Canobbio 2006 Dagostino 2012) ¡Il racconto può essere fatto in forma scritta e indirizzato dallo studente al docente, o letto alla classe. In forma orale condotto come un intervista, o narrato al gruppo direttamente dall’autore. Nei contesti multilingue è necessario organizzare la narrazione attivando meccanismi che facilitino la mediazione o la traduzione trasversale nel gruppo ¡ ¡ RACCONTI DELLE LINGUE ANGOLI NARRATIVI PER IL RACCONTO LINGUISTICO ANGOLO PER IL RACCONTO DI CASA DALLA NIGERIA ¡ ¡ ¡ ¡ ¡L2: <> ¡C1: <> ¡L2: <> ¡C1: <> ¡L2: <> ¡[T3: Cugini, cugini, cugini] ¡(C indica T) ¡C1: <> ¡L2: <> ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡T3: <> ¡C1: <> ¡T3: <> (T indica L) ¡C1: <> ¡T3: <> ¡C1: <> T3: < ANGOLO PER IL RACCONTO DELLA SCUOLA ¡C1: <> ¡L2: <> ¡C1: <> ¡L2: <> ¡C1: <> ¡L2: <> ¡C1: <> ¡C1: <> ¡L2: <> ¡T3: <> ¡R4: <> ¡T3: <> ¡L2: <> ¡C1: <> ¡H5: <> ¡ STRUMENTI MULTIMODALI ¡Strumenti che implicano l’uso del disegno e dei colori per raffigurare il proprio repertorio plurilingue e il rapporto con esso. ¡Sono di particolare interesse per la maggiore immediatezza comunicativa e per la dimensione emotivo-affettiva che consentono di sollecitare. ¡Il carattere sintetico-simbolico di quest’ultimo gruppo di strumenti per l’AL stimola diversamente chi lo produce e chi lo guarda/ascolta proprio per la multimodalità fornendo contemporaneamente due serie di dati che permettono di trarre inferenze su come i parlanti interpretano il loro repertorio linguistico: una visiva e una narrativa. ¡La comunicazione attraverso segno e colore e quella attraverso la parola, si intersecano, si supportano e a volte si completano a vicenda potenziando la capacità/possibilità comunicativa anche in contesti con poca lingua in comune. ¡L'immagine sta diventando un modo potente per fornirci nuove intuizioni su credenze, paesaggi emotivi ed esperienze vissute del sé multilingue, (Kalaja e Melo-Pfeifer, 2019) ¡ La multimodalità è di particolare interesse perché utile in un contesto di competenze e repertori linguistici molto eterogenei e con poca lingua in comune, quindi particolarmente utile nei gruppi di studenti con background migratorio VALORE DELLA MULTIMODALITA’ NARRATIVA ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ MAPPA DELLE LINGUE QUALI LINGUE HAI PARLATO: CON CHI DOVE QUANDO VOILÀ UN PEU QUELQUE LANGUE QUE JE PARLE, JE PARLE LE FRANÇAIS, UN PEU D’ANGLAIS, L’ITALIEN UN PEU, LINGALA, TETELA, SWAHILI, KIKONGO. ¡H1: je m’appelle Harmonie, je suis née au Congo, République Démocratique du Congo, mais je suis pas née dans la capitale, je suis née dans l’une des provinces du Congo, xx (nome provincia). là, je suis avec ma famille, mon papa et ma mama, moi j’ai appris deux langues, le français et le lingala. vu que nous étions en province, donc dans ce province là ils parlent une autre langue, mais mes parents m’ont pas appris ce dialecte là qu’on parlait là-bas ¡, là où je suis née mes parents ne me l’ont pas appris, ils parlaient le kikongo. ¡à l’école on parlait le français, français, français, français et j’ai appris à bien parler le français. et avec mes amis on parlait le lingala aussi, le lingala. et, un moment après, y a eu ma grand-mère - la madre di mio papà - est venue chez nous, et lui- elle parlait le tetela, tetela. le tetela is un dialecte del Congo= ¡H1: sì, nonna paterna. alors elle m’a appris aussi à parler le tetela, pendant le temps qu’on vivait avec. et puis après, ma mère, l’autre des mes grand-mères, est venue et elle parlait le swahili. le swahili. elle m’a appris aussi le swahili, donc j’ai aussi appris à parler le tetela, le swahili. Immagine che contiene testo, mappa, cerchio, Arte bambini Descrizione generata automaticamente GLI ALBERI DELLE LINGUE ¡L’albero delle lingue collettivo che rappresenta tutte le lingue presenti in classe attraverso le foglie colorate, utilizzata per rappresentare il multilinguismo di un gruppo in un’unica immagine simbolica ¡Utilizzato per mettere nella chioma gli ambiti in cui si parlano le diverse lingue (casa, lavoro, scuola ecc.) ¡Utilizzato per la metafora diacronica che l’albero suggerisce, quindi dalle lingue della famiglia nelle radici, alle lingue apprese nell’infanzia e poi le lingue incontrate e/o nell’arco della vita lungo il tronco, fino all’oggi (la chioma) ¡ ¡ L’ALBERO DI MO (STUDENTE B1, NATO IN MAROCCO) ¡Questo è il mio albero di lingue. Ci sono tanti colori, 6 colori, quindi parlo? Sei lingue. ¡Questa qua in rosso, la colore rosso è la mia lingua madre, quindi tutto rosso perché miei nonni, i miei nonni, mia madre, papà, tutta la famiglia parlano amazig o berbero, questa è la mia lingua madre, questo rosso. Poi quando sono nato, ho iniziato ad andare a scuola, quindi a scuola ho imparato l’arabo, perché facciamo gli studi in arabo, questo giallo, quindi ho iniziato la scuola qua a un certo punto, ho iniziato a imparare l’arabo a scuola, dopo l’arabo, dopo due anni abbiamo iniziato anche il francese, questo in nero è il francese. Questo è il tronco del mio albero di lingue. Dopo il francese, dopo la scuola media, ho iniziato anche a imparare anche la lingua inglese, questa in blu, quindi un'altra lingua. Poi quando sono venuto, quando sono arrivato in Italia, un anno fa, un anno e mezzo, quasi due anni fa, ho iniziato, sono venuto ad Asinitas, ho iniziato a imparare l‘italiano questo qua, è il colore verde. ¡Oggi quindi parlo queste 6 lingue, ma dipende del contesto, ad esempio la lingua madre la parlo solo quando chiamo la mia famiglia al Marocco, quindi parlo con la mia famiglia, anche gli amici che sono in Marocco parliamo in berbero. Il francese parlo… parlo in italiano, in arabo, in francese…ma anche in berbero, con amici, perché in Italia ci sono altri amici che parlano francese….inglese… per esempio Abdulaje quando ci incontriamo fuori scuola parliamo francese spesso, quindi ho messo anche francese per amici. in Italia. Per lavoro c’è francese, italiano e arabo, perché nel mio lavoro devo parlare queste lingue: italiano con gli italiani, francese a volte con persone di altri paesi che parlano francese. Poi c’è anche l’italiano qua, l’italiano oggi esiste in tutti gli aspetti, lavoro, scuola, la vita, la strada, la metro, i negozi, l’ italiano sempre esiste. Invece inglese solo con alcuni amici e a lavoro. Questo è il mio albero di lingue (applausi) ¡Rispetto ai colori ho scelto il rosso per le radici, perché le radici, rappresentano le origini, sono il sangue, lo so. Ho scelto nero, noir pour le francais, ho scelto il nero per il francese perchè per me il francese è la lingua di colonizzazione quando è entrata la Francia in nord Africa in marocco, quindi una lingua di colonizzaizione, quindi è una brutta storia, quindi ho scelto il nero un espressione per queste emozioni, per questa storia cattiva, brutta. Niente, gli altri arabo ho scelto così altri colore per fare la differenza. Ho scelto il verde Per italiano perché fa parte dei colori della bandiera italiana, quindi ho scelto il verde. Questo eeeh questo niente. ¡Altri colori che ho scelto blu per l’inglese, poi il marocchino arancione, francese nero, una legenda, la legend, pour expliquer le sens du color ¡Quando ho iniziato a parlare l’arabo comincia il giallo, ma dentro questo colore c’è un po’ di rosso, un po’ di colore di radici, se ricordate? Anche lo stesso qua, quando ho iniziato a imparare il francese guarda, è iniziato colore nero, ma c’è un po’ di rosso all’inizio, questo l’ho fatto per dire che la mia lingua il berbero abbiamo tanti sonori aarah, gra, hha, quindi tanti suoni no? Quindi per me è facile, questa cosa mi ha aiutato a imparare altre lingue. Ad esempio gli italiani non possono hhgra perché loro non hanno hgra, nel loro apparatorio fonatico, non possono dire, ma per me la mia lingua c’è hhgra, hha quindi posso imparare le altre lingue facilmente per quello che ho messo questi piccoli colori rossi, anche qua, perché la mia lingua, le caratteristiche della mia lingua, mi ha aiutato ad imparare altre lingue L’ALBERO DI AL ( PRE-ALF, NATO IN MALI) Samakulè Wolof eeh fulà, salakulè eeeh…rosso italiano, giallo bianco english loxxx mix french tutti io parlare africano language, africano tutti Malien fulà salakulè wolof jula, manjako tutti io parlare africano language Tutti, tutti burkinabè, algeria, somalia, (xx continua a elencare, risate di tutti) Io vene scola Io parlare italiano piccola piccola aprè io.. aprè io grande Parlare italiano va bene UN ALBERO MULTILINGUE (IN CLASSE NE SONO PRESENTI 41) Immagine che contiene vestiti, persona, muro, Viso umano Descrizione generata automaticamente Immagine che contiene Arte bambini, arte, dipinto, Blu intenso Descrizione generata automaticamente I RITRATTI LINGUISTICI (LANGUAGE PORTRAIT) ¡Bush e il gruppo di ricerca Spracherleben (Esperienza vissuta del linguaggio) introduce nelle riflessioni e analisi sul repertorio linguistico la nozione di immagine corporea (Busch 2021) ovvero una rappresentazione immaginaria (fortemente connotata emotivamente) del proprio corpo in relazione agli altri, che si forma e si trasforma nelle interazioni incidendo sulla comunicazione. ¡Il ritratto linguistico dunque permetterebbe di guardare agli affetti implicati nelle interazioni in rapporto a sé stessi e agli altri, rivelando anche come e perché alcune risorse possono far parte del repertorio linguistico-comunicativo, ma non essere comunque accessibili in alcune interazioni specifiche. ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡ ¡Il RL ormai ampiamente diffuso in diversi ambiti, risale alla ricerca sulla consapevolezza linguistica nella scuola primaria. ¡ (Neumann 1991; Krumm e Jenkins 2001) IL CORPO COME METAFORA La silhouette del corpo è una metafora visiva in quanto tale; La lingua viene collocata in una parte del corpo attraverso la metaforizzazione spaziale e posta in una relazione con altre lingue. Tradizionalmente alle parti del corpo viene assegnata anche una funzione metaforica (es. in Italia cuore/sentimento, mano destra/fare, gambe/procedere ecc.), questo avviene trasversalmente alle culture al di là dei significati specifici che vi si possono attribuire che possono essere culturali e che quindi solo l’autore può narrativamente rivelare. Processo metaforico legato alla scelta del colore: quale colore rappresenta quale lingua e quale è la combinazione di colori. C'è un tono più forte o più debole, ci sono confini netti tra le aree colorate o i colori sono sfumati e sovrapposti ecc. Anche qui non si possono assumere valori assoluti, ma questi vengono chiariti nella narrazione successiva, orale o scritta degli autori. IL RITRATTO DI MI ¡Ormai io mi sento come bilingue, forse penso in bangla e faccio in bangla, ma creo continuamente anche con l’italiano. Il rosso per il bangla per me rappresenta l’amore, ma anche la nostalgia, il verde è un colore tranquillo, perché l’italiano è per me ormai una lingua di tranquillità, sto comoda, ho sudato tanto per arrivare a questa sensazione. Ho imparato la lingua italiana nel 2009/10, l’anno è quello. Volevo imparare perché senza lingua mi sentivo proprio muto e poi piano piano ho avuto anche questa speranza del lavoro e adesso parlo, specialmente mentre esco, al negozio, al lavoro, con figlio. ¡Ho scelto rosso e verde perché sono i colori che stanno sia nella bandiera bengalese che nella bandiera italiana. ¡Tranne queste due lingue io non riuscivo a lavorare, il lavoro che sto facendo con l’aiuto di queste due lingue per questo ho messo mano, anche cuore e testa ¡Ho messo inglese blu perché è una lingua che tenevo tanto e parlavo una volta abbastanza bene, ho studiato tanto alla scuola, anche all’università, adesso che sto dimenticando (è quasi dimenticato) mi da una tristezza, per mostrare il colore della tristezza ho usato blu. ¡(traduce in bengalese alle donne presenti) ¡Inglese è rimasto dentro la pancia che a volte quando voglio dire qualcosa in inglese invece esce italiano, quindi ho mischiato, messo pancreas italiano. Al posto di inglese viene italiano ¡(traduce in bengalese) ¡Però dalla testa fino a piedi italiano bangla inglese mischiato in tutto il corpo. ¡MA: Hai dimostrato con i colori le tue lingue ¡MI: si esatto ¡C: e il Giallo? ¡MI: giallo è hindi, ho imparato guardando la tv perchè da noi molto diffuso i canali indiani. Capisco bene però non posso restituire sempre bene. Però è una lingua che assomiglia sempre con bangla, c’è umorismo e poi canzoni indiani mi piace tanto, ho messo un colore allegro. ¡Messo nel fianco perché non uso tanto, pochissimo, ma per il somiglianza con il bangla ho mischiato con radici (gambe) perché ci sono tante parole che abbiamo preso da Hindi. ¡ E questo invece è Urdu, ho messo nero, non per razzismo però Pakistan io ho una sensazione brutta per la guerra che hanno fatto con noi, ho messo la lingua proprio nero, che io non vorrei usare proprio, perché abbiamo lottato con loro proprio per la lingua, però siccome la capisco, l’ho messa all’altro fianco ¡(traduce in bangla) ¡Hurdie hindi uso pochissimo ma solo al lavoro. ¡ ../autobiogafie%20linguistiche/sagome/sagoma%20mitul.jpg OSSERVAZIONI ../autobiogafie%20linguistiche/sagome/sagoma%20mitul.jpg ¡L'immagine funge ripetutamente da punto di riferimento e questi riferimenti all'immagine strutturano la narrazione interpretativa e ricostruttiva in modo molto diverso da quanto farebbero le domande sulla biografia linguistica. ¡Attraverso la narrazione suscitata dall'immagine, viene messa a fuoco l'esperienza attuale del linguaggio. L’autrice rappresenta atteggiamenti linguistici e aspetti emotivi, ma ci permette anche di identificare l’influenza delle ideologie linguistiche e la presa di posizione. ¡Lo strumento stimola un racconto della relazione con il proprio repertorio linguistico nelle dimensioni affettive e nel qui e ora della propria vita e delle proprie interazioni, ma evidenzia come la narrazione sia situata. La rilevanza data nel racconto al rapporto tra le lingue e il lavoro da mediatrice può essere ricondotto anche alla presentazione all’interno di un gruppo di donne/utenti e delle colleghe. ¡ ¡ PAROLA E IMMAGINE PER RACCONTARE LE LINGUE ¡Il passaggio da una modalità narrativa all’immagine, rende possibile il passaggio tra tre poli: ¡la rappresentazione del linguaggio come oggetto, come un terzo quasi esteriorizzato ¡ la rappresentazione di momenti dell'esperienza vissuta del linguaggio come corporeità-stati emotivi e affezioni ¡la rappresentazione delle ideologie linguistiche, degli atteggiamenti e delle prese di posizione nei confronti di particolari lingue o pratiche linguistiche (Busch 2018) ¡