Umberto Saba Trieste Ho attraversata tutta la citt`a. Poi ho salita un'erta, popolosa in principio, in l`a deserta, chiusa da un muricciolo: un cantuccio in cui solo 5 siedo; e mi pare che dove esso termina termini la citt`a. Trieste ha una scontrosa grazia. Se piace, e come un ragazzaccio aspro e vorace, 10 con gli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore con gelosia. Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via 15 scopro, se mena all'ingombrata spiaggia, o alla collina cui, sulla sassosa cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa. Intorno circola ad ogni cosa 20 un'aria strana, un'aria tormentosa, l'aria natia. La mia citt`a che in ogni parte e viva, ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita pensosa e schiva. 25 La capra Ho parlato a una capra. Era sola sul prato, era legata. Sazia d'erba, bagnata dalla pioggia, belava. Quell'uguale belato era fraterno 5 al mio dolore. Ed io risposi, prima per celia, poi perché il dolore e eterno, ha una voce e non varia. Questa voce sentiva gemere in una capra solitaria. 10 In una capra dal viso semita sentivo querelarsi ogni altro male, ogni altra vita.