Dim/c Ahgbieri
Un di si venue a me Maltiitonia
Un di si vcnne a me Malinconia e dissc: "Io voglio un poco stare Leco"; e parve a me ch'elln menassc scco 4   Dolorc e Ira per svia compagnia.
E io le dissi: "Partiti, va' via"; ed ella mi lispose come un greet): e ragionando a grande agio meet), 8   guardai e vidi Amore, che venia
vestito di novo d'un drappo ncro, e ne] suo capo portava un cappello; 11   e certo lacrimava pur di vero.
Ed eo li dissi:  "Che hai, cattivello?" Ed el rispose: "Eo ho guai e penscro, 14   che nostra donna mor, dolec fratello."
Vidcro li occbi miei quanta pietale
Videro li occhi miei quanta pictatc era apparita in la vostra figura, quando guardastc li atti e la statura 4   ch'io faccio per dolor molle fiate.
6. come un greco: ton altczzosiiii lil contcgno supcrho dci greci era un luogo comunc). 7. </ grande agin; con grande disinvol tura (Malinconia discorreva con mc). II. pur di veto: per davvcro. 12. cattivello: misero. povcrino.   13. pensen: dolore.
Da Vita nnova, ~\XXV. Dopo oltre un anno dnlla inorir di Beatrice, Dante sbigouito da "dolorosi pcnsamcnii" fu scorio da "una gentile donna giovane c bclla mollo," la quale Io sbirciava "piei05amentc" da una (inestra. Danio, per non mosirarc il suo scoraggiamenro, si allonlana con le larrime agli occhi. Scosso da questo episodio, scrive poi questo sonelto. 2. figura: volto, alia francese. 3. statura: posilura (Dante era stato scorto mentre se nc stava accasciato e stravolto dal dolore in un punto imprecisato di una strada).   4. Cioe »li capita spesso di essere sopralfaiio dal
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Ilm/r Alighieri
Allor m'accorsi che voi pensavate la quality dc la mia vita oscura, si che mi giunse ne lo cor paura 8   di dimosirar con li occhi mia viltatc.
E tolsimi dinanzi a voi, sentendo che si movean Ic lagrime dal core, 11   ch'era sommosso da la vostra vista.
Io dicea poscia nc I'anima trista: ' Ben c con quella donna qucllo Amore 14   lo qua! mi face atidar cost piangendo."
Lasso! per forza di mold sospiri
Lasso! per forza di molti sospiri, che na Scon de' penser che son nel core, It occhi son vinti, e non hanno valore
4 di tiguardar persona che li miri.
E' fatii son che paion due disiri di lagrimare e di mostrar dolore, e spessc volte piattgon si, ch'Amore
5 li 'ncerchia ili corona di martfri.
Qucsti penseri, e li sospir' ch'eo gitto, diventan ne lo cor si angosciosi, •'/*.♦•/'•• 11    ch'Amor vi tramorüsce, si lien dole;
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perö ch'elli hanno in lor li dolorosi -quel dolce nome di madonna scritto, 14   e de la morte sua moke parole.
( <r tm
dolore mentre se nc va in giro solitario. 6. oscura: tetra (forse ri-fcrito a qualitii).   11. sommosso: sconvoito.
Da Vita n nova, XXXIX. 3. vtnti: soprafiatti (dalla voglia di pianperc); valore: forza (di sostcnerc lo sguardo altrui). 5-6. Nella prosa introduttiva al sonelto: "li miei occhi pareano due cose che disiderasscro pur di pinngere." 8. Nella prosa: "e spesso avvcnía che per lo lungo conlinuare del pianto, dintorno ioro si facea uno colore purpurco"; cioč: li incoronano lc occhiaic peste dal troppo piangere.   12. // dolorai: é apposizione di "penseri."
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