/ poeli della corle sveva l e si dolcemente fonda come lo fino or che fonda. 150 Ormai risponda — mandatemi a diri; voi che martiri — per me sofferite, ben vi dovrite — infra lo cor doliri de mie' martiri, — se vi sovenite come site, — lontana, ( 155 sovrana, — de lo core prossimana. Or come pote st gran donna entrare Or come pote si gran donna entrare per gli occhi mei, che si piccioli sone? e nel mio core come pote stare, s 4 che 'nentr'esso la porto laonque i' vone? Loco laonde entra giä non pare, , ond'io gran meraviglia me ne döne; 1 ma voglio lei a Iumera asomigliare, 8 e gli occhi mei al vctro ove si pone. | Lo foco inchiuso poi passa di fore lo suo lostrore, sanza far rottura: 11 cosi per gli occhi mi pass'a lo core, no la persona, ma la sua figura. Rinovellare mi voglio d'amore, 14 poi porto insegna di tal criatura. ] i 49. il primo fonda vale "si effonde" (Contini), il secondo "fonde." 150. risponda: risposta. 155. prossimana: "vicina in sommo grado" (provenzalisrao). ' 4. 'nentr'esso: dentro ü "core"; laonque i' vone: ovunque io vada. 5. laonde: attraverso il quäle; non pare: non appare, non si' vede. 7. Iumera: luce, splendore che emana da una sostanza accesa, e anche questa stessa sostanza. 8. vetro: della lucerna (entro il quäle si pone la "Iumera"). 10. lostrore: luminositä (che attraversa il vetro senza frangerlo). 12. figura: immagine (perccpita dagli occhi). Giacomo da Lentini A l'aire dato 6 vista ploggia dare A J'aire claro 6 vista ploggia dare ed a lo scuro rendere clarore, e foco arzente ghiaccia diventare, 4 e fredda neve rendere calore, e dolze cosa molto amareare, e Pamareza tornare in dolzore, e dui guerreri in fina pace stare, 8 e 'ntra dui amici nascere acerore. Ed ö vista d'Amor cosa piu forte: ch'era feruto e sanömi ferendo, 11 lo foco donde ardea stutö con foco, la vita che mi de' fue la mia morte, lo foco che mi stinse ora ne 'ncendo: 14 ch'Amor mi trasse e misemi in su' loco. Amor e un desto che ven da core Amor e un desio che ven da core per abundanza de gran plazimento, e gli ogli en prima generan l'amore, 4 e lo core Ii da nutrigamento. 1. Ho visto cadere la pioggia a ciel sereno. 2. clarore: luce di lampi. 3. e la folgore diventare (produrre) grandine. 4. Allude alla nascita del cristallo (e di qui della lente che riflettendo il raggio solare sopra un oggetto lo brucia) dalla neve (motivo ricorrente nei "siciliani," per es. in Mazzeo di Ricco: "che lo cristallo, poi ch'e ben gelato, / non po' avere speranza / ch'ello potesse neve rxtornare"; e cfr. piü avanti Tomaso di Sasso da Messina). 5. amareare: riuscire amara (per esempio al gusto deH'infermo). 6, dolzore: dolcezza. 7. guerrteri: nemici; fina: completa, perfetta. 8. acerore: acredine. 10. che io ero ferito (d'amore) e (amore) mi guari ferendo lei. 11. stutö: spense. 13. stinse: estinse, tramortf. 14. mi trasse: mi ha trasci-nato (fuori di me): Sonetto di risposta a un'ironica questione sollevata da Jacopo Mostacci: io vedo e accerto la "amorositate" (l'inclinazione all'a-more), ma Amore in persona non l'ho visto mai.