Perché ci piace? Chiedete all’antropologo “Che cosa avrò mai trovato in quello li?” Se ve lo siete chiesto almeno una volta. è anche probabile che il soggetto in questione presentasse mascelle forti, zigomi alti o sopracciglia basse, cioè i tratti maschili più caratteristici. Saremo anche arrivati al ventunesimo secolo. ma a muovere [e nostre pulsioni sono pur sempre quegli istinti “primitivi” che mirano a portare avanti la specie: cerchiamo il maschio che in faccia ha scritto di essere sano e virile. Anche la simmetria delle due metà del corpo – sintomo di buona salute – ha molta importanza e sembra che il genere femminile la percepisca inconsapevolmente quando seleziona un possibile partner. Anche per gli uomini vale lo stesso discorso: motivazioni ancestrali li inducono a preferire ragazze curvilinee perché rivelano maggior femminilità e di conseguenza, fertilità. E questo lo sapevamo … tuttavia. il primo dettaglio su cui si soffermano è, a sorpresa: il volto! No, non sono loro a dirlo, ma lo ha rilevato un esperimento dei ricercatori americani del Kinsey lnstitute, in Indiana. ll viso femminile che ispira di più è quello che segnala una maggior presenza di ormoni femminili: naso e mento piccoli. occhi grandi. labbra carnose e guance piene (gli estrogeni condizionano anche la crescita delle ossa facciali); tuttavia, è assodato che per i rappresentanti del sesso forte l’aspetto fisico delle compagne conti, mentre le donne tengono meno in considerazione il corpo maschile. Una consolazione. pero, arriva dall’indagine degli antropologi Thomas Carrie e Anthony Little, secondo cui la bellezza gioca un ruolo determinante solo nelle avventure brevi. Quando la storia si fa seria, i requisiti cambiano. Christie Boxer. dell’università dell’Iowa, ha rilevato che le ragioni per cui si sceglie il proprio partner sono molto cambiate; negli Anni 70 il desiderio di diventare padre era al decimo posto nella hit parade delle caratteristiche considerate ideali dalle donne, mentre ora è al quarto. «Rispetto ad allora più donne lavorano e il valore economico dei loro compagni si è ridimensionato”. Quindi !”l’aspetto di accudimento dei figli è passato in primo piano». dice Marco Pacori. Insomma. se bisogna vivere con un uomo. che sia almeno un buon papà. L’arte di scatenare la passione Superata la prima impressione, bisogna passare all’azione E allora è un po‘ come imparare a riconoscere i cartelli stradali: individuare i gesti dell’attrazione permette di sapere se fermarsi o andare avanti. “Le donne sono più brave degli uomini a usare e comprendere sia le parole sia il linguaggio non verbale, a meno che non soffrano di insicurezza e lancino, anche non volendo, segnali contraddittori” continua Pacori. Sono abili a fare in modo che l’altro si avvicini, anche quando sembra che sia stato lui a “fare ii primo passo”. Per esempio, l’americana Patricia Allen, autrice di un libro dal titolo Getting to “I DO” (traducibile con “Come arrivare al “Sì, lo voglio”) fa l’esempio di una tipica astuzia femminile: fissare un uomo per cinque secondi per fargli capire che si è interessate. In fondo, con i maschi non bisogna mai essere troppo sofisticate… Tuttavia, le ricerche dimostrano che le seduttrici e i grandi seduttori non sono necessariamente belli, ma sono bravissimi a legare i segnali dell’attrazione. “Regola dei cinque secondi” a parte, le ragazze si mettono in mostra camminando impettite, sedendo con i gomiti poggiati sulle ginocchia, stiracchiandosi e scoprendosi un po’. Al riguardo, un gruppo di psicologi statunitensi ha calcolato che la percentuale di corpo da mettere a nudo – tra top scollati e minigonne – per creare il giusto effetto (senza sconfinare nella volgarità) non deve superare il 40 per cento. Meno studiati, invece, sono i segnali dell’uomo “a caccia”: un braccio appoggiato sulla sedia affianco o una mano che inizia a massaggiarsi la nuca. Pacori, però. avverte che esistono anche situazioni e gesti meno ortodossi. Un esempio? Scatenare volontariamente un litigio o vivere insieme un’esperienza emozionante mettono in circolo l’adrenalina. «Le sensazioni provate facendo rafting o in un parco divertimenti si trasferiscono sull’eccitazione e possono funzionare da collante, cosi come la paura e l’ansia condivise in momenti particolari” dice. Altro trucco per destare interesse nell’altro: farsi vedere spesso. quasi casualmente. nei luoghi che frequenta. diventare “volti noti”. Studi effettuati da diversi psicologi, infatti, hanno verificato che l visi familiari risultano più attraenti.