Il carattere é scritto nei tratti del volto La mimica facciale esprime il nostro stato d’animo e anche il nostro temperatamento: questo sembra valere soprattutto per il sesso femminile. Un’equipe dell’Università di Glasgow ha studiato i tratti dei volti di migliaia di donne e uomini, per riuscire a indovinare dalla loro faccia quale fosse la loro personalità. Le differenze riscontrate tra le donne e gli uomini analizzati sono state marcate e sorprendeneti, afferma Rob Jenkins, specialista in psicologia delle interazioni sociali e coordinatore dell’indagine. L’esperto ricorda come fosse stato già verificato, in altri studi, che le persone attribuiscono una dato carattere ai loro simili a seconda dei loro tratti somatici; a volte in modo del tutto arbitrario (come quando si pensa che un mento sfuggente sia segno di una persona rinunciataria o un naso prominente indice di un carattere incisivo). Per comprendere il collegamento tra segni espressivi del volto e personalità, Jenkins e i suoi colleghi hanno selezionato mille persone tra i lettori della rivista “New Scientist”: a questi volontari è stato chiesto di fornire una foto col loro primo piano e di compilare online un questionario in cui illustravano quelli che erano i tratti salienti del loro carattere. I partecipanti successivamente, sono stati divisi in quattro gruppi, a seconda della caratteristica predominante del loro modo di essere: i fortunati, i burloni, gli spirituali e gli affidabili. A questo punto gli studiosi hanno modificato le foto fornite dai mille partecipanti alla ricerca, ottenendo sequenze di immagini e realizzando versioni caricaturali di ogni soggetto tramite l’esaltazione di alcuni tratti somatici particolari del volto. Le foto “ritoccate” sono state quindi accoppiate a due a due mettendo insieme individui dalle caratteristiche opposte, cioè burloni e non, fortunati e scalognati, religiosi o spirituali e atei, affidabili e inaffidabili. Queste foto sono poi state mostrate a 6500 visitatori di un sito internet, per accertare se questi ultimi fossero riusciti ad individuare la personalità dei volontari ritratti in base alla sola immagine del volto. L’esito ha dimostrato che alle donne si legge il carattere in faccia molto più facilmente di quanto non accada per gli uomini e con una minore percentuale di errore di valutazione. Il 70% degli osservatori ha subito indovinato i visi delle persone baciate dalla fortuna; mentre il 73% ha decifrato con precisione i volti degli individui religiosi. Leggere le facce degli uomini è stato invece piuttosto difficile: solo in pochi hanno correttamente intuito dai tratti somatici le personalità dei volontari fotografati. Jenkins avanza al proposito alcune possibili interpretazioni: i volti femminili sono più espressive, oppure gli uomini del campione sono stati approssimativi nel dipengersi o, ancora, ed è la spiegazione più plausibile, le gentil donne hanno selezionato con maggiore accuratezza i ritratti da inviare ai ricercatori.