AVVERTENZA 1 Le abbreviature comincianti coi segni 9 e Q, trovansi a pa-gina 68 e seg., cioé dopo la lettera C della quale sono come un complemento. Quelle comincianti con altri segni convenzionali trovansi a pag. 406 e seg. 2. Le abbreviature tutte sono poste in ordine alfabetico se-condo gli elementi che le compongono, non tenendo conto delle piccole lettere sovrapposte o collocate al disopra del rigo, eccetto il caso che piů sigle uguali, o abbreviature composte con le Stesse lettere, abbiano in fine esponenti diversi. In tal easo esse sono or dinate a seconda degli esponenti stessi. 3. Ogni abbreviatura é seguita dalla ripetizione fra parentesi ed in caratteri uniformi delle lettere che la compongono, e ciö per agevolare le ricerche, giacchě la diversa forma delle lettere antichc, spesso alterate dai segni abbreviativi, ě talora d'iticiampo alia ra-piditä delle indagini. In ogni ricerca saráquindi necessario seguire con l'occhio dapprima la colonna delle lettere poste fra parentesi, poscia, ritrovato il compendio, verificare se nella prima colonna corrispondono i segni abbreviativi. 4. I numeri romani, che seguono la spiegazione delle abbreviature, indicano la data per secoli del documento o codice dal quale fu presa. Tale data ě spesso seguita da una delle lettere p, m, f, indicanti se principio, metá o fine del secolo stesso. Ciö soltanto per maggiore esattezza, utile in molti casi, ma non per limitare l'uso di certe abbreviature, sapendosi che non poche di esse fu-rono usate invariabilmente per piů secoli. 5. Le spiegazioni delle abbreviature sono scritte in carattere comune, se trattasi di unvocabolo latino, ed in corsivo se italiano — x — Qunndo tali vocaboli sono o antiquati o idiothnii o in qualunque modo scorretti, segue, Ira parentesi tonde, la correzione. Fra pa-rentesi quadre si troveranno invece le paiole che servono a com-pletare una data frase e che nell'originale non sono rappresentate da alcuna lettera o segno. 6. Per maggior intelligenza di certi segni si trovera talora indi-cato, fra parenlesi tonde, di che abbrevialura si tratti, cioe se giu-ridica, farmacologica, ecc. o la localita dei documeriti da cui furono prese. In tali casi, per ristrettezza di spazio, si dovette far uso delle seguenti abbreviature: abbr. eccl. = abbr. giur. ' = abbr. farm. = cap. rust. = car. o c. = Deer, o Dec. o D. = lib. o I. = tit. o t. = scr. merov., o long., = o visig., o irl., o angloss., o bull. abbreviatura ecclesiastica abbreviaturafgiuridica abbreviatura farmacologica scrittura capitale rustica carte Decretali (II testo delle...) libro titolo scrittura merovingica, o lon-gobardica, o visigottica, o irlan-dese, o anglosassone, o bullatica. 7. Ove incomincia una nuova lettera del nostro dizionario, ab-biamo posto una serie di antiche maiuscole e minuscole torte da seritture dei secoli VII al XV disposte in ordine di tempo, cioé capilale rustica, onciale, semionciale e gotica. A queste seguono i principáli nessi delle seritture corsive in uso specialmente nei secoli VIII al XV. BRACHIGRAFIA MEDIOEVALE II sistema brachigrafico del Medio-Evo trasse la sua origine da quello delle sigle, cioé lettere isolate rappresentanti uri'in-tera parola, molto in voga fin dai tempi románi, ed in parte anche dalle note tironiane, specie di stenografia che serviva in quei tempi principalmente per raceogliere i discorsi pronun-ziati in pubblico (1). Di ambedue questi sistemi, cioé delle sigle e delle note tironiane, rimangono traccie palesi in quello che tanto si diffuse e perfezionö, specialmente in Italia, dal secolo X a tutto il XV e del quale ci studieremo di esporre or a le regole generali (2). (1) Per le note tiioniane possono consultarsi le opere del Kopp, Palaeographia critica. Mannheim, 1817-29. — Schmitz, Commenlai ii notarum tironianaruin, cum prolegomenis, adnotationibus criticis et exegeticis, elc. Lipsiae, 1893. — Chatelain, Introduction a la lecture des notes tironiennes. Paris, 1900. — Schiaparelli, Tachigrafia sil-labica nelle carte italiane. Roma, 1910. (2) V. Sickel, Die Urkundenlehre der Karolinger, pag. 305-308, ove parla della derivazione delle abbreviature medioevali dalle sigle e dalle note tironiane. V. anche Paoli, Le abbreviature nella paleo-grafta latina del Medio-Evo, saggio metodico pratico, Firenze, 1891, pag. 35, al quale ci'siamo in parte attenuti nella classificazione delle abbreviature; e Programma scolastico di Paleografla latina e di diplomatica, dello stesso autore. Firenze, 1901, 3a ediz. — XII — — XIII — Tutte le abbreviature medioevali, si di vocaboli latini come ďitaliani, possono dividersi in sei categorie, cioě: I. per Ironcamento, II. per contrazione, III. per segni abbreviativi con significaío proprio, IV. per segni abbreviativi con significato relativo, V. per lettere sovrapposte, VI. per segni convenzionali. Ma di tutt3 convien parlare distintamente. I. Abbreviature per troLcamento. Chiamansi • abbreviati per ironcamento quei vocaboli dei quali non é espressa che la prima parte, sostituendosi le lettere finali mancanti con un segno di abbreviazione. Tale segno puö essere di due specie: 1.° segno generale, cioě indicante sem-piicemente che la parola ě abbreviata senza speciíicare in che modo ; quindi valevole anche, come vedremo, nelle abbreviature per contrazione; 2." segno di ironcamento, ed allora indica che la parola manca di aleune lettere in fine. Questi segni possono essere di piü forme, ma qui non da-remo che le piü comuni. Segni generali: Segni di tronca-mento: fatti a nodo, si usarono in ispecie nelle bolle pontificie e nei diplomi regi. II primo segno di troncamento, cioe il punto, ponevasi special-mente dopo le sigle ed e in uso anche ai nostri giorni con lo stesso valore. Degli altri segni, i primi tre tagliavano obliqua-mente l'ultima lettera della parola abbreviata e gli Ultimi erano ad essa legati. Si noti perö che il penultimo segno, quantunque possa indicare la mancanza di qualunque lettera finale di parola, fu usato di preferenza per indicare la desinenza ...is, ed il ter-z'ultimo, per lo piü unito alla lettera d, usavasi spesso per indicare le desinenze ...dum e ...dam. Valgano alcuni esempi: = salutem plurimam dicit, = mundio (1), = dixi, die, = autem, = denarii, dies, de = factis, filius, = legitur, leguntur, = dicendum, C^CÜtvV = concordantiis, Tutti i segni generali ponevansi al disopra della parola, o iso-lati o intrecciati alle lettere di asta lunga. Gli ultimi tre segni, (1) Nelle scritture corsive lombarde del principio del sec. VIII. XIV -i secundum, solidi, ser, scripsi, = numer-ati (1), = sumus, omnis, accipe, pertiche. Fra le abbreviature per troncamento tengono il primo posto le sigle, le quali fra le parole abbreviate sono quelle che pre-sentano le maggiori difficoltä ďinterpretazione, non serbando di una intera parola che la sola iniziale. Giova notáre perö che nella maggioranza dei casi si usö abbreviare con sigle soltanto le frasi o vocaboli di uso |piü frequente. Ma ecco le poche re-gole che ne aiutano Finterpretazione: l.a Fu usata generalmente la lettera maiuscola, iniziale della parola che volevasi rappresentare, seguita da un punto e ciö tanto nelle lapidi che nei codici e carte. Tn ^quesťultime perö furono usate anche le lettere minuscole non seguite da punti ně divise fra loro da spazio, come: fq = Alius quondam hf = honesta foemina nq = nunc quondam rq = relicta quondam. Molte volte perö tali sigle portano al disopra un segno generale di abbreviazione che sostituisce il punto. (1) Le parole in corsivo indicano che 1'abbreviatura trovavasi su documenti in volgare. — XV — 2. a Le sigle che precedono o seguono nomi di persone indicano per lo piü professioni o titoli, come: I.C. = Jurisconsultus C.C. = Causidicus Collegiatus D = Dux, Dominus N.E.R. = Notarius Ecclesiae Romanae. 3. a In carte medioevali e specialmente nelle scritture giu-ridiche le sigle isolate possono talora indicare qualunque nome proprio di persona cominciante con quella stessa lettera. 4. a Non tutte le sigle che s'incontrano negli scritti del medio evo sonoiniziali della parola che rappresentano. Abbiamo infatti: ■ n - = enim g1, gr = igitur I = vel g° — ergo 0a erga nihil. 5.a Le sigle raddoppiate indicano per lo piú il numero plurále o il grado superlativo o talora anche un vocabolo nella composizione del quale entri due o piii volte la lettera che ě data per sigla. Come: FF. = Fratres GG = Gregorius II. = leges LL = libentissime PP = Papa pp = propter. 6. a Trovansi anche sigle triplicate specialmente nelle scritture epigraťiche per indicare tre persone, come: AAA = Augusti tres, DDD = Domini tres, ggg = germani tres. 7. a Le sigle capovolte o coricate, che s'incontrano talora nelle epigrafi, indicano nomi o titoli femminili come: o g = Mulier, i — Filia, J = liberta, ± = Tita, 0 = Caia o Gaia. Si noti pero che si usó spesso la g nel signiflcato di con o con . tra. Come: OL = Conlibertus, DSC = Contrascriptor, e g = Centurio. 8. a Nelle epigrafi, per distinguere le sigle dalle cifře nu-meriche, si us6 porre talvolta su quest'ultime una lineetta oriz. zontale, come: COS XIII = Consul decimum quartum — XVI — mentre altre volte la lineetta su cifre numeriche da a queste un valore mille volte raaggiore, come: L = quinquaginta mil-lia, X — decern millia, etc. Ne si dimentichi che anche nelle scritture epigrafiche la lineetta vale molte volte come semplice segno di abbreviazione, come: XP — Christus, MIL = Militiae o Militum, EPV = Episcopus. Ma 'quest'ultime non si possono a rigore chiamare sigle non recando la sola iniziale ma anche qualche altra lettera della parola che rappresentano. Nelle scritture medioevali, e specialmente in quelle dei se-coli VIII e IX, quando si and6 man mano abbandonando il sistema delle sigle, da principio molto in voga, si cominci6 a far uso di tali troncarnenti meno radicali e quindi di assai piu facile interpretazione. Tali sono ad esempio: AUG. = Augustus in = inde am = amen liul = Indictione an = ante INC = Incipit BO.ME. = Bonae Memoriae Not = Notarius dat = datum, datae ob = obligatio dim = dimidium ren = renuntiando dom = domino sig = sigillo. Pero questo sistema, molto semplice, di troncamento non í\. il piú usato nel Medio Evo. Nella maggioranza dei casi si usó accorciare ancora le parole troncate omettendo qualche lettera intermedia. Cosi Kal — Kalendas fu accorciato in Kl, quat = quatemus, in qt etc. Ed eccone altri esempi: Dn = Domino NBL = nobilis dl — dilectissimi MN = minus dr = denarii ms = mense f| = filius Incp =' Incipit hb = habet mt = monte ei = enim Ib = libbre carl = chartula qn = quando NB = nobis qr = quare. — XVII — Per indicare la desinenza di čerte parole troncate si ricorse spesso a segni speciali di abbreviazione o a piccole lettere poste in fine al disopra del rigo, e finalmente scrivendo la stessa desinenza ma anch'essa tronca. Dei primi due modi parleremo al capitolo dei segni abbreviativi con significato proprio e a quello delle abbreviazioni per lettere sovrapposte; pel terzo daremo qui un elenco delle diverse maniere piu costanti di accorciare le desinenze. ...b = ...bis ; nob = nobis, urb = urbis, etc. ...C — ...cum, ...cit; gc = graecum, loc — locum, fac = facit, fee = fecit. ...d = ...dem, ...dam, ...dum; eed = eaedem, q°nd = quondam, hnd = habendum, etc. ...T = ...lis ,..bilis; epal' = episcopalis, 9util — converti- bilis, etc. ...m = ...men ,...mum; erim = crimen, f'm = firmum, plm = primům, etc. ...n = ...nem ,...nim ,...num; eten = etenim, don = donům, p90n = possessionem, etc. ...r-—...re ...runt; uxor = uxore, favor = fa vore, er = erunt, _ c'dider = crediderunt. ...t = ...tern ,..turn ,...ter; act = actum, similit = similiter, salt = salutem, fig'at = figuratum. ...u = ...vit, ...um; c'au = creavit, hndu = habendum, etc. ...x = ...xit; inťdux = introduxit, itellx = intellexit. II. Abbreviature per contrazione. 1. Chiamansi abbreviate per contrazione quelle parole che mancano di una o piu lettere intermedie, essendo indicata tale mancanza con un segno generate d'abbreviazione. * — XVIII — - XIX — 2. Tali contrazioni posscmo dividersi, secondo il Paoli (1) in pure e miste, cioě pure quando conservano le prime ed ul-time lettere della parola eontratta, senza alcuna delle inter-medie, come: 0&j=- omnia, pns = praesens, dno = domino, dia = dimidia, Epi = Episcopi, etc.; miste, quando, oltre il principio e il fine della parola, conservano anche qualche let-tera intermedia, trovandosi in tal modo comé due o piii con-trazioni nella stessa parola. Come: pbr = presbyter oio = omnino mgro = magistro ops — omnipotens Kls^ = Kalendas r Im — relativum mla = multa sedm — secundum Mli^ = Mediolani prbrs — presbyteris pnia = poenitentia vir = universaliter 3. Fra le contrazioni pure meritano speciale attenzione quelle che conservano di una parola due sole lettere oioe i'ini-ziale e la finale. Come ad esempio. ds = Deus ba - beata nr = noster dr dicitur nm —- nostrum, numerům fn forsan Ol" = omni ht = habet mr = mater, magister ro = ratio ce = causae te tunc ci = civi na — natura mm = matrimonium, meum "L = nihil ms minus, mens qm quoniam P* — potest srn - secundum nc nunc sr — super OS omneš vr = vester, - videtur om - omnem tn tarnen io = ideo tm - tantum SS = suis pr pater (1) Le abbreviature, ecc, pag. 14. 4. Le contrazioni possono trovarsi tanto sulla parte inde-clinabile della parola quanto sulla desinenza. Come: Qjfctm — effectum, snalr — sententialiter. Piu spesso pero la parte in-declinabile viene troncata e la desinenza é resa acefala o limi-tata alia sola ultima lettera. Come: elm = elementům sbe = substantiae f Is = falsus sbi = subiecti. res = rectus Ecco frattanto distinte in due elenchi speciali le pin comuni contrazioni e troncamenti, prima della parte indeclinabile dei vocaboli e poscia della desinenza. _ ace- = accus..., accid...; accat = accusat, accioi == accusa- tioni, acens = accidens, accnte = accidente, etc. ai... = anim... ; aie = animae, aial = animal, etc. apl... = apoštol...; apis = apostolus, aplica = apostolica, etc. bn"... = bene..., bon...; bnfm = benefícium, bndnt = benedicunt, _ bna = bona, bnorum = bonorum, etc.__ CO... = commun... ; coem = communem, coicatoi = communi- cationi, etc. dň... = domin...; dnice = dominice, dnacoi = dominacioni, etc. di... = divisi...; dioi division!, dis = divisus, diom = divi-sionem, etc. din... = divin...; dina = divina, dini = divini, dina2+ = divi-narum, etc. dr... = divers...; drsa= diversa, drsimode = diversimode, etc. dř... o drn... = differen...; dra = differentia, drijs = differen- tiis, drntie = differentiae, etc. ee... = esse...; eem = essem, eetis = essetis, eelr = essentia- liter, etc. _ el... = elemen... ; elä = elementa, eltis = elementis, elm = elementům, etc. _ ep... — episcop...; epm = episcopum, eps = episcopus, etc. ep|... = epištol...; epla = epištola, eplis = epistolis, etc. exn... =existen...; exns = existens, exnte = existente, etc. — XXI — — XX — fc... — fac...; fca — facta, fcto = facto (1), etc. fr... =. ^atr...,_frater; fribus = fratribus, fřš = fratres, frna = _ fraterna, frne = fraterne, etc. g|... - glori...; glam = gloriam, gloso = glorioso, etc. on... = gener...|_gne = genere, gnalis = generalis, etc. h^.. = hab...; heo = habeo, hi turn = habitům, etc. hn...= haben..,habun..; hndi — habendi,hndas==habundans,etc. hrd... = hered...; hrds = heredes, hrditar0 = hereditario, etc. ic... = iamdic...; icti ==iamdicti, ictm = iamdictum, etc. ist... = iamscript...; isto = iamscripto, istis — iamscriptis, etc. Ic... = lect..., lectio; Icto = lectio, lies = lectus, Icois = lectio-n is, etc. Ir... = litter...; Ira = littera, Ire = litterae, etc. In... = licen..., liben..., Iocumten...; Inia = licentia, Iniatus = _licentiatus, Inter ==libenter, Ins = locumtenens, etc. mgr...= magistr...; mgro = magistro, mgratum = magistratum. mi... = miseri..., misericordi...; mia = miseria, miam = miseri- _ cordiam, minimam; mir = misericorditer, etc. ml... = mul..., mediolan...; mla = multa, mlr = mulier, mil = Mediolani, etc. mr... — matr..., mater...; mre = matre, mrm = matrimonium, _ mrona — matrona, mrna = materna, etc. nat... = nativitat...; nate = nativitate, natis = nativitatis, etc. noa... = nomina; noanis = nominationis, etc. noi... = nomin...; noia = nomina, noiať = nominatio, etc. nr... = nostr...; nra = nostra, nrm = nostrum, etc. obn... = obstan...; obnte = obstante, obntib = obstantibus, etc. QCCO=occasio..; OCCoe = occasione, occoalr = occasionaliter, etc. off... = offici; offm = officium, offo = officio, offali = official), oi... = omni; oia = omnia, oino, o oio -= omnino, oim = omnium, omp... = omnipoten...; omps = omnipotens, ompis = omnipo-tentis, etc. (1) Si noti che fc... vale quasi sempře fac... quando trovasi in principio di parola; quando trovasi invece nel mezzo vale, per lo piu fee..., come: ifcom = infectionem, ^fcis = confectis, etc. on... = osten...; ondo = ostendo, onsio = ostensio, etc. pn... = praesen..., poeniten...; pns—praesens, pna o pnia = poenitentia, etc. pp... = praeposit...; pps = praepositus, ppm = praepositum, etc. ppl... = popul...; ppli = populi, pplm = populum, pplris = po- pularis, etc. _ _ _ př... = patr..., pater...; pria = patria, prs = patris, prnus = pa- ternus, etc. _ _ pt... = potest; ptatě = potestate, ptati = potestati, pti = prae- teriti, potestati, ecc. qn... -= quando, jjuan..., quon...; qnq = quandoque, qnt = quantum, qnm = quoniam, etc. _ qq... = quaestio...; qom = quaestionem, qois = quaestionis, etc. qmo..., quo... — quomodo; qmolt..., quoit =_quomodolibet, etc. rc--- = rec...; rca = recta, rem = rectum, rcep0 = receptio,etc. rT... = regul..., rela...; rla = regula, rlibus = regularibus, rite = relative, rlois = relationis, etc. rn... = respon...; rndit = respondit, rnsum — responsum, etc. ro = ratio; roe = ratione, role = rationale, etc^_ sb... = substan.., subiect..; sba = substantia, sbalis = substan- tialis, sbiue = subiective, etc._ __ SC... = sanct...; see = sancte, scm = sanctum, scuarij = san- ctuarii, scio = sanctio, etc. scd... = secund...; scdffl = sacundum, scds = secundus, etc. sel... = secul...; scla — secula, sclare — seculare, etc. sg... - signiflc...; sgans - signiflcans, sgabit = signiflcabit, etc. sil..- = simul..., simil...; silatoe = simulatione, sila = similia, silr = similiter, etc. ' _ sí... = singul...,_solut..., secul...; slorum = singulorum, sloe = solutione, slo — solutio, slaris = secularis, etc. sn... =senten...; sna o snia = sententia, snalr = sententiali- ter, etc. _ _ sp... = speci...,spirit...; spali =speciali, spirituali, spalr = spe- cialiter, spes = species, spu = spiritu, spual' = spirituali s, etc. — XXII — — XXIII — sr... = super; srbi = superbi, srfi10 = superficiale, sriri = superioři, etc. tp... = temp...; tpla = templa, tps == tempus, tpra ==tempora. tr... = termiti...; tro = termino, trm — terminům, tros = ter-minos, etc. vp... = vestr...; vrm == vestrum, vrä = vestra, etc. xp... (1) = Christ...; xpi = Christi, xpöfor9 = Christoforus, etc. Desinenze eontratte o acefale. ...a =_...ta, ...tia; rca == recta, relca — relicta, mla — multa, dra = differentia, lea = lecta, etc. ...blr = ...biliter; delcabjr = delectabiliter, etc. ...br = ...biter, ...bitur; pbr = presbyterjaudabr = laudabitur,etc. ...bs = ...bus; testibs — testibus, hrdbs = heredibus, etc. •"J?.?. — --«io, -ctioj ico = inicio (initio), bndco = benedictio, etc. ...dtj= ...dunt; c'dt = credunt, etc. ...dna = ...dentiajjrdna = prudentia, etc. ...dis = ...dinis; ordis = ordinis, etc. ...dr = ...ditur, ...diter; c'dr = creditur, misericordr — miseri-corditer, etc. ...e ==_...te, ...tiae, ...me ; sbe = substantiae, pile = plurime, see = sancte, etc. ...gr = ...gttur; igr = igitur, legr = legitur, etc. ...gt = ...gunt; fangt ==frangunt, etc. •••is f=^-tis, ...nis; ompis = omnipotentis, orois = orationis, Icois = lectionis, etc. ...P_= ...lis; q|' = qualis, etc. ...Ir = ...liter, ...lariter, ...liciter; fair o tlr =- taliter, ppF= po- pulariter, simplr = simpliciter, etc. •••'3, ...lt= ...libet; qmolt = quomodolibet, qlt = quelibet, q°l3 = quolibet, etc. ...m = ...em, ...um, ...tum; salm = salutem, qom = quaestio-nem, f Im = falsum, sig°m = signiflcationem, spm = spiri-tum, etc. __ ...ns = ...ens; acens = accidens, hns = habens, pons = po-nens, etc. ...0 = ...to, ...tio; fco = facto, rao = ratio, etc. _ ...oe = ...one (1); dioe = divisione, dispoe = dispositione, colloe = collation e, etc. ...d = ...oni; dilöi = dilationi, dioi = divisioni, etc. __ ...r = -er, ..ter, ..tur, ..ur; dnr = dicuntur, dř = dicitur, uidnr _o unr = videntur, ppr = propter, etc. _ ...rt — ...runt; fert = ferunt, huert —- habuerunt, ert —erunt. ...St = ...sunt; adst = adsunt, posst == possunt, etc^ ...8 = ...us, ...es, ...is, ...tus, ...ens; fls = falsus, frs = fratres, prbrs = presbyteris, dis = diyisus, res — rectus, dies = dicens, aspes = aspectus, les = lectus, etc. ...t ..it, ..at, ,.unt; inept = incipit, c^tigT— contingunt, pett = petunt, volt = volunt, etc. _ ...to = ...tio; tepto = temptatio, mto = mentio, etc. ...tm = ...turn; ictm = iamdictum, frctm = fructum, etc. III. Segni abbreviativi con significato proprio. Chiamansi in tal modo quei segni ď abbreviazione che indicano quali elementi mancano nella parola abbreviata, e ciö qualunque siasi la lettera alia quale sono sovrapposti o legati. (1) Dalle lettere greche y_p. (1) Quindi la desinenza ...oem vale ...oneni, dioem Cosi dicasi della desinenza ...ois = ...onis, : divisionem, ect. — XXIV — Tali sono: I. " ' * m, n. ^' ^ * = C°n' com' cum> cun- III. 9 P = us, os, is, s. IV. ' * =r, re, ra, ar, a. VII. 7 , &l =eb,e. II primo segno, cioě la linea retta o leggermente curvata, che vedemmo figurare anche fra i segni generali d'abbrevia-zione, veniva spesso usato per indicare la mancanza delle lettere m od n, come: cod0 = conditio, comue = commune, \ — in. Specialmente con valore di m se ne fece sempře grande uso nel medto evo per le desinenze am, em, urn. Come: alia = aliam, nobile — nobilem, actu = actum, etc. Nella scrittura visigotica, anteriore al secolo IX, trovasi, come osserva anche il Paoli, la lineetta con un punto sovrap-posto (-•—) quando sta per indicare m, per distinguere questo segno dalla semplice linea (-) che doveva indicare o una con- trazione o la lettera n. Perö dal secolo IX in poi, nella stessa — XXV — scrittura visigotica, il punto trovasi sempre sovrapposto alia linea anche quando questa agisce da segno generale (1). II secondo segno, rassomigliante alia cifra arabica 9 e ta-lora, specialmente nelle scritture gotiche, alia lettera C capo-volta, ě uno dei piü antichi segni d'abbreviazione, trovandosene esempi nelle sigle raccolte da Valerio Probo (2) e fra le note tironiane, sempre col signiflcato di con o cum. Nel Medio-Evo se ne fece grande uso e molte parole comincianti per esso, tro-vansi riunite in questo dizionario, come abbiamo giä detto, dopo la lettera C. Ě uno dei pochi segni che si usarono sempre in linea con le altre lettere della parola, 11011 mai al disopra del rigo. Fu usato molte volte isolatamente e talora con segni abbreviativi o lettere esponenti. Come: Qcedo = concedo 9 = contra cir9 = circwm 9 = condam (quondam) 9Pleui complevi 9a = contra 9gnitio = cowgnitio (3) 99 = conceptus 9Ctis = cwnctis 9aa = contraria 9tis — cwnatis 9' = communi. II terzo segno ě somigliantissimo al precedente, ma molte volte aveva la forma di una grossa virgola posta quasi sempre al disopra dei rigo ed in fine di parola, salvo rare eccezioni. Serviva per lo piü ad indicare la desinenza us delle parole, ma fu usato anche per os, is e per semplice s. Come: (1) Nelle scritture onciali dei VI sec. trovasi anche, ma di rado, la lineetta sovrapposta ad un punto {——) per indicare m e la semplice linea per indicare n (-); piü spesso perö notammo, nello stesso secolo, la linea punteggiata indicante tanto m che n. V. Fac-simili della Paleogr. Society, tav. 50, ser. II. (2) Ristampate recentemente dal Mommsen nei Notarum Later-culi, giä citati. (3) Per cognitio. Nel sec. XI al XV si usö assai spesso premettere una 11 a gn. Trovasi quindi: congnatione, recongnitum, ingnoro, etc. — XXVI — — xxvri — pri9 = prius SU9 —SUUS py = post id? = idus J9t9 = iuStuS noo9 = nobis fi9 — Alius ÍU9 = iuS n9 = nos Perö in moltissimi casi troviamo il segno ondulato posto per indicare la lettera a o una sillaba terminante con a, come: nota II Wattenbach (1) cita altri significati del segno 9 cioě di et e di ue, come q9 — que, mari9 = manet, S9 ■= Set (Sed), ma ne trovammo pochi esempi, eccetto pel segno S9 = Set, e trattasi probabilmente di una corruzione del segno 7, S7 = Sed (2). Un segno molto somigliante a quello ůelVus trovasi talora su certe consonanti col significato di er, ma non in fine di parola, come: C 9 (TlClTl — sincerum ^VUľl = revertitur Ma di questo, che non ě per altro il vero segno deWus, ci occuperemo piii oltre trattando dei segni con significato relative II quarto segno che é soltanto una linea ondulata, talora assai pronunziata quasi a foggia di u, ponevasi sulle parole per indicare la mancanza della lettera r o di una sillaba nella quale entrasse la r come: re, ra, ar. Ad esempio: corige = corrigere, pete = petere. (1) Anleitung zur lateinischen Palaeographie, pag. 22. (2) Nel Liber diurnus Pontificum Romanorum del sec. IX, conser-vato nell'Ambrosiana di Miláno (I, 2, Sup.), trovasi talora ľenclitica ...que rappresentata con una q seguita da unagrossa virgola uguale al segno dell'us, ma nel medesimo codice, invece della virgola, trovasi piii spesso il punto collo stesso valore quando segue alla q. fu =puta. Tale segno non ě altro in questo caso, che una trasformazione della lettera a che nel secolo XIII circa venne a confondersi col segno caratteristico della r e trovasi spesso perfettamente uguale a quesťultimo fino alia fine del secolo XV. Un saggio possiamo vederlo nella tavola IV, lin. 2, 3, 12, alle parole: pu = puta, pp = papa, morlr = mortaliter. Nei manoseritti, special-mente di serittura gotica, dei secoli XIV e XV, lo stesso segno ondulato si cangia ancora in una linea spezzata o in due punti disposti orizzontalmeiíte. Come: No = Nota, qle = quale, sop = sopra. II quinto segno, fatto a guisa della cifra arabica 2 o di una S coricata (00), fu usato moltissimo in quasi tutte le seritture medioevali col significato di ur o tur, preferibilmente in fine di parola e quasi sempře in alto del rigo. Raramente poteva anche significare le sillabe er e ter, ma non in fine di parola. Ad esempio: tenet2 = tenetur g2s = generis die2 = dicitur ma2S = materias c2rit = currit ceťo = caetero. II sesto segno somigliante in parte al precedente, cioě ad un 2 arabico, ma tagliato in coda da una linea obliqua, ponevasi quasi sempře in linea ed in fine delle parole per indicare la sillaba rum, ma in čerti casi la linea obliqua indicando sem-plicemente un troncamento (v. Cap. I, Segni di troncamento), — XXVIII — esso pu6 signiflcare, come vedemmo, qualunque finale comin-ciante per r. Tali ad esempio: ill OZjs — illorum — coram — notarius ^^j- — feria. II settimo segno somigliante alia cifra arabica 7 e che vale el, e (1), fu usato tanto isolatamente come congiunzione, quanto in composizione di parola. Cosi dicasi dell'altro segno & molto in uso anche oggigiorno. Con una lineetta sovrapposta tali segni hanno valore di etiam, e, se posti in fine di parola, di ent. Come : r — etiam = agent — edicti — aeternum. — XXIX — posto dopo la lettera b per indicare la desinenza bus. Come: quib7 — quibus, ma trattasi probabilmente di una corruziorie del segno 9, cioé di us, posto in riga, come talvolta usavasi, anziché in alto. Troviamo infatti la parola quibus abbreviata anche in questo modo: quib?. Molti altri segni bizzarri furono usati nel medio-evo per la congiunzione et e possono vedersi raccolti in questo dizionario fra gli altri segni convenzionali. IV. Segni atatareviativi eon signifleato relative Fra i segni ďabbreviazione che indicano quali elementi mancano ad una parola, sonvene aleuni il cui valore non é piii proprio e costante, ína vario a seconda delia lettera alia quale detto segno é sovrapposto o legato. E sono: II. » Ĺ IV. Z Z II segno 7 si uso talora per indicare ľenclitica ...que, come: at? = atque e raramente trovasi anche per us, specialmente (1) Col valore di e & usato specialmente nei manoscritti in volgare. 1. Abbiamo anche qui per primo segno la linea retta, la quale in certi casi non indica piii, come abbiamo veduto, la mancanza delle lettere m ed n, ma assume signilicati diversi quando laglia le aste lunghe delle lettere d, h, I, e quando é sovrapposta o taglia in gamba le lettere p e q. Tali sono: č ? y U m u quando doveva indicare quae, tanto isolata che in composi-zione di parola, per distinguerlo da q; = que enclitica. Trovasi infatti: q ;-q; = quaeque, q:-so — quaeso (I). Sono notevoli inoltre le contrazioni: v3 = videlicet, valet P3 = patet (2) *3 = tenet I3 = licet e in fine di n3 = neque, nec parola vale...li- d3 = debet bet, C9I3 = cu- h3 = habet iuslibet. in3 = inest S3 = set (sed) 03 = oportet 93 = cumque. o3tuit = opportuit scrittura longobarda ore trovasi di preferenza al disopra del rigo e non solo in flne ma anche in mezzo alle parole (1). Lo stesso segno, quando segue alia vocale 0, indica spesso la desi-nenza nem, come opio3 = opinionem, oblo3 = oblationem (2). In una carta romana delľanno 1177, che conservasi nelľAr-chivio di Stato di Roma (3), trovasi il segno 3 tagliato in gamba da una linea trasversale, col signiŕicato di rum, come: yyoéíJtCU?^, =ypotecarum romanorum. In carte lombarde del secolo XI trovasi invece la desinenza .orum espressa in questo modo: II segno 3 in flne di parola, quando seguealle vocali a, e, u, il piů delle volte non ha piú valore di us o di et, ma di m e po-nevasi quasi sempře in riga con le altre lettere delia parola, come: na3 = nam, oe3 = omnen, hitu3 = habitům, eccetto nella (1) Nel Liber diurnus Ponlif. Rom. della Bibl. Ambrosiana gia citato, notammo talora la q seguita da un punto, usata tanto per ...que enclitica come per ...quae finale di parola. Come: antiq- = an-tiqnae, etc. In carte pagensi dei secoli IX al XII, trovasi spesso la enclitica ...que rappresentata con una semplice linea verticale, leg-germente curvata, seguita da due punti. V. Arch. Paleogr., vol. I, tav. 2 e vol. Ill, tav. 2, carte romane, ma il medesimo segno notammo anche in carte lombarde degli stessi secoli. (2) Di solito le contrazioni V3, t3, d3, h3, p3, non portavano al disopra alcun segno generale di abbreviazione, o, se lo recavano, esso, per lo piu, indicava il plurale, come: V3 = valent, t3 = tenent, dj = debent, etc. Notisi inoltre che se due punti trovansi uno a destra, ľal- tro a sinistra di lettere isolate, danno a queste i signiflcati se-guenti: ■e- = est -s- • i. = i d est • t- ■ n- = enim -9- ■q- = quasi -7- = scilicet = tunc = condam (quondam) = etiam. (1) V. Paleografia artistica di Montecassino. Ivi, 1877-79, tav. 39. II segno 3 col signiíicato di n anziehe di jíi, lo ritrovammo una sola volta nella parola flue3 per flumen. V. anche Walther, col. 130. (2) Si eccettui pero 103 = ideoque. (3) Edita dal Monaci nellMrc/iípio Paleografico, vol. III, tav. 2. - XXXIV — — XXXV — 3. II terzo segno non ě altro che una linea obliqua, spesso uncinata alle estremitá e che tagliava trasversalmente quasi tutte le lettere deH'alfabeto, assumendo signiflcati diversi, il principále dei quali é di indicare la mancanza delle sillabe er, ar, re. Tale segno era spesso sostituito da altri tře segni, cioě da una specie di punto interrogativo rivolto, da una linea leg-germente ondulata disposta verticalmente al disopra delle lettere e da un segno somigliante a quello áelVus. Abbiamo gia veduto come la linea obliqua tagliante una si-gla o 1' ultima lettera di un'abbreviatura, stia semplicemente per indicare un troncamento. Ora invece trattasi di un segno che taglia od é sovrapposto alle lettere iniziali o médie delle parole. Crediamo opportuno darne un elenco alfabetico: cd jicm car..., cer..., cre..., cir., — Come: cercar t = chartulae credunt circulo sincerum t obr Ví s bar..., ber..., bre..., bir..., ...ub. — Come: Bartholameo brevi = abire barbigeri sub. V? 9 dcutrn s s 5 í~» eet der..., de..., di. decernimus derelicto creditur : esse. — Come: : deessent. Come: Vertatnť — XXXVIII — = nar..., ner..., nir... —Come: — denariis = genere : venerabilis : flniri. v Pf -pricey s » PP - pro... — Come: : procul : prout. prae..., pri... — Come: : praeparat : princeps : praesens praesentibus. : quod (1) — Come: :quoddam : quodammodo. (1) Eccetto nella scrittura visigotica (secolo VIII) ove trovasi lo stesso segno usato per qui. 7 -T i O ri — XXXIX — rar..., rer..., re... — rarms Cj-fg- — quaerere cYč- currere T^a,icv = regula XiVliX = relevatur. — sar..., ser..., sir. Come: mc\. m = massarij s tnvu servus r= absurdum. — ?Cj-> — quam X ^ — quid ^ — quantum 9 — quibus. (1) In questo caso trattasi, a nostro avviso, di una deformazione della vocale i sovrapposta. Abbiamo infalti nel secolo XV anche ft1 = tituli, Finalmente nel secolo VIII, il segno s vale u, come: rr lux, quod, etc. 4. II quarto segno, molto rassomigliante alia cifra arabica 2 o alia lettera z, usavasi dopo la q per indicare quia; isolate si usó molto per et (sec. XV) e con una linea sovrapposta valeva etiam. Dopo le lettere u, a, in fine di parola ha valore di m. Dopo la lettera s ha valore di et o ed. Come: q2, qz = quia ž = etiam zdio = etiandio Silz = sum miaz — misericordiam 8z = sed. Pero il segno piu comunemente usato rimane sempře il primo cioě il q2 per quia (1); nel signiflcato di et e di m trovasi per lo piii in scritture lombarde e nelle prime stampe del sec. XV. V. Abbreviature per lettere sovrapposte. Tanto le vocali che le consonanti, sovrapposte alle parole, se trovansi in fine della parola stessa no indicano sempliee-mente la desinenza, salve alcune eccezioni come si vedra in seguito. Negli altri casi, se trattasi di vocali sovrapposte a consonanti, esse indicano, per lo piu, oltre la vocale stessa, anche la man can za» della lettera r. Stanno quindi tanto per ar, er, ir, or, ur, quanto per ra, re, ri, ro, ru. Ad esempio: facno _ fractione gex_ = grex eg'nu = egritudinum eg°ni = egrotationi pvdea = prudentia. matis c tu _ c'98täa ftis flgTat. = martis = certum 1 = circumstantias = fortis = figu ratu m (1) Nel sec. XV trovasi usato anche qr — quia, ma raramente. — XLII — — XLIII — Notisi perö: Che le yocali a, i, o, sovrapposte aüa consonante g in com-posizione di parola hanno valore di na, ni, no. Come: sigacl'um = signaculum sigiflre — significare ag°sc'e — agnoscere (1). La lettera a posta sulla r, spesso indica regula, come: rare = regulärem, ratia = regulativa. Le vocali a, e, i, o, sovrapposte alla lettera q, indicano, per lo piü, le sillabe ua, ue, ui, uo, come: qa]r = qualiter q'cq'd = quicquid qe^3 = quaecumque q°däm° — quodammodo. Notisi perö come eccezione: q°ne = quaestione. La lettera i, sovrapposta alla c, puö indicare, oltre che cir e cri, anche cui, come: CI3 = cuilibet C*3 = cuique. La stessa i sovrapponevasi inoltre ai segni 9 0 0 per indicare le parole: communi e conveni, come: c^om = communionem 9^' = communiter j o'es = inconveniens c^ut = conveniunt. La lettera 0 sovrapponevasi alla m per indicare modo. Quindi: q°m°l3 = quomodolibet. La vocale u sovrapposta per indicare ur, frrovasi rarissime volte giacchě, come vedremo, per questa sillaba ponevansi i segni 2 o ~. La u sovrapposta indica dunque quasi sempre ru od u soltanto, o qualche altra sillaba con u. Trovansi spesso anche vocali sovrapposte ad altre vocali con (1) Abbiamo veduto a pag. XV, il diverso significato che prende la lettera g con le stesse vocali sovrapposte, quando trovasi, non piů in composizione di parola, ma isolata, cioé di erga, igitur, ergo. significato costante. Eccone le piů comuni: aa = anima, alia ; aalia = animalia, aam — aliam, etc. a' = aliqui, ali...; a'd = aliquid, a'C9 = alicuius, a'c'^ alicui, etc. avd = aliud. ea... = equa...; eali = aequali, ealr = aequaliter, etc. e'..- = equi..; e'pollj =equipollet (aequipollet), e'uj =equivalet. ia = ita; iaq3 = itaque, etc. i1 = ibi; i'de = ibidem, etc. oa = ota...; noabil' = notabilis, noand = notandum, etc. oi — omni..., omini...; o'pOa = omnipotentia, do'um = dominium, o'b3 = omnibus, etc. u'=ubi, ein fine di parola...uit; 11^3 =ubique, oportu!=oportuit u° = uno, vero; — u°q°3 = unoquoque, u°silr = verosimiliter. Meno frequentemente delle vocali trovansi sovrapposte delle consonanti e piů raramente ancora quelle di asta lunga per-chě ingombranti. Vediamo intanto quelle che si sovrapponevano ad altre consonanti, sempre nel corpo delle parole. Innanzi tutto la lettera c, la quale fra le consonanti ě quella che piü spesso vediamo sovrapposta e quasi sempre vale ec, iec, eccetto quando trovasi sulla lettera d, nel qual caso vale per lo piü ic o uc. Eccone alcuni esempi: d°taie = dictamine rctine = rectitudine íťdctu = introductum ob°to = obiecto pfcma __ perfectissima sbce = subiectae. expctat = expectant La lettera l tagliata da un segno abbreviativo, quando trovasi sulla n forma la parola nihil. Quindi: YtOL — nihilominus 4- iXO =rnihilo. La n trovasi talora sulla q (qn) per indicare quando. Come: qn3 = quandoque, a'qn = aliquando. — XLIV — — XT,V - La r sulla t vale er e ur, come: ceťo = caetero, ceťio = centurio (1). La s trovasi spesso sovrapposta in fine di parola, special-mente nel XII secolo, per rappresentare puramente sé stessa. Come: patri8 = patris (2). La t sovrapposta a consonanti vale quasi sempre it, eccetto quando trovasi sulla p, nel qual caso indica le parole -potest e post, come: m*ť _ = mittit pHis = potestatis leg'tU) = legittimo p*qa = postquam. pen'etia = poenitentia La x sovrapposta alia p forma la sillaba plex, come: 9Pxio = complexio, iop*i = incomplexi. Rarissime volte trovansi consonanti sovrapposte a vocali ma sono per lo piu sigle con la desinenza per esponente. Come: a1 = animal jj in : ilium ad = aliud id = illud a' — aut om = oppositum e' = est, erit 0* = ostendit. Si notino perö: an = ante, anqa = antequam, obico = obiecto, un = unde. Quanto alle lettere poste a guisa di esponente in fine di parola, il löro ufflcio principále, come dicemmo, é di indicare la desinenza della parola. Tuttavia non mancano eccezioni spe-cialmente quando trattasi di sigle, ponendosi non di rado per esponente la lettera piü caratteristica fra le mancanti anziehe la finale. Abbiamo giä veduto an = ante, qn = quando. Si aggiungano : (1) In questo ultimo caso perö la sovrapposta ha piü spesso la forma gotica, come vedemmo cioě di un 2 arabico. (2) V. Tavola I, documento del 1114, linea 3 e 6. h1 = hic ig1 = igitur h° = hoc ne = nec m° = monacus un = unde leg' = legitur Excell1" = Excellentissimus, Excellentissimis, etc. In quesťultimo caso la m posta come esponente indica il superlativo. Altre volte in čerte locuzioni di uso frequente, le lettere poste come esponenti indicano, non gia la finále della parola incornin-ciata, ma quella di altra parola che la seguiva, come ad esempio: a°° = alio modo Optoo _ opposito modo ex0 = ex adverso ptc = potest sic 98m = consequens falsum pioo _ pfimo modo „00 = hoc modo 8j|j° = simili modo hon = hoc nomen silio0 = simili modo joo = illo modo ut' = ut dicit il lo 1 = illo modo utr = ut probatur nc = non sic v*3 = ut patet n* == non dicitur V5 = verbi gratia (1) „00 = nullo modo j" = et sic nllo" = nullo modo yens _ ei sjc (je aiiis. o'°° = opposite modo II piü delle volte le lettere sovrapposte in fine di parola portano qualche segno d'abbreviazione per indicare intera la desinenza della parola stessa. Per tali desinenze abbreviate po-trebbero valere in parte gli specchietti giä dati per le abbreviature di troncamento e contrazione, tuttavia crediamo opportuno dame qui uno nuovo per le sole desinenze sovrapposte, con esempi relativi. (1) I due segni d'abbreviazione che trovansi sulla v, stanno forse per distinguere questa abbreviatura dall'altra va = vestra, o per indicare che trattasi di due parole. Nella maggioranza dei casi perö trovansi i due segni sovrapposti in fine di parola, uno dei quali indica una contrazione o un troncamento, l'altro la finalem della parola stessa. Gome: succo = successionem. ca = causam, q = quaedam, etc. — XLVI cam — ...am. — Come: harmóniám. iustitiam. ...bus, ...bet. — Come: continentibus; — qd^3 quodlibet. ...cis. — Come: canonicis. = ...cum. — Come: c a. methaphisicum. ...dum., ...dam, ...dem. Come: dissentiendum eodem notandam. r= ...nem, ...eč. — Come: k!4^3^ — magnitudinem : significet. — XLVII — =: ...lis. — Come: — divisibilis pccv* rr communicabilis iuwa — amabilis. — ...twin, mum. — Come — generalissimům. = ...num. Come: 'ľ = metropolitanům n: sempiternum. =r ...men. — Come: — amen — regimen. — ...onis. — Come: ^|v$