Locandina Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=i7SfARhL9ws ___________________________________________________________________________ Scheda film da www.ilgiornale.it La mafia uccide solo d'estate Commedia - (Durata 109') La Palermo della mafia, spesso un "luogo comune", carico di stereotipi e immagini "romanzate", è ed è stata una realtà quotidiana per tanti. Proprio nel capoluogo siciliano, affascinante e terribile a un tempo, cresce Arturo. La Sicilia dagli anni '70 ai '90, con tutta la sua violenza e "fatti morte" fa da sfondo ai suoi amori, anzi al suo amore, quello per la compagna di banco Flora, e al suo "diventare grande". Sono gli anni terribili degli omicidi eccellenti, ma c'è ancora spazio per sorridere... Esordio alla regia cinematografica per Pierfrancesco Diliberto, meglio noto come Pif, inviato delle Iene, il programma di Italia 1, dal 2001 al 2010, autore e conduttore del Testimone, il suo primo programma individuale, del Testimone Vip entrambi realizzati per MTV. Il film offre uno sguardo nuovo, ironico, ma non banalizzante, dissacrante ma anche molto umano, sugli anni terribili che hanno vista la Sicilia riempirsi si sangue e violenza. Pif scrive nelle note di regia"Avete presente quando rivedete una vecchia foto degli anni Ottanta, magari di una ragazza per la quale avevate perso la testa? Per quanto bella possa essere la ragazza, i vostri occhi, o almeno i miei, saranno attratti da un elemento particolare: le spalline! Le ragazze indossavano le orrende spalline, perché andavano di moda. E voi vi chiedete: ma come mai le spalline entravano nella mia vita ed io non dicevo nulla? Ecco, una domanda simile me la sono posta con Palermo, la città dove sono nato e cresciuto. Infatti, un giorno mi sono fermato e ho guardato indietro. E lì la domanda: ma come è possibile che a Palermo la mafia entrasse così prepotentemente nella vita delle persone e in pochi dicevano qualcosa? Il tempo ti rende più lucido, più distaccato e allora capisci gli assurdi compromessi che si fanno con la vita, in maniera più o meno cosciente, per andare avanti. E fai finta che alla fine tutto vada bene. Accettazione delle spalline compresa. Perché è faticoso uscire dal coro. Perché, per quanto amaro possa essere, sul momento si vive meglio abbassando la testa, e poi si vedrà. Allora, essere un bambino a volte conviene. Perché imiti i tuoi modelli, cioè gli adulti. E se per loro non ci sono problemi, non ci sono neanche per te. I problemi arrivano quando, un giorno, il bambino capisce che la mafia non uccide solo d’estate". Videointervista: http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/la-mafia-uccide-solo-d-estate-incontro-con-pif-e-bo lzoni/147558/146074 Minuti 02:25-05:39 e 11:30-19:30 Da: www.larepubblica.it PIF: La mafia uccide solo d’estate "La mafia uccide solo d'estate" è in concorso al Festival di Torino e arriva nelle sale il 28 novembre. È la storia dell'amore di un bimbo palermitano per la sua compagna di scuola, scandito dai tragici eventi orditi da Cosa Nostra tra gli anni '70 e '90. Con Cristiana Capotondi ROMA - Di mafia si può ridere, anzi si deve. "È grave quando non si può ridere di qualcosa, sempre con il rispetto naturalmente per le vittime, in modo che la satira non offenda la tragedia". La mafia uccide solo d'estate di Pierfrancesco Diliberto (in arte Pif) è un film che mette insieme commedia, romanticismo, cinema-verità e inchiesta. Racconta, con gli occhi di un bambino concepito durante la strage di viale Lazio a Palermo, più di trent'anni di assassinii, attentati ma anche lotte a Cosa Nostra. Un film che dissacra i boss mafiosi e umanizza gli eroi dell'antimafia: il commissario Boris Giuliano, il segretario regionale del Pci Pio La Torrre, i giudici Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Palermitano, classe 1972, Pif fa tesoro della sua esperienza televisiva (Le Iene, Il testimone) e della frequentazione di set eccellenti (ad esempio I cento passi di Marco Tullio Giordana) per raccontare un periodo della sua Palermo che, visto con gli occhi di oggi, pare quasi incredibile. "Forse il paragone sembrerà azzardato - spiega Pif - ma i fatti accaduti in quegli anni e le dichiarazioni dei politici di allora sono come le spalline degli anni Ottanta. Tutte le ragazze e le donne le portavano, ma viste ora possiamo dire che erano orribili, così se con la consapevolezza di oggi riascoltiamo alcune frasi di politici come Salvo Lima o Giulio Andreotti capiamo che era sotto gli occhi di tutti la collusione tra certa politica e la mafia. I palermitani però non la vedevano, si parlava di debiti di gioco, di storie di corna quando un insospettabile veniva ucciso. Solo le morti di Falcone e Borsellino hanno aperto gli occhi alla città". La mafia uccide solo d'estate, (la somiglianza con il titolo dell'autobiografia politica di Alfano, La mafia uccide d'estate, è casuale, "noi ci avevamo pensato prima") racconta la storia di Arturo che, per conquistare l'amata Flora e per coronare il suo sogno di diventare giornalista, comincia a interessarsi ad alcuni casi che avvengono nella sua città. Man mano che la sua passione civile e professionale cresce, intorno a lui si susseguono gli episodi di cronaca. Così, prima di venire assassinato, il commissario Boris Giuliano è un signore baffuto che svela ad Arturo il dolcissimo segreto delle Iris (brioche ripiene di ricotta e cioccolato), prima di saltare in aria con la sua scorta il giudice Chinnici è un testimone affettuoso dei goffi tentativi di Arturo di conquistare Flora, Dalla Chiesa è la prima intervista del giornalista in erba che a un perplesso generale chiede: "l'onorevole Andreotti dice che l'emergenza criminalità è in Calabria e in Campania, Generale, ha forse sbagliato regione?". Il film mescola la storia di finzione con elementi di repertorio, i funerali di Dalla Chiesa, quelli della scorta di Borsellino con un effetto di realtà e di coinvolgimento. "Quando ero ragazzino ero il cronista di punta di nera del mio giornalino scolastico - dice Pif - quando un giorno in classe un compagno disse che il padre aveva visto una testa mozzata per strada fui traumatizzato, non per l'immagine cruenta ma per il fatto che non l'avevo vista io. In quegli anni vivevamo in una bolla, il che in parte ci proteggeva, ma che ci ha reso più traumatico l'esplodere di quella bolla". "Io vengo dall'esperienza delle Iene, arrivo 'babbiando', come si dice a Palermo, cioé scherzando, e poi sparo la mia denuncia. Forse un film più classico un ragazzo non lo vedrebbe, mentre è importante che i giovani sappiano che anche se Cosa Nostra oggi è un po' meno potente non si deve abbassare la guardia perché la mafia è particolarmente pericolosa quando è silente, strisciante". Il film stesso è un emblema della lotta alla mafia, perché la produzione ha messo subito dei paletti rispetto all'eventualità che venisse chiesto un pizzo per girare. "Su questo punto sono stato fermo e la produzione è stata d'accordo con me - ha spiegato Pif - il film va girato a Palermo e non si deve pagare per girare. Io sostengo l'associazione di più di 800 commercianti di Addio Pizzo che, con un adesivo appplicato sulla vetrina, stanno combattendo una pratica talmente diffusa da essere normale. Io ho diffuso la notizia, ho chiesto aiuto a tutti gli amici poliziotti e ce l'ho fatta. Tanto che oggi posso fare un invito: 'produzioni venite a Palermo, si mangia bene, le persone sono accoglienti, c'è tanta luce e, se ci si impegna, si può evitare di pagare il pizzo'". PIZZO: s. m. [voce sicil., prob. forma accorciata di capizzu «capezzale», passato a indicare il posto dove si colloca il letto, dove ci si corica, inteso come luogo dove si trova tranquillità e sicurezza]. – Tangente estorta dalle organizzazioni mafiose e camorristiche: imporre, pretendere il p.; pagare il pizzo. Abbinate queste parole alle definizioni parodia tragedia satira commedia Travestimento burlesco di un’opera d’arte, a scopo satirico, umoristico o anche critico, consistente, nel caso di opere di poesia (meno spesso di prosa), nel contraffare i versi conservandone la cadenza, le rime, il tessuto sintattico e alcune parole e, nel caso di opere musicali, nel sostituire le parole del testo originario, conservando intatto o con leggere variazioni il motivo: fare la p. di un verso, di un sonetto, di un dramma, di una canzone, di una romanza; mettere in p. un poema, un autore, un poeta. ... Anche, imitazione caricaturale di noti personaggi del mondo dello spettacolo, della politica, dello sport, ecc., del loro modo di parlare, di gesticolare e sim., fatta per suscitare ilarità, molto frequente nel teatro comico e negli spettacoli di varietà. In senso ampio e generico, opera letteraria, in versi o in prosa, destinata alla rappresentazione scenica, e la rappresentazione stessa, di tono leggero, movimentata nel dialogo e nell’azione, caratterizzata da un alternarsi di situazioni ora liete ora tristi, ma la cui conclusione è di solito lieta. Opera e rappresentazione drammatica che si caratterizza, oltre che per il tono e lo stile elevato, per uno svolgimento e soprattutto una conclusione segnati da fatti luttuosi e violenti, da sventure e gravi perdite e sofferenze Scritto, opera letteraria o artistica, vignetta, discorso, atto o atteggiamento che evidenzia e mette in ridicolo passioni, modi di vita e atteggiamenti comuni a tutta l’umanità, o caratteristici di una categoria di persone o anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati vizî o difetti) o dall’ideale etico dello scrittore.