MAURIZIO DARDANO PETRO TRIFONE fljl/'l lb- at ü ■ i- MB» SBSk GBl • Morfológia • Sintassi • Fonologia • Formazione delle parole • Lessico • Nozioni di linguistica e sociolinguistica Qardano/Trifone LA LINGUA ITALIANA ZANICHELLI 6t?00O0 ZANICHELLI 12. LA FORMAZIONE DELLE PAROLE mentre nel secondo caso abbiamo: insieme di strutto grosso matto ha significato diverso da ha significato diverso da struttura mattone. Come si vede, non possiamo spiegare la formazione delle parole considerando solo il rapporto formale che unisce una base a un affisso (-ura, -one o altri); e necessario considerare anche il rapporto tra i significati. La formazione delle parole si divide in tre settori: la suffissazione, la prefissazione, la composizione. 12.1. LA SUFFISSAZIONE 12.0. La formazione delle parole ě quel complesso di trasformazioni per il quale si puó passare da parole di base a suffissati (orologio —> orologiaio), prefissati (campionato —> precampionato) e composti (fermare e carte -> fermacarte). Diversamente dal prestito linguistico (v. lessico, 13.9.), la formazione delle parole arricchisce dall'interno la lingua: infatti produce nuovi vocaboli (come orologiaio, precampionato, fermacarte) partendo da vocaboli che giá esistono (nel caso specifico, orologio, campionato, fermare e carte). II suffisso ě la particella che appare alia fine dei suffissati, per esempio -aio di orologiaio; il prefisso ě invece la particella che appare all'inizio dei prefissati, per esempio pre- di precampionato; nel loro insieme, i suffissi e i prefissi vengono anche chiamati affissi: il suffisso -aio di orologiaio e il prefisso pre- di precampionato sono quindi due affissi; i composti si formano mediante la fusione in una sola parola di almeno due parole: ě questo il caso di fermare e carte in fermacarte. Tutti i parlanti possono costruire, partendo da determinate basi e attuando le necessarie trasformazioni, intere serie di nuove parole, che con termine tecnico sono definite neoformazioni. Cosi, per esempio, orologiaio, precampionato, fermacarte sono neoformazioni deriváte da orologio, campionato, fermare e carte. Per passare dalla base al nuovo vocabolo si seguono alcune regole di trasformazio-ne, sulle quali ci soffermeremo particolarmente. La formazione delle parole non consiste in una pura e semplice addizione di elementi: base + suffisso = suffissato, prefisso + base = prefissato, parola + parola = parola composta. Questo, in realtá, ě solo l'aspetto esteriore del fenomeno. La formazione delle parole presuppone invece che il parlante abbia piena coscienza del rapporto di signifícato che lega la nuova parola alia sua base. Per esempio, tutti riconosceranno in parole come scaffalatura e librone un collegamento a scaffale e libro, ma nessuno penserá che struttura e mattone sono collegati a strutto e matto. Soltanto nel primo caso, infatti, possiamo formuláře le equivalenze: insieme di scaffali ha signifícato uguale a scaffalatura grosso libro ha significato uguale a librone; La suffissazione consiste nell'aggiungere un affisso dopo la base: forma -» formale, formale -» formalizzare, formalizzare formalizzazione. Un aspetto fondamentale della suffissazione e il passaggio da una categoria ad un'altra di parole: un verbo pud dar luogo a un nome o a un aggettivo; un nome a un verbo o a un aggettivo; un aggettivo a un verbo o a un nome. La suffissazione si ha anche all'interno della stessa categoria di parole: da un nome a un altro nome, da aggettivo ad aggettivo, da verbo a verbo (le trasformazioni da aggettivo ad aggettivo e da verbo a verbo awengono solo nel settore specifico dell'alterazione: v. 12.1.8.). Le neoformazioni che derivano da un nome si chiamano denommali, quelle che derivano da un aggettivo si chiamano deaggettivali, quelle che derivano da un verbo si chiamano deverbali. Inoltre, secondo che siano nomi, aggettivi o verbi, si dicono nominali, aggettivali o verbali. Ecco uno schema generate della suffissazione; a sinistra poniamo la base, a destra il suffissato: denominali deaggettivali deverbali ' Riguardo alia base il suffissato puö essere: denominate, deaggettivale, deverbale. Riguardo alia propria natura il suffissato puô essere: nominate, aggettivale, verbale. Per esempio, orologiaio ě un suffissato nominate denominate: si tratta infatti di un nome che deriva da un altro nome; operabile b iirvece un suffissato aggettivale deverbale: si tratta infatti di un aggettivo che deriva da un verbó; e cosi via. Nella tabella precedente sono indicati solo i nove tipi principáli: bisogna aggiuňgere gli awerbi, che possono essere sia basi (indietro —»indietreggiare) sia derivati (veloce —> velocemente, bocca —> bocconi). orologio -> orologiaio nominale idea —> ideale aggettivale idea —» ideare verbale bello —» bellezza nominale verde ■ -> verdastro aggettivale verde verdeggiare verbale operare -> operazione nominale operare —* operabile aggettivale cantare —> canticchiare verbale E importante tener conto di alcune variazioni formali che talvolta possono intercorrere tra la base e il suffissato. Ricordiamo: l'alternanza dittongo-vocale (il cosiddetto dittongo mobile: v. 14.3.1.): 1)^1 -lei lieto -> letizia; /wo/ - lol nuovo novita; l'alternanza occlusiva-affricata, nelle sue tre varieta: It I - Its I potente -»■ potenza; Ik! - Itjl comico -» comicita: Igl - Id^l mago -> magia; le alternanze dovute alia conservazione nel suffissato di caratteri presenti nel latino, per esempio: figlio (lat. filium) -»filiate; mese (lat. mensem) -> mensile; chiaro (lat. clarum) —» acclarare. In tutti questi casi come in altri (si ricordi in particolare l'importante settore dei prestiti dal greco: crisi —> critico) si parla di base modificata. Diamo ora un quadro delle linee principali della suffissazione nella nostra lingua; useremo per brevita le sigle N (= nome), A (= aggettivo), V (= verbo). 12.1.1. N -> V La trasformazione N —» V pud essere ottenuta con i suffissi: -are, -ire: arma —* armare, canto —» cantare, pittura —» pitturare, sci —* sciare; custode —» custodire, veste —» vestire. Si possono considerare come varianti di -are sia -iare {differenza —> differenziare) sia -icare (neve —> nevicare); -eggiare: alba —* albeggiare, onda —» ondeggiare, scena —> sceneggiare, schiaffo —>• schiaffeggiare; -izzare: alcool-* alcoolizzare, canale-^ canalizzare, lottos lottizzare, scandalo —> scandalizzare; -ificare: nido —* nidificare, pane —»panificare, persona —» personificare, pie in-cappucci-are, bandiera —* s-bandier-are. Distinguiamo i parasintetici a seconda dei prefissi: a- + raddoppiamento della consonante: bottom—* abbottonare, casa—> accasare, fetta —* affettare, punta —> appuntire. Davanti a base che inizia con vocale si ha la forma eufonica ad-: esca —» adescare, opera —» adoperare; de-: caffeina —» decaffeinare, cappotta —» decappottare; in- (('-, inn-, ii-, im-, ir-): amore—> innamorare, bottiglia-* imbottigliare, lume-* illuminare (base modificata secondo il latino lumen, genitivo luminis 'lume, luce'). ruggine —» irrugginire, scatola —* inscatolare, scheletro —> ischeletrire. Vi e anche il doppio prefisso re + in = rin- (rim-): faccia —» rinfacciare, patria —> rimpatriare; s- privativo: buccia —> sbucciare, gozzo —> sgozzare, natura —> snaturare, polpa -» s- intensivo: bandiera -> sbandierare, facchino -» sfacchinare, forbice -> s/ori>icwe; di-: ramo —> diramare, vampa —> divampare; dis-: bosco -» disboscare, colpa -» discolpare, sangue -> dissanguare, sete —> dissetare; tra-, tras-, trans-: voso -» travasare, morte ~* tramortire (valore attenuativo); ZwriZo -» trasbordare; sostanza -> transustanziare (base modificata secondo il latino substantia 'sostanza'). 12.1.2. A -» V La trasformazione A -> V puô essere ottenuta con i suffissi: -are, -ire: affivo -* attivare, calmo -» calmare, gonfio -» gonfiare; chiaro —> chiarire, marcio -» marcire; -izzare: formale -> formalizzare, fraterno -> fraternizzare, stabile -> stabilizzare, vivace —> vivacizzare; -eggiare: bianco -» biancheggiare, grande -» grandeggiare, largo -» largheggiare, scarso —* scarseggiare; -ificare: fteato -» beatificare, dolce -> dolcificare, intenso intensi)'icare, solido -» solidificare. Numerosi sono i verbi parasintetici che derivano da aggettivi: aspro -> in-aspr-ire, bizzarro -> s-bizzarr-ire. Anche qui distinguiamo i parasintetici a ! seconda dei prefissi. a-: /argo -» allargare, profondo -» approfondire, simile -> assimilare, vicino -* avvicinare; di-: magro —> dimagrire, rozzo —» dirozzare; in-: flipro -> inasprire, brutto -> imbruttire, grande -» ingrandire, pallido —> impallidire; s- privativo: /oZto —» sfoltire, paziente —> spazientire; \ s- intensivo: bizzarro —* sbizzarrire; dis-: acerbo —» disaterbare, acido —» disacidare; r(i)-: a/fegro -» rallegrare; spesso ě unito ad un altro prefisso: caro -> rincarare, giovane -* ringiovanire, sereno —> rasserenare. \ l II parlante di oggi considera rallegrare e ringiovanire come tratti direttamente da aZ/egro e giovane, cioě come dei parasintetici; per lo storico della lingua, invece, questi verbi derivano da allegrare e ingiovanire (oggi non piú in uso) e sono perciô dei prefissati verbäli non parasintetici. < 12.1.3. V -» N I nomi deverbali si distinguono in due specie: 1. nomi che indicano ľazione: insegnare —> insegnamento; 2. nomi che indicano T'agente", cioě la persona o la cosa che compie 1'azione: lavorare -» lavoratore, potare —» potatoio. I nomi deverbali che indicano 1'azione possono essere ottenuti con i suffissi: -zione: circolare-* circolazione, esportare—> esportazione, lavorare-* lavorazio-ne, operare —»operazione, punire -> punizione. Si puö considerare una variante di -zione il suffisso -sione, che comporta un mutamento nella base (la base ě costituita dal participio passato o da una forma colta): accendere —» accensione, aggredire —> aggressione, dividere -* divisione, invadere -» invasione; -aggio: atterrare-* atterraggio, lavare-> lavaggio, montare -* montaggio, riciclare —> riciclaggio; -mento: cambiare -* cambiamento, censire -» censimento, insegnare -> insegna-mento, nutrire '-> nutrimento; -ura (la base ě data dal participio passato): chiudere —» chiusura, cuocere —> cottura, fornire -> fornitura, leggere -* lettura; -anza, -enza: abbondare —» abbondanza, adunare —> adunanza, somigliare —* somiglianza; compiacere -» compiacenza, diffidare -> diffidenza, dipendere -* dipendenza; -lo (indica azione continuata): calpestare -» calpestio, cigolare —» cigolio, mormorare —» mormorio, ronzare —> ronzio; -ato, -ito, -ata, -uta, -ita ecc. (trasformazione mediante la forma del participio passato maschile o femminile): tracciare-»tracciato, ululare -> ululato; ruggire-» ruggito, udire —> udito; nevicare -* nevicata, telefonare —> telefonata; cadere —> caduta, spremere —> spremuta; dormire —> dormita, schiarire —* schiarita; attendere -» aííesa, condurre -» condotta, leggere -> letta, sconfiggere -> sconfitta; suffisso zero, cioě senza suffisso: abbandonare —* abbandono, comandare —» comando, deliberare -* delibera, rettificare -> rettifica. Talvolta accanto al deverbale con suffisso zero ce n'ě un altro con suffisso pieno: accumulol accumulazione, deliberaldeliberazione, prosiego/proseguimento, rettifica! rettifica-zione. I nomi deverbali che indicano 1'agente possono essere ottenuti con i suffissi: -tore/-trice: giocare —* giocatore (giocatrice), investigare —> investigatore (investiga-trice), lavorare -> lavoratore (lavoratrice); spesso la base ě data del participio passato: correggere —> correttore (correttrice), dirigere —» direttore (direttrice), leggere -» feřtore (lettrice). II suffisso -torel-trice ě frequente in nomi del linguaggio tecnico-scientifico indicanti un apparecchio, uno strumento, una macchina ecc: ampliflcare-* amplificatore, trasformare -» trasformatore; calcolare-* calcolatore (calcolatrice), mitragliare -* mitragliatore (mitragliatrice); copiare -» copiatrice, trebbiare trebbiatrice. Variante di -tore ě il suffisso -sore, che comporta un mutamento nella base (la base ě costituita dal participio passato o da una forma colta): difendere —> difensore, invadere —» invasore, opprimere —» oppressore; comprimere —> compressore, percuotere —»percussore. Spesso i nomi in -torel-trice e in -sore sono usati anche come aggettivi: lo studente lavoratore, agenzia investigatrice, 1'avvocato difensore; un apparecchio amplificatore, una macchina copiatrice; 328 -ante, -ente: cantare —> cantante, commerciare —> commerciante, insegnare —» insegnante; supplire —> supplente. Tra i nomi di cosa: colorare -> colorante, disinfettare -* disinfettante; assorbire -» assorbente. Numerosi nomi in -anře e in -ercře possono anche essere aggettivi: corpo insegnante, carta assorbente; -ino: arrotare-* arrotino, imbiancare^* imbianchino, spazzare —»spazzino. Tra i nomi di cosa: co/are —» colino, frullar.e —> frullino, temperare —* temperino; -one (ha valore accrescitivo-spregiativo): accattare -> accattone, brontolare -* brontolone, chiacchierare —> chiacchierone, mangiare -> mangione; -toio (forma nomi di strumenti e anche nomi di luogo): appoggiare -> appoggiatoio, essiccare —> essiccatoio, galoppare —* galoppatoio, potare —» potatoio; -torio (ha prevalentemente valore locativo): consultare -» consultorio, dormire —> dormitorio; -eria (ha lo stesso valore del suffisso precedente): distillare -> distilleria, fondere —» fonderia. 12.1.4. V -> A La trasformazione V -» A puó essere ottenuta con i suffissi: -ante, -ente: abbondare -» abbondante, incoraggiare -> incoraggiante, somigliare -> somigliante; compiacere -> compiacente, diffidare diffidente. Spesso gli aggettivi in -an/e e in -enře sono soggetti a nominalizzazione: calmante, dipendente, lavorante, militante, partecipante, scioperante; -toreAtrice: si rimanda ai nomi deverbali che indicano Pagente (v. 12.1.3.); -bile (forma aggettivi di senso passivo esprimenti possibilita): giustificare -> giustificabile 'che puö essere giustificato', ossidare ossidabile, realizzare -* realizzabile, utilizzare -» utilizzabile; -evole (forma aggettivi con valore passivo e con valore attivo): ammirare -» ammirevole 'che deve essere ammirato', biasimare biasimevole, lodare -> lodevole; girare -> girevole 'che gira', mKřare -» mutevole, scorrere -> scorrevo/e; -ivo (la base ě data dal participio passato o da una forma colta): detergere -» detersivo, eludere -* elusivo, fuggire -» fuggitivo, permettere -> permissivo. 12.1.5. A -> N La trasformazione A -» N puö essere ottenuta con i suffissi: -ezza: a/to -» altezza, bello -> bellezza, grande -»grandezza, lungo -» lunghezza, triste -* tristezza; i -ia: a/Zegro -» allegria, cortese -> cortesia, folie -» /o/íia, ge/cwo geíosia; -ía: concorde -» concordia, insonne -* insonnia, misero —> miseria, superbo superbia; -izia: flmico —> amicizia, avaro—> avarizia, furbo —* furbizia, giusto —> giustizia; . 329 -itä, -etä, -tä: breve -» brevitä, capace -* capacitä, felice -» felicitä; bonario -» bonarietä, caparbio —> caparbietä; fedele —» fedeltä, nobile —» nobiltä; -itudine: alto -» altitudine, grato —> gratitudine, solo -* solitudine; -ura: a/fo -» a/tara, bravo -> bravura, fresco -» frescura, lordo -» lordura; -ore: grtg/o —» grigiore, gonfio ~* gonfiore, rosso —> rossore; -aggine (ha valore negativo-spregiativo): balordo —> balordaggine, cocciuto —> cocciutaggine, lungo -> lungaggine, sfacciato -* sfacciataggine; -eria: fantastico -» fantasticheria, furbo -» furberia, spilorcio -» spilorceria; -ume (ha valore collettivo e si unisce per lo piu ad aggettivi di senso spregiativo): putrido -> putridume, sudicio -* sudiciume, vecchio -* vecchiume; -anza, -enza (formano nomi derivati dai corrispondenti aggettivi in -anfe, -ente): arrogante -* arroganza, elegante -> eleganza; decente -» decenza, paziente -> pazienza. Spesso gli aggettivi di base hanno alle spalle un verbo: (abbondare) abbondante -* abbondanza, (somigliare) somigliante -> somiglianza; (compiace-re) compiacente -> compiacenza, (dipendere) dipendente -> dipendenza. In questi casi il nome puö essere considerato sia deaggettivale sia deverbale (v. 12.1.3.); -ismo, -esimo (formano nomi indicanti un movimento, un'ideologia, una disposizione delPanimo, un atteggiamento): ateo -> ateismo, fatale -» fatalismo, socialem socialismo, totalitarian totalitarismo; cristiano-^ cristianesimo, urbano —» urbanesimo; sufflsso zero (e un settore molto importante e riguarda sia gli aggettivi sia i participi): il bello, ilgiusto, l'imponderabile, il (la) finale, la tangenziale; l'amante, il fabbricante, il ricavato, il ricevente, la sopraelevata. 12.1.6. N -» A La trasformazione N -» A puö essere ottenuta con i suffissi: -ato: accidente -* accidentato, dente -> dentato, fortuna -* fortunato, velluto -> vellutato; -uto: baffi-* baffuto, occhiali-* occhialuto,pancia-*panciuto,punta-*puntuto; -are: crepuscolo —» crepuscolare, popolo —»popolare, saluto —» salutare, secolo —* secolare; -ario: ferrovia -» ferroviario, finanza —> finanziario, testamento —» testamentario, unitä ^* unitario; -ale: commercio —> commerciale, industria -* industriale, musica -> musicale, posta —* postale; -ano: diocesi -> diocesano, isola -> isolano, mondo -> mondano, paese -> paesano. Si noti che molti aggettivi in -ano, come per esempio isolano e paesano, hanno subito un processo di nominalizzazione; -aceo: carta —» cartaceo, erba —> erbaceo, perla —» perlaceo; -aneo, -ineo: cute—> cutaneo, istanten istantaneo;femmina —> femmineo, fulmine —> fulmineo; -igno: /era> -» ferrigno, sangue -> sanguigno; -ile: /eoore -» febbrile, giovane -» giovanile, primavera -* primaverile, signore -» signorile; -ino: rove -> bovino, capra -» caprino, mare -» marino, sale -> salino; -izio: credz'to -> creditizio, impiegato -* impiegatizio, reddito -» redditizio; -iero: albergon alberghiero, battaglian battagliero, costa -» costiero, petrolio -» pefro/iero; -esco (ha per lo piú un valore spregiativo): avvocato -> avvocafesco, bambino bambinesco, carnevale —> carnevalesco, polizia —» poliziesco; -evole: aw/co amichevole, amore -» amorevole, colpa -> colpevole, onore -»• onorevo/e; -ivó: aouso -> abusivo, furto -» furtivo, oggeito -> oggettivo, sport -» sportivo; -ico: atomo -> atomico, igiene -* igienico, nord -» nordico, panorama panoramico. In alcuni derivati -ico sostituisce il suffisso della base: difterite -» I difterico, esotismo -» esotico, prosodia -» prosodico. In altri derivati si ha una modificazione della base; il caso piú frequente ě -(at)ico: diploma -> diplomatico, dramma —> drammatico, problema -> problematko; altre varieta possono essere esemplificate con: analisi -* analitico, energia —> energetico, farmácia -4-farmaceutico, architettura —> architettonico; ) -istico, -astico: arte -* artistico, calcio -* cakistico, carattere -» caratteristico; ' entusiasmo -» entusiastico, orgia -»■ orgiastico. Molti aggettivi in -wft'co derivano dai corrispondenti nomi in -ismo; in questo caso si ha la sostituzione del suffisso: automobilismo -» automobilistico, giornalismo -> giornalistico, idealismo -> I idealisticb, realismo.-* realistka. Si noti che aggettivi come artistico, automobili- stico, giornalistico, idealistico ecc. possono anche considerarsi formati con il suffisso -ico qualora si přendáno come base i nomi artisto, automobilista, giornalista, idealista ecc; -ifico: pace —> pacifico, prole —* prolifico; ) -torio (-sorio): diffamazione -» diffamatorio, infiammazione -> infiammatorio, preparazione -» preparatory; divisione -> divisorio. Essendo presente un verbo dietro ognuna di queste trasformazioni (diffamare - diffamazione - diffamatorio), si puô considerare l'aggettivo sia come denominale sia come deverbale; -oso: art'a -» arioso, muscolo -* muscoloso, noia -» noioso, odio -* odioso. Gli aggettivi tratti da nomi di geografia si formano principalmente con i suffissi -ano, -ino, -ese: A/rt'ca -h> africano, America americano, Roma -> rbmano; Parigi parigino, Perugia -* perugino, Tunisia -» tunisino; Bologna -» I bolognese, Francia —> francese, Milano —* milanese. 12.1.7. N —» N I nomi denominali si distinguono in cinque specie: 1. nomi che indicano un'attivitä considerata con riferimento all'agente: benzina —e> benzinaio; 2. nomi ehe indicano un'attivitä di fabbricazione, di commercio, di mansioni ecc. e il luogo dove si svolge tale attivitä: acciaio —* acciaieria; 3. nomi che indicano uno strumento, un apparecchio, un utensile e shnili: dito -> ditale; 4. nomi che esprimono una quantitä o hanno valore collettivo: cucchiaio -* cucchiaiata; 5. nomi scientifici: polmone —> polmonite. I denominali che indicano un'attivitä considerata con riferimento all'agente possono essere ottenuti con i suffissi: -aio: benzina -» benzinaio, bottega -* bottegaio, giornale -> giornalaio, orologio —* orologiaio; -aro: campana —> campanaro, zampogna —* zampognaro. In alcuni casi e la variante regionale, soprattutto romanesca, di -aio (benzinaio/benzinaro) o di un altro suffisso (tassistaltassinaro); tra i neologismi provenienti da Roma ricordia-mo: borgata —> borgataro, cinematografo —» cinematografaro, palazzina -» palazzinaro; -ario: biblioteca —> bibliotecario, milione —* milionario, proprieta -* proprietario, visione -> visionario, Alcuni nomi in -ario, come per esempio milionario e visionario, sono usati anche come aggettivi; -aiolo: arma -> armaiolo, barca -» barcaiolo, bosco -» boscaiolo, donna -> dowiaw/o; -iere: banca -» banchiere, giardino -» giardiniere, infermo -> infermiere, magazzino —> magazziniere; -ista: otito -* autista, bar —* barista, dente —» dentista, piano —> pianista. Molti nomi in -isto derivano dai corrispondenti nomi in -ia e in -ssmo; in questo caso si ha la sostituzione del suffisso: economia -* economista, fisionomia ->' fisionomi-sta; altruismo —> altruista, comunismo —* comunista, femminismo —> femminista. Vi sono poi dei nomi in -isto che formalmente rinviano ad un aggettivo, ma in realtä hanno per base un'espressione costituita da un nome e un aggettivo: (diritto) civile -> civilista, (conto) corrente -* correntista, (medicína) interna -* internista, (corsa) veloce ~* velocista; -ano: castello -> castellano, guardia -» guardiano, sagrestia -> sagrestano; suffisso zero: biografia -* biografo, lessicologia lessicologo, pedagogia -> pedagogo. Si noti che nomi come biografo, lessicologo ecc. possono considerarsi non solo derivati da biografia, lessicologia ecc, ma anche composti da bio- e -grafo, lesšico- e -logo ecc. (v. 12.3.1.). I denominali che indicano un'attivitä di fabbricazione, di commercio, di mansioni ecc. e il luogo dove si svolge tale attivitä possono essere ottenuti con i suffissi: -eria: acciaio -> acciaieria, birra -* birreria, falegname —* falegnameria, orologio —» orologeria; -ificio: calzature -» calzaturificio, maglia -» maglificio, pasta -> pastificio, zucchero —* zuccherificio; -aio (indica un luogo destinato a contenere o custodire qualcosa): bagaglio —> bagagliaio, grano —* granaio, polio —* pollaio; -ile (ha lo stesso valore del suffisso precedente): campana -» campanile, cane -» canile, fieno —> fienile; -ato (indica dignita, carica, ufficio, stato): ammiraglio^ ammiragliato, commissa-rio —> commissariato, console —> consolato, provveditore —» provveditorato. Per estensione indica anche il luogo dove si esercita la carica, l'ufficio: il commissariato ě la 'sede del commissario'. I denominali che indicano uno strumento, un apparecchio, un utensile e simili possono essere ottenuti con i suffissi: -ale: braccio -> bracciale, dito -> ditale, gamba -* gambale, schiena -> schienale; -ario: formula ->• formulario, lampada -> lampadario, scheda -» schedario, vocabolo —» vocabolario; -iere: bilancia -» bilanciere, brace -> braciere, candela candeliere, pallottola -» -iera: antipasto -* antipastiera, cartuccia -♦ cartucciera, insalata insalatiera, tě -* teiera. I denominali che esprimono quantitä o hanno valore collettivo possono essere ottenuti con i suffissi: -ata1 (ha tre diversi valori, come appare daU'esemplificaziöne): a) cucchiaio -> cucchiaiata 'il contenuto di un cucchiaio', pa/a -> pa/ato, secchio secchiata; b) fiaccola -* fiaccolata 'insieme di fiaccole', figlio -> figliata, scalino -» scalinata; c) bastone -» bastonata 'colpo inferto con un bastone', coltello coltellata, pugnale -*■ pugnalata. Sovente due di questi valori (il valore a e il valore c) si possono riscontrare in uno stesso nome: per esempio borsata significa sia 'ciö che puö essere contenuto in una borsa' sia 'colpo inferto con la borsa' (cfr. cucchiaiata, palata, secchiata ecc); -ata2: buffone -» buffonata 'atto proprio di un buffone', canaglia canagliata, pagliaccio pagliacciata. Talvolta ha valore intensivo: fiamma -» fiammata, onda -> ondata. Si noti la serie costituita con basi temporali: anno -> annata, giorno -* giornata, mattina -* mattinata, notte -> nottata, sera -» serata; -eto, -eta (indica un luogo dove si trovano determinate piante o colture oppure dove e'e abbondanza di qualcosa): agrume -> agrumeto, canna -> canrteto, frutto —> frutteto, pino —> pineta, sasso —* sasseto; -ame: besft'a -» bestiame, foglia -> fogliame,pelle ->pellame, scatola -> scatolpme; -aglia: fcosco -* boscaglia, muro -* muraglia, sterpo sterpaglia. Talvolta al valore collettivo si aggiunge un senso spregiativo: gente -> gentaglia, plebe -> p/eftag/w; ■iera: cas/a -> costiera, raggio -» raggiera, scoglio -»• scogliera, tasto -> tastiera; 332 333 -eria: argento -» argenteria, f anale -* fanaleria, fante -> fanteria. Alcuni nomi in -ería hanno, oltre al valore collettivo, anche un valore locativo: per esempio cristalleria puö significare sia 'insieme di oggetti di cristallo' sia 'negozio di oggetti di cristallo'. Per quanto riguarda i denominali del linguaggio scientifico, esaminiamo i suffissi piú comuni in alcune discipline. Nel vocabolario medico, il suffisso -ite significa 'infiammazione acuta', il suffisso -osi vale 'infiammazione cronica', il suffisso -oma sta per 'tumore'; la base (spesso costituita da un nome greco) indica la parte del corpo soggetta a un processo morboso: polmone -* polmonite, tendine -> tendinite; artro- (dal greco árthron 'giuntura, articolazione')-» artrosi, trombo -* trombosi; fibra -> fibroma, neuro- (dal greco neuron 'nervo') —> neuroma. Nel vocabolario delle scienze naturali, il suffissio -idi indica una famiglia di animali, il suffisso -ini una sottofamiglia: cane -> canidi; bove -> bovini. II suffisso -acee indica una famiglia di piante, il suffisso -ali un ordine, il suffisso -ine una classe: rosa -* rosacee; mirto -» mirtali; felce -»filicine (base modificata secondo il latino filix, genitivo filicis 'felce'). Nel vocabolario delia mineralógia, il suffisso piú diffuso per indicare un minerále ě -ite; la base puö essere costituita da un nome greco, dal nome del luogo dove ě stato scoperto per la prima volta il minerále, dal nome dello scopritore ecc: antracite (dal greco anthrax 'carbone'), bauxite (dal nome delia localitä di Les Baux, in Provenza), dolomite (dal nome del geologo D. de Gratet de Dolomieu). 12.1.8. L'alterazione L'alterazione ě un particolare tipo di suffissazione, con la quale il significato della parola di base non muta nella sua sostanza, ma soltanto per alcuni particolari aspetti (quantitá, qualita, giudizio del parlante). Cosi, per esempio, la parola casa ha gli alterati casetta, casona, casaccia ecc., i quali designano sempře una 'casa', ma ci dicono nel contempo che si tratta di una 'casa piccola', 'grande', 'brutta' ecc. In nessun caso 1'alterazione comporta il passaggio a una categoria di parole diversa rispetto a quella della base; si hanno infatti esclusivamente trasformazioni alPinterno della stessa categoria di parole: N-» N {libro -> libretto), A -» A (bello -» bellino), V -> V (cantare -» canticchiare). Nel determinare l'uso degli alterati ha un ruolo fondamentale i'affettivitá, cioě la disposizione emotiva, il sentimento personále di chi parla. Tuttavia non bisogna confondere il significato generále e il significato occasionale di un alterato: il primo ě valido in tutti i contesti e per tutti i parlanti, mentre il secondo dipende dalla carica affettiva che il singolo parlante puó attribuire in particolari contesti a un certo alterato. II significato generále di casetta ě 'piccola casa'; i significati occasionali 'casa graziosa', 'casa a me cara' ecc. appartengono alla sféra delFaffettivitá. 334 Ha grande importanza la distinzione tra alterati veri e alterati falsi. I secondi, che derivano dai primi, sono parole con un significato proprio, specifico: per esempio fantino, rosone, cavalletto, manette non sono un 'piccolo fante', una 'grande rosa', un 'piccolo cavallo', delle 'piccole mani'. Si definisce lessicalizzazio-ne degli alterati il processo per il quale un alterato diviene un'unitä lessicale autonoma, diviene cioé una parola fornita di un significato specif ico. Proprio perché sono unitä lessicali autonome, questo tipo di alterati appaiono nei dizionari come vocaboli a sé stanti: troveremo quindi corpino con la definizione 'parte superiore delľabito femminile', tinello con la definizione 'saletta da soggiorno', paglietta con la definizione 'cappello di paglia', fioretto con le definizioni 'opera buona' e 'tipo di spadá'. Per quale ragione si paria di alterati falsi? II fatto é che in tutti questi casi non siamo di fronte ad alterati, ma a veri e propri derivati, cioé a parole di significato completamente diverso (nella sostanza, non soltanto in un aspetto particolare) rispetto alle parole di partenza. Rimane comunque la possibilitä di usare corpino, tinello, paglietta, fioretto come alterati veri, di usare cioé corpino nel senso di 'piccolo corpo', tinello nel senso di 'piccolo tino', paglietta nel senso di 'piccola paglia', fioretto nel senso di 'piccolo fiore'; ma si tratta di una possibilitä piuttosto remota, limitata fra ľaltro dal rischio di fare confusione con i significati piú comuni. Nella produzione di alterati si ha qualche restrizione di carattere formale. In genere si evita la successione della stessa vocale nella base e nel suffisso: da tetto si puô avere tettino, tettuccio, ma non *tettetto\ da contadino si puô avere contadinello, contadinetto, ma non *contadinino. Tipi di alterati La differenza di significato degli alterati rispetto alla base riguarda la quantitä e la qualitä: da una parte c'é un valore diminutivo / accrescitivo, dalľaltra un valore positivo / negative Questi due valori non si eseludono, anzi si richiamano a vicenda: alla piecolezza si riférisce la delicatezza e la gentilezza {casuccia, rondinella) oppure la debolezza e la meschinitä (donnetta, omiciattolo); alla grandezza si riférisce la forza e il valore (ragazzone, dottorone) oppure la bruttezza e ľincapacitä (piedone, facilone). Distinguiamo gli alterati in due categorie principáli, i diminutivi e gli acerescitivi, indicando i casi in cui si ha la prevalenza del valore di 'simpatia' (vezzeggiativi) o del valore di 'disprezzo' (peggiorativi). A parte consideriamo gli alterati verbali. Alterati diminutivi Possono essere ottenuti con i suffissi: -ino: mamma -> mammina, minestra -* minestrina, pensiero -» pensierino, ragazzo -» ragazzino; bello bellino, difficile -» difficilino. Possiede anche due I varianti con interfisso (elemento inserito tra la base e il suffisso): -(i)cino e -olino; '_ eecone alcuni esempi: bastone -» bastoncino, libro -> libric(c)ino; sasso sassolino, topo -± topolino; freddo -> freddolino, magro -> magrolino, Nella lingua parlata appaiono anche awerbi alterati: presto -» prestino, tanto -> tantino, tardi -» tardino. II suffisso alterative -ino é quello con il quale si ha piú ^ frequentemente il cumulo dei suffissi: casa -> casetta -» casettina, gonna -> F=_- gonnella —> gonnellina; •ťl ■etto: bacio -> bacetto, camera -> cameretta, casa -> casetta, lupo -* lupetto; basso ^ . 335 -» bassetto, piccolo -> piccoletto. E frequente il cumulo dei suffissi: scarpa -» scarpetta —* scarpettina, secco -» secchetto —> secchettino; -ello: albero —> alberello, asino —> asinello, paese —> paesello, rondine —* rondinella; cattivo —» cattivello, povero —* poverello. Vi sono le varianti con interfisso -(i)cello e -erello: campo-* campicello, informazione —> informazioncel-la; fatto —> fatterello, fuoco —* f(u)ocherello. Si ha spesso il cumulo di suffissi: ston'a —> storiella —storiellina; buco —» bucherello -* bucherellino; -uccio (ha valore peggiorativo o, piu comunemente, vezzeggiativo): avvocato —» avvocatuccio, casa —» casuccia, cavallo —> cavalluccio; caldo —> calduccio, freddo —> fredduccio. Variante di -Hccio 6 -uzzo: pfefro —> pietruzza; -icci(u)o!o: asta —> asticci(u)ola, festa —> festicciola, porto —» porticciolo. Talvolta ha anche senso peggiorativo: donna —> donnicci(u)ola; -ucolo (ha valore peggiorativo): donna -* donnucola, maestro —* maestrucolo, poeta —* poetucolo; -(u)olo: faccenda —»faccenduola, montagna —> montagn(u)ola, poesia —* poesiola. Consideriamo qui anche l'alterazione con -olo, che si ha per lo piu in combinazione con un altro suffisso: nome -> nomignolo, via -* viottolo, medico -» mediconzolo (valore peggiorativo); per i suffissi -iciattolo e -ognolo vedi oltre; -otto: contadino —» contadinotto, giovane —> giovanotto, ragazzo -* ragazzotto; basso —» bassotto, pieno —> pienotto. Indica un animale giovane in: agw*7a -» aquilotto, lepre -» leprotio, passero —> passerotto; -acchiotto (ha valore diminutivo-vezzeggiativo): /upo —> lupacchiotto, orso —> orsacchiotto, volpe —> volpacchiotto; furbo —> furbacchiotto; -iciattolo (ha valore diminutivo-peggiorativo): /eft6/-e -» febbriciattola, fiume -* fiumiciattolo, libro —> libricidttolo, mostro —» mostriciattolo. Alterati accrescitivi Possono essere ottenuti con i suffissi: -one: febbre -» febbrona (febbrone), libro —* librone, mano —* manona (manone); ghiotto —» ghiottone, pigro —* pigrone. Si ha spesso il cumulo di suffissi: uomo —> omaccio —» omaccione, pazzo —> pazzerello —* pazzerellone; talvolta il passaggio intermedio non e vivo nell'italiano di oggi: buono —> bonaccione; -acchione (ha una connotazione ironica): /rafe —» fratacchione, volpe -> volpacchione; furbo —* furbacchione, matto —> mattacchione; -accio (ha valore peggiorativo): coltello -> coltellaccio, libro —> libraccio, voce -* vociaccia; avaro —» avaraccio, Variante di -occw e -azzo: amore —> amorazzo, coda —> codazzo; -astro (ha valore peggiorativo quando la base e costituita da un nome, mentre ha valore attenuativo quando la base e costituita da un aggettivo): medico -» medicastro, poeta —» poetastro, politico —> politicastro; bianco —> biancastro, dolce —» dolciastro, rosso —* rossastro. Al pari degli aggettivi in -astro, esprimono una qualita attenuata (soprattutto riferita ai colori) anche altri alterati aggettivali, formati con i suffissi -iccio, -igno, -ognolo, -occio: bianco —» bianchiccio, rosso —» rossiccio, sudato —»■ sudaticcio; aspro —» asprigno, giallo —> gialligno; amaro —» amarognolo, azzurro —> azzurrognolo, verde -* verdognolo; bello —> belloccio, grasso —* grassoccio. Alterati verbali L'alterazione V —> V produce verbi frequentativi, diminutivi e accrescitivi; il suffisso alterativo serve a indicare un aspetto (v. 7.0.) del verbo di base: ripetizione, intermittenza, assenza di continuitä, saltuarietä, attenuazione. Gli alterati verbali possono essere ottenuti con i suffissi: -(er/ar)ellare: bucare —» bucherellare, giocare -* giocherellare, saltare —» saltellare (-> saltarellare), trottare —> trotterellare; -ettare, -ottare: fischiare —* fischiettare, piegare —» pieghettare, scoppiare —» scoppiettare; parlore —> parlottare; -icchiare, -acchiare, -ucchiare: cantare —> canticchiare, dormire —* dormicchiare, lavorare -> lavoricchiare; rubare -* rubacchiare; mangiare —» mangiucchiare. 12.2. LA PREFISSAZIONE La prefissazione consiste nelťaggiungere un affisso all'inizio della base, che puó essere una parola semplice (fare —» n/are, fascismo -* antifascismo) oppure una parola giá prefišsata (decifrabile —» indecifrabile). A differenza della suffissazione, o almeno di gran parte di essa, la prefissazione non comporta il mutamento di categoria; dopo 1'intervento del prefisso il nome rimane nome, 1'aggettivo rimane aggettivo, il verbo rimane verbo: campionato (N) -> precampionato (N), fare (V) -» n/ore (V), capace (A) -* incapace (A). Inoltre, mentre il suffisso non ě mai autOnomo, il prefisso puó esserlo, fungendo in tal caso da preposizione o da awerbio: avanti, contro, sopra, con ecc. Per la loro affinitá consideriamo insieme i prefissati nominali e i prefissati aggettivali; successivamente esamineremo i prefissati verbali non parasintetici (per i parasintetici v. 12.1.1. e 12.1.2.). 12.2.1. Prefissati nominali e aggettivali Nell'ambito dei prefissati nominali e aggettivali si distinguono tre generi di prefissi: 1. prefissi provenienti da preposizioni e avverbi; 2. prefissi intensivi; 3. prefissi negativi. Prefissi provenienti da preposizioni e avverbi [ In base al significato, distinguiamo i seguenti gruppi di prefissi: 1 avan(ti)-, ante-, anti-, pre- esprimono l'anterioritä spazio-temporale: avancorpo, avantielenco; anteguerra, anteprima; anticamera, antipasto; preallarme, preavviso, precampionato; post-, retro- esprimono la posterioritä spazio-temporale: postoperatorio, postvo-calico; retroattivo, retrobottega, retromarcia; dis- esprime allontanamento (questo significato rientra nel piti generale significato negativo: v. prefissi negativi): dismisura, disfunzione; circum-, anfi-, peri- significato 'intorno': circumnavigazione, circumvesuviano; anfiteatro; periartrite, pericardio. I prefissi anfi- e peri- hanno anche un altro valore: anfi- significa 'da due parti' (anfiprostilo); peri- indica in astronómia il punto di maggiore vicinanza a un astro (perielio); cis- significa 'al di qua': cisalpino, cispadano; con- (co-, col-, com-, cor-), sin- significano 'insieme': coabitazione, collaterale, compaesano, connazionale, correo; sincrono, sintonia; contro-, contra-, anti- esprimono opposizione: controcorrente, controffensiva, controsenso; contraccolpo, contrappeso; antifascismo, antifurto, antigelo; trans-, dia- significano 'attraverso': transalpino, transoceanico; diacronia, dia-scopia; sopra-, sovra-, super- esprimono superiorita: soprannaturale, soprannumero, soprintendente; sovrabbondante, sovrapproduzione, sovrastruttura; supersonico, superuomo, supervisione; extra-, fuori- indicano esterioritä: extraparlamentare, extrauterino; fuoribordo, fuoriprogramma; intra-, entro-, endo- significano 'alľinterno': intramuscolare, intrauterino; entro-bordo, entroterra; endoscopio, endovenoso; inter- significa 'in mezzo': intercostale, interlinea, interplanetario, interregno. Da questo significato fundamentale si ě sviluppato quello di associazione, comunan-za: interdisciplinare, internazionale, interregionale, intersindacale. In molti casi si ha uno specifico valore di reciprocita: interagente, intercambiabile, intercomuni-cante, interdipendente; oltre-, ultra-, meta-, iper- significano 'al di sopra, al di la': oltralpe, oltrecortina, oltretomba; ultrarosso, ultrasuono, ultraterreno; metalinguaggio, metapsichica; iperspazio, iperuranio; para- indica affinitä: parapsicologia, parascolastico, parastatale; sotto-, sub-, infra-, ipo- significano 'sotto, al di sotto': sóttopassaggio, sottosuolo, sottotenente, sottoveste; subacqueo, subaffitto, subappalto; infrarosso, infrastruttu-ra; ipocentro, ipoderma; vice-, pro- significano 'in luogo di': vicedirettore, vicepresidente, vicesindaco; proconsole, prorettore. II prefisso pro- indica anche gli ascendenti e i discendenti nei nomi di parentela: progenitore, pronipote, prozio. Prefissi intensivi Servono ad esprimere il grado di una base nominale o aggettivale; la loro funzione, entro čerti limiti, puô essere considerata analoga a quella del comparativo e del superlativo. In base al significato, distinguiamo i seguenfi gruppi di prefissi: 338 archi-, arci-, extra-, super-, stra-, ultra- esprimono.il grado superiore di una gerarchia: archidiocesi; arciprete, arciricco; extrafino, extralusso; supermercato, superrifinito; stracarico, stravizio; ultrarapido, ultrasinistra; iper-, sur- signjficano 'al piú alto grado' o indicano eccesso: ipercritica, ipersensibile, ipertensione; suralimentazione; ipo-, sotto-, sub- esprimono inferiorita: ipocalorico, ipotensione; sottoccupazione, sottosviluppo; subnormale; mezzo-, semi-, emi- significano 'mezzo, a meta': mezzaluna, mezzobusto ecc. sono propriamente composti; semiautomatico, seminfermita, seminterrato; emisfero, emiparesi; ben(e)-, mal(e)-, eu-, caco- esprimono valutazione: beneamato, benpensante; maldicente, maldisposto; eufemismo, eufónia; cacofonia, cacografia; bi(s)- significa 'due, due volte': bilinguismo, bimensile, biscotto. Indica anche, in nomi di parentela, un grado piú remoto: bisnonno; in altri casi indica un grado successivo: biscroma, bisdrucciola; talvolta ha valore peggiorativo: bislungo, bistorto. Prefissi negativi Ě un settore della prefissazione che riguarda in primo luogo gli aggettivi. Hanno valore negativo i prefissi: in- (il-, im-, ir-): illogico, immangiabile, impossibile, incapace, infedele, irrespon-sabile. Con la nominalizzazione di questi aggettivi si ottengono sostantivi prefissati: impossibile —»impossibilitá, irresponsabile —»irresponsabilitá; sono piú rari i nomi non deaggettivali: successo —» insuccesso; s-: scontento, scortese, sleale, smisurato. Frequenti i casi di nominalizzazione delľaggettivo negativo: scontento —> scontentezza, scortese —> scortesia; sono piú rari i nomi non deaggettivali: proporzione -» sproporzione; dis-: disamore, disonore; disabitato, disattento, discontinuo, disonesto. Si puô avere la nominalizzazione di molti di questi aggettivi: disattento —»' disattenzione, discontinuo —» discontinuitá; senza-, a- (an-): senzapatria, senzatetto; amorale, anabbagliante, analfabeta, asociale; non- ě produttivo nella lingua di oggi con nomi e con aggettivi; il prefissato puô essere scritto in grafia unita (nonconformista, nonsenso) o, piú spesso, in grafia staccata (non aggressione, non intervento; non belligerante, non credente). 12.2.2. Prefissati verbali Nelľambito dei prefissati verbali non parasintetici si distinguono duegeneri di prefissi: ' 1. prefissi intensivi; 2. prefissi con valore di aspetto e di modo (segnalano la ripetizione, la negazione, 1'opposizione ecc). 339 U Per i prefissati verbali parasintetici v. 12.1.1. e 12.1.2. Prefissi verbali intcnsivi Hanno valore intensivo i prefissi: s-: beffeggiare -» sbeffeggiare, cancellare -» scancellare, trascinare -* strascinare; stra-: cuocere -» stracuocere, fare -» strafare, perdere -> straperdere, vincere -» stravincere; r(i)-: addolcire -» raddolcire, assettare -* rassettare, assicurare —» rassicurare, empire —» riempire. Prefissi verbali con valore di aspetto e di modo In base al significato, distinguiamo i seguenti gruppi di prefissi: r(i)-, r(e)- significano 'di nuovo': /are -> rc/are, scrivere ->■ riscrivere, tentare -» ritentare; inserire -* reinserire, integrare -» reintegrare, investire -> reinvestire. Vi sono varie estensioni di significato: movimento all'indietro (rimandare, rispedire), recupero di ciö ehe si ě perduto (riacquistare, ritrovare), opposizione (reagire), reciprocita (riamare); de-, di-, dis-, s- hanno valore negativo: colorare —» decolorare, stabilizzare -* destabilizzare, vitalizzare -* devitalizzare; sperare -» disperare; armare -* disarmare,fare-* disfare, ubbidire-* disubbidire; caricare —> scaricare, congelare —> scongelare, montare —> smontare; contro-, contra- esprimono opposizione: battere -* controbattere, bilanciare -» controbilanciare; dire —> contraddire, porre —> contrapporre; inter-, (in)fra- significano 'in mezzo'; da tale significato derivano alcune estensioni semantiche (collegamento, comunanza, reciprocita): agire -> interagire, correre -> intercorrere,porre-> interporre, venire -» intervenire; mettere-^ (in)frammette-re, mischiare -» frammischiare, porre -» (in)frapporre. Insieme a (in)fra-consideriamo (in)tra- 'dentro' e tra(s)- 'attraverso, oltre': mettere -* intramettere, vedere —> intravedere; forare —» traforare, formare -* trasformare, passare —> trapassare, vestire —» travestire. Ci sono anche altri prefissi verbali ehe hanno .valore di aspetto e di modo; tra questi ricordiamo a-, in-, s-, co(n)- (i primi tre servono soprattutto a formare i parasintetici: v. 12.1.1. e 12.1.2.): consentire^ acconsentire, correre-> accorrere, porre —> apporre; mettere —» immettere, mischiare -* immischiare, piantare —» impiantare; correre -* scorrere, lanciare -» slanciare, parlare —> sparlare; abitare -> coabitare, piangere -* compiangere, vivere -» convivere. 12.3. LA COMPOSIZIONE La composizione consiste nell'unire almeno due parole in modo da formare una parola nuova, che prende il nome di composto (o parola composta): fermare e carte -» fermacarte, pasta e asciutta -* pastasciutta, cassa e panca -> cassapanca, auto e s/rada -> autostrada ecc. La creazione di parole composte é uno dei mezzi principáli di cur l'italiano moderno si serve per aecrescere dall'interno il proprio lessico; un tempo, invece, tale primato apparteneva alla suffissazione. La composizione delle parole si adatta particolarmente alle esigenze di sviluppo delle terminológie teenico-scientifiche; si pensi per esempio ai numerosi composti con elementi greci nel linguaggio delia medicína: elettrocardiogramma, gastroscopia, arteriosclerosi, cancerogeno, otorinolaringoiatra ecc. I costituenti di un composto non debbono necessariamente essere due (o piu) forme libere, come asciuga(re) e mano in asciugamano; possono essere anche due (o piü) forme non libere, come antropo- (dal greco anthröpos 'uomo') e -fago (dal greco phagéin 'mangiare') in antropofago 'chi mangia carne umana'. GH elementi greci antropo- e -fago, a differenza di asciuga(re) e mano, non si trovano mai da soli, si trovano esclusivamente in composti. Oltre a questa differenza, e al fatto che antropo- e -fago sono due elementi colti (greci), c'é da notare ancora un'altra diversitä: nel tipo asciugamano si ha la successione "verbo (asciugare) + nome (mano)", mentre nel tipo antropofago si ha la successione inversa: "nome (antropo- 'uomo') + verbo (-fago 'mangiare')". Comunque una caratteristica fondamentale aecomuna questi due composti: la frase che "sta sotto" ad entrambi ha un predicato verbale: (qualcosa) asciuga (la) mano —* asciugamano (qualcuno) mangia (ľ) uomo —» antropofago In altri casi, invece, la frase che "sta sotto" al composto ha un predicato nominale; si tratta cioé di una frase con il verbo essere (copula): (il) filo (é) spinato —* filospinato (la) cassa (é) forte —* cassaforte I composti del tipo di asciugamano e antropofago si chiamano composti con base verbale; quelli del tipo di filospinato e cassaforte si chiamano composti con base nominale. 12.3.1. I composti con base verbale La frase che "sta sotto" al composto ha un predicato verbale; per esempio: qualcosa accende (pred. verb.) i sigari -> accendisigari. Distinguiamo tre tipi di composti con base verbale: 1. Entrambi i costituenti hanno forma italiana. Diamo alcune basi verbali, accompagnandole con un esempio: accendi- accendisigari gira- girarrosto attacca- attaccapanni guarda- guardaroba apri- apriscatole lancia- lanciafiamme asciuga- asciugamano lava- lavas toviglie aspira- aspirapolvere porta- portacenere batti- battitappeto scalda- scaldavivande copri- copricapo spremi- spremiagrumi ferma- fermacapelli trita- tritacarne 2. Entrambi i costituenti hanno forma colta (si tratta in genere di elementi di origine greca). Come si ě detto, mentre nel tipo precedente troviamo la successione "base verbale + nome", in questo tipo troviamo la successione 340 341 inversa: "nome + base verbale" (secondd il modello dei composti greci). Vediamo alcune basi verbah\ con i rispettivi significati ed esempi: -fagial-fago 'mangiare' antropofagia, antropofago -filial-filo 'amare' bibliofília, bibliofilo -logial-logo 'studiare' geológia, geologo -crazial-crate 'comandare' burocrazia, burocrate -fonial-fonico 'suonare' stereofonia, stereofonico -scopial-scopio 'osservare' telescopia, telescopio -graftal-grafo 'scrivere' telegrafia, telegraf o -patial-patico 'soffrire' cardiopatia, cardiopatico Spesso in questo tipo di composti appaiono elementi derivati dalle lingue moderne: in burocrazia, per esempio, il primo elemento é un adattamento del francese bureau 'ufficio'. Inoltre il primo elemento é in vari casi un complemento di mezzo: la dattilografia é la 'scrittura' (-grafia) 'per mezzo delle dita' (dattilo); la radioscopia é ľ'osservazione' (-scopia) 'per mezzo dei raggi X' (radio-) ecc. 3. La base verbale, che é il secondo elemento del composto, ha forma italiana, mentre il primo elemento ha forma colta: auto'- 'se stesso' autoabbronzante, autocontrollo auto2- 'automobile' autoraduno, autoparcheggio tele'- 'a distanza' telecomando, telecomunicazione tele2- 'televisione' teleabbonato, telesceneggiato Si noti ehe -controllo (in autocontrollo), -raduno (in autoraduno), -comunicazione (in telecomunicazione) ecc. devono essere considerate basi verbali e non nominali, perché si tratta di nomi che derivano da verbi: controllo é un deverbale da controllare, raduno é un deverbale da radunare, comunicazione é un deverbale da comunicare Vediamo qualche altro composto di questo tipo: radioamatore, termoregolazio-ne, aerorimorchiatore, motozappatrice, fonoregistrazione, elettrocoagulazione, fotoriproduzione. Per comoditä di esposizione, possiamo ricordare qui anche aleuni composti analoghi, ma con base nominate anziehe verbale: autocisterna, autoscuola, autostrada; teleobiettivo; teleschermo, telescuola; cinegiornale; fotoromanzo; turbonave ecc. 12.3.2. I composti con base nominale La fräse che "sta sotto" al composto ha un predicato nominale; si tratta cioě di una fräse con il verbo essere (copula): la terra ě fermat terraferma. Distinguiamo i seguenti quattro tipi di composti con base nominate: 1. N + A: terraferma, filospinato, cassaforte, camposanto, L'ordine inverso (A + N) si ha spesso in composti con elementi italiani: altopiano, biancospino, malafede, mezzogiorno, bassorilievo; si ha sempře in composti con elementi colti: neocapitalismo, aeroporto, monocolore, equivalenza. 2. N + N: cartamoneta, calzamaglia. Ě un tipo analogo al precedente, perché il secondo N funziona quasi come un aggettivo. Infatti, nei composti di forma italiana (come i citati cartamoneta e calzamaglia), il secondo N ha funzione di determinante rispetto al primo N: gli elementi -moneta e -maglia "determinano" gli elementi carta- e calza-, chiariscono cioě di che tipo di carta e di maglia si tratti. Nei composti di forma colta, come astronautica o cardiochirurgia, si ha ľordine inverso: é il primo N ad avere funzione di determinante rispetto al secondo N; gli elementi astro- e cardio- "determinano" gli elementi -nautica e -chirurgia, chiariscono cioé di ehe tipo di nautica e di chirurgia si tratti. 3. Tipo il piedipiatti, pellerossa. E un tipo un po' particolare, perché presuppone un punto di riferimento esterno, diverso rispetto ai costituenti del composto (indicheremo questo nueleo esterno con X): X ha i piedi ehe sono piatti —> // piedipiatti; X ha la pelle ehe é rossa —> il pellerossa. II confronto tra i composti pellerossa e filospinato chiarisce la differenza tra i due tipi: composto pellerossa = filospinato = nucleo esterno uno ehe ha primo elemento pelle filo secondo elemento rossa spinato Nei composti di forma italiana il determinante (-piatti, -rossa) segue il determinato (piedi-, pelle-); nei composti di forma colta si ha, anche in questo caso, ľordine inverso (determinante + determinato): filiforme 'ehe ha forma di filo', microcefalo 'ehe ha la testa piecola'. 4. Tipo cassapanca (N 4- N) e agrodolce (A + A). II composto proviene non da uno ma da due predicati nominali coordinati: qualcosa é una cassa ed ě una panca —> cassapanca; qualcosa é agro ed é dolce —» agrodolce. Che differenza c'e tra calzamaglia (tipo 2) e cassapanca (tipo 4)? In entrambi i casi abbiamo a che fare con un composto N + N, ma — lo abbiamo giä notato — in calzamaglia il secondo N funziona quasi come aggettivo. La distinzione tra elemento determinante (-maglia) ed elemento determinato (calza-) che abbiamo fatto per il tipo 2, non potremmo farla per il tipo 4, in cui i due elementi del composto si trovano sullo stesso piano e si determinano a vicenda (la cassapanca e, per cosl dire, una cassa che ě anche una panca e una panca che ě anche una cassa). Questo genere di composti serve a designare oggetti o persone che hanno due destinazioni o due funzioni: casalbergo, cacciabombardiere. Per quanto riguarda la coppia di aggettivi coordinati, ricordiamo il tipo bianconero 'delia squadra di calcio delia Juventus', giallorosso 'delia squadra di calcio delia Roma'; ricordiamo inoltre le formazioni con elementi colti del linguaggio delia medicína, come cardiovascolare e gastrointestinale. 12.3.3. Prefissoidi e suffissoidi Gli elementi formativi scientifici come auto-,fono-, elettro-, tele- e come -fagia, -grafo, -logia, -patico vengono chiamati anche, rispettivamente, prefissoidi e suffissoidi. Tale denominazione mette in evidenza che questi elementi si compor-tano quasi come dei prefissi e dei suffissi. 12.3.4. I conglomerati Le associazioni di parole del tipo di saliscendi, toccasana, fu'ggifuggi, dormiveglia formano i cosiddetti conglomerati. Si tratta di veri e propri fepezzoni di frase i quali, per ľuso costante e ripetuto che se ne fa, si sono fissati fino a di venire unitä a sé stanti. Aleuni conglomerati possono essere seritti alternativa-mente in grafia congiunta o in grafia staccata: un nonsoché I un non so che, un tiremmolla I un tira e molia. 343 12.4. INSERTI 12.4.1. Formati vivi e formati fossil! Nelle pagine precedenti abbiamo dato un quadro generale della formazione delle parole mettendoci dal punto di vista del parlante; ci siamo quindi occupati soltanto dei formati vivi, cioe immediatamente riconoscibili, analizzabili, scompo-nibili da parte del parlante. Questi formati possono dirsi "vivi" perche si fondano su un procedimento vivo di produzione, un procedimento che tutti coloro i quali parlano italiano sono in grado di applicare: tutti, per esempio, sanno attuare le trasformazioni forma —> formale —> formalizzare —» formalizzazione. C'e, oltre a quello del parlante, un altro possibile punto di vista: quello dello storico della lingua. L'intervento dello storico della lingua diventa necessario, in particolare, per spiegare i formati non vivi o formati fossili. Si tratta di formati che il parlante non riconosce piü come tali; solo lo storico della lingua riesce a riconoscerli e ad analizzarli. Per capire meglio la differenza tra i due tipi di formati, osserviamo la seguente tabella: FORMATI VIVI (e LORO BASl) FORMATI FOSSILI febbraio frazione lignaggio ringhiera coltello fornaio (forno) circolazione (circolare) montaggio (montare) costiera (costa) cestello (cesto) Le parole della prima colonna hanno tutte una base viva (segnalata tra parentesi); questa base manca invece alle parole della seconda colonna: infatti solo conoscendo la storia della nostra lingua, oppure consultando un dizionario etimologico, potremo sapere che febbraio e lignaggio derivano, rispettivamente, dal lat. FEBRUARiuM e dalľantico francese lignage. 12.4.2. Paradígmi di derivazione II parlante ha coscienza del fatto che in famiglie di parole come operare - opera - operátore - operazione - operativo - operabile, oppure come brutto - bruttezza -bruttura- bruttino - imbruttire, ogni parola ě associata con le altre sia dal punto di vista della forma sia dal punto di vista del significato (v. 12.0.). Si puô osservare che per la seconda di queste famiglie (brutto - bruttezza - bruttura ecc.) nou c'ě alcun dubbio che la base di partenza sia costituita da brutto; mehtre nella prima famiglia (operare - opera - operátore ecc.) possiamo considerare come base sia operare sia opera. I rapporti di derivazione che vengono a stabilirsi tra le varie parole di una stessa famiglia sono di diverso tipo; precisamente, essi seguono due schemi o paradigmi fondamentali: 1. il paradigma di derivazione a ventaglio, nel quale ciascuna trasformazione comporta il ritorno alia stessa base: —> opera —» operátore —> operazione —* operativo —> operabile —» op eros o operare 344 2. il paradigma di derivazione a cumulo, nel quale si ha una serie di trasformazioni successive: idea —» ideale —» idealizzare —> ideaiizzazione. Accade spesso che in una stessa famiglia di parole questi due paradigmi siano entrambi presenti: idea —* ideale idealizzare ľ —> ideaiizzazione 1 —> idealizzabile idealista —> idealistico I paradigmi di derivazione ci dicono quali sono le possibilitä derivative di una parola, che capacitä essa ha di unirsi a determinati affissi per formare nuove parole. Inoltre, i paradigmi di derivazione ci permettono di ricostruire i vari passaggi attraverso i quali da una čerta base si arriva a un suo derivato. 12.4.3. Quel diffusissimo mini- Minigonna, miniassegno, minicrisi, miniappartamento, minirapina, minislip, minigolf, minivideo: ogni giorno siamo assediati da una folia di mini-. L'origine di questo prefisso ě inglese: si tratta dell'abbreviazione di mini(ature). La prima parola inglese servita da modello ě stata minicab, attestata nel 1849: con minicab s'indicö dapprima la piccola vettura di piazza a cavallo, poi il piccolo taxi che le-succedette. La diffusione di mini- nella nostra lingua risale soprattutto agli anni Sessanta. NelPinverno 1965-66 l'inglese Mary Quant lancia la mini-skirt, tradotta in italiano con minigonna. Da quel momento le neoformazioni con mini- si moltiplicano; si diffonde anche l'uso assoluto di mini, con il significato di 'minigonna': portare la mini. Inoltre mini puö essere usato con valore di aggettivo o di awerbio: un vestito mini, vestire mini (si ricorderanno gli usi analoghi di altri due prefissi, super- ed extra-: benzina super, rifiniture extra). Mini- ha conosciuto perfino dei superlativi: abito supermini, radio minimini; ha trovato un contrario in maxi-: maxigonna, maximoto, maxiocchiali, maxiconcorso; ha avuto addirittura una consacrazione poetica: minieffigie (Montale, Xenia, II, 1). Sono molti i settori in cui mini- ě penetrato: politica: minicorrente, minicrisi, minicompromesso; economia: miniausteritä, minibilancio, minitassa; tecnica: minilavatrice, minivideo, minimotore; religione: minichiesa, minisinodo, minitonaca; sport: minimarcia, minipiattello, minitennis; criminalitä: minidirottamento, miniladro, minirapina. Non mancano, soprattutto nel linguaggio dei giornali, gli esempi curiosi: minisposo, minibruto, minigorilla 'miniguardia del corpo', miniavvelenatrice (per caso procederä con piccole dosi?). i 12.4.4. Tamponamenti di parole Nell'italiano di oggi la formazione delle parole ě caratterizzata da nuovi tipi e procedimenti, che riguardano soprattutto il settore della composizione. Ha goduto di una particolare fortuna in questi Ultimi anni l'acronimia, che 345 consiste nel "tagliare" e nel fondere tra loro le parole (dal gr. ákron 'estremitá' e ónoma 'nome'): un acronimo ě per esempio eliporto da eli(cottero) e (aero)porto. Altri casi del genere sono: tinto(ria) + lavanderia -> tintolavanderia; carto(Iería) + libreria -» cartolibreria, cant(ante) + autore cantautore. Con il primo elemento Conf- abbiamo vari nomi di confederazioni: Confcommercio 'Confede-razione del commercio', Confindustria 'Confederazione delFindustria', Confeser-centi 'Confederazione degli esercenti', Confagricoltura 'Confederazione delťagri-coltura'. Abbastanza frequenti anche le cosiddette "parole macedonia", che derivano da piú unita: auto(mobilistico) + ferro(viario) + tranviario -» autoferrotranviario; pos(tale) + telegra(fico) + (tele)fonico -» postelegrafonico. Un'influenza notevole nella diffusione di questo tipo di composti viene esercitata da analoghe formazioni straniere, soprattutto angloamericane; ricordia-mo un termine affermatosi con la crisi economica degli anni Settanta: stagflation, da stag(nation) 'stagnazione, stasi deH'attivitá economica' e (in)flation 'infla-zione'. II linguaggio della pubblicitá fa un grande uso di simili "tamponamenti di parole": si pensi a formazioni come ultimoda o digestimola (dove gli elementi ultima e moda, digestione e stimola s'inseriscono uno nelťaltro a incastro). Questi composti, con la loro stravaganza, stuzzicano la curiositá e 1'attenzione del pubblico, suscitano interesse per un certo prodotto. 12.4.5. Un tipo particolare di composti: ie unita lessicali superioři In genere si definisce il lessico come Tinsieme delle parole di una lingua'; veramente piü che alle parole sarebbe meglio riferirsi alle unita di significato, comprendendo in queste ultime anche unita composte di piú elementi: macchina da scrivere, ferro da stiro, ripresa diretta, scala mobile, tavola rotonda, bustapaga, liberta di parola. A questo particolare tipo di composti si da il nome di unita lessicali superioři. Che si tratti proprio di unita lessicali superioři, e non di insiemi liberi di parole, ě confermato dalla stabilita della loro sequenza: la successione dei vari elementi non puô essere mutata o interrotta. Mettiamo a confronto un'unitä' lessicale superiore e un insieme libero di parole: unita lessicale superiore: sala da pranzo insieme libero di parole: sala per ricevere ospiti Ě possibile introdurre alľinterno delľinsieme libero di parole un elemento, e dire quindi: una sala grande per ricevere ospiti. Non ě invece possibile fare la stessa cosa con ľunitä lessicale superiore e dire: *una sala grande da pranzo; bisogna dire: una grande sala da pranzo. Alio stesso modo non posso dire: *un ferro costoso da stiro, *una ripresa bella in diretta, *una tavola interessante rotonda; debbo dire: un costoso ferro da stiro, una bella ripresa in diretta, uriinteressante tavola rotonda. Le unitä lessicali superioři sono molto frequenti nella lingua di oggi, e interessano tutti i settori della composizione; vediamo alcuni esempi: costo della vita, scatto di stipendio, ordine di cattura, datore di lavoro, offerta di lancio, richiesta di congedo, sciopero generale, falsa testimonianza, stratégia della tensione, conferenza stampa, pentola a pressione, pezzo da museo, vestito su misurä, circolazione stradale, nave cisterna, uomo rana, buono benzina, mos tra mercato. carro attrezzi ecc. Alcune unitä lessicali superioři del tipo N + N possono essere scritte con il trattino: conferenza-stampa, uomo-rana, mostra-mercato. Spesso un certo tipo di unitä lessicale superiore diviene il modello per formazioni analoghe. Le seguenti coppie mostrano come possa essere ripreso sia il primo elemento: stato di emergenza I stato di necessitä, lista di attesa I lista di leva; sia il secondo elemento: stato di emergenza I governo di emergenza, lista di attesa I sala di attesa. 12.4.6. Formazioni polemiche in -crazia L'elemento formativo -crazia risale al greco -kratia, da krátos 'forza, potere, dominio', con il suffisso -ia caratteristico di molti sostantivi astratti. In italiano si trova in composti di origine dotta, derivati dal greco (aristocrazia, democrazia) o formati modernamente (fisiocrazia, partitocrazia). II primo elemento puö essere una parola vera e propria, come merito in meritocrazia, oppure un altro elemento formativo che non costituisce un'unitä lessicale autonoma, come tecno- in tecnocrazia. Si hanno inoltre composti ibridi, nei quali il termine-base ě un forestierismo: tipico il caso di burocrazia, dal francese bureau 'ufficio', con adattamento alia gratia e alia fonetica italiane. All'influsso di lingue straniere si devono altre formazioni con -crazia: autocrazia 'governo assoluto' e plutocrazia 'governo dei ricchi', ad esempio, sono modellate sul francese autocratie e sull'inglese plutocracy. I composti con -crazia appartengono in gran parte al linguaggio politico, a cominciare da un termine di particolare importanza ideologica e culturale: democrazia. II carattere fortemente polemico che contraddistingue, in generale, il linguaggio politico ha favorito lo sviluppo di un significato peggiorativo in molti composti con -crazia. Soffermiamoci su alcuni esempi, partendo dal Settecento per arrivare fino ai giorni nostri. Alia fine del XVIII secolo aristocrazia non voleva dire piú soltanto 'governo dei nobili', ma nell'uso dei giacobini divenne quasi un sinonimo di 'tirannia, dispotismo'. Un reazionario della stessa epoca, tale Ignazio Thjulen, rispondeva trasformando la parola democrazia in demonocrazia 'governo dei demoni'. Hanno un valore spregiativo clerocrazia 'governo del clero' e bancocrazia 'egemonia delle banche', due vocaboli abbastanza diffusi nell'Ottocento. Un analogo intento polemico ě alia base di altre formazioni occasionali ed effimere, come sbirrocrazia 'governo degli sbirri' e scrannocrazia 'potere degli scranni', cioě 'burocrazia': il primo termine fu usato da un socialista del secolo scorso, Giuseppe Montanelli; il secondo da un giomalista della prima metä del Novecento, Giovanni Ansaldo. Si pensi anche alia demoplutocrazia 'plutocrazia in veste democratica', uno dei piü frequenti bersagli dell'oratoria mussoliniana. O, ancora, alle creazioni recenti partitocrazia 'strapotere dei partiti' e fallocrazia 'societa e comportamento di tipo maschilista'. Ultimamente si ě parlato anche di lentocrazia 'lentezza amministrativa' e di porcocrazia 'governo di persone corrotte'. La carica di aggressivitä di formazioni come sbirrocrazia, porcocrazia e simili ě il prodotto di piú fattori concomitanti: il significato delle basi sbirro, porco; la connotazione peggiorativa assunta da -crazia; l'imprevedibilitä dell'accostamento tra due elementi cosi eterogenei sul piano espressivo; l'effetto psicologico di sorpresa proprio di ogni innovazione lessicale. Questo tipo di procedimenti ě rappresentativo di un carattere generate del discorso polemico: la preminenza delFaffettivitä sul significato, del contenuto emotivo su quello strettamente informativo. 12.4.7. Deputato, deputata, deputatessa Leggiamo sui giornali: «il ministro Tina Anselmi»; «l'addetto-stampa di palazzo Grimaldi, signora Nadia Lacoste»; «l'architetto Luciana Natoli»; «Enrica Vismara Locati, sindaco di Ossona»; «Piera Rolandi ha fatto l'awocato presso il Foro di Lugano»; «il primo ministro britannico signora Thatcher*; «Gigliola Francescato, amministratore delegato»; «il giudice Margherita Gerunda»; «il presidente della Camera Nilde Jotti». Col venire meno delle limitazioni che escludevano le donne da molte carriere, e sorta la necessita di creare il femminile per una serie di nomi di mestieri un tempo riservati ai soli uomini. I mutamenti sociali portano con se incertezze e discussioni un po' in tutti i campi; l'emancipazione della donna ha sollevato tra l'altro alcuni dubbi Unguistici. Per le professioni tradizionalmente "ambigeneri" non ci sono problemi: abbiamo il sarto e la sarta, il pittore e la pittrice, il professore e la professor-essa. Qualche problema invece si ha per le nuove professioni femminili, anche se ormai c'e una forte tendenza a conservare la forma maschile (cfr. gli esempi citati all'inizio). Si tratta di una specie di maschile-neutro, che viene preferito perche il femminile ha spesso una sfumatura scherzosa o spregiativa: e appunto questo il caso di filosofessa, deputatessa, sindachessa, medichessa, avvocatessa, vigilessa. In genere sono le stesse donne a preferire che si mantenga il maschile. Si pud ricordare, a questo proposito, un episodio di un recente film, Una notte con vostro onore, film tutto incentrato sui litigi tra due giudici, uno dei quali e una donna: a un certo punto l'uomo si rivolge alia collega con l'epiteto canzonatorio di madama giudichessa, suscitando le proteste dell'altra, che pretende di essere chiamata signor giudice. II fenomeno non riguarda soltanto i femminili in -essa, che pure sono i piu colpiti dal processo di degradazione semantica. Qualche tempo fa una signora ha scritto ad un settimanale lamentandosi di essere stata definita in un articolo segretaria particolare invece che segretario particolare: «E cosl — osservava la signora — il 'segretario particolare' di un uomo politico con responsabilita di governo, se donna, diventa 'la segretaria', e si insinua nell'animo del lettore il sospetto che tra la stessa e il suo 'capo' vi possano essere rapporti non solo di lavoro» *. In effetti, la lingua e un sistema simbolico che riflette i rapporti di forza esisteriti all'interno di una societa. Quando, per esempio, una mamma dice al figlio di «non fare la femminucciq» o anche di «fare Yometto» sottintende e trasmette una precisa scala di valori: da una parte, in una luce negativa, la femminuccia: dall'altra, come modello di comportamento, Yometto. La ricerca di una propria identita culturale spinge la donna a porsi anche il problema della lingua; qualcuno, esagerando, ha previsto la creazione di una "vocabolaria", da opporre al vocabolario maschile. 12.4.8. Manzoni e Ascoli Una "rivoluzione copernicana" investe l'italiano del secondo Ottocento: la lingua scritta si awicina alia lingua parlata. Per capire la portata storica di questo * L'episodio i ricordato da J. Brunet, nella sua Grammaire (v. Bibliografia), vol. 5, p. 146. processo bisogna tener presente che in Italia la comunicazione orale e familiare era rimasta per secoli dominio esclusivo dei dialetti: la gente parlava in milanese, in veneto, in napoletano, in siciliano; non esisteva un "italiano comune", se non come lingua letteraria, studiata sui libri e usata nelle scritture da una minoranza di persone colte. La mancanza di una norma comune; la distanza tra scritto e parlato; la conseguente poverta di registri espressivi: ecco alcuni tra i nodi centrali dell'assi-dua meditazione linguistica di Alessandro Manzoni. Nello sforzo di risolvere questi problemi, lo scrittore milanese pubblico tre versioni differenti del suo capolavoro, / Promessi Sposi. Nell'edizione definitiva (1840) cadono forme antiquate e troppo letterarie, o anche provinciali (soprattutto lombardismi), che il Manzoni sostituisce con parole ed espressioni piu vicine all'uso colloquiale e proprie del fiorentino vivo. II lavoro di revisione linguistica e stilistica del romanzo si accompagna a una lunga e intensa riflessione teorica, le cui idee-guida sono cosl riassumibili: 1. carattere sociale della lingua; 2. preminenza della lingua parlata su quella scritta; 3. primato linguistico di Firenze. Per il Manzoni la lingua e un bene collettivo, non un patrimonio riservato a poche persone colte. La lingua letteraria rappresenta solo una parte del sistema linguistico, il quale deve adeguarsi ai bisogni comunicativi dell'intera societa dei parlanti. Ne deriva, da un lato, il rifiuto del purismo, che pretende di applicare la lingua del passato alle esigenze del presente (v. 5.5.6.); dall'altro, il riconoscimen-to della priorita dell'uso parlato su quello scritto. Infatti, «com'e possibile una lingua senza una societa che l'adopri a tutti gli usi della vita, vale a dire una societa che la parli?». La base migliore per realizzare l'unita linguistica contro la molteplicita dialettale e indicata dal Manzoni nel fiorentino vivo: in quanto fiorentino, cioe lingua di grande prestigio letterario, e in quanto vivo, cioe effettivamente parlato. Con la prosa semplice ed efficace dei Promessi Sposi il Manzoni diede pratica attuazione al suo ideale di una lingua «viva e vera», valida per tutti gli Italiani. II fatto di poter contare su un cosl autorevole punto di riferimento — il modello indiscusso della nostra prosa moderna — favori la fortuna delle teorie manzonia-ne, che ebbero una notevole influenza sulla formazione linguistica di molti Italiani. A quelle teorie s'ispirarono tra l'altro programmi e testi scolastici. Una posizione diversa da quella del Manzoni fu sostenuta dal grande linguista Graziadio Isaia Ascoli. Questi, nel Proemio aU'"Archivio glottologico italiano" (1873), sottolineava con particolare vigore lo stretto rapporto intercorrente tra la questione della lingua e la vita culturale del paese. Le vicende storiche non legittimano piu il primato di Firenze, che non ha in Italia un ruolo di guida intellettuale paragonabile a quello svolto da Parigi in Francia. Secondo 1'AscoU e assurda, ad esempio, la pretesa dei manzoniani di far accettare dai parlanti di tutta Italia le forme solo fiorentine novo, bono, foco in luogo di quelle ormai "nazionali" buono, nuovo, fuoco. L'unificazione linguistica non sara conseguita imponendo d'autorita una certa norma, ma risultera da un'azione piu; profonda, che promuova ed estenda la circolazione della cultura, colmando il solco che divide Velite intellettuale dalla rimanente popolazione. ! Gli sviluppi otto-novecenteschi hanno posto sempre piu in evidenza questo nesso tra questione linguistica e questione culturale, che del resto non sfuggiva alio stesso Manzoni. 3. La provenienza deJx^aj^^ pre^denie"|3^ ě importante sottolineare che la situazione italiana e caratterizzata dall'interrclazione tra varianti regionali c varianti sociali. La differenziazione jöciale ě rappresentata preyalentemente mediante caratteristiche locali (rěgíoíalO^^Sett^'ďTáíěttaH)Va^SéreiiM di aítri Paesi, dove si ha, per esempio, un francese popolare, un inglese popolare ben sviluppati, in Itälia"TriölfevařfantLlžSčali possöno éššěře considerate regionali pppu^ a Roma l'uso del vocabolo anguria invece del locale cocomero, se ě eseguito da un settentrionale (cioě con intonazione settentrionale) sarä interpretata come un regionalismo, se ě eseguito da un romano (cioé con intonazione romana o comunque senza una particolare intonazione) sarä interpretato come una scelta del parlante che vuole in qualche modo distinguersi (variante sociale). 4. La classe sociale edeconomica: un reddito alto favorisce un'acculturazione (e quindi una íbnoscenža della lingua) piú appróíondita; al tempo stesso va ricordato che i poveri tendono ad imitare le abitudiňi (anche iinguisťičKe)' dei ricchi, í qüäli diveňtarió agli occhi di molti dei modelli da imitare se non si 'vogj^nö^^ö^S^E^^^'emax&naäone sociale. 5. II Iivello di istruzione: una personajstruita conosce piú parole ed espressioni: le sa usare in modo appropriato a secöndädellä situazione comunicativa. Come abbiamo visto,Je differenze sociali influiscono sulFusodella lingua e, in particolare, suJVuso del lessico. I dizionari ricorrono spesso a indicazioni del Iivello del lessico: pop. (= popolare), fam. (= familiäre), volg. (= volgare), region. (= regionale), dial. (= dialettale), non com. (= non comune), raro, ant. (= antiquato, antico), lett. (= letterario), poet. (= poetico) ecc. Si tratta di caratterizzazioni di comodo nelle quali si mescolano criteri diversi: il Iivello di i lingua che si riferisce ad una situazione comunicativa, il Iivello di lingua che ě proprio di un gruppo o di una classe sociale, una dimensione storica del lessico. Tali aspetti e criteri diversi vanno invece distinti. Una varieta sociale importante e ábbastanza caratterizzata dal punto di vista del lessico e 1'italiano popolare. Ricordiamo qualche vocabolo di questa varieta sociale del nostro lessico: arrahgiarsi, balla 'bugia, fandonia', casino o casotto 'confusione', far fesso, fifa, filarsela, macello 'disastro, grave disordine', mollare 'appioppare, desistere', tribolare 'patire, penare'. 13.7. I NEOLOGISMI La linguistica moderna considera il neologismo (dal greco néos 'nuovo' e logos 'parola') come il protagonista delľevoluzione linguistica. La parola nuova ě considerata come un arricchimento del lessico, che in tal módo puô indicare con precisione ogni cosa, ogni concetto, ogni sfumatura del pensiero. L'insieme dei processi che servono per la formazione di parole nuove é chiamato neologia. Ai giorni nostri i neológismi sono studiati senza preconcetti con strumenti di analisi adeguati; molti neológismi sono accolti senza difficolta nella lingua comune. Un tempo le cose andavano diversamente: i puristi, i difensori della purezza della lingua, si opponevano alľuso dei neológismi: alia fine dell'Ottocen-to qualcuno combatteva parole ora divenute di uso comune come ambientarsi e percentuale; ma anche in tempi piú recenti qualche purista ha dichiarato guerra a verbi come decollare 'staccarsi dal suolo' e azionare. Propriamente parlando, neologismo puô essere sia una parola ripresa da una lingua straniera (come per es. camping, week-end oppure bistecca, adattamento italiano dell'inglese beefsteak) sia una parola derivata da una parola giä esistente in italiano (come per es. lottizzare da lotto, prepensionamento dapensionamento, portasci da portare e sci). Tuttavia e preferibile chiamare prestito un vocabolo ricavato da una lingua straniera (v. 13.9.) e chiamare neologismo una parola ricavata da un'altra parola italiana mediante un suffisso, un prefisso o mediante un altro procedimento ma sempře in modo tale che il parlante comune si ronda conto děl ŕäpporto che intercorre tra la parola di base e la parola da essa derivata. Di questi procedimenti di formazione delle parole abbiamo parlato ampiamente nel capitolo 12; qui si vogliono dare soltanto aleuni principi generáli sui caratteri e sulla classificazione dei neológismi. I neológismi si possono distinguere in due categoric ■ neológismi combinatori sono quelli che provengono dalla combinazione di elementi della lingua (per es. lottizzare, da lotto + il suffisso -izzare; prepensionamento, da pensionamento e il prefisso pre-). ■ neológismi sémantici sono quelli che comportano un mutamento di significato anche se la forma rimane identica (per es. orchestrare ě un verbo del linguaggio musicale che significa 'serivere le parti dei vari strumenti che compongono ľorchestra'; pero successivamente si ě detto orchestrare una campagna elettorale, un'azionepoliaca ecc: in questi nuovi coňtesti orchestrare vale 'organizzare' ed ě appunto un neologismo semantico). Per quanto riguarda il neologismo combinatorio va detto che il parlante comune, disponendo di una parola di base ed avendo la competenza dei mečcänismi della lingua, puô comprendere e creare un'intera serie di neológismi combinatori; s'intende che nélľuso effettivo esistono soltanto aleuhe forme, le altre sono soltanto delle possibilita. Vediamo un paradigma di formazione delle parole (altri ne abbiamo visti in 12.4.2.); prendiamo come base lotto 'parte di un terreno che ě stato diviso'; i derivati piú comuni sono: {lottizzazione lottizzatore Partendo da ciascun termine di questo paradigma un parlante italiano puô creare vari neológismi; per esempio, lotto: neolotto, superlotto; lottizzare: delottizzare, rilottizzare, superlottizzare; lottizzazione: delottizzazione, rilottizza-zione, antilottizzazione, pseudolottizzazione; lottizzatore: superlottizzatore, anti-lottizzatore ecc. Certo aleuni di questi neológismi sono soltanto delle possibilita (perfino un-po' buffe) del meccanismo della formazione delle parole. II passaggio alľuso effettivo dipende da vari fattori: la funzionalitä e la necesfeita del neologismo, il prestigio di cui gode ľindividuo o il gruppo sociále ěhe 1'ha prodotto, il giudizio di gruppi qualificáti di parlanti (o di strati piú ampi della comunita di parlanti), la moda ecc. In ogni caso resta il fatto che tali neológismi sono analizzabili e comprensibili. Un neologismo combinatorio consiste anche nel riunire insieme in un sintagma stabile due o piú parole: cosi, per esempio, lotta e classe, vecehie parole della nostra lingua, si sono riunite per formare il neologismo lotta di classe. Altrettanto ě accaduto per altri insiemi come offerta di lancio, area di parcheggio, aereo a reazione, ripresa in diretta, servizio pubblico, tempo pieno, cassa integrazione (v. 12.4.5.). Come esempi di neologismi sémantici si ricordino i termini della navigazione marittima e dell'aviazione entrati nel vocabolario dell'astronautica e le parole della lingua comune diventate termini tecnici della psicoanalisi: navigátore spaziale, nave cosmica, pilota; rimuovere, complesso. 13.8. COME Ě COMPOSTO IL LESSICO DELL'ITA-LIANO Da un punto di vista stprico ppssiamo dire che il lessico della nostra lingua ě fofřňato da tre xojnporienti-fándameníali: 1. il fondo latino greditařio, cioě tutte le parole di tradizione popolare e ininterrotta che ci proyěffgpnp dal latino vplgáre; ji trátťa deílá components piú númerosa e piú importante del nostrp jessicp; lej^ línguáTquenFdiěOTsfitiiiscono il cosiddetto lessico fondamentaíe, appartengono á talě^componente; 2. i prestiti, cioě le parole tratte da altre lingue (dalle lingue germaniche, dalParabo, dal francese, dallo spagholo, dall'inglese ecč.)run tipp partícóláre di prestito ě quello ripreso per via colta dalle lingue classiche (latino e greco), cioě latinismi e grecismi; ' - ......... •• 3. le neoforrnazioni o neologismi veri e propri, cioě le parole formatesi nella no5tmIÍIng^_da„p"jaK)Íe^ esisteriti~Tnéaialrtišil meccanismo jjella formazione deUejarple ^ Oltre a queste tre componenti fondamentali possiamo considerare altri aspetti mar^náirSLnQStr.CLj£SSÍco: roňomat^ea, che b\z trasposizione ín.unaTorma linguistica arbitraria di rumori naturali e artificiali (dal vecchio chicchirichi al bip-bip del primo Sputnik); la creazione dal nulla, che ha una čerta diffusionejiel lingua^gio^pjibihijLtaripX^dflA: ě fc^en^eiríplo^pluTamoso) ;lHíneTe_sjgle,^he sono pronunciate per lc^iJLggcjmdpjljipme^de^ C.L.N. = cielleenne. Ma a parte questi aspetti marginali teniamo presenti le tre componenti: lessico italiano fondo latino ereditario (latino volgare) prestito lingtó^ep^{dj(.^l|^J^ngue^ neoformazioni_(ojieologismi veri e propri) 13.9. IL PRESTITO LINGUISTICO Si ha prestito linguistico quando la nostra lingua utilizza e finisce per assumere unjrattpJinguisticp_chee^.sisieva-precedenternente in un'alt^ east^a_neUa_nostra. Questo processo di "cattura" e il tratto linguistico cosi "catturato" in italianp^si Jndicano con lo stésso ťemine: prestito. nmm. In lm^^ticaJlJenningjtE^ ne|^ngua.cojnune^La.Ungua.cheJ;presta" um la lingua che riceve il vocabolo non ha alcun .o.hfelign ,di_ restituirlo! ~ ' Protagonisti del prestito sono innanzi tutto i ypcaboli. Questi. possono essere preši nella loro forma originaria (bar, film, leader, équipe.,/gge/).flpp«re possono essere integrati alia fonolpgia e alla morfológia delľitaliano: per esempio rrcno. bistecea sonp tratti dal francese train e dall'inglese beefsteak, con aleuni fonemi mutati, con ľaggiunta di una vocale finale, con Pinserimento nella categoria morfologica del genere (ignota alľinglese); čosi anche ingaggiare e mitraglia sono adattamenti dal francese engager e mitraille; lanzichenecccL.e un adattamento dal tedesco Landsknecht. II parlante_cOTnune^ nepnosce spltantp il prestito non integrate: bar, film, leader, équipe, lager si distinguono per; il loro aspetto~£Síeriore~dalleL.paroIe italiane. II parlante comujne_nfiB.xicpjtios.ee,invece.il .prestito, integrata:-q,uanti sanno che treno c bistecea sono prestiti dall'inglese? Čerti prestiti sono usati sia nella forma originaria sia in quella adattata: per esempio, francese bleu e blu, gilet e gilé, paletot e paltô; inglese punch e ponce, roastbeef e rosbif (o rosbiffe). 13.9.1. Tipi e caratteri del prestito linguistico Un tipoparticolare di prestito é il calco. Si distingue in due varieta principáli: ■ calco semantico: si ha quando una parola italiana assume un nuovo significatp da ún^pärolä~di'uHäMirigúa sťŕahiéŕä]'Tíen6meno*ši aťtua pérehé le due parole avevano iíi čomuňe úri sigrrificatp e/o una somiglianza formale; per esempip conforti 'servizi domestici' ha assunto questo significato dall'inglese comforts, anche se la parola italiana conserva i suoi significati tradizionali; invece autorizzare, che un tempo significava 'rendere autorevole', ha cambiato tale significato con quello di 'permettere': ciô é accaduto per ľinflusso del francese autoriser; ■ calco traduzione: con^ateriali italiani si forma una parola composta traducen-do alla letteŕá gli elementi di un composto di una lingua straniera^per esempio grattacielo riproduce Pinglese sky-scraper (sky 'cielo'. scraper 'che gratta''): lotta di classe riproduce il tedesco Klassenkampf (Klassm 'classi', Kampf 'lotta'). II prestito é certamente il fenomenp piu importante che^riguarda i cpntatti tra le lingue. II prestito é in rappprto cpn il bilinguismo, che e la situazione in cui gli stessi parlanti sono portati ad usare due lingue a seconda ďeíl'ambiente c della situazione. II prestito dipende dal prestigiodi una lingua eiieLpopolo che laparla, mapuô drpendere anche dal disprezzo con cui Puna e Paltro spnpcpnsiderati (che i Germani fossero guardati con disprezzo dai Románi si vede dal carattere di aleuni germanismi entrati nella nostra lingua: v. 13.9.2.). Possiamo distinguere tra prestito di necessity e prestito di lusso. II primo si ha quando si prende la parola e insieme il referente (un oggetto, un'idea); per esempio: patata, parola haitiana giunta in italiano attraverso lo spagnolqcaffé, daljurco; zero, dalľarabo (la numerazione romána non possedeva lo zero); tram, transistor, juke-box dall'inglese. II prestito di lusso ha un fine stilističo e di promozione sociale: serve ad eypcare una civiltä, una cultura, un modo di vita considerati prestigipsi; sono prestiti di lusso per esempio leader, flirt, baby-sitter, week-end, vocaboli che potremmo sostituire con capo, breve relazione amorosa, bambinaia, fine settimana. É indubbio pero che vocaboli ed espressioni inglesi 361