Fate clic per aggiungere testo Un film di Ermanno Olmi Olmi non è un intellettuale come Pasolini. Proviene da una famiglia modesta, è orfano di guerra, non completa il liceo: “mi sono dovuto impiegare per bisogno di soldi; del resto non avevo mai avuto molto entusiasmo per la scuola”. Trova lavoro alla Edison (“ero proprio il modello del cattivo impiegato”), per la quale realizza una serie di documentari. . I maestri: De Sica e Rossellini. “Ho scoperto a un certo punto che il cinema rappresentava anche la vita. Quello era il momento del neorealismo e capivo che il cinema non era solo quello del mondo dorato e di fiaba che avevo creduto. I film del neorealismo ci parlavano di un mondo che era il nostro, in cui anche noi potevamo essere i protagonisti e non più limitarci a vederci rispecchiati in modelli irraggiungibili [...]. Questa è stata la particolarità della mia scoperta, non ho scoperto la mdp, i riflettori ecc., ho scoperto il neorealismo”. . Il tempo si è fermato (1959) Negli anni del boom economico, il primo film di Olmi è ambientato in montagna, “a 2500 metri, in un mare di neve”. Due personaggi: un padre di famiglia e un giovane studente, custodi di una diga; “lassù è come se tutti e due avessero dimenticato i loro problemi, le loro complicazioni”. Dialoghi in dialetto lombardo, isolamento. La storia del film Fellini si lascia sfuggire l'occasione di produrre Il posto: “potevo essere il rinnovatore del cinema italiano...” La Titanus invece crede nel film e mette i soldi (pochi) necessari per la sua realizzazione. Il posto è il secondo lungometraggio di Olmi. Il film ottiene il Premio della Critica al Festival di Venezia del 1961 (lo stesso in cui viene presentato Accattone). . Ermanno Olmi «I miei primi film sono storie sulla povertà ma in cui c'è sempre un po' della storia del nostro paese. Il passaggio dalle società contadine a quelle operaie, o da queste alla nuova borghesia. Nel Posto lo si vede bene nella casa di Domenico, una cascina in cui non si lavora più la terra ed è diventata solo un dormitorio per gente che va a lavorare in fabbrica e in città. Tra poco in quelle stalle senza più animali avrebbero messo le Lambrette e le Seicento». Alberto Farassino (a cura di), Il posto di Olmi precursore di Dogma, in “Repubblica”, 5 giugno 2001, p. 44. Ermanno Olmi “In questo film ci sono dentro proprio gli ingredienti dello spettacolo: volevo ottenere certi effetti sul pubblico e li ho ottenuti. È un film tutto sommato abbastanza furbo”. “ […] ci sono già altri interrogativi, altri problemi, c’è il tema dell’individuo che si pone domande sulla società che lo circonda, il mondo consumistico”. La sceneggiatura Il posto ha una struttura molto semplice. Sequenze: I. Prologo. A casa di Domenico. II. Il giorno dell'esame. a. La mattina b. Milano di giorno. c. Il pomeriggio. d. Milano di notte. III. Il giorno dell'impermeabile. IV. Il primo giorno di lavoro V. La galleria degli impiegati a. Al lavoro b. A casa VI. Un altro giorno di lavoro. VII. Le nuove divise. VIII. Natale si avvicina. IX. L'ultimo giorno dell'anno. X. Il suicidio dell'impiegato e la promozione di Domenico. . Alessandro Marini, Ph.D. Katedra Romanistiky Filozofická Fakulta UP Křížkovského 10 779 00 - Olomouc (CZ) E-mail: alessandro.marini@upol.cz