Tl05 La pioggia nel pineto Tratta dall'Alcyone - e composta nel luglio-agosto 1902 - questa Urica e stata e continua ad essere tra le piu famose (oforse la piü famosa) fra le composizioni di D'Anminzio. Go e dovuto certamente alia grande sapienza formale con la quale ě costruita, ax calcolati ef-fetti che il poeta riesce a ottenere. Nella lettura non ci si limiti pero a considerare solo questo aspetto sia pur fundamentale, ma si tenga presente che la Urica ě animata da un motivo che percorre tutto /'Alcyone, vale a dire il superamento della limitata dimensione umana in una prospettiva panica dijusione con la natura, di immedesimazione e di me-tamorfosi. /Alcyone^ Taci. Su le soglie del bosco non odo parole che dici umane; ma odo parole piü nuove che parlano gocciole e foglie lontane. Ascolta. Piove dalle nuvole sparse. I Nota ttictrica: quattro "strofe lunghe" di trenta-due versi liberi ciascuna. 1 Taci: l'invito a tacere, a cogliere con particolare attemione tutle le voci della natura (v. 8: Ascolta; v. 33: Odi?; v. 40: Ascolta; v. 65: Ascolta, ascolta; v. 88: Ascolta), ě rivolto alia compagna Ermio.ne (nominata al v. 32). Jontanľ7/e"' lontane- Parole ehe gocce e foglie pronu °88) nd folt<> del bosco emettono, aHW?Clana L'us? transitivo di parlaredk luogo 9 'artif.cK, retonco delia ňgura etimol^ka. legge™ $ParS&' Si tratta quindi t,i lJ'hl p,0ggia 648 piove su le tamenci salmastre ed arse, piovc su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri vólti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l'anima schiude novella, su la favola bella che ieri ťilluse, che oggi m'illude, o Ermione. Odi? La pioggia cade su la solitaria verdura con un crepitio che dura e varia nell'aria secondo le fronde piu rade, men rade. Ascolta. Risponde al pianto il canto delle cicale che il pianto australe non impaura, né il ciel cinerino. ,0-n tamerki... arse, le tamerici arbusti bassi Jalle foglie piccolissime) sono salmastre, cioě impregnate di salsedine la pineta e non lontana dal mare) e arse dal sole. '2-13 su i pini... irti: scagliosi per la corteccia ru-vida, a grosse scaglie: irti per gli aghi. 3 divini perché sacri a Venere. . 17 fulgenti... accolti: che mandano una vivida Uce fulgenti) per il colore giallo oro dei loro fiori J>sposti a grappoli, raccolti (accolti). '9 coccole aulenti: bacche odorose. -l Plvaní: lenumerazione delle piante e dei fiori Jella pineta ha creato la premessa per questa lu S1$ne tjra creature umane e nalura, per questo ^nipenetrarsi del poeta e della sua donna con la s°«anza stessa della selva (silvani). 26"3l su , freschi... m'illude. la pioggia nnfresca e r>nnova non soltanlo tamerici e pini, mirti e gi- nestre, ma anche i pensieri di questi due esseri umani immersi nella dimensione silvana, ne ren-de nuova e fresca 1'aniivja, e specialmente la storia damore che essi vivono come una bella favola, cioě con la consapevolezza di abbandonarsi alfil lusione. 32 Ermione. nella mitologia greca era una fíglia di Elena. U nome ritorna piú volte ne\YAlcyone e d«igna con molta probabilita la Duse, con la quale il poeta visse un'intensa storia ďamore. 35 verdura: fogliame. 41 pianto: la pioggia, quasi pianto del cielo, pro vocata o recata dal vento di Austro (di mezzo-giorno) e quindi pianto australe (v. 43). 43-45 che... cinerino: né la pioggia (pianto australe) né il grigiore del cielo color cenere (cinerino) riescono a spaventare ( mm impaura) e a far tacere le cicale. 50 55 60 E il pino ha un suono, e il mirto nitro suono, e il ginepro altro ancóra, stromenti diversi sotto innumerevoli dita. E immersi noi siam nello spirto silvestre, ďarborea vita viventi; e il tuo vólto ebro ě molle di pioggia come una foglia, e lc tue chiome auliscono come le chiare ginestre, o creatura terrestre che hai nome Ermione. 65 70 75 80 85 Ascolta, ascolta. L'accordo delle aeree cicale a poco a poco piü sordo si fa sotto il pianto che cresce; ma un canto vi si mesce piü roco che di laggiíi sale, dall'umida ombra remota. Piü sordo e piü fioco s'allenta, si spegne. Sola una nota ancor tréma, si spegne, risorge, tréma, si spegne. Non s'ode voce del mare. Or s'ode su tutta la fronda c roseiare l'argentea pioggia che monda, il croscio che varia secondo la fronda piü folta, men folta. 51 innumerevoli dita: le gocce di pioggia. 52-54 E immersi... silvestre. f'usi quasi con la piü intima sostanza dclla selva (cfr. v. 21: silvani). 60 auliscono: profumano. 62 creatura terrestre. non ha qui il generico signi-ficato di "essere umano", ma mira a sottolineare la fusione col contesto naturale descritto; quasi «germogliato dal suolo come una pianta» (Pal-mieri) 65-70 L'accordo... cresce. aumenta la pioggia e si smorza (piu sordo) il canto delle cicale (aeree per-che stanno fra i rami degli alberi, nellana). 71-76 ma un canto... spegne. e il gracidare