FRANCO FORTINI SAGGI ED EPIGRAMMI a eura e con un saggio introduttivo di Luca Lenzini e uno scritto di Rossana Rossanda Arnoldo Mondadori Editore ■ SOMMAKK) Uno sperato tutto di radone di Římana Krasanda Le parole della promessa di Luca I.'•u/jn: Cronologia a eura di Luca Lcnzini Nota all'edizione LÍBRI E RACCOLTE D'AUTORE Verifica dei poteri I cani deJ Sinai Saggi italiani L'ospite ingrato primo e secondo Breve secondo Novecento SCRITTI SCELTI1938-1994 ISBN KK 04 116*56 9 Cimh AmoMn Mffnthdnrl Bdteon S i> A., MUaoo | »c-| liinrl .1 ii) l lil i oll.i I rduionc I Mi ii.liain i>(i«»1>ic- .'(MM Notizie sui testi a eura di Elisabetta Nencini Bibliografia a eura di Elisabetta Nencini Indicc dei nomi t• f f 1 • u'«•«' 1iIiiiiii<>iu1.i ^ ooUegio durante la guerra, vive una sbilenca vi-ij^a con certi sedicenti partigiani (venti pagine da cui per r° P°trebb'essere facilmente alleviato); poi, segnato sempre dalla nevrosi, andrä ad abitare dai nonni to- 1596 Scritti scelti 1938-1994 rinesi. Alia fine della guerra rivede il padre dall'alcoHsmo e prossimo a monre. Trent'anni nel 1975 - anni su cm non ci viene detto qua£ UH Emanuele, mal adulto, giä drogato, omosessuale ľ ce e non amato, dalla Miláno dov e impiegato in nľ 1 sa editrice parte per Almeria alia ricerca delus^?". luoghi d'infanzia della madre. a dei II primo terzo delľopera dä ľingannevole impressi0 che terna maggiore ne sia la ricerca memoriále della 2l dre. Nulla, invece, di meno proustiano. Per frammenti spesso abbaglianti le prime cento pagine anticipano tutti i termini figurali e psicologici del libro, con un faticoso andirivieni temporale che al centro delle sue «ruote rab-biose» ha sempře il protagonista. Ma a questo punto la storia della madre e del figlio ě come ripresa di nuovo, con un moto fluido e continuo, di respiro narrativo profondo, per quasi duecento pagine, con scarse interní-zioni. La vita di Aracoeli ci ě pero giä stata anticipata e la fatalita non ě piú contenuta entro una dimensione temporale lineare. Nello specchio di un lercio albergo spa-gnolo abbiamo giä visto il nudo di Emanuele, deforme, irredimibile, come quelli delle pitture di Bacon. Sappia-mo giä che il recupero del passato lo condurrä solo ad acquisire un futuro ďombra e di mucillaggine. «Ma tu. marnita, aiutami. Come fanno le gatte con i loro picco nati male, tu rimängiami. Accogli la mia deformita ndi^ tua voragine pietosa.» «Deformitä», «voragine»; troppo alte parole, questo insostenibile vibrato: e tranza deUa Morante. Ricordate Saba? «... ™* 8iung ho vorrei dove sei giunta, entrare dove / tu sei en"** tanta / gioia e tanta stanchezza! - farmi, o madre ^ una macchia dalla terra nata / che in sé la terra fl* ■ ed ^ulla.» Un mezzo secolo separa questi due f,0 *odi di dire una medesima cosa. Ě verande n V ^ » cut la nostra vita ě passata dal dolore alia dem «Aracoeli» 1597 una delle apostrofi di Emanuele alia madre morta c e asso forse ingenuo, comunque rivelatore (anche nella 00 citazi°ne di Baudelaire): «il tuo falso eccessivo amore, 5 cuiini rendesti assuefatto, come a un vizio incurabile. Se * avessi imparato le scienze positive dell'anima, potresti jjnieno riconoscere i tuoi crimini materni. Si tratta, or-inai, di nozioni elementari; ma il tuo cervello incapace...». Quando non siano volte in ironia (diciamo: Svevo) le «scienze positive dell'anima» ossia, suppongo, la psicoa-nalisi e la neuropsichiatria, elidono la possibilitá d'una narrazione epico-romanzesca; che non puó non implicare un qualche grado di opacita dei personaggi e degli eventi perché autore e lettore possano «vedere». Infatti Emanuele non «va in analisi» e la confessione che egli compila per mano dell'autrice, cioě il romanzo, gli consente di ri-manere identico a sé e ripetersi interminabilmente. E forse quanto accade se si stipano e sovrappongono le «scien-ze positive» e, si fa per dire, il Tao. Emanuele non vuole credere che sia stato il tumore cerebrale a indurre ninfo-mania e morte della madre perché, come la Morante, per poter continuare a vivere il proprio delirio autodistrutti-vo vuole una tragedia non una disgrazia. In un medesimo tempo si danno qui un universo di re-lazioni sovrannaturali e uno di causalitá biologiche o psi-chiche. Non soltanto in quesťultima opera la Morante ha scelto il primo, con i colori induisti o taoisti; ma troppo forte ě il suo senso deU'immediato e del concreto per ri-nunziare del tutto al secondo. Naturalistiche sono, certo, anche quelle sapienze d'Oriente; ma, fondate sulla indi-stinzione di fisico e psichico, lo sono come si ě precristia-m né la Morante riesce del tutto ad essere tale: i suoi personaggi sono sempre «creaturali», quindi divisi fra corpo e spirito. Finché ha potuto ha attenuato la contraddizio-ne o con 1'idillio dei ragazzi belli e ricci o con le sue sem-Pre splendide parti «comiche» (qui, per esempio, con la en delineata figura dell'attendente Daniele). Scritti scelti 1938-1994 Diciamo ehe Useppe delia Storia e vittima ma anche epilettico, Aracoeli anche invasa da^*1 clinico, Emanuele drogato e nevrotico, alcoliz * ^ dre; ma che questo schema «ottocentesco» é art J it piú travolto ďa un vento di assoluto!U*C°* é qui ^ 5. Una delle prove del genio delia Morantes" Emanuele chiama «la vendetta di Aracoeli^ "u^^e re «vecchia laida, cascante e imbellettata diC . ^ aPpa-mare una frenetica indecenza...». «Nel suo 1S1 ^a ride incessantemente, con quelľaria di spředoub definitivo di cui sono capaci solo i morti.» La scons zione e distruzione giungono al di lä di ogni verisbi glianza psicologica, occupando tutto il presente; fino alia «pietraia onirica... luogo prescritto della cerim'onia» ad El Almendral (si noti in questa citazione un esempio del-la ostinata presenza critica della autrice). U «sacchetto d ombra», che Aracoeli fu, conclude ľincontro: «Ma, nino mio chiquito, non e'e niente da capire». E una prova «a contrario» si legge in certe cadute di sorveglianza stili-stica:«... un'amara perspicacia mi accertava che in rondo lui rimaneva tuttora cosciente di se stesso. E che su ogni altro senso, come un'ultima lacerazione al centro della sua materia, in lui prevaleva un pudore atroce. Al quale w rispondevo, nell'anima, con una torva antipatia*. Mi re che questi modi vengano da un eccesso di potere dei modi eUittici e, in definitiva, del lett°reb^0°gna te pero a togliere i quattro aggettivi e vedreteche riscriver tutto. Ebbene: questa prolungata trus ^ wipartita al lettore che vorrebbe «collaborare>> ^ ^ suo straordinario compenso a Hbro concluso q hgura complessiva, ľallucinazione tenace che ^. e' nsulta ďuna statura, ďuna enigmaticita e ter ^ ComParabilrnente maggiori di quanto si p°teS tlrenelcorsodeUalettura. «Aracoeli» 1599 dubbio, quest'opera ě fatta per chi sa che cosa ě hé e esistita, la letteratura. Si situa assai prima stata' critture che oggi vengono redatte con educato ci-^6 SC(la astuti gnomi esperti in re-writing, pubbliche nÍr° ni e ricerche di mercato; e che allegri se la ridono A Plebe ancora Pagante' Quegli attivi cobolcli abita" e animano i corpi di alcuni nostri degnissimi scrittori ^venti che, almeno per la platea, vogliono ancora abbi-liarsi come quelli che negli ultimi due secoli si misura-rono con le massime tensioni e dimensioni della specie umana. Amici sensibili e intelligent! ripugnano ad am-metterlo ma, dopo quello sociále e politico, alia letteratura mi pare sia stato ritirato anche il mandato etico e religiose «L'acqua che di Parnaso si deriva» si inalvea per altra parte delTuomo, bagna altre erbe. Nei nostri fi-latteri o scapolari qualche pia mano infiló frammenti delle scritture di poesia e di prosa che pensammo sacre; ma ormai possiamo solo cingerli durante le nostre trop-po veloci preghiere o sfiorarli varcando la soglia di casa. Intanto gli avanguardisti, poveretti, hanno lavorato, se ne awedono, per qualche re di Prussia. Volevano la mo-dernizzazione? L'hanno avuta. Le schiere degli gnomi Wrano ormai molto meglio di loro. E: «com'e grade-vole Vamore imitato bene» diceva una intelligente prostituta. La Morante ě probabilmente il solo scrittore italiano cne mantiene un legittimo legame con quel grande manuto. Fa stormire tutto il suo bosco di parole, non si ri-sParmia, fissa le rive estreme. La sua ě una splendida «t»attaglia di sganciamento». ^ Ridicolo contestare alia Morante le sue convinzioni. r assumere una distinzione che le fu cara, e che forse Pia con questo libro, mi sono sempre noverato fra gli con i Piuttosto che tra i Felici Pochi e quindi mi sidero estraneo tanto alia protesta contro la storia 1600 Scrtttí sceltí 1938-1994 quanto alla indistinzione tra sogno e culto e volontä diurna. Per questo ho 2/' ?est< costringe alľammirazione e non necessať V more. Ma si dia onore alla Morante rk« lamente alh i , LV- Líic non d i-npetere - come ormai, con la leggerezza d A Ua primi venuti sanno fare - ľelogio delia moríe i'1 rende inseparabile dalla passione disperata e dali Fra taňte varieta di eros, in questo libro ľunica pTv lita di amore ě respinta nelľultima pagina in fomadi pieta e pianto, rivolta alia miseria del padre. Spiral immediatamente rinchiuso, spunto genialmente monco E se ora mi si chiedesse quale luogo questo libro occupi nella nostra letteratura contemporanea, il rifiuto di ri sposta - quale certo anche la Morante opporrebbe-non sarebbe solo un pur giustificato gesto di fraterno orgoglio ma uno di stretto dôvere intellettuale a fronte di un'opera tanto solitaria.