Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto « M S>* 11% CO QABC-esteso Mer 11:46 Q, Q \= Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf ► Indice La c. ě una forma metrica di origine occitana, costituita da un numero variabile di stanze (o strofe), tutte con lo stesso numero dí versi e la stessa disposizione delle rime (ma ci sono deľe eccezioni). La c. trobadorica era sempře cantata e accompagnata dalla musica; in Italia, a parte le prime tracce e qualche testimonianza p i u tarda, giä nei poeti siciliani la c. sembra essere sle-gata dalľesecuzione musicale. Nella poesia delle Oríginí é molto varia la tiDologia dei versi impie-gati, ma prevalgono nettamente ľendecasillabo ívd. Scheda di approfondimenío: Ľendecasillabo) e il settenarío, ehe saranno i soli utilízzati a parti-re da Petrarca e firio al Seicento, con poche eccezioni. La stanza di c. é normalmente divisa in due parti: la prima (detta fronte) ě formata da due blocchi identici di versi, i piedi; la seconda ha uno schema diverso dalla fronte e puó essere sia indivisa al suo interno (ed ě allora chiama-ta sirma o coda) o divisa in due parti ídentiche, dette volte {ě :l caso di Madonna, dlrvo voglio di Giacomo da Lentini; vd. infra, Capitolo 2, §6). Nella maggior parte delle c. antiche, neí piedi non ci sono versi irrelati (cioě che non rimano con nessun altro): possibility invece ammessa nella sirma. Le rime mutano solitamente di stanza in stanza. Sono invece rarí I casi di c. senza divisio-ne interna e con le stesse rime in tutte le stanze, come nella canzone-sestina dei trovatori, ripresa anche da Dante e da Petrarca. La c. puó essere conclusa da un congedo, che ď selito na la stessa struttura metrica della sirma. L'endecasillabo L'e. ě il verso principále della poesia ítaliana e (dueesempi sempře da Dante: «Abraám patriar- deriva dal décasyllabe, il verso occítano di die- ca e David re»; «a parole formar disconvenevo- ci posizioni (sillabe accentate). Poiché la rnag- le»); ma nella poesia dei primi secoli queste due gioranza delle parole italiane sono pianě (o pa- soluzioni sono molto poco attestate. Nella sua rossitone), cioě hanno I'accento sulla penultima forma canonica, oltre alia decima, l'e. ha almeno sillaba, di norma l'e. conta undici sillabe, come unaltra sillaba tonica fissa: la 4a o la óJ. Il primo nel primo verso della Commedia di Dante: «Nel v. della Commedia é quindi un e. canonico: «Nel mezzo del cammin di nostra vita». Se l'e. termi- mezzo del cammin di nostra vita». Nella poesia na con una parola tronca avrá invece dieci silla- delle Origini le eccezioni a queste regole sono be; se I'ultima parola é sdrucciola ne avrá dodicí rarissime. 28I 7 737