■ Safari File Modifica Vista Cronologia Segnalibri Finestra Aiuto <§8 W & 4 87% I» QABC-esteso Mer 09:51 Q, iE Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf ► Indice Capitolo 2 Dalla Sicilia alla Toscana. La tradizione Urica nel Vaticano Latino 3793 1. Dai document! alia storia, dalla storia ai documenti Lc prime tracce di poesia in volgare consentono di disegnarc una mappa molto lacunosa delle fasi iniziali della storia della letteratura italiana: non si conoscono i nomi degli autori, non si pud stabilire con esattezza quali siano i luoghi e i tempi di composizione e, a parte ra-rissimi casi, non si e in grado di legare queste lestimonianze alla storia. A questa fase «preistorica» segue una fase della quale ci sono in-vcce noti con relativa certezza autori, tempi e luoghi: una fase. quindi. pienamente storica. Rispetto alla fase delle tracce. muta inoltre radicalmente la situa-zione documentaria. Alia fine del Dueccnto, infatti, in parallelo con la piena affermazione del volgare come lingua di comunicazione e di cul-tura. si assiste soprattulto in Toscana a un primo processo di selezione e di conservazione della produzionc poctica italiana delle Origini: all'interno di alcune importanti raccolte manoscritte (definite abitual-mente «canzonieri». da non confondere con il Canzoniere di Petrarca. chc c una raccolta ordinata direttamente dalPauIore) vengono copiate centinaia di componimenti che si possono collocate tra gli inizi del XIII secolo e gli anni in cui sono attivi i copisti stessi. Quasi tutto quello che conosciamo della poesia italiana del Dueccnto e difatti con-lenuto in alcuni codici allestiti tra la fine del XIII secolo e i primi de-cenni del XIV. II piu antico e meno esteso e conservalo nella Bibliote-ca Nazionale Ccntralc di Firenze con la segnatura Banco Rari 217. contiene 180 componimenli ed e un prodotlo di lusso, ampiamente decorate Piu importanti sono il manoscritlo Vaticano Latino 3793 della Biblioteca Apostolica Vaticana c il Redi 9 della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze. II Vaticano Latino 3793 ha un ordinamento cronologico sulla base del quale e possibile ricostruire il quadro stori- 1. Dai documenti alla storia, dalla storia ai documenti 2. Storia epreistoria della poesia italiana 3. Tracce di poesia siciliana e il problema della lingua 4. Un manoscritto nella storia 5. La Scuola siciliana: coordinate storithe 6. Giacomo da Lentlnl, poeta e «Notaro» 7. II dibattito sull'amore (negli altri manoscritti) 8. II registro «umile» 9. Dalla Sicilia alla Toscana Conservazione della poesia volgare: ^O9ii£i^ i9®90l Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto <šS M & 4 87% |» QABC-esteso Mer 09:51 Q, iE • o • Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf •< Libreria n != 1. _BS Š ► Indice Figura 1 Miniatura di Federico II dal De orie venandicum avibus; Cittä del Valicano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Pal. Lat. 1071. co complessivo delia poesia duecentesca. dai poeti attivi alla corfe di Federico II di Svevia, la cosiddelta Scuola siciliana, fi-no ai toscani e ai fiorentini delia generazione precedente quella di Dante Alighieri. 11 Redi 9 ě invece un canzoniere quasi mo-nografico, cioě dedicato per la maggior parte a un singolo autore, il piú importante dei poeti toscani prima di Dante: Guittone d'Arezzo. Ľordinamento del canzoniere Chigiano L VIII 305 delia Biblioteca Apostolica Vaticana, un manoseritto realizzato a Firenze tra gli anni Trenta e gii anni Cinquanla del XIV seco-lo. sembra invece riťlettere un netto mutamento di gusto: ě il canzoniere di Dante e dello Stilnovo. Attraverso questi manoseritti ě dunque possibile idenlificare Ire fasi distinte dei primi secoli delia poesia italiana: 1) il Vatica-no rappresenta ľcvoluzionc delia poesia duecentesca dalle Origi-ni agli autori delia generazione imtnediatamente precedente quella di Dante: 2) il Laurenziano Redi 9 ě la principále testimo-nianza sul poeta piú importante prima di Danie. Guittone d'A-rezzo: 3) il Chigiano celebra i rimatori clie secondo Dante stesso hanno rinnovato radícalmente la poesia italiana. 2. Storia e preistoria delia poesia italiana Selezionee perdita La distinzione tra la fase «preistorica» delle tracce e la fase «stori-della poesia precedente ca» dei canzonieri ě importante anche per un altro motivo. Per ragioni la Scuola siciliana storiche e culturali, il patrimonio poetico ehe esisteva certamente prima delia Scuola siciliana non ha avuto fortuna, ě stato copiato poco e male, non si ě organizzato in una tradizione autonoma ed e presto uscito dai canali di pubblicazione e diffusionc: c stato spazzato via da quelľopera di selezione e conservazione attraverso la quale sono giun-ti fino a noi i testi dei siciliani e dei poeti municipali toscani. Chi rac-coglicva poesia alla fine del Duccento aveva delle preferenze stilisti-che precise: e quelle preferenze hanno determinato la fisionomia e la consistenza delia documentazione disponibile. Questa ě una delle ragioni per le quali ancora oggi consideriamo Giacomo da Lentini e in generale tutto il canone dei poeti del manoseritto Vaticano piü impor-tanti del frammento ravennate. Ciononostantc, non é detto ehe Ira la fase delle tracce e quella dei canzonieri ci sia siata una frattura netta. La canzone Quando eu stáva presenta infatti giä molte delle caratteristiche reloriche e stilistiche ehe contraddistingueranno i pocti siciliani delia corte di Federico II. Secondo Castellani la seoperta slessa delia canzone Quando eu stáva non con-sente di eseludere ehe Federico II abbia solo posto il suo sigillo su un movimento letterario preesistente e ehe quindi la nascita delia poesia ďarle italiana debba essere anticipata di aleuni decenni. Quelli ehe sulla base delia documentazione disponibile sembrano due momenti distinti potrebbero. dunque, esserc stali piü strettamenle intrecciati. Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto <šS M & 4 87% |» QABC-esteso Mer 09:51 Q, iE • o • Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf •< Libreria n != 1. _BS Š Dalla Sicília alia Toscana. La tradizí 3. Tracce di poesia siciliana e il problema della lingua La produzione poelica dei siciliani ci ě nota essenziaImentě attraver-so i canzonieri che abbiamo appena ricordato (Vaticano Latino 3793. Laurenziano Redi 9 e Banco Rari 217) e pochi codici pin tardi. come il Barberiniano Latino 3953. Questi Ire canzonieri sono certaniente legati tra loro: disccndono da un unico archetipo. cioě un manoscritto perduto la cui esistenza ě ipolizzabile a partire dai testimoni effeltivamente di-sponibili. Tale discendenza comune risulta evidente sia dal confronto tra i contenuti dei manoscritti. sia dalla lingua in cui i testi sono stati tra-scritti. Sappiamo infalli che i poeti siciliani si erano espressi utilizzando un siciliano illustre, cioě una forma elaborata e aulica della lingua Vulgare parlala a quel tempo in Sicilia. Le poesie presenti nei tre canzonieri sono invece copiate in lingua toscana. Ciö vuol dire che il manoscritto che ě all'origine dei tre canzonieri era stato trascritto da un copista di origine toscana che ha «tradotto» i testi dei siciliani nel suo volgare (testi che gli erano giunti attraverso allri manoscritti o su supporti piü precari, come singole carle o quaderni): si ipotizza quindi che fosse giä toscaniz-zato il manoscritto perduto da cui derivano i tre codici della poesia siciliana. Questo proccsso non deve stupire: nel Medioevo. in un'epoca in cui i volgari d'ltalia non erano ancora normalizzati e non esistevano re-gole grammaticali fisse. era comune che i copisti. anche quando trascri-vevano fedelmentc la sostanza di un testo. nc mutassero anche radical-mente la forma. Per questa ragione ě piü corretto parlare di «adatta-mento» e non di vera e propria traduzione. II fenomeno piü rilevante generato da questo processo di adattamen-to ě la cosiddetta rima siciliana. I documenti. quindi. ci trasmettono in massima parte dei testi la cui veste linguistica non corrisponde a quella originale. Esistono tuttavia del-le deboli tracce di circolazione di poesia siciliana slegale dai canzonieri, lutte localizzabili in area settentrionale. Le piü importanti sono: 1. il «Libro siciliano». cioě un manoscritto perduto da cui 1'erudito nio-denese Giovanni Maria Barbieri (1519-1574) ricavo alcune versioni in siciliano delle poesie della Scuola; La discendenza comune dei tre principáli canzonieri: l'archetipo «toscano» La poesia siciliana fuoridai canzonieri La rima Per r. s. si intende la rima di e chiusa con < e di o chiusa con u utilizzata princi pal mente dai poeti toscani dei Duecento. La r. s. ě quindi m ti- po di rima imperfetta, contro ľuso trobaderico e anche della Scuola siciliana di utílizzare jolo rime perfette; ě un fenomeno ehe ha origine dal processo di adattamento linguistico subito dai testi siciliani nel loro passaggio in Itália centrale. Le rime perfette dei componimenti della Scuola, ehe rispettando la fonetica siciliana so- siciliana no ad esempio tiniri : portiri oppure usu : amu-tusu, nel momento in cui un copista toscano straduce* i testi siciliani, diventano imperfette, cioě tenere : partire, uso : amoroso. I poeti ehe modellano i pfopr, testi sulľesempio dei sici.iď-ni letti in manoscritti giä toscantzzati ritengo-no quindi accettabili anche queste tipologie di rime imperfette, impossibilí nei trovatori e nei siciliani. Ľimpiego della r. s. diventa sporadico dopo Petrarca. Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto <šS M & 4 87% |» QABC-esteso Mer 09:51 Q, iE • o • Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf •< Libreria n != 1. _BS Š 2. un frammcnto di una canzone di Giacomino Puglicsc ritrovato a Zurigo. che ě sicuramente indipendenle dalla mediazione toscana che ahbiatno descritto; 3. i sei componimenti prcsenli nei Mcmoriali bolognesi tra gli anni Ottanta del Duecenlo e i primi decenni del Trecento (i Memoriali sono degli atti pubblici nei qualí Í nolai bolognesi hanno occasional-mente trascritto componimenti poetici: dai trovatori a Dante, pas-sando appunlo per i poeti siciliani); 4. qualtro poesie siciliane rinvenute a Bergamo nei 2013, trascritte tra il 1250 eil 1270. Un esempio import ante ě la canzone S'eo trovasse Pietanza, attribui-ta a Re Enzo. il figlio naturale di Federico II catturato in battaglia nei 1249. e tenuto prigioniero a Bologna per piíi di venťanni. II testo c tra-smesso sia dai codici toscani (Vaticano. Laurenziano. Palatino) sia dal «Libro siciliano» di Barbieri. Ecco alcuni versi nella veste linguistica originaria a sinistra e in quella toscanizzata a destra (vv. 42-56). Testo toscuno: / poeti delta si-uola skiliii-na, vol. II. pp. 734-735. Testo sicilianu: de Bartholomauis ie.325. p. 91. plurále che r nullt ťacem Tulti quei peai Ch'el spirto mi a per '' mailt :-:i{i-tr. .ill.i leiie-ľii 'malo miijo". s|iiinJi 'sciaguralamenlc'. 1 Chi... perditw "ehe hu Abundu in main guis Chi I natural coluri Ho perduio7. lanlu I Tulti quci pei Mino pene c doltirc. sanz/allegrar. ehe nou gli s'acompagi e di tanti tormenti abondo en mala guisa, ehc 'I nátura] colore tuto ptírdo. tamo il cor sbalte e lagni tre- quente la deseri/iiiiie deU'impaUidire del lain Ovidio). S * fralli i- iii^iiťi: M dihal- Attraverso questa e altre traccc e possibilc intravedere solo da lon-tano la veste linguistica originaria e non e possibile invece ricostruire con esattezza il siciliano illustre che devono aver utilizzato i poeti delia Scuola. I siciliani vanno quindi letli ncccssariamcnte nella forma giä toscanizzata trasmessa dai tre canzonieri. É uno dei casi in cui dobbiamo essere consapevoli ehe i documenti non rispecehiano fedel-mente la storia. 4. Un manoseritto nella storia II Vatkano Latino 3793 II manoseritto Vaticano Latino 3793 ě composto da 190 fogli per venti-sei fascicoli complessivi. La maggior parte del codice ě stata traseritta da una singola mano; ě imporlante anche una seconda mano. che copia solo aleune carte. La prima ě una serittura corsiva definibile come mercante-sca. riconducibile a un individuo di alta cultura: la seconda č una cancelle-resca. Entrambi i copisti sono fiorentini ed entrambi hanno lavorato tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV. II codice ě stato quindi allestito a Tg Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto <šS M & 4 87% |» QABC-esteso Mer 09:51 Q, iE • o • Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf •< Libreria n != 1. _BS La suddivisione: canzoni e sonetli Ordinamento cronologico dei fascicoli Dalla Sicília alia Toscana. La tradizí Fircnzc, in un ambiente mercantile di livedo elevato. Con i suoi mille com-ponimenti e il pití ampio testimonc delia lirica italiana delle Origini: senza il Vaticano, quasi melä delia poesia del Duecento sarebbe sconosciuta. II codice ě diviso in due parti secondo un eriterio metrico: prima lc canzoni e poi i sonelti. La posizione liminare delle canzoni ě dovuta a un giudizio di valore: come sosterrä poi arche Dante nel De vulgari elo-quentia (vd. Epoca 2, Capitolo L §9). la canzone e il genere metrico piú imporlante. seguita dalla ballata e poi dal sonetto. Anche i manoscritli ehe raccolgono la produzione trobadorica. allestiti negli slessi anni in Italia settentrionale, adottano generalmente una struttura gerarchica per generi metrici: ed ě quasi sempře la canzone il metro posto alľinizio. Alľinterno di questa struttura bipartita ě possibile riconoscere un ulteriore eriterio di ordinamento. La successione dei fascicoli sembra seguire un disegno storiografico preciso. ehe polrä essere ricondotto alla volontä del copista: ľarchetipo dal quale dipendono anche gli allri due testimoni principáli delia poesia duecentesca non era certamente ordinato in questo modo. La successione dei tesli rispecehia infatti in maniera abbastanza ľedele la cronologia reale: 1) prima ci sono i poeti chc sulla base delia documentazione possiamo effettivamente colloca-re nelľämbito del movimento poetico ehe va convenzionalmente sotto il nome di Scuola siciliana e ehe si sviluppô allorno alla corte di Fede-rico II (vd. infra, §§5-8); 2) poi ci sono i poeti cosiddetti siculo-toscani. ehe rappresentano la fase di transizione tra Sieilia c Toscana c ehe nci f a 11 i si muovono tra le due aree geograťiche; 3) poi i poeti delľltalia municipale (soprattutto di Bologna) e quindi i toscani (di Arezzo. Lucca, Pisa, Siena), fino ai pocti fiorentini delia generazione immediala-mente precedente quella di Dante (vd. infra, §9). Nella sezione dei so-netti il disegno storiografico ě molto meno preciso, ma tendenzialmen-te coerente con quello delle canzoni. Dopo ľindice, ehe oceupa tutto il primo fascicolo. il secondo si apre Contenuto dei fascicoli con Giacomo da Lentini. chc molte altre fonti indicano come il protagonista delia Scuola siciliana (vd. infra, §6). II terzo si apre con Rinaldo d A-quino. ehe dopo Giacomo ě il poeta riconducibile alla Scuola siciliana del quale possediamo il maggior numero di componimenti. II quarto si diffe-renzia dai precedenti poiché contienc testi di livello stilisticamente meno elevato: si apre infatti con il contrasto tradizionalmente attribuito a Cielo d'Alcaino (vd. infra, §8) e ospita anche altri testi di carattere giullaresco o popolareggiantc. II quinto contiene rimatori leggcrmcnte piú tardi, ehe hanno giä relazioni con la tradizione poetica peninsulare: Mazzeo di Ric-co (cui Guittone d'Arezzo indirizza una canzone): Percivalle Doria, mor-to nel 1264, c soprattutto re Enzo, il figlio di Fcdcrico II. morto prigionie-ro a Bologna nel 1272, del quale abbiamo giä parlalo. Con il quinto fascicolo si passa dai poeti quasi certamente attivi alla corte di Federico II a quelli ehe in vario modo parteciparono ai passaggio in Italia delia Scuola. II sesto fascicolo si apre con Guido Guinizzelli, il poeta ehe secondo Dante inaugura una nuova maniera di comporre poesie ďamore, il «padre» del cosiddctto Stilnovo, c ospita anche Bonagiunta Orbicciani, al quale viene tradizionalmente attribuito un ruolo di spicco nel processo di tra-smissione dei modi delia Scuola siciliana nelľltalia municipale. I fascicoli Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto <šS M & 4 87% |» QABC-esteso Mer 09:51 Q, iE • o • Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf •< Libreria n != 1. _m 5 successivi sono dcdicati prevalentemcnte a Guittone ďArezzo, ehe ě il protagonista assoluto del codice Laurenziano. e ai due pocti fiorentini piú importanti prima di Dante, Chiaro Davanzati e Monte Andrea. Un nuovo gusto: Alia fine delia sezione delle canzoni, il secondo copista del Vaticano ľinserimerito traserive, ancora alľinizio del Trecento, un singolo těsto di Dante Ali-diDonnech'avete gliieri: Donne ch'avete intelletlo ďamore, la canzone piú significativa inteíletto ďomote delia Vita nuova (vd. Epoca 2. Capitolo 1. §5). Ě un segnale importante di un decisivo mutamento di gusto. II canzoniere Vaticano sembra foto-grafare uno stato delia documentazione sulla poesia del Duecento ehe č molto simile a ciô ehe poleva effettivamente conoscere Dante Alighicri. Ed e infatti possibile chc Dante abbia letto la poesia delle Origini su un manoscrilto analogo al Vaticano. Eppure dal Vaticano. a parte questa canzone, Dante ě totalmente escluso e non e'e nulla di dantesco nean-che negli altri due canzonieri delle Origini, benché siano stati allestiti quando questi aveva giä seritto gran parte delle sue poesie liriche. Dante ricopre invece un ruolo di primo piano nel Chigiano L VIII 305. Ag-giungendo Donne ch'avete inteíletto ďamore al canone delia poesia delle Origini. la seconda mano del Vaticano ci consente quindi di osservare «in diretta» il passaggio eruciale dalla tradizionc poetica ehe Dante e i suoi contemporanei hanno letto e apprezzato alia tradizione ehe ě invece legáta indissolubilmenle al nome dell'Alighieri. 5. La Scuola siciliana: coordinate storiche Alla torte diFederko II La Scuola siciliana si sviluppa attorno alla corte, o Magna curia, di Federico II di Svevia (1194-1250), re di Sicília dal 1198 e imperatore del Sacro Romano Impero dal 1220. Molli dei poeti riconducibili alla Scuola hanno fatto parte in vario modo delia corte: erano in gran parte giuri-sti. notai e magistrati e ricoprivano cariche pubbliche nella Magna cu- •ria. Dal nostro punto di vista. la Scuola sembra aver avuto quindi carat-teristiehe unitarie: un gruppo di poeti ehe condividono la stessa estra-zione sociale, sono legáti a un contesto politico precise utilizzano una stessa lingua (il siciliano illustre), compongono testi tra loro affini per temi e stile ispirandosi sila tradizionc trobadorica e sono stati raccolti. come abbiamo visto, negli stessi manoseritti. E possibile ehe la nascita delia Scuola corrisponda a un preciso di-segno delľimperatore. il cui progetto politico, piü in generale, era teso alla creazione di uno stato solido e unitario all'interno del quale la cul-tura doveva svolgere un ruolo cruciale. La nascita della Scuola potreb-be aver fatto parte di questo progetto: cosi come Federico, per evitarc che i sudditi si recassero a studiare a Bologna o a Parigi. aveva fondato lo Studium napoletano che diventerä l'universitä che oggi porta il suo nome. l'imperatore avrebbe anche deciso di patrocinarc la nascita di tra poesia e musica che sarcbbe stalo sancito proprio dalla Magna curia e sarebbe proseguito nel corso del Duecento. I poeti siciliani. a differenza dei trovatori o dei poeti tedeschi attivi negli stessi anni anche attorno alio stesso Fcdcrico II (i Minnesänger), non sono infatti piú dei musicisti di professione. Benché sia possibile che aleuni componimenti della scuola (specie Í discordi e le canzonette) fossero ancora destinati alla musica, si puô ritenere che i siciliani abbiano con-dolto alle estreme conseguenze una tendenza giä implicita nella tradizione trobadorica. nella quale, fermo restando che tutti i testi erano accompagnati dalla musica. ľintonazione musicale rappresentava for-se >iccianÍ da Lucca, Dante gli fa pronunciare questc parole: «0 ľrate. issa; veggi'io; - diss'elli - il nodo che '1 Notaro c Guittone c me ritenne3 tli qua dal dolce slil novo ch'i" odo". (Pttrg. XXIV. 55-57) Bonagiunta viene quindi scelto per rappre sent are i poeti ehe Dante pone al di qua del «dolce stil novo», vale a dire del nuovo stile poetico inaugurato da Guido Guinizzelli e perseguito dallo stesso Alighieri e pochi altri (sicuramente Cino da Pisloia). Bonagiunta noinina i due poeti piü importanti del Duecento: Guittone d'Arezzo e Giacomo da Lentini. detto il «Notaro» ('notaio'). come eeli stesso si definisce in alcuni componimenti. Torneremo piü avanti su questo passo. Sicuramente nato in Sicilia da una famiglia di origini normanne. Giacomo ě da identificare con un notaio attivo alla corte di Federico II tra gli anni Trenta e Quaranta del XIII secolo. Ě stato a lungo considcrato ľini-ziatore e il promotore della Scuola siciliana, benché oggi si ritenga che questo ruolo sia stato svolto dall'imperatore. Non c e dubbio invece che Giacomo sia stato il primo o uno dei primissimi poeti della Scuola c certamente il piü influenle: per la scelta esclusiva del tenia amoroso, per ľadozione e probabilmente ľinvenzione del sonetto e per la fitta rete di rapporti che lo lega agli altri rimatori attivi a corte, molti dei quali si sono a lui ispirati. Come giä ricordato. la storia della prima tradizione poetica italiana ě strettamente legata ai trovatori. I poeti siciliani prendono dai poeti in lingua d'oc le forme, gli istituti e gli artifici metrici (la lipologia delle rime, i sislemi di connessione tra le strofe) e i temi (la centralilä delľamore e le sue varie declinazioni: ľamore euforico. ľamore disperato, ľamore ehe conduce a morte. ecc). le immagini e il vocabolario. Per fare un solo esempio di particolare rilievo. dai siciliani ľamore ě definito fíno, cioě "perfetto'. come nelľespressione occitana fin'amors. Questo fenomeno ě legato alla fitta circolazionc della poesia dei trovatori e piü in generale della letteratura cortese francese a parlire dalla fine del XII secolo. Poeti e manoscritti si muovevano attraverso le Alpi, ed ě cosi che la letteratura galloromanza (cioč in lingua ďoc e ďo'tí) si diffonde in Italia. Alcuni di questi poeti e alcuni di quesli manoscritti dovettero arrivare fino in Sicilia. Ne abbiamo conferma in un caso concreto: il canzoniere Vaticano si aprc con la canzone di Giacomo da Lentini Madonna, dir vo voglio, che ě una traduzione di un testo trobadorico di Folquet de Marselha (Folchetto di Marsiglia nella forma italianizzata). Folquet ě uno dei piü importanti trovatori. attivo a partire dalla fine del XII secolo e morto nel 1231. Ritro-veremo anche lui nella Commedia di Dante, collocate in Paradiso tra colore che hanno combattuto per la fede: come raccontano le antiche biografie dei trovatori (le vidas). Folchetto, dopo aver avuto succcsso come poeta profano, si convertl e divenne vescovo di Tolosa. Questo passo ap-partiene a una sua canzone d'amore. 1 i.v.wi: lonnino likviioo per 'i>m' Idii parl.i é ,ip-punto di Lucca). ! vesnil"/' 'vedu' (ošilo normálo por il loscano dal lat. video). II legame con la tradizione di Folquet de Marselha "1sii.nialamenie (co-rttlcitieiite): nel cuore ho un fuoco che non credo possa mai csliilguersi {mm credo inn si stingua), ma (anzi) si accende {alluma) continuamenle (pur)': lin\>tur. per intendere la capacita di esprimersi. 27-2B. La salamandra... sana: 'ho sentito dire che la salamandra vive in mezzo al fuoco senza ferirsi (stando sana)'. Cia nei trovalori erano spesso ricordale le proprieta della salamandra. capacc di resisterc inlatta ilel fuoco. La simililudine rende I'idea che 1'amanie resia in vita pur essendo assalito dal fuoco d'amore: audivi: perfelto di lipo meridiona-Ic: vivi: forma siciliana per la ler/a persona. 29. si fo: 'faccio cosi, alio stesso modo": per long'uso: 'per lunga abiiudine'. 31. saccio; 'so', nella forma meridionale. 32, b... ingrana: 'il mio grano (lavoro) fa la spig.i {spica) ma non produce chicchi (ingrana)'. Vuol dire che tulto cio che fa e inutile. Nella poesia cortcse c Irequenle il ri-corsii a espressiom di carailere proverbiale. "1i'ii/.a ľ lu piopi Íl- t 1 On'omo: ■ i' (gal- coraige). 'distringt: 'costringe'. ' pero... part-, ■poiché ľamore non si rese mai visibileenoriloemai". 1 Ben... amore: 'uno íomo) h.i Kti ĽípL-rÍĽii-za di una sensibilit;! alliums;! |(HHi)rij\j'íiíii') the scrub™ ;ihbi;i ot i t" i-iiľ dul piatom, ľ uucski si dico ehe sia ľamore'. Nota metrica: Sonctto su schema ABAB Testo: /poeli della scuola siciliana. vol. I. ABAB CAD CAD. Rima siciliana: place- p. 393 (versione toscanizzala). re 10 : audire 13. Solicitando un poco meo savers c con lui mi vogliendo dileltare. un dubio che mi misi ad avere a voi lo mando per determinarc1. 4 On'omo: dice ch'amor a potere e li coraggF dislringe4 ad amare, ma co no li voglio conscntire\ perd ch'amore no parse ni pare11. 8 Ben Irova I'omo una amorositate la quale par che nasca di piaccre. e zo vol dire omo che sia amore7; 11 eo no li saccio* allra qualilate". ma zo che c. da voi voglio audire1": perd ven faccio senlenziatore". 14 Iacopo ha un dubbio (v. 3: «un dubio che mi misi ad avere») e lo sot-topone ai suoi corrispondenli secondo una modalita tipica della poesia di corrispondenza medievale: un poeta pone una questione e chiede ad altri rimatori di esprimere la propria opinione. Da questo punto di vista. Ic differenze tra le corti occitanichc nolle quali erano attivi i trovatori c la corte di Federico II sono meno rilevanti: in entrambi i contesti la poesia e anche un atto sociale ed e attraverso la poesia volgare che si svolge la «convcrsazione». II dubbio di Iacopo e che secondo alcuni 1'amore ha un effettivo po-tere sugli amanti e li costringe ad amare: ma cib gli pare impossibile, da-(o che 1'amore c invisibile. L'unica qualita dell'amorc gli sembra esserc una «amorositate» (una sensibility amorosa) che nasce dalla visione pia-cevole della persona amata (e questo il significato di «piacere»). Ma vuole che il corrispondente esprima la propria opinione (che si faccia «sentenzTatore», cioe che esprima un giudizio sulla natura d'amore). La prima risposta c quella di Pier della Vigna. Nota metrics: Sonelto ABAB CDB CDB. Rin 5 (in rima con vedere,sc schema ABAB iciliana: senlire Testo: / poeli della p. (versione lose; Pcro1 ch'Amore no si pö vedere e no si tratta corporalernentc. manti3 ne son di si folle sapere che credeno' ch'Amore sia ni'ente: 431 7 737 Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto <šS M & 4 87% |B~ □ ABC - esteso Mer 09:52 C\ O iE • O • Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf •< Libreria n != 1. _m 5 Dalla Sicília alla Toscana. La tradizione lirica nel Vaticano Latino 3793 29 X ma po' ch'Amorc si face1 sentirc dentro dal cor' signoreggiar la genteft, molto maggiore pregiď deve avere che sc 'I vedessen visibilemeiile". 8 Per la verlule de la calamita como lo ferro atra' no si vede. ma si lo tira signorevolmente': 11 e questa cosa a credere mi 'nvita ch'Amore sia1". e dämi grande fede che tulor sia ereduto fra la gcnlc. 14 Lopinione di Pier delia Vigna ě diversa: spiega ehe aleuni eredono ehe, poiché ľamore e invisibile e non ha un corpo («ch'Amore no si po vedere / e no si tratta corporalemente»), sia nulla («manti ne son di si folle sapere / ehe eredeno ch'Amore sia ni'ente»). In realtä ľamore ha un'influenza profonda proprio perché invisibile: opera come una calamita. Per questo Piero erede fermamente ehe amore «sia», cioě che esi-sta per davvero. ehe non sia «ni'ente» (v. 4). E la sua opinione é confer-mata dal fatto ehe le persone eredono ehe ľamore esista («e questa co-sa a credere mi 'nvita / ch'Amore sia, e dämi grande fede / ehe tutor sia ereduto fra la gente»). Ě bene sottolineare che in questo tipo di testi si era di solito obbligati a contraddire il corrispondente, ad assumere una posizione diversa. Non si puö dunque essere čerti ehe questa fosse ľo-pinione personale delľautore. Comunque sia, ě un'opinione ehe non facciamo aleuna fatica a comprendere: Pier della Vigna dice in sostan-za ehe non ha senso chiedersi se ľamore sia o meno visibile, dato che il potere di quella cosa ehe chiamiamo amore ě indubitabile e universal-mente riconosciuto. Ancora diverso e il parere di Giacomo da Lentini. lf ccdesseri' ion gli ocehi. -k- fo«c * Per... niftntirevol-mente: -grazie (Per) a] poiere (yertute) delia come (eonw) al lira a sc Itttrit") il forro. ma lo li- ir resist ihile'. ■ 'nWifl... sbr. il riferi- mento al polere della Ľ LI 111111 i 111 Id illVOť.li.l (nvita) a credere che ľumorc csisia Javvŕro [sia). benché invisibile. da Nota metričtí: Sonet leggere ABABACDACD. i ABAB Testu: / poeti delia \caohi siciliana. vol. I. p. 404 (versione toscanizzala). Amor č uno disio che ven da core per abondanza di gran piacimento. e li occhi imprima generan ľamore e lo core li dá nutricamento1. Ben ě alcuna fiata- om amatore1 senza vedere so 'nil amora mento4, ma qucll'amor che siringc con furore da la vista de li occhi ä nascimento5, che li occhi rapresentan a lo core ďonni cosa che veden bono c rio, come farmala naturalemente; e lo cor. che di zo é concepitore. imagina, e piace quel disio: e questo amore regna fra la gente1'. 441 7 737 ' ehe,., genie: 'poiché gli occhi proseními!) \i\ii«/,,:'ti taglť. » mami... mono: 'che '' pčrdera: pcrderci'. loinia del eondi/nm.ile Ji lipu meMii.iHiale iii.i .mdle priAeli/ak- (ei>me w(lomlar,t e erarara in MiitUmim. dil vo vtigiio Ji (iiacomo dal.eiilim) 21 lo solaccio e V diporto: 'la gioia e il dilelto'. dais : 'li vodo'. ptmitimif. Mahiliamu". !" s iiíiHieil: 'vi ei iil-^i.-il-jLi'. 17 boglio: voglio'. -" in iHiiimu: 'mi piaci-ia'. '" /):••: lilii' padle' (forma moridionalc). * guarda: 'hada'. 11 umí • ' dtľl priľ- >tÍL'Ul LIk1Í\ iÜLL.lk- JflLl |K1'mhi;i Ipii-^iii di per- e per potere 65 tra i bon' capere" e conquistar ľonor, ehe s'abaodoaa* per la dismisuraiisa1" de la malvagia usansa" ehe fa valere 70 poco ďavere12 piú ehe bontä u pregio di persona11. Bonagiunta concepisce la poesia come un insegnamento: qui. in par-ticolare. si rivolge alla classe dei cavalieri (i milites) e spiega loro ehe merita lode chi agisce secondo ragione («opra per ragione») e deve invece essere disprezzato chi. pur avendone il potere e la facoltá («potensa». «intendensa»), non fa «messione». cioě non compie atti liberáli ehe fac-ciano parlare bene di lui, e si abbandona alla dismisura («dismisuran-sa»). Nel mondo cortese,infatti, tra le virtú piú importanti c'erano la misu ra (ľutilizzo oculato delle proprie risorse) e la liberalitä (la disponibilita a condividerle con gli amici. i familiari e i membri delia corte). Ma il lesto forse piú celebre di Bonagiunta ě il sonetlo Voi, ch'avete mulata la mainera, al quale risponde Guido Guinizzelli con Omo ch e saggio non corre leggero (vd. injra, Capitolo 4, §3). Attraverso questa tenzone possiamo infatti seguire il passaggio tra una maniera poetica ancora strettamente legáta alla Scuola siciliana e lo stile ehe Dante, nel Purgatorio, definirä «nuovo». Tra queste due fasi si pone ľesperienza poetica di Guittone d'Arezzo, il piú importante e influente rimatore to-scano del Duecento prima di Dante. Tg mW Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto <ŠS W O? t ^ * 87% ■)' Q ABC - esteso Mer 09:52 Q, © ■= • O • Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf •< Libreria n != 1. _m 5 ► Indice 1. II puntodivísta Capitolo 3 dl Dante 1 2. Un poeta .Impegnato. fjg f|t ľ3 I i tŽ Una raccolta (quasi) monografica d i Guittone d'Arezzo. II Laurenziano Redi 9 1. II punto di vista di Dante Guittone d'Arezzo (1230 ca.-1249) é il piú importante poeta italiano delia seconda metá del Dueccnto cd e il primo a introdurre con sistema-ticitä nella lirica italiana i temi morali. politici e religiosi ehe erano stati invece esclusi dalla Scuola siciliana. La sua produzione letteraria influenza profondamente una serie di rimatori ehe vengono per questo de-finiti guittoniani; e anche Dante. ehe piú volte esprime su di lui un giudi-zio negativo, gli deve molto: sia perché nelle rirae delia giovinezza utiliz-za aleune soluzioni stilistiche tipiche di Guittone sia perché. quando do-po la Vila nuova decide di cantare anche di argomenti morali. segue. pur con maggiore consapevolezza filosofica e con diverse soluzioni linguisti-che, la stráda tracciata dalľarctino. La fama di Guittone (ra i contempo-ranei e tra ľaltro confermata da Guido Guinizzelli. ehe in un sonetto a lui indirizzato lo chiama «padre» (vd. infra, Capitolo 4, §3). e da Dante stesso. ehe nel canto XXVI del Purgatorio ricorda come «molti antichi» hanno elogiato Guittone finché «il ver», la verila, non é stala rislabilita (vv. 124-126). Dal punto di vista di Dante. Guittone é un antico la cui maniera di fare poesia si oppone radicalmente a quella dei moderní. cioé Danie stesso. Guido Guinizzelli e Guido Cavalcanti: vale a dire i poeti ehe chiamiamo stilnovisti. Dal noslro punto di vista. ciô ehe piú conta č ehe Guittone abbia svolto un ruolo eruciale per gli sviluppi com-plessivi delia poesia italiana. II manoseritto conservato presso la Biblioteca Laurenziana di Firen-ze con la segnatura Redi 9 e la piú importante testimonianza delia cen-tralitä di Guitlone nel panoráma delia poesia italiana delia seconda metä del Duecento. Copiato probabilmente a Pisa tra ľultimo decennio del XIII secolo c ľinizio del XIV. il Laurenziano e infatti una raccolta di poeli siciliani e toscani costruita atlorno alla figúra di Guitlone. Nei pri-mi ťascicoli si trovano le sue lettere in prosa; le successive sezioni di can- Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto <šS M & 4 87% |B~ □ ABC - esteso Mer 09:52 Q, © ~ • o • Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf •< Libreria n != 1. _m 5 La centtalitä di Guittone d'Arezzo. ll Laurenziano Redi 9 37 zoni e di sonclti si aprono con i tcsti dclľaretino c sono entrambe divise in due parti: le poesie di «frate Guittone». poi quelle di «Guittone». I te-sti di tutti gli altri rimatori sono collocati in posizione subordinata. La bi-partizione riflette ľadesione del poeta ai «Milites Beate Virginis fvla-riae» ('Gavalieri della beala vergine Maria*), detti anche frati Gaudenti. e sta a significare che giä i primi letlori avevano individuato una frattura nella produzione del poeta: nel Laurenziano troviamo quindi da un lato i lesti di carattere morale e religioso (24 canzoni e 90 sonetti), ai quali vie-ne data maggiore importanza, e dalľaltro, in quantitä paragonabile. quelli di argomento amoroso. Oltrc che nel Laurenziano. Guittone č pre-sente in tutti i principáli manoseritti della poesia italiana delle Origini: il corpus é formato complessivaniente da circa 50 canzoni e 250 sonetti. II 1265 e una data fondamentale per la storia della letteratura italiana. É ľanno della nascita di Dante Alighieri, ma e anche ľanno pití im-portante nella vita di Guittone. quello in cui appunto aderisce ai «Milites». una confraternita laica i cui membri combattevano per la fede cri-stiana. La conversione é narrata nella canzone Alii, quant'ho che vergo-gni e che doglia aggio (43-49. ed. Egidi): poi1 voi. tradolze- e beala Maria1. non guardando4 mia grande e vil5 bassezza. [..j a voslro cavaleri'' mi convilaste7, e mi degnaste amare. e del secol retrare". che loco é de brultezza e de falsia''. Dal 126S al 1300: netmezzo del cummin 1 iradolzc: dole iss i ma'. J beala Maria: ľnídiiii: ■.IL aii k-nlra a far parle □uitlone era dedicalo alla Vergine Maria. 1 guardando: 'conside- " vil: 'íkiiuIiíIľ'. s íl vimro etivtlleri: "a tli-VĽiltare viistru cavalÍĽ-iľ' iTÍLiliano ľttľttlierc í ľcqiiivak'riti: di miň--). dal mondo quindi a entrare n diiiľ ivliekisi). * falsia: -falsilä'. Poiché nel 1265 Guittone era giä un poeta noto e poiché in questa canzone serive anche di essersi convertito «a mezza etate», si ritiene che sia nato verso il 1230. nei dintorni di Arezzo. Ľespressione mezza etate é analoga al Nel mezzo de! camrnin di nostra vila con cui inizia la Com-media di Dante e che corrisponde ai 35 anni. la piena maturita degli uo-mini secondo il pensiero medievale. Sia Guittone sia Dante. quindi. af-fermano (o immaginano) di aver compiuto alľetä di 35 anni. il primo nel 1265 e il secondo nel 1300, ľesperienza fondamentale per la loro vita e per la loro carriera letleraria: la conversione per Guittone. il viaggio al-traverso i regni ultraterreni per Dante. Guittone mori presumibilmente nelľagosto dei 1294, quando Dante aveva appena seritto o stáva per ter-minare il suo primo libro. la Vita nuova. La produzione poetica di Guittone é caratterizzata da un'estrema pe- Ungenialeautodidatta rizia tecnica: la ricercatezza formale. la complessitä metrica, sintattica e lessicale e il frequenle utilizzo di figúre retoriche si traducono talvolta in un dettato difficilmente comprensibile che si avvicina al trobar clus ("poctarc oseuro') dei trovatori. I modelli poetici principáli sono i rimatori siciliani e i poeti occitani (particolarmente Giacomo da Lentini e Ber-nart de Ventadorn); ma nelle lettere e nelle canzoni. specie quelle morali. Guittone mostra di conoscere anche i classici latini. la patristica e aleune opere filosofiche. Arezzo era alľepoca un centro culturale molto attivo, ma non c'é traccia di studi regolari compiuti dal poeta: si ritiene quindi 521 7 737 Ú Adobe Digital Editions File Modifica Libreria Lettura Finestra Aiuto <šS M & 4 87% |B~ □ ABC - esteso Mer 09:52 Q, © !=: • o • Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf Adobe Digital Editions - ab6ff4f5-a9e4-4396-95be-fba3c735a95e-2.pdf •< Libreria n != 1. _m (csdamazionc lipica dl IoSSÍCO lil'íl'01. 2 slagion: 'lempo'. Jn... Ragíonc. 'per ogi stízia'; ben: rafforza viilio 111 n/ltľ. '. raviglio ilfen mle. « se e occilano. II gioco di parole Ira ľireiize e fiote ě bxquente nel DuĽcenlo e [unyiuiui .iileť.e p^-ľelle ľeillMeill.i diFircnzeeilgigľio. i; ítnimiur. frutluosa'. rude! forte vitlano: da'. " dw-. 'giorntf I nismo,. 15 fu... nudito: 'si naggio) lanlocrudele'. ;" iuúlo: 'lo haľ [-in an-licip:i la dipendeiite del che si sia formato da autodidatta. Proprio comc farä Dante, il quäle solo a un'etä per l'epoca molto avanzata si avvicinerä agli studi filosofici. 2. Un poeta «impegnato» Proveniente da una famiglia probabilmente borghese. Guittone riusci attraverso la sua attivitä poetica a entrare in contatto con alcune delle piü importanti casate nobiliari toscane di parte guelfa. come i conti Guidi. Dalle poesie possiamo ricostruirc le tappe di un continuo interesse per gli eventi storici e politici in una fase delicala per la cittä di Arezzo. nel mezzo delle lotte tra guelfi e ghibellini e tra Papato e Impero. La scelta di comporre testi poetici di argomento storico e politico ě una novitä nel panorama della lirica italiana. I poeti siciliani avevano utilizzato il volgare per comporre testi che parlavano quasi esclusivamente di amore. Guittone segue invece piü fedelmente il mo-dello trobadorico e introduce nella poesia italiana anche la riflessione morale, politica. religiosa. Nel 1259 si ritrovö in netta opposizione con le decisioni politichc e militari del Comune e scclse di andare in esilio. auspicando la pacificazionc tra le parti. La battaglia di Montaperti (1260). che determind la sconfitta dei guelfi fiorentini contro i ghibellini appoggiati da Manfredi di Svevia. mutö profondamcntc I'equilibrio, aggravando la posizione di Arezzo: Guittone in questa occasione compone un'importante canzone di argomento politico, Ahi lasso, or é stagion de doler lanto. Nota m cirka: Canzone di sei stanze di 15 Testo: Poeti del Dtteee/tto, vol. I. pp. 206-versi (endecasillabi e settenari). divise in 209. fronte e sirnia seeoiido lo schema ABBA CDDC EFGgFlE. Ahi lasso1, or ě stagion; de dolor tanlo a ciascun ora che ben am a Ragione1. ch'eo meraviglio" u"1 Irova gucngioiic'1. ca7 morto" no l'ha giä corrotto'' e pianto. vedendo ľalta1" Fior" sempře granata'2 5 e ľonorato antico uso romano" ch'a cerlo1"1 per1', crudel forte villano1", s'avaccio17 ella"1 no e ricoverata1"; che I'onorata sua ricca-" grandezza e '1 prcgio:i quasi č giä lutto perito2- 10 e lo valor e 'I poder si desvia-1. Oh lasso, or quale dia'J fu mai tanlo crudel dannaggio audito"? Deo, com'hailo:'' sofrito:7. deritto pera e torto entri "n altezza? 15 "1ni: -vi convitiie'. *poi: 'dal momciilo ehe'. " .\hiiiumnl: 'ledeselii' iton nkTimeiiin.ii snídali di Manfredi di Svevia) ufaitevo: falevelo'. 41 con che: 'curi k lju;iM' "fesso. -squarciato' "tiueisi: utejsi' !ki loniia iiiflii-čcomuneinil.ant.. ,i.,i::, piaceio che dohbiaie dare kim. poklic nel (are ein |i]ell'aeeuk're padri e ľisli] íccero una grande ful it a. limitu Jel vusl reden a ro (gran monetě)'. ' ptiriir. du piliere: 'appa- ! saverô. Safrö'. ' soglio. eon va i m perle I to: 'avev ludine'. 1 fugfxjltfol: iransitivo. 5 (if.iKfjíň'c: 'non \Oülio'. 'rifiulď. I.e ľiirmii/ioiii in dis- sono lipiihe della lingua piielita. s forte: avverbio. "un spare: 'nei.ee udioso' " aiiiln: ascoľ.n' (|j (urnu in dri- é piü vidua al latino, ma.mthealľoccilano). che Danie chiama trovatori i poeli in generale. '- parno: "afíatlo' (iraii- '■' panin: 'irafitlo' (in rima equiuíca eon punto del v. 6). "1j>H> per i i i. i. Id viiiľimwiunead Amurt 1 taairnui" compene .i i í.i posanza) nel ci 1 tragge: 'trae' (uscila aiialoaii-a muJľll.ita ■ Ulla ] ]V[M>n,l Illicit). 'possanza: "potere'. 5 Dagliti, onui. dmnur. ľ diuiiiľ Mini) una top- il luiiiln'. " fomiullo: 'condollo' (in una forma t]vi|iiLnii' in ifaliano antico). * 'ver tlisíanzii: avere Ji-mJ l'[ iii' "' hen di lei: 'il K'iu- chi: quelli che a mano', per •nllolinL-aie il valore uiiiivr-.ik- Jel r.iiiiini.i- 11 ii >i ilisdfí:iitiii:ti: \li- SpiWSilllll-lllí-. "Spi'smi'. "' la! >i:-:>i<»ti!;i;it/: 'tak-pateré*, na il termine indica un rapporui Ji JiniT.Ji n/a Ira signoři: (Amore) e servo (il poela). " conquiso: conqui- o signore) per des laĽivaila' (:.m:Ilľ:vi'..'í: lo fa': *fallo': saggiu: "iMiisapi'Viilc'. Tg