ESPERIMENTO DI TRADUZIONE DEL LIBRO SECONDO (AGosTo 1813 - OTTOBRE 1814) [ABBOZZI DI PREFAZIONE AL LIBRO SECONDO' [PRIMO ABBOZZO] i (mss. L, III, c. 127) [1] 2 Mi giova di far 3 in pochi esemplari, e mandarli a quei che sanno e vogliono darmi parere S' interrompe, e subito dopo riprende in altra forma: questo esperimento di nuova traduzione d'Omero, e mandarlo a quoi che sanno e 4 vorranno darmi parere 81. 5 nell'interpretazione del senso si nello stile; 6 e dove fossero tanti e tali gli errori ch'io possa correggerli sosterrò la fatica di ritradurre per così. dire 7 l'Iliade da me in altri versi 8 [in] gran parte tradotta; o dove 9 fosse tale ch'io 10 dovessi il E lo chiedo specialmente intorno allo stile; perchè quanto al metodo non credo che uno si possa dipartire dal più sicuro, ed di non tradurre < nè così > letteralmente 12 che tannoj i lettori; i Questo abbozzo è probabilmente l'inizio della prefazione promessa dal F. al Leoni nell'agosto 1814 (cfr. Ed. Naz., XVIII, Epist., V, pp. 197-98), per il saggio di traduzione del secondo libro, e fu già pubblicato, con altri criteri, da B. Soldati (Esperimenti cit., p. 587), che però lo attribuisce ad un esperimento posteriore non identificato. Seguendo il probabile ordine logico del discorso, si riporta prima il brano scritto nel verso della carta, poi quello del retto. 2 31'6 piac,ciuto. 3 Qui il F. lasciò lo spazio per una parola. 4 vogliono 5 nelle cose 6 e ne' versi 7 un 8 tguas. — La preposizione che segue fu dal F. erroneamente cancellata. 9 non avanzasse le traduzioni 19 non potessi rispettare Così s'interrompe; seguono queste cancellature: E li consulto I E mi consiglio segnatamente 12 in modo che spiaccia a chi non sa di greco 214. TRADUZIONI DELL'ILIADE ',171r -P nè così arbitrariamente che trafiguri il poeta. E quanto all' interpretazione di tvarj sensi, mi saranno utili gli avvisi di chi sa di greco; 1 bensì dirò 2 [2] 3 Trascelgo il principio del libro secondo perchè 4 in esso mi par 5 che s'uniscano gli 6 esempi delle difficoltà che fanno malagevole la versione: l'ambiguità, la bellezza, e la 7 troppa semplicità dell'origi[na]le. L'ambiguità è nel discorso d'Agamennone agli ottimati, e se non gli s'aggiunge l'ultimo verso non so come fpossa senza 8 lunghe chiose giustificare il consiglio ch'egli 9 vuoi dare all'esercito; e le chiose direbbero: che essendo Agamennone per l'ingiurie fatte ad Achille in odio 10 alle schiere, voglia piuttosto farle tamare dagli altri capitani, ed egli essere assolto 11 della tnomina di troppa ambizione; 12 col che inganna non solo il popolo e ben anche gli ottimati a' quali però non fa motto d'Achille. Chi non s'accorse di questo senso 13 perorò contro Omero, e lo giustificò 14 discutendo, ma non tradusse in modo ch'altre " troppo quanto la qualità di quel re che parla spesso ambiguo e sapiente." troppa bellezza per cui 17 1. pure/Q 2 Qui finisce la pagina, e s'interrompe il discorso. 3 Piacquenzi Elessi 4 solo 5 di vede. 6 Non si legge la parola che il F. aveva scritto prima. 7 povertà 8 lunghi tcommenti 9 Nell'interlinea il F. aggiunse una paroletta illeggibile; inoltre si scorgono tracce di parecchie correzioni a matita, anch'esse illeggibili. A margine s'intravvedono alcuni versi del primo canto, anch'essi a matita, ricavati dalla parlata di Calcante ad Achille, e ricopiati a penna più in basso: Purch'io mi t'oda giurar che la tua voce otterrò fempre E la tua destra mi daranno aita 10 agli Ach,. 11 Aveva scritto: o esserne lodato o. 12 con qual 13 riempi scrisse I di liti 14 vana. 15 Seguono alcune parole cancellate illeggibili; anche una parola del rifacimento è illeggibile, ed il testo rimane perciò lacunoso. 16 0111 il discorso s'interrompe, e riprende frammentariamente, dopo i versi scritti precedentemente (cfr. qui sopra, nota 9). • 17 Qui s'interrompe l'abbozzo. [SECONDO ABBOZZO]' (mss. L, =VII) [LETTERE AD AMICI E STUDIOSI INTORNO ALLA POESIA D'OMERO ED AL PROBLEMA DELLA TRADUZIONE] [Lettera n. 1] [Al Fabre — del disegno] 2 (mss. L, XXXVII, fase. LX) — 1 — Dell'esordio della lettera si hanno due stesure differenti; la prima è corn-presa fra le cc. 1 r. e v., 2 r.: Al 5.r Saverio Fabre Pittore . Mio Signore ed Amico. . . Poichè disputandone spesso col Conte Alfieri Ella non ha potuto confessare in coscienza che la P oesia 3 fu madre dell e, 1 Abbandonato il progetto di affidare al Leoni la pubblicazione di una parte del secondo libro (cfr. nota 1, p. 13), nell'estate del 1814 il F. pensò di preparare un secondo o esperimento », che doveva consistere nella pubblicazione di tutto il secondo libro, preceduto da una serie di lettere teoriche ad amici e studiosi. Queste lettere sono rimaste in una forma molto frammentaria, e furono raccolte in vari fascicoli del vol. XXXVII dei mss. L; non facile stabilire con certezza a quale lettera appartengano tutti i singoli frammenti, che, salvo pochi spostamenti, vengono qui pubblicati rispettando la divisione dei fascicoli del manoscritto. Alla e. 4 r. del fase..LVI si. legge questo prospetto di tutta l'introduzione, che però dovette subire varie modifiche nel corso del lavoro (cfr. B. Soldati, op. cit., p. 580): « Al S.r Fabre — del disegno. Al S. Ugo Brunetti — della necess. Al S.r Borgno, dello stile. Al S.r Ugo Brunetti, della necessità di tmolti de' requisiti <.... .> d'Omero. Al Sir. Butturini — della difficoltà. Al S.r Caluso, del metodo. Al S.r Lessi de' vari traduttori. Al 5.1Barberi di Cesarotti. S.r Monti.* Alla lettera al Fabre, fors'anche a tutto questo o esperimento », doveva probabilmente essere premessa una dedica alla Contessa d'Albany, la quale aveva donato al F. un Omero postillato dall'Alfieri (cfr. Ed. Naz., XVIII, Epist. V, p. 38) ed era- stata costantemente informata dal poeta 216 TRADUZIONI DELL'ILIADE artil belle e imp.areg_giabile dalle 2 figlie, io non ardirò oggimai di rimovere la siiù èfiàiie;1il pété- h6 dvendola 3 alle volte ridestata imprudentemente non m'è bastato l'animo di persuadere Lei nè verun altro 4 pittore, sl perchè io credo che l'amare passionatamente l'arte che si professa, e il riputarla eccellente fra tutte, sia la più compatibile fra le umane illusioni, e la 5 sola che giovi a fargli dimenticare le noje e la vanità della vita. 6 dell'elaborazione di queste lettere (ibid., pp. 269-70). Il Carli, che commentando l'epistolario ben comprese le intenzioni del F. (Ibid., n. 2, p. 240), individuò un frammento di tale dedica alla c. 6 v. del fase. LX, dove appunto annotò in punta di lapis: « Alla Contessa d'Albany ». Ed ecco il franunento : « E come fu incitamento fortissimo (var.: E l'avere avuta sempre fra le mani quell'edizione d'Omero fu per avventura la prima ragione il più forte eccitamento) a tradurre que. I e mi fu consolazione in si ardui tempi, ne' quali nec mala nec remedia pati possumus ' e consolazione, così mi sollecitò sempre secretamente nell'animo a mandare piuttosto a Lei che ad altri il nuovo esperimento delle mie fatiche, sì perch'io ebbi il dono di que. I del libro la ebbi in dono appunto la sera ch'io mi dipartiva e senza sapere il quando, nò ora tpur ftroppo < io > lo so, potrei mi .....ma questo mio nuovo esperimento d'Omero sia prova alla donatrice eh' io non tpotevo stando .... col libro donatomi, viveva con la memoria presso di lei, e teneva di tmostrare quanto più degnamente io potessi la mia gratitudine e l'uso ch'io aveva fatto del dono. » 2 n titolo di questa lettera viene desunto dallo specchietto sopra riportato. Alla c. 6 v. si legge questo schema della trattazione, che il Viglione a torta (Scritti vari inediti cit., p. 265. n. 4) credette di riferire alla lettera al Monti: « 1. Esordio — 2. della chiacchiera — 3. Esposizione — 4. D'Omero — 5. del suo carattere — 6. delle frasi — 7. del suo stile — 8. del disegno — dell'eUetto che produce — delle cognizioni necessarie — dell'effetto che produce — del Salvini — del Cesarotti — del Monti — del Ridolfi — del Maffei — del Ceruti — del Cesarotti — del Monti — di me — Para[l]leli — di me — delle traduzioni — della fine ». La ricostruzione, che il Mayer tentò di fare di questa lettera si legge in Opere, IX, pp. 315-29. 3 non solo belle 2 sue 3 talv. 4 dell. 5 tpossa 6 Ii discorso riprende e continua frammentariamente nell'altra colonna. Qui segue questo passo tutto cancellato: «, e a far credere all'uomo ch'ei non se[p]pellirà tutto con sa I farci sperare che » S'interrompe, e riprende in altro modo: « E questo ch'io volentieri consento agli artefici vorrei che fosse consentito [liberalmente dai matematici, i quali] alla letteratura dagli scienziati i quali sdegnando che [il] noi volgo [s'intenda quello che] s'intendano le verità ch'ei si ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 217 Ed Ella, Signor mio, esercita l'arte sua in guisa che la maggior parte de' 1 poeti d'oggi non potrebbero contrapponendo i lor versi, sostenere col fatto 2 l'opinione che 3 ; da che 4 le loro poesie suonano all'orecchi, e le sue pitture parlano agli occhi, e all'immaginazione ed al cuore. dicono con geroglifici arabici fra di loro, [si ridono de' poeti, i quali I che] si fanno de' letterati, e [delle] del loro vaniloquio perpetuo. Quanto a me credo che la poesia, e tutte le opere dell'eloquenza stiano appunto nel mezzo fra le scienze astratte che [guidano] .... con < immani > calcoli [la] guidano la ragione, e le belle arti che imitandole allettano l'immaginazione; e le sole lettere possono giovarsi e delle verità scoperte da' filosofi, e delle rappre:sentazioni deaa bella 7W-u7d-i-riiircité- -. _ Continua nella prima colonna del verso della carta: « Ma gli scienziati dicono il vero accusando I di troppe ciarle] la letteratura di vaniloquio; [tutt.] nondimeno [siccome son] vedo e' son uomini anch'essi, che s'avventano accanitamente a guerra d'opuscoli e di gazzette l'uno [contro l'altro anche gli] addosso dell'altro, e il peggio si è che quand'essi dicono posatamente la verità non fs'intendono e quando si strappazzano [accusano] usano di linguaggio si .... che ognuno l'intende, [senza sapere a chi credere] ma non sapendo di che si tratti, non sappiamo a chi credere. [' S'ed meliora piis ' ; e il cielo preservi noi e gli amici nostri da si fatte guerre d'eunuchi] Nè gli artefici [sono si pitt. I taciti da ...., e si rid d'oggi e i loro maestri sono si attenti a operare, che non si dilettino anch'essi di ciance. Ella vede [il rd, Signor mio, e se n'è spesso doluto meco, quanto il regno delle Lbelle] arti belle sia assordato da teorie, da trattati, da sistemi metafisici, da controversie, e tra maestri [che I cattedrantij precettori, teorizzanti, allievi ascoltanti, mecenati leggenti, scarseggiano Li pittori degni di tanto nome] gli egregi pittori; [passano vanamente] si fconsu,mano in teorie gli anni della gioventù, pochi quindi fadornano le nostre città, e i mecenati fattisi dottissimi delle arti [si tcredono fd'avere negli estratti delle gazzette, si] ne' libri che leggono, credono [oggimai abbastanza] d'aver ottenuta la lode che prima cercavano incoraggiando co' loro .... gli fartefici. » Continua in alto, nell'altra colonna: «[Or prescindendo dalla questioned I [Per questi appunto,] I 1 E non tanta per Lei, che li ha già veduti, bensì per questi I tanti miei concittadini] I [Or a me piace] Però mi giova di mandarle in questo volumetto le copie di vari quadri di cui ella conosce I Però mi. giova di stamparli, mandandoli a lei, parWciii quadri ». Così s'interrompe. 1 nostri 2 ia 3 n discorso resta sospeso; nel ms. si scorge soltanto un breve inizio di parola. 4 i loro versi ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 210TRADUZIONI DELL'ILIADE Se non che il difetto 1 de' coltivatori imperiti .dell'arte, e l'fimpurità, e quindi la lode che 2 molti figli nostri ne traggono, , non deve imputarsi all'indole e 4 all'efficacia dell'arte 5 in chi è nato ed educato. 6 Chi disse primo, e quanti hanno poi ripetuto che 7 TJ ictur a, 8 a quanto io credo, la regola capitale oesia; AetV;t08) e credo che tutti: gli" altri pi66eiti, 9 aie non derivino direttamente da questo, e non si concatenino fra di loro e non ritornino a questo solo, 10 non giovino se non a moltiplicare i libri, i maestri, i verseggiatori, ed a fare tal numero di tristi scrittori da opprimere 11 i pochi grandi e degni d'essere meditati, per tentare quanto si può d'ei-nularli. Questo solo, io 12 m'intendo di 1-provare a lei, e di dimostrarle: 13 [che] la pittura e la musica hanno gli stessi principj, gli stessi elementi,e- sto per dire gli stessi mezzi; e- che-non:- sieno diversi se non nelletyneee- --4,) apparenze, --Però- -prescindefild. - dalla questione dil èThifléfl, 14 [10.1riard0 a cura Me, come liti potuto, cepiati 15 dal maggiore de' poeti che ,ibb'iho 16. saputo dipingere; e benché ella17 conosca gli originali, non le rincrescerà di vedere com'io m'accinga al fconfronto.19 Ella vedrà 19 dipinti 20 eserciti tranquilli nelle loro tende, e tumulti;] eft t,g)t3. U1/4 prolisso discorso, e 1 nojarla anche ridicendole cose 2 a Loi noto. MA due motivi 3 [m'inducono] l'uno a manifestare oggi por soznpro 0011 quali principii d'arte io scriva, affinchè quelli che si compinoolno leggere i miei scritti sappiano come giudicarmi; l'altro di faro intole ligibile a' giovani scrittori di versi, 4 quello che a me sembra voro, ed utile, affinchè S'interrompe; in continuazione di questo discorso è il passo oho mi logge nell'altra colonna: e se è dovere d'ognuno ad obbedire alle leggi della sua patria, ogl1 ha diritto di 5 stabilire per l'arte de' principj 6 ed attenervisi o mOltro più se li ha trovati 7 per mezzo de' propri fsudori, e de' propri Tocca a' maestri di approvare o distruggere con ragioni ed empori. menti migliori questi principj. Ma se mai fossero giusti, non PUÒ (110. sere che non riescano giovevoli 9 a chi studia quest' 10 arte; o questo 11 fu il prin[cipale] motivo. S'interrompe così la prima stesura dell'esordio; un'altra stesura mi loggo nelle cc. 3 r. e v. e 5 r. e v.: Qui s'interrompe; riprende dopo uno spazio bianco: Mi rincresce bensì ch'io dove potrei 21 scriverle succintamente la mia ragione, e farmi intendere, dovrò, 22 pur troppo, stendermi 23 con 1 degli ar. 2 abusivamente 3 Segue una parola illeggibile. 4 al vigore dell'arte 5 quando sia .... 6 Continua nella seconda colonna del verso della carta. 7 Poesia - 8 al mio par. 9 se 10 'Ut pictura poesis' 11 il 12 voglio mi 13 che gli stessi principali elementi della pittura, se 14 Continua alla c. 2 r. in alto della prima colonna, ma il passo fu dal F. canc. con un leggero tratto verticale, e viene quindi .qui riportato fra parentesi quadre. 15 da un poeta che 16 dipinto 17 gli 16 Questa lezione è assai incerta. 19 dipinte 20 a quadri di grandi composizioni molte tranquilli 21 farmi speditamente I intendere agevolmente da lei scrivendo con brevità, dovrò 22 per chi 22 in Mio Signore ed Amico; 12 Se disputandone col Conte Alfieri Ella non ha potuto 1. confessare in coscienza che la Poesia sia non solo madre 14 dttliL,Wti tura, ma impareggiabile madre-d'eltrgiia-figlia;ió non ardirò < più A rimuo-veltrit, gtét§a, efdestione, si perché avendola talvolta < aperta. mente > rimossa, non m'è bastato l'animo di persuaderla, e si poreiel0 credo che l'amare passionatamente la propria arte, e il reputarla bol. lissima fra tutte, sia 15 una delle più nobili fra le umane illusioni, la sola che possa meglio chiudergli gli occhi alle noje e alle vaniti della vita. 16 E ner 17 .... ed intendendo di far fammenda di quell'Un. 1 e tal& divagarmi dal mio principale argomento (var.: dall'arrgomm40 mio), e dire 2 ch'ella sa da 3 , e lodevoli spero, — Le parole fra parentesi quadre furono dal F. oano, ma non sostituite. 4 quel poco 5 farsi 6 ch'egli col 8 Segue una parola illeggibile. 9 che io Una variante interlineare di tre parole è illeggibile. 11 è il motivo principale 12 S'Ella, non ha potuto essere persu. 13 essere convinto 14 , ma inco. 15 uno de' pochi ne. 16 Or per riparare a I Or dunque per espiare I espiazione di 17 degnamente — La correzione è illeggibile. 1 voglio 2 un migliaio di versi d'Omero, 3 potuto 4 non sole battaglie ma I di/pingono battaglie, bensì 5 Una parola aggiunta nell'interlinea è illeggibile. 6 troverà aggiunti e 7 Segue una parola illeggibile. 8 Segue un breve inizio di parola canc. illeggibile. 9 quadri d'Amore, immagini di Segue una parola illeggibile. 11 il nome 12 Continua nel verso della carta. 13 per avventura è 14 trecento 950 versi 15 quasi pile di tree. I il poeta 16 nella rassegna. - Il F. non corresse la preposizione. . Non così, , Segue una parola illeggibile. bella quant'altre consent. dica potrò teoria, e sarà desunta tutta da - La correzione è illeggibile. poeti fossero degli scrittori chiamandoli teorizzatori vani qu. I teorizzatori, e seguano a si fatte chiacchere 10 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 6 7 8 9 10 legge 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 220 TRADUZIONI DELL'ILIADE prudenza, 1 le mando in questo volumetto 2 alcuni quadri di pmei;o, ricopiati da me come ho 3 saputo, affinch'ellà nori/PoTefi-a6 Ve'd'ére gli originali, ne vegga almeno le (var.: [vegga almeno] questi nelle) stampe in rame, e ne giudichi, tanto più che 4 oltre a' quadri 5 < di grande tcomposizione, 6 come due assemblee, e 7 .... opolari, troverà uniti 8 gruppi d'Eroi, 9 simulacri di deità, 10 ..Iride che fugge; 11 atteggiamenti pieni d' espressioni d' amore e di violenza; passioni, dolore, 12 e tutto in un libro solo dell'Iliade che 13 può parere il men dovizioso di quadri, da che di 14 [900] esametri incirca che lo compongono, 15 Omero ne spende più assai di trecento 16 [nel] catalogo delle navi, e in rassegne d'eserciti, ed è la parte giudicata aridissima dell'Iliade 17; e così mi 18 .... assai volte leggendola, ma sempre meno, e quando poi la tradussi, mi apparve feconda, e 19 nel suo genere bella fra tutte l'altre di quel divino poeta. Ma prima Ella, Signor mio, mi 20 conceda ch'io le 21 scriva quanto < più > brevemente, 22 ei1 carattere d'Omero considerato come pittore,„ e il metodo che a me pare il - Migliore anird4re, e fina~ttifila mia 23 opinione sopra lo stile, la quale, se non 24 tfosse nuova, fu ad ogni modo 25 .... e desunta da me. In altre età, quando la pittura e le arti sorelle fiorivano davvero, i 26 pittori quand'anche 27 si dessero per vinti a' poeti quanto al pregio dell'arte, avrebbero potuto vendicarsi e ridere 28 dell'eterno vaniloquio teorico degli scrittori; ma oggi pur troppo, benchè i scrittori 29 non abbiano pur dimesso3° il lor chiacESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 221 cherare, le parti sono pari, da che 1 il 2 .... delle bello arti è tutto m, sordato di teorie, e di trattati, e di controversie 3 in guisa (dai tra i maestri che gridano, e 4 gli allievi che ascoltano, o i dilettanti e Me. cenati che leggono, e gl'incisori che moltiplicano in infinito un qua. dro, pochi sono i pittori di grido, pochi giovani di bolla mporitniga. pochi 6 tveri quadri animano le città, e a' mecenati 7 non importa essere magnifici, poichè possono con poche ore di lettura mostrarsi dottissimi. Così va anche per la nostra povera letteratura; e così sin; urn non si doveva incominciare, e > quando 8 i principj d'un'artit Nono tstati tconfusi dalle scuole, dalle 9 accademie, dalle università, das e dalla moltitudine de' metafisici, dalle mogli de' dittatori, dallo " .114 de' principi, bisogna pur continuare a parlare per sedaro so non altro a forza di clamori il tumulto, e ridurre i disputanti ad intondorsil Le nostre controversie di"- educati" o pur 16 < ...... so nati 14 e spesso 15 a 16 scrivere 17 libri, ebbero origine da' Poemi d' Omero, come il più antico, e il maggiore de' poeti; o chi ad (var.: per) cigni verso dell'Iliade e dell'Odissea ponesse tifaci volumi di 18 chiose, sarebbe forse discreto, 19 si immensa è la biblioteca degli scrittori 20 d'Omero dal secolo di Pisistrato al nostro. 21 Quanto profitto n'abbia ricavato la Poesia nostra (dello altro no. zioni non parlo, 22 perch'io anche nella letteratura 23 coltivo o Serba con equità e con religione, Ptalleanze con le altre nazioni, ma nono ardisco giudicare delle loro faccende); quale profitto abbia[nol in nal fatto tante lezioni d'ogni genere &di' 25 .... grammaticale, sino allo teorie metafisiche intorno ad Omero non veggo ; 26 da che dopo tanto 1 gli artefici da quanto vedo le belle arti si sono quasi allogato 2 Segue una parola illeggibile. 3 Continua alla e. 5 r. 4 i di. 5 non ci sono mecenati basta tpur il mostrarsi dotti, tper .... questi definizioni Segue una parola illeggibile; sembrerebbe « protezioni », ma il Mayer « meretrici e. noi dotti ed indotti che pure andiamo scrivendo I che spesso Breve parcla canc. illeggibile. Aggiunta interlineare illeggibile. a scrivere I a .... I far da poeti letterati Seguono quattro parole illeggibili. far versi commentar. tanta bi. Segue una parola illeggibile,, equivalente a « commentatori » o simile. Continua nel verso della carta. da che io la. amo tratto Segue una parola illeggibile. molt. ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 223 dell'arte, quanto dalla secreta verità che senza mostrarsi c'innamora della bella natura e dell.asktil ? Omne tulit punctum qui miscuit tile dulci 1 è ben detto, e presto detto; ma il come? e qui sta il difficile, si perchè pochi son nati a trovar questo 2 come, si perchè non molti lettori potranno giovarsene. 3 I maestri 4 crederanno d'agevolare il precetto dicendo: che il genio del poeta deve lusingare l'immaginazione, il cuore, e l'orecchio per insinuare più facilmente la verità. Ma con quali proporzioni, nè con quali mezzi questo non dissero mai, ne potranno dirlo 6 si perchè non 7 hanno praticata l'arte, 8 si porcile nè i precettisti, nè gli artefici sapranno cosa siano immaginazione, cuore ed orecchio. Ricorresi alla metafisica e quale sublimità d'idee inarrivabili ci conducano, ogni uomo che abbia tentate quell'astrazioni può immaginarlo, e restarne atterrito: piacciono a chi le va speculando, ma assottigliano l'ingegno di chi vuol praticarle; e a forza di voler ragionare su l'essenze recondite, perde la < rapidissima > facoltà di sentire 10 le belle apparenze evidentissime della natura, e 11 il calore a dipingerle. 12 E anch'io mi sono altre volte ingolfato in quell'oceano ideale; e mi ritrassi; e quel poco ch'io vado ragionando lo desumo dal poco che fo, e da' vani miei tentativi; però mi sembra vero perchè da molti fatti desumo qua e là, 13 alcune opinioni, utili a me, non agli altri per avventura, tuttavolta le scrivo, 14 se mai avessi errato, ed altri volesse farmi 15 più saggiamente ricredere. 16 L'insuperabile pregio de'_pagg_pritnj..t.iY.L.sleriva dall'aver essi fortemente sentito e trasfuso ne' versi l'effetto prodotto nella lor fantasia da-,Irotwc191) dela:Nativa.. Qij altri 17 trascurando d'usare delle— Tdio"--tacolta che sono diversamente modificate in ciaschedun individuo, e 18 però la natura si_presenta 19 ad ogni uomo con aspetti diversi, e somministra sentimentie—bellaZ-6-géttpre--cliVage-t'd-ine8tca--- ribili sempre. 20 Pigliarono per modello non la natura, 21 b6i1§1-1: Oe tL ti‘ t3r-,45r poc. Ogni I I precettisti diranno a' .... agevoleranno esercitare « parte », non cancellato. esercitano I nacquero e molto più a' metafisici la natura, e dipingerla la passi. Continua in alto nell'altra colonna. alcuna massima se mai potessero giovare anche agli I a trovare la verità t benevolmente Continua alla e. 17 v. senza volersi I voler trascurare quindi sempre Quindi pigliarono ma 1 Orazio, De arte poetica, 343. 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 Drst(yriXixso. k.13 ptuAor\T‘m dmietha.. or,4 xxvwx:P- aienaets3k a)Z- 6 Cro\p) pelMANI f ), 4 Qapet L 222 TRADUZIONI DELL'ILIADE non abbiamo una traduzione 1 non dirò che risponda < no' tsensi > all'originale, ma che desti nell' 2 inamagina.45ge de' lettoria e specialmente de tdegni artefici una parte deli impressionidell ormrt spero ogni contrOVerSia s'acqueterà, spero in quest' 5 unico assioma 6: Essere ottima fra le possibili traduzioni di poemi antichi in lingua moderna, quella che 7 generalmente ecciterà 8 le stesse passioni nell'animo, e le Ett,291A.„ immagini 9 alla fantasia con -lo stesso Tflet-a-dé11'iffiglii7-n0 I digpaterriTh-alTii6—a-Cc-a,-n-itaiTiéiii6-iier i-h-6a; e Qui s'interrompe; nella parte seconda della lettera il F. veniva a parlare della poesia in genere e dell'importanza de • • e • ella natura; queste considerazioni si leggono alle cc. 15 r., 17 v. e r., 10 r. - 2 Or (var.: Ma e) chi non sente < che > la dilicatissima voluttà alla lettura de' poeti deriva non tanto 11 da' lenocinj apparenti che nip. 2 animo 3 parte delle 4 Aveva scritto: « S'acqueterann,o ». Aveva scritto: quell' • ; Che ▪desti e ri. 8 col medesimo I con gli stessi e e. 9 all'effe. 10 .... dunque del modo; e qui l. Una variante di tutto questo passo credo si debba considerare il frammento contenuto nella e. 6r. del fase. LVI, che non rientra negli argomenti probabili della 1 tt ra a Monti (come appartenente a questa lo pubblica il Viglione, op. ci., p. 2o4, « Facilissimo forse (var.: Ma quanto alla letteratura forse [facilissimo]) era il non cominciare le controversie, se di quanti uomini non avessero professata l'arte se non que' pochi che s'erano educ. eran nati, e s'erano educati alle lettere; ma chi non sapeva poteva fare volle pur mostrare che sapeva giudicare (van.: volle pur mostrare che poteva sapeva fare), quindi la t. i retori, i grammatici, e l'infinita turba di commentatori, ed agli esemplari si contrapposero spesso le regole, e l'autorità alla ragione, e le opinioni si divisero così accanite, che oggimai non sappiamo più dove volgersi; ma incominciate .Ma poicha siamo a questi termini, non ò per avventura agevole fatica questa di schiamazzare in mezzo agli altri, se mai si quetassero per alcun momento i clamori non foss'altro per tanto spazio si breve ora, che i disputanti volessero una volta intendersi. Omero come antico e il maggiore de' Poeti, storico insieme, e padre universale d'ogni letteratura, fu il più antico campo (var.: luogo) delle battaglie di tutti noi I l'origine ed è [e] sarà il [provocatore di tutte le battaglie de' letterati. E chi dal tempo di Pisistrato in qua tfacesse fare un indice degli scritti intorno ad Omero polemici da Pisistrato in qua, troverebbe più volumi intorno ad Omero, che versi in tutti i suoi poemi. Quanto abbiano profittato le altre nazioni non so, ma in Italia non credo vedo che abbiano data utilità. » 11 dal merito esteriore 224 TRADUZIONI DELL'ILIADE mitivi esemplari sui quali le osservazioni de' filosofi stabilirono certo regole, e gli artefici s'obbligarono di seguirle; così lt_t_pp_e_s_l_g_ che non è se non se una facoltà naturale, si ridusse ad un.'arWpoeti posteriori' non si sertirquasi-rnai-la- nuttlittg-graliitffirà15M-fs l'imitazione dell'imitazione. Al senso profondo che scoppia dal1à-9 Veiwith, derlllegv. getto rappresentato , successero 3 i lenocinj dello stile ricercato non già nell'idee che l'oggetto ha prodotto nello scrittore, bensì nelle induzioni del senso che la frase potrebbe probabilmente fare nella fantasia de' lettori 4. Quest'arte ove, non 5 cada nel troppo o nel p-oco, chiamasi ij4 o ; i lettori l'ammirarono ed è veramente meravigliosa in: se stesa; ma a poco a poco 6 avvezzi a tanti ornamenti gli anteposero alla schietta pittura; ai cavalli dipinti dal pennello omerico: 'Candidi, grandi, e corrono col vento', ne' quali il poeta non trasfonde al lettore se non se il rapidissimo sentimento esagerato nell'anima sua dal candore, dalla grandezza e V"On9S' tY5‘ dalla celerità di due cavalli che gli fuggono 8 a un tratto dagli occhi -, molti 9 anteposero de' cavalli 'Qui candore nives anteirent cursibus euros ' " 11 ma la compiacenza de' lettori a questo bel verso non deriva già 12 da' cavalli, che < qui > non si veggono,13 bensì. [dal]l'industria del poeta che con un solo verbo re.gLitstuve_puagimi...diversi.14 Ma,13 astenetevi 18 dall'imitare profanando con ornamenti di frasi que' 17 passi dove la bellezza sta tutta nell'oggetto, o 18 le parole sono comuni. 13 Se avete nel vostro quadro necessità del med9simo oggetto, osservatelo < da \vi siii , r,1..0. 4 . ,;.();•%.,,.. 410.. OriZA t` t >.1 si sen. 2 schietta 3 gli 4 ; e qui che I i quali avrebbero senza dubbio raffrontato questo quadro 5 sia 6 anteposero 7 e molti a questi tratti del 8 quasi 9 anteporranno i cavalli virgiliani io Virgilio, Eneicle, XII, 84. 11 e non s'auveggono come I non pe. I nella compiacenza prodotta da 12 dalla pittura de' 13 Segue un'altra parola: o ma », poi il testo riprende e continua nel retto della carta. 14 E per lo più le I i più bei 15 guardatevi 16 dal profanare imitando 17 luoghi 18 non I la parola è si comune che 19 Qui continua così: « e chiunque 'guardando A guisa di leon quando si posa ; ' non osserverà, il leo. »; ma il F. subito s'interruppe e continuò nell'altra colonna. t)k Dsco.Q.S.-P 6,` , ,R)776 Cf GafttOP A9 S.) (INOD t1/410 -61STO 0,..10000 esmsc", /2/0 9AS3r 114 ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 215 voi stesso e tpresentatelo > in aspetto diverso;1 e quand'anche posi siate 2 impetrare il disegno divino o i colori di Virgilio, 2 guastortiMItis a ogni modo questa pittura di Dante: guardando A guisa di leon quando si posa. ' 4 Non dipingete mai cose che non avete vedute, nè passioni elio non avete sentite; e 5 sospettate sempre della lode per quanto sia tgiolitii e leale, che i lettori danno 6 alle frasi ingegnose; se 7 li colpito oon beltà delle frasi, è segno evidente che 8 gli affetti e le immagini sono II deboli: e 10 vi siano deplorabili testimonii gli imitatori tutti del Pro trarca ricchissimi di modi di lingua, e purissimi a chi li 11 tnotonilml 1 per 2 per p. 3 non dipingerete mai 4 Un'altra stesura del passo, cancellata dal F. con un frego vertloolo, si legge alla c. 10 r: « [La bei/ezz. / LL'inimit.] L'insuperabile pregio de' poeti primitivi deriva dall'aver essi fortemente sentito, ed evidentemente trasfuso ne' loro versi l'elle* [che faceva nella lor] prodotto nella lor fantasia dallo spettacolo degli agit,042 , 14 delja kTaturra. Gli altri [ , anzieh,è cercare nel medesimo spettacolo e ne' aen44i "4enti cse avrebbe destati nell'animo loro lo stesso spettacolo di altre bellezze '1 scaturiscono da quelle inesauribili forze che] ridussero ad arte la poema, e soma Lavvedersii volersi avvedere che le facoltà d'ogni individuo sono diversamentt modificate, e che la natura si Emsenta a tutti con a,_spetti diversi, e sommilligira sentimenti e bellezze sempre diverse, e inesauribili sempre, Ligliarono per modello 2:2:97kla_Natura Tr.ta s prmivi qqemp@ri, sui qualiigli u. „ 1 i metafisici starilirotte certe regg. gli_artiftsi sobbligTrosrAo_di.,qeguille, indil -PirTgiru-ttri"33-0M posteriori si ammira ,l'imitg~e dell'imitazione. Gli squarci veracemente belli d'Omero, de' poeti Ebrei, itC,57erslpfiii-eVill4Ante sono per lo più, nudi di < quegli > ornamenti [retorici, e] che i [poeti chiamano] retori chiamano figure; e dipingendo l'oggetto nella sua verità, que' poeti avevano tocco l'apice dell'arie. [Così le parole di Dante I Le parole] Comunissime e senza Lnemmen eoepetid indizio di metafora son queste parole: guardando A guisa di leon quando si posa' Al senso profondo che scoppia dalla [bellezza] schietta [beltà] verità < dell'oggetto > , successe l'allettamento [della magia,] d'uno stile ricercato non tanto nelle idee che l'oggetto ha prodotto, quanto [nei ragionamen.] nelle induzioni [che la] del senso che la frase potrebbe probabilmente fare nella fantasia de' lettori; e i lettori ammirando quest'arte, che in se stessa è veramente meravigliosa, anteposero anch'essi [la] alla [verità] schietta pittura originale chi » 5 non vi lasciate vincere dall'an2or proprio 6 alle belle voci de' 7 le frasi campeggiano 8 la 9 grami io sianvi 11 legge guarda 15. - FoscoLo. Opere. - Vol. III. sempre in nuovo aspe. diverse, o diversamente modificate, da quelle a. e così, le siano mo. ad ogni modo mode. • pigli. modello castigate; il che avviene asti se l'esem,. di nostri poeti lirici descrittori dell'Aurora imitatori d'Anacreonte ; 226 TRADUZIONI DELL'ILIADE , ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 227 teprizeTiOrts tzo,N, Qi) CI t. con questo intento, ma nojosi a chi li legge come poeti. 1 Allora tutto il merito fu ristretto nella frase 2 e benchè i seicentisti pajano ribelli a quella misera setta, non però hanno colpa diversa, se non che i primi abbandonando la natura seguivano almeno un modello eccellente ; gli altri 3 sdegnarono pazzamente e natura e modello e seguirono il loro capriccio . Ma gli uni e gli altri riposero tutto il poetico merito nelle frasi. 4 E inesprimibile, amico mio, benchè facile a sentirsi da ogni uomo, quanto la vista 5 degli oggetti reali ajuti l'ingegno, e quanto le imitazioni de' poeti e de' pittori, per quanto appaj ano sovrumane, sieno 6 dannose a chi le piglia non < sola > per guida, ma per modello primitivo delle cose ch'ei vuole 7 < a > dipingere. E fra le molte ragioni bastino queste due; primamente 8 4Dli uomo che abbia taggla_9_e, zoipa _etenti a entire ciò che vuoi ere, le ha sempre . . modificate si diversa e lo e i 1 81 presentano 11 con sembianti nuovi, ed egh asensaioni • werSigsurtfrtlalltraltrui-5, o diversaménte "Modificate,-"—e ilé-iffiàs.iiiirdé; nera iiifftz tica._L'altratra ragione si è, che gli imitatori per quanto 14 si p oe4jfj e sentano la loro inferiorità, tentano12 appunto per questo di superare il 16 poeta che 17 in quella parte pigliano per modello; ed oltrepassano il segno se il 14 loro esemplare 29 semplicemente bello; o restano inferiori29 dove il poeta antecedente è sublime; del primo 21 inconveniente son pieni tutti i22 poeti?arolaj ; del øiz trikcirl,abbiamo un esempio in Virgilio, nella pittura del 'eruzione d l'Etna ch'egli 1 aveva veramente veduto ma non cont.,entandoSi.. ch'ei tveracemente risenti, e che Fote-a-rir risentire a' le-tt topo le cifrOntrnze da Pni.d.fn o , ma 2 < con > quanta inferiorità ognuno può vederlo paragonando que' due sommi scrittori. E appunto a Virgilio un viaggiatore intentò un'accusa, e non può in verun modo scolparsi, perchè 4 le prove stanno perpetue nelle Natura. Vide il viaggiatore da lontano tre monti che la prospettive aerea gli faceva credere l'uno imposto sull'altro. 5 L'ampiezza dello loro radici era ° proporzionata all'altezza delle loro cime; e quello stesso spettacolo aveva fatto credere 7 a' primi superstiziosi abitatori della Grecia, che quo' tre monti, Ossa, Olimpo, e Polio, fossero stati 4 sovrapposti l'uno sull'altro da' giganti9 per assalire il trono di Giove,'" perchè conferiva al meraviglioso, er se n gio o, ffa secondò le leggi 'della naturà, `gEigeliffirtlit - • • r «09 i on agn di maggior mole fece sostenere Olimpo, e su l'Olimpo , 12 le montagne del Polio, 14 :z4; minore degli altri due. 15 Virgilio invece sovverte l'ordine d'Omero della Natura, ed esagera le forze de' giganti, 16 in guisa che il verso ['Ter sunt conati imponere. Pelio Ossam Scilicet, atque Ossae frondosum involvere Olympum 1] 17 18 desta l'idea che i giganti avessero potuto ridurre [i tre monti] 14 in una Piramide rovesciata. 20 A me fa meraviglia come Virgilio che viaggiò 21 per la Grecia co' poeti alla mano, e che vi stava lungamente a dimora, non abbia osservata1teOP4N-iCCr ' Trex))(bcotqc,,,, Azt:)164A:ftr" , Fitry,tPc, )71:.;r1 ,k4. A 1 Allora tutta l'arte (var.: il pregio I nome) poetica si ristringeva 2 Qui continuava così.: t e senza l'Ariosto ed il Tasso »; poi riprendeva in altro modo: t e benché i seicentisti paiano di setta tanto diversa, < tutta > la loro col/pa consiste pure nell'avere cercato lo stesso merito, ma con frase diversa. I primi erano Lpith prudenti,] abbandonarono la natura e seguivano un, modello e avevano i la loro col/pa stava nel non, avere bellezze proprie; gli altri ». Infine il F. cancellò tutto e rifece il passo ritornando nella prima colonna. non vollero 4 Continua alla c. 10 r. 5 dei luoghi 6 inefficaci a chi pratica l'arte stessa 7 descriver 8 l'uomo 9 forti, le 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 non, contentandosi dell' 2 quanto infeliceme. 3 Con ogni probabilità, il F. si riferisce ai seguenti passi: Virgilio; Eneide, III, 570 as., e Pindaro, Pythica, I. Il testo continua nella prime colonna del verso della carta. 4 l'indizio della colpa • 5 ; le loro altezze erano 6 11 F. non corresse il plurale « erano ». 7 che I a' popoli ant. 8 im. 9 assalitori de. 10 Ji testo continua nell'altra colonna; qui di seguito si legge: « ; Omero si giovò di questaf Questo fenomeno suggerito dalla natura, giovò ad Omero conferiva al mirabile della poesia, e Omero se ne giovò; ma lasciò i monti come li aveva veduti; ». 11 lasciando i monti come li I e lasciò come la natura voleva che i monti Lmen grandi] di minor mole fossero Limpostij sovrapposti 12 che 13 quelle 14 che sono le I paragonate all'altre sono le 15 Virgilio invece 16 quasi che potessero 17 Virg., Georg., I, 281-82. 18 pare 19 Così integra anche il Mayer. 29 Riprende nella prima colonna. 21 con Omero I co' poeti greci alla mano nel lor paese, 228 TRADUZIONI DELL'ILIADE la mole di quelle montagne;1 ma nessuno si stupirà, città d' Italia vanno gloriose 8 <.... versi eleganti e.. non uscirono mai dal loro paese, e 4 destme_immagmx- pa e 6 da T. syettacoloL g errori di poeti sono spregevoli, il timor salutare, 11 quanto gli errori de' grandi in.ge Virgilio. 18 Manca• nel ms, il nuovo esempio di Virgilio; sembra che questa parte della lettera dovesse continuare con un brano che si legge a e. 6 r.: 14 La Natura, Signor mio, quantunque incomprensibilmente ricca, non somministra, come altri forse presume, tanta abbondanza di cose imitabili; da che per imitar bene l'uomo bisogna che non solo 16 .... con sentimento vivissimo t gli 16 oggetti, ed abbia la facoltà di triprodurlo, Ma bisogna inoltre che abbia l'idea 17 precisa evidente, e 18 direi scolpita, e osservabile ,,Algaigt1Wat,,t„Chiunque iMMItIttrgtriMMAgtriiiii le sue facoltà 19 di -Seíitfrée-dimmaginare e di ragionare, applicandole agli oggetti inilrà151117-8-Vediit quanli; arars'o—ree-T conceduto alle belle arti. Ma la scarsità degli oggetti, è compensata da; due sorgenti inesauribili di ricchezza: l'una deriva dalle infinite loro combinazioni; l'altra dalla diversità di sentirli di_r.ipróainii 20 con l'arte. 21--L-rprima sorgente WeylTérol7a6àm zni*firirtricifly=:`e-C-òirlierp-etar agitazione da sci, ma genera tumulto, e confusione; 23 e ci vuole anche più [che]24 umana fatica a poterle imitar tutte, e più che umano intelletto a veder quel disordine; e ne sia nè molti 2 Ii discorso continua nell'altra colonna; qui si legge così: e gli eleganti versi poesie di tanti poeti da cinquecent'anni in qua, n'eccettuo i grandi, e parlo solo de' poeti vantati in tutte le scuole tutti i nostri licei, ». 8 se i - L'aggiunta interlineare non è chiara. 4 non 5 dalla gli ar. 6 dalla Natura 7 Segue una parola illeggibile. 8 Continua alla o. 9 r. 9 de' poeti spregevoli fanno ridere 10 provano n come gli 12 Tornerò dunque " Tutto il resto della carta è in bianco. 14 Le cose, Signor mio, 15 abbia il - La correzione è illeggibile. 18 Non è chiaro se il F. scrisse: t gli » oppure « degli». 17 chiariwriana, e lucid. 18 per così dire quasi — Una var. interlineare frammentaria 6 illeggibile. 19 appii. 20 scrivendo 21 però 22 segue mi avverbio illeggibile. 28 e pii, 24 Il F. dimenticò questa congiunzione. ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 229 esempio l'architettura 1 inventrice 2 con l' .... e l'ordine possibile, oho non ha potuto dopo tanti secoli 4 , se non tre soli ordini, in guisa che sia 6 ...., sia 8 .... - 3 Delle varie considerazioni sulla poesia di Omero, si trovano solo due brani, intorno ai difetti dell'antico poeta, alla e. 8 r. e v.: Aggiungete le immagini che a noi riescono ridicole, e nauseanti talvolta, le quali non si possono nè tradurre senza timore, nè lasoiarn senza rimorso: un possente guerriero 7 < > col paragone 8 ad Mi ami. no; un esercito secondo il poeta di 9 cénto mila guerrieri, e schierato (var.: taccorrendo) in battaglia 10 .... a tparagone le mosche, pugnanti a nugoli sul latte; e s'ha a confessare nondimeno che letti in origli. nale que' n paragoni taccrescono l'evidenza della tconcezione; 12 l'In. cantesixno del verso dilIon.de una 18 .... malia, nel lettore; la 14 ..., delle narrazione, o 1' 15 .... all'oggetto rappresentatogli, lo arresta su le parti più 16 che se 17 traducesse 18 in prosa letterale da Omero. con» un 1° .... che prenda al cammino da l'uno de' lati la 2° ....; e dall'altrÓV vento ch'egli levò. 21 Oppure, se vedete venire per l'oscurità Come si vede di notte impiccato 22 che sta 28 .... alla piove ed al sole, la prima immagine ci pa[r]rebbe tcomune, e la seconde, orribile e tsozza; eppure in Dante i tre versi 24 e questi dell'Ariosto 25 non ci danno se non l'torrore che egli ci vorrebbe ispirare. che per quanti.... dell'ardi. de' .... tconsiderata Segue una parola illeggibile. Manca il verbo. Seguono due parole illeggibili. Segue una parola illeggibile, e poi s'interrompe. Una parola aggiunta nell'interlinea è illeggibile. Aveva scritto: t paragonato». quSegue una parola illeggibile. versi e noi n'abbiamo in Dante, e Segue una parola illeggibile. Segue una parola illeggibile. Segue una parola illeggibile. Segue una parola illeggibile. .... possa io di. l in Omero un poeta antico Segue una parola illeggibile. Segue una parola illeggibile. Continua nel verso della carta. che sta bagnato dalla pioggia e dal Segue una parola illeggibile. Qui il F. lasciò lo spazio per la citazione. Qui il F. lasciò lo spazio per la citazione. credo, se 2 tante > de' poeti che •pill-da; lie non 10 incutono gni. 12 Torniamo a 1 2 4: 5 e 7 8 9 10 11 12 18 14 15 16 17 18 19 20 21 22 28 24 25 V 230 TRADUZIONI DELL'ILIADE Adunque se molte immagini in Omero riescono 1 punti il traduttore 2 Qui s'interrompe; nella parte successiva della lettera il F. passava a parlare dello stile in genere (cc. 11 v., 12 r. e v., 13 r. e v.): -4 E sono molti i quali non credono che un Poema Epico possa avere uno stile degno di sè, in verso sciolto. Misero verso infatti e il nostro, e a chi mi desse un esametro italiano capace della maestà, dell'ondeggiamento armonioso, della varietà, e delle trasposizioni del verso eroico d'Omero, io 3 spenderei il tempo piuttosto a fare un poema da me che a tradurre gli altri; e 4 terrei minore ardimento il farsi poeta epico con la padronanza dell'esametro, che traduttore dell'Iliade col verso sciolto. Ma in verso sciolto, chè altro non abbiamo, e non in ottava si deve tradurre gli antichi 8 esametri. Vero è che l'ottava è forse l'unico metro che possa 7 alla narrazione 8 distesa ecnFriarCinlie non è comportato dalla fefid urna che totr la suabreviir-a7rUirdriitringore come in Dante arcoe di vibrare 9 as 1 Seguono alcune parole illeggibili. 2 Credo si possano collegare con queste considerazioni due frammenti che si trovano alla e. 7 r. e v. del fase. LVI; il Viglione (pp. 258-59) li inserisce nella lettera al Monti, ma la destinazione dei frammenti 6 assai incerta. [c. 7 r.] « Nel bivio o di suppo. Fra le Siamo dunque al bivio di credere che Om. il poeta si dili. accurato a dipingere ruo. le azioni umane, e i caratteri, e i fat. tempi de' quali parla, sia talvolta incoerente o ridicolo; o di presumere che noi ne confessare che n6 i suoi scritti versi ci pervennero come gli ha scritti ci li dettò, e confessare assai volte che noi non possiamo intendere tutto il il preciso significato delle sue parole de' suoi vocaboli. E non accade ch'io provi questa asserzione; da che Dante, che aveva concittadini più letterati di quelli dall'età di Omero sino dell'Iliade e di Pisistrato, e che ne fecero tant 'CI di cui è piena ogni bibligkes,..d"Europa ha tante e sì diverse Iezibtir; stessb-Wa molte voci -» Qui s'interrompe. [c. 7 v.] « Due, Signor mio, sono a mio credere quanto io credo gl'intenti le mire a cui tendono i traduttori le versioni. L'una ch: faire d'interpretare con religiosa esatte. con diligenza religiosissima il testo; e così vollero a questa legge obbedirono gl'interpreti della Bibbia; l'altra o L'ultima parte del brano è così rifatta nell'altra colonna: « per farlo intendere nella lettera, lasciami. e serbargli nell'andamento la sua per quanto si può la sua lingua aspetto primitivo; a1 che bisogna allora forzare la lingua della traduzione; di modo che San Girolamo nella Bibbia tno. la lingua latina 6 un dialetto da 86 che non)> 8 anzi che 4 crederei che fosse minore 5 con un 6 e direi tutti quasi, da • 7 Il F. dimenticò l'infinito dopo o possa ». Il Mayer integra: « convenire v. 8 ampia e 9 i pensieri ESPERIMENTO DEL 1811: FR,A.MMENTI DI PREFAZIONI n.sier"; ma oltre che dopo' i due grandi inimitabili in quel M non bbe campo a, creare per così dire una maniera propri& verseggiare come credo che si possa pur fare col verso sciolto, $ un? e pia forte ragione 3 comanda che ad ogni costo sia questo 'an sto all'ottava, e a qualunque verso rimato, ed è che 5 < non Vi gegn.o poetico [che] nella> [rima], e più assai nell'ottava, sj a scansare 8 11 vizio che Galileo con evidentissima e filosoa011 chiama intarsiatura, accusandone il Tasso, e contrapponendo rotondità e pienezza dell'Ariosto; è io scuserò in ciò il Teigto incolperò bensì il metro, 9 ed ardirò tacciare d'illiberalità, e di partito il " censore, da che 11 le intarsiature del Tasso prov non altro ch'egli tentava di coprirle ingegnosamente, e orni V con.dia quasi conscio d'un diffetto che non poteva umanamente tiefin, sare ; mentre l'Ariosto 12 innesta le sue intarsiature irriverent4,1114 ,10 e quasi facendosi beffe de' suoi lettori; e di mille basti un tolto da un" tratto d'ottave bellissime dove con magnificenza il i H,. descrive il viaggio d'Astolfo, e parlando delle città, gli scappa I I. Vide le Gade, e la meta che pose Ai primi naviganti Ercole invitto. Per l'Africa vagar poi si dispose Dal mar d'Atlante ai termini d'Egitto. Vide le baleariche famose, E vide Eviza [ap]presso al camin dritto; Poi volse il freno, e tornò verso Arzilla Sovra il mar che da Spagna dipartilla. Vide Marocco, Feza, Orano, Ippona, Algier, Buzea, tutte città superbe, Che hanno d'altre città tutte corona, Qozona-dtoro, .e-non.- di fronde o d'erbe.. Verso- Biserta e a Tunigi poi sprona: ' Vide Capisse, e l'isola d'Alzerbe, E Tripoli, e Bernicche, e Tolomitta, Sin dove il Nilo in Asia si tragitta.' 14 1 il T(288. 2 una forte ragione mi 3 dev. 4 sia 5 Continua alla o. 12r. 6 Aveva scritto: « che la rima e più assai nell'ottava, genera o. iii rola 4rima o viene mantenuta nel testo. 7 Aveva 'scritto : a non v'è ingegno poetico da cui ecc. si possa sommo ma nel correggere il verbo servile, si dimenticò di mutare il pronome rela qui corretto fra parentesi quadre. 8 ie 9 Aveva scritto: f nè incolperò bensì l'Ariosto ». 10 8140 11 se le intarsiature del Tasso hanno del gretto alle volte, e del ,12 <41e » non cancellato. 18 passo 14 Orlando Furioso, XXXIII, 98-99. Nell'ultimo verso il F. ha: • l'A tragitta ». Il testo continua nel verso della carta. 232 TRADUZIONI DELL'ILIADE Or che s'intendo egli per quella 'corona' che < poich'era 'd'oro' > non era di fronde nè d'erbe? mille commentatori potranno con dieci mila postille interpretare, e giustificare, e nobilitare la intarsiatura di fronde e d'erbe con l'oro; ma di cento mille lettori, pochi soli stupidi non s'adireranno contro il 1 poeta, 2 eccettuati pochi stupidi 3 ammiratori, e pochissimi che non accuseranno quel grande poeta, bensì la debolezza dell'umano intelletto 4 [che] per quanto partecipi della divinità, deve pur sempre giovarsi di strumenti e di mezzi inefficaci e mortali. Omero ne ha molte, e più ch'altro poeta, di si fatte intarsiature. 5 Però egli, volendo a mezzo verso nominare Agamennone, riempie l'esametro con gli epi.eti di 6 pastore de' popoli' e di 7 imperatore de' Forti', e di figlio del bellicoso Atreo'; - così 8 molti moltissimi altri versi, e parecchi l'uno vicino all'altro, finiscono col vocabolo 'Achei'; e i numi hanno per lo più tutti i loro attributi; ma quando il < resto del > pensiero può innestarsi nel medesimo verso, allora egli lascia e Numi, e popoli, e re senza epitteti, e corre più vivo, e meno nojoso. < Ma > Virgilio 9 abborriva più ch'altri da questo diffetto, e benehè Qui s'interrompe, ma queste considerazioni riprendono alla e. 13 r.: 10 Quella osservazione delle int a r s i a t ur e di Galileo, ch'io stimo più di molte teorie rettoriche, mi foce germinare nella mente un'idea che se non"- fosse nuova per avventura, riescirà nuovamente e fchiaramente a quanto io credo spiegata. Ed è che tanto in prosa, quanto in verso lo scrittore deve esattamente osservare il Disegno del, perisierpnè io intendo il disegno generklécIal'opera che altri chiabkezy:4c57. mer-A, architettura, o economia, o ffranciosamente p i ano , bensì il disegno d'ogni_pensiero partitamento prima consideiata 13 ogni parola" con l'altra e 15 per conseguenza ogni idea destata da ogni parola, e poi ogni gruppo di minime idee, con le -altre Vicine tutfoll pensiero prèaotto 'dalle idee-riunite; -e- quindi il p'eriodo,-e un periodo 0-01Ae, con l'altro; 16 in guisa che ne risulti una progressione di membri--e di ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 283 araeni,--sì che ogni membro non abbia 1 né più fnè ineno idee, n,Lpitt nè men.o 2 d'idee dl bisogno, e il tutto abbia una varietà di suopi, cii 3 tinte, non è infine del conto se non quell'incantesimo che produca. l' rmoni , quell'arte olio " è si difficile nell'archintrartg-cfre-costittlisee- ne delle7f5it. Angaa.,„„e4eire-à1t1-15-e1le.,--é Che le;19:atuya ba con si diVillE.145:4;U-U-447115Mir sovra le co*.4-e—de1lfuThiverse..,1-- -"Nra-, re-i'lire-Vaare al lettore le applicazioni che dirò poscia, pia. cemi di n.otomizzare un passo di Virgilio maestro disegnatore pits ch'altri mai, e dopo lui Dante, e dopo il Tasso; ed in ciò Dante pro. fittò da Virgilio, e Tasso [da] Dante. - Enea 5 salpa di notte da Gaeta. 6 Aspirant aurae in noctem neo candida cursus Luna negat ' — 7 Eccovi 8 l'fimmagine • di una propizia e tranquilla navigazione; o la voce dolcissima 'aspirant' o aurae 9 il cui contrapposto ti la notte 10 < >, e alla oscurità della notte, è contrapposto il candore della luna, e si vede nel ftempo stesso il movimento delle navi nella voce cursus '; e si sente, e questo è pittore, o artefice elegante, nel. l'idea non nega'C'sThvore deilei-ar.Vmith celeste 11 che prOtygir i troth naia Splendet tremulo sub lumino pontus ' a questa ftinta tranquilla Qui s'interrompe, ma alle cc. 7 r. e v., 8 r. continuano le considerazioni sul disegno del pensiero: 13 Questo non so dire se naturale abborrimento o disprezzo pen. sate del disegno nello stile produce tutta la s 14 della 15 traduzione del Cesarotti. Nè accadde di intentarsi l'accusa di infedeltà da che egli professa di voler 16 non che 17 seguire, ma sorpassare il suo divino 2 e i pochi 3 , che non ammireranno — Il F. non corresse 4 che deve poter 5 ; ma più ingenue e 6 re de' 7 capit. 8 molti versi altri; - Il F. aggiunse nell'interlinea una preposizione « in », forse con l'intenzione di dare nuova struttura alla frase. 9 s'era avveduto di 10 Prima aveva incominciato così.: « E però di molte teorie rettoriche, mi partorì fecondò nella mente »; poi rifece: « Quella osservazione delle int ar siat ur e di Galileo, mi partorì un »; infine pensò di incominciare così, ma non corresse la sintassi di tutto il periodo: « Ora io dirò quale frutto abbia ricavato da quella osservazione i>. 11 è forse 12 non parlo 13 una idea con l'altra 14 st, 15 quindi 16 di modo 1 più idee 2 Seguono tre parole illeggibili. 3 chi. 4 Continua nel verso della carta. 5 scioglie 6 11 F., citando a memoria, per errore scrisse: « dalla Sicilia ». 7 Virg., Eneide, VII, 8-9. 8 una tranquillità di 9 e di 10 Una 'parola aggiunta nell'interlinea è illeggibile. 11 Breve inizio di parola cancellata illeggibile. 12 Il F., probabilmente citando a memoria il secondo emistichio del secondo verso, scrisse per errore: « Ridet admisso lumine pontus ». 13 Cfr. Viglione, p. 264, nota 2, dove è pubblicato il brano di c. 7 r., trascurato dall'Orlandini. 14 11 F. non terminò la parola e lasciò lo spazio bianco. 15 Inizio di parola cane. illeggibile. 16 accomod. 17 esser le ripetizioni nel testo. men ricercate 234 TRADUZIONI DELL'ILIADE testo;' il che venne dall'idea che Omero avesse molti difetti, e ne ha certamente; ma che 2 egli potesse correggerli; nè s'avvide che un autore che trionfò di tanti secoli, vuole essere mostrato a' lettori 8 compatibilmente 4 , e abbellirlo se s'ha il potere senza che se n'avvedano, ed attribuire i pregi della traduzione al proprio testo, per • ingannare amabilmente i lettori. ° E credo che come Michelangelo ricusò con pubblica modestia di rifare le teste a due statue antiche mutilate dal tempo, così le avrebbe fatte ecre mente 6 tcompiacendosi che altri tnon 7 le avesse vedute. I Bern ‘rif poema del Bojardo, e n'ebbe lodevbnetè 8 il « Furioso-v-del fosse già pubblicato, perchè 9 k• :ardo) ra poema oscuro; ma a «Geru-1- , Be salammo liberata » del Tasso Arti si celebrata per tutta Italia, che quand'anche l'avesse r tta-'meglio di quello ch'egli poi fece con tanto '1 ...., e forse con lagrime, non12 avrebbe mai ttolto al suo primo poema. Il mondo ha" tali tpregiudizi, e opinioni, false per avventura, ma 14 alle quali si deve avere riguardo quando son universali e santificate dal tempo; ed anche la stessa verità è sovente 19 tuna tforza che siede nella universalità,. " < Or> a ben considerare _qualunque lingue, troviamo che non può se non secondare 17 1i senso delle cose che l'universa natura imprime18 nella mente umana, e che l'uomo tenta di riprodurre con la facoltà di articolare la voce, e con l'altra di perpetuare le articolazioni 19 Co' segni 20 della scrittura. Or 21 in tutto ciò di cui abbiamo sehsazioni,„ e m dificazi ni de. *te di -e a:: 'i a ., non 22 possiamo avere che Clatti'd CO e: • q ah •degli o[gge]t, i, azioni degli oggetti, e coerenza I grammatterthiThiano gli...222 OSSobiti, nomi sos. antivi; - la qua A& degli oggetti, nomi adiettivi; .0141~,er -1-glIgIU di co-27ar e di di[f]ferenza,. ,; . e iiiigge -erprninazioni inesaffélifidseia corifilse di Eante definizioni, ii,nromts --u6a504 • nè fossero quanto possibilmente I può Dopo questa parola il F. lasciò uno spazio bianco. Però per se ne • l'Orlando de. 9 pochi potranno in quello stile tlegge. s'a. Segue una parola illeggibile. gli Inizio di parola canc, illeggibile. che.... altra forza, e da Molto probabilmente il discorso continua nel verso della carta. le cose nell'animo umano con scritti da tutte le operazioni del nostro cervello, le cose abbiamo vediamo le e t§021A" 2 43 6 6 7 10 11 12 13 14 /5 16 17 18 19 20 21 22 23 ib-ssAk, 6z, • Dico dunque 2 delle e q. • Continua alla c. 8.r. 5 Segue una parola illeggibile. 6 « perchè » non cancellato. •7 azioni - La emozione 6 poco chiara a ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 235 ampliazioui, eccezioni, che la grammatica la quale doveva essere insegnata per via sensibilissima e per così dir materiale, onde riescire utile alle astrazioni, fu insegnata invece all'opposito, in modo che i ragazzi non imparan mai, porcile) giugn.on dall'astratto all'ignoto. 1 Ma, fino a che altri non distrugga questa semplice e brevissima division.e 2 degli elementi della lingua, dico: che il disegno < consiste n.eLkssiers,,,,_A2yandosi do,ll'oggetto, qit'rdèv essere precisamente accennato; pe getto si vuol dare 1 ual. è ch'io chiamerò merò arra[b]bia o' amelico ur il cane < arra[b]biato > famelico urlante.' e anteponessi o posponessi con mille tpermutazioni diverse questi tre eriteti, mi pa[rirebbe che il colorito guastasse (var.: opprimesse) il disegno e i 5 .... del pensiero, 6 e che l'oggetto avesse pochissima azione, perchè non v'è verbi; se invece del tcolorito, io one • v bi e dicessi: 'il cane affamò, arrabbiò, urlò', io con 7 Oti l .... e patite e fatte al cane 8 , e non v'è pittura -perchè non abbiamo contermoi4.raneith, di moto.; ma se con-Fc-dhomic-a1-2 distribliii&iFtl'aziene- e oTgaro_71°-iò-ain: il cane ur1alat9 , per re.,13tiàdifErie < mori > , ta-piMiiterò il penii.i5K6aill-o,'Ie cause della rabbia, il colore del-trob1414. l'urlo 11 .... all'ultima azione del mordere.-=-311, 11 Poeta che vuole -7oltrénteLosattezza del raziocinio percuotere l'immaginazione,ti,.mttte"- 1. ircane nell'oscurità, anzi t6 lo trasforma in 'cagne', che destano ideartMerm-er4a• che le si vedano 12 U?iare m mezzo alle ombre,• da che il viaggiatore trovaraariii luogo SpaVeiitoso; al primo urlo de' cani, vede 12 per tema d'immaginazione apparir le zanne della fiera arrabbiata a straziarlo senza difesa. " Ed 15 .... la ragione per cui in poesia si devon presentare 16 pen-( sieri che colpiscano l'immaginazione in guisa che il lettore se li vedevi dipiii iie Viene che le-astrtttioni sono tritresissime nietfarsi versi, e che (var.: perchè) non hanno corpo nè qualità, nè azioni sensibili. • r1C3P41 (frr9 otd erne06 CENik)t. Pirgaeda45.4 orat.6 k --Vrere) i )il. Cnerr) tietArY40010.« e in parte illeatile. kwaér cZo 4-46.., S Manca il verbo principale della frase. '9 Così aveva scritto, ma poi corresse l'inizio chiara. 10 e con /o 11 Sia la parola cancellata sia la correzione 12 abbaiare in 13 tper 14 Questa ragione lb Segue una parola illeggibile. 16 oggetti - Nell'interlinea il F. segnò un articolo femminile « le », e pure al femminile 6 il pronome più avanti, ma questa correzione non 6 chiara. 17 poesia efi'5TJTòstanziale, e io cane: all'ogQ però 4 lo chiae ; or s' io dicessi: della parola in maniera poco sono illeggibili. 236 TRADUZIONI DELL'ILIADE Probabilmente il F. veniva poi a parlare del chiaroscuro nell'arte, come risulta dal brano che si legge alla e. 7 r. e v.: - 5 ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 287 E qui la mi lasci far un po' da pedante. Il Vossio, 1 che era ,non so dire se l'Achille o l'Ajace delle 2 battaglie erudite, cambiò il quarto verso così: Et validis cycni torrentibus ex Heliconis '; frovo Del chiaroscuro. 1 E v'è un.'altr'arte suggerita dalla natura, e 2 dallo stato perpetuamente ondeggiante della nostra vita che è una serie di moti 3 lentissimi e concitati, c..1.12a_ssione e di ragione, di dolore-T-di piacex="i <'alla S tal:6U' insomma c-ErWillitria-secreta-arinimin-drtiffte::ih, .b61à1ffellit-é-ga -6751-61-1Frar-ainang chiaires s-hrphogitefpuet-gtoititivarpteittilitamenfédi quest' arte , d'a-cliv~Itando le idee intermedie 7 e cogliendo le differenze più risaltanti forma 8 un_contrasto d' 9 idee e di. suoni in .guisa che l'uno o > nag'~nte_trisorgere l'altro. Questo_shiaroscuro applica o a-rfa7-V-me: Nec simili penetrant auris primordia forma Quum tuba depresso graviter sub murmure mugit Aut reboant rauco retrocita cornua, bombum Vallibus et cycni gelidis orti ex Heliconis, Cum liquidam tollunt lugubri voce querelam. ' 10 Ella vede in questi versi notate (var.: accennate) le cagioni delto che la voce, che è pur essa d'elementi corporei,11 produce diecondo i suoi suoni nel nostro orecchio; 13 e per quanto li-giga senza sentire nel 14 secondo e nel terzo verso il suono della tromba che rimbomba raucamente muggendo, 15 ne' due ultimi il lamento 16 che divide dolcemente l'aere 17 .... dal balzo del cigno morente. e guastò primamente la storia naturale levandò il gelidis vallibus da che il cigno ama 3 Ie. valli e i 4 .. climi - .5 la guastò ponendovi i 'torrenti', iChe --Cigni'aitià-errapi 6 e i fiumi di corso tranquillo; 7 guastò l'allusione del poeta il quale facendo albergare i cigni cantanti in Elicona fa indirettamente sentire che 8 la sola immaginazione de' poeti avesse dotato i cigni di canto; - il peggio è che guastò il contrasto di suoni e d'immagini, con lo `strep it O' 10 e con la `gagliardia' non so perchè accennata di que"tor• renti', e levò l'iato molle 11 che vien dalle vocali di 'orti', ex e dall'aspirazione dell" Heliconis 2. - E puma e dopo il Vossio rnol. tissimi si provarono a tormentare senza perchè sì bel verso.13 Con queste osservazioni si collegano le altre sull'effetto dei suoni nel s'orso, che si leggono alla e. li r. e v.: 6 Del leggere i versi. 13 14 Da sì fatto 15 inesprimibile effetto de' versi, considerati astratta& mente nel loro suono può derivare l'armonia ne' traduttori e le irn• magini diversamente clorite, e i suoni armoniosi" nella mente del traduttore; che se un egregio cantante ripetesse più volte un'aria a una fanciulla nata '7 a riescire nel canto; o se un maestro '8 dopo averle . . ari,; -; ;aie; • Un artificio poco usat. I Un'arte 2 dall'on. • dal. 4 chi. 5 E i poeti possono più ch'altri - Il F. non corresse il verbo. 6 non 7 può 8 Nel ms.: « formano ». • armonia 19 La citazione è di Lucrezio, IV 545-9; .1 passo è uno dei più e le edizioni moderne o 'versa da quella qui commentata dal F. 11 fa 12 nei 13 /a.... 14 qua,. 15 e del cig. 16 dolcissimo del cigno che si vola mes. - Il F. non cancellò l'aggettivo « dolcissimo », ripreso poco dopo nell'avverbio. • 17 Segue una parola illeggibile. ch'era 2 pale& 3 i climi fred. 4 Segue una parola illeggibile. 5 Seguono queste parole: « guastò inoltre », ma il discorso è ripreso in maniera leggermente diversa nella seconda colonna del verso della carta, dove continua. 6 tranquilli 7 ma il peggio si è che rovinò il bel contrasto final. 8 il canto fosse as. 9 si 19 di que' torrenti < gagliaffdi > e con quel 11 delle vo. 12 Così, scrissero. - Qui s'interrompe; più in basso il F. abbozzò l'inizio di un altro passo, subito interrotto: o Il che I Dio voglia che Nè io sono I /ami° queste osservazioni per i pedanti, che non temo gli eruditi, be.*. 13 Questo brano fu in parte riportato dal Viglione (p. 255, nota 2). 14 Quanto indeffin. f E quanto 15 indici.. 16 ne' sotto la pe. 17 ad 18 di musica controversi riportata e 238 TRADUZIONI DELL'ILIADE insegnato il modo di leggere la musica, le spiegasse maestrevolmente l'aria medesima, chi non vede che l' imitatrice potrebbe più presto rapire 1 l'aria al cantore, e vestirla della sua voce? Ed in poesia l'essersi imbevuto dell'armonia dell'ori Male è più necessario, < in > quanto che le versioni posale , e sraTio pur fedelissime, ti danno parole che mentre spiegano il testo più chiaramente, gli levano il 8 .... senso 4, e lo splendore e la vita. 5 E come mai il traduttore può fidarsi di una interpretazione latina se le interpietazioni stesse dal latino al latino, benchè si giovino per lo più degli stessi vocaboli, uccidono la poesia levandole la armonia < imitatrice > del verso, e la ardita giuntura delle parole? 6 Turn. poteris magn.as moles cognoscere eorum S peluncasque velut saxis pendentibus structas Cernere, quas venti cum tempestate coorta Complerunt, magno indignantur murmure clausi Nubibus, in caveisque ferarum more minantur: Nimc hinc, nunc illinc fremitus per nubila mittunt; Quaerentesque viam circumversantur, et ignis Semina convollrunt e nubibus, atque ita cogunt rotantque cavis flammam fornacibus intus, Donec divolEa fulserunt nube corusci. ' 7 Così il poeta descrive 8 l'origine del [fulmine], 9 del lampo, e del tuono, prodotta dalla co[l]lisione 10 dell'aria concitata che si sprigiona" lottando con la densità delle nuvole; e l'interpretazione 12 presenterà l'idee più chiare alla mente: 13 Tura enim [cogn.oseere poteris nubes esse altas, et videre speluneas in ills velut saNis pendentibus structas, quas speluncas cum 1 il cant,o 2 per guanto 3 Segue una parola illeggibile. 4 e la vita 5 E che specie d'aiuto al Qui il F. segnò un asterisco per rinviare ad un'altra carta, forse alla seconda colonna della c. 11 v., ma qui di seguito va collocato il passo su Luerezio che si legge nell'altra colonna della medesima e. 11 r. 7 Lucrezio, VI, 194-203. Questo passo è riferito nella lezione del Creech, seguita dal F. 8 la natura del fulmine I lampo 9 t fulmine » è qui conservato nel testo, perchè il F. correggendo in o tuono » non si avvide della ripetizione. 10 del conci. con 12 suone. I recherà I prese. 12 Continua nel verso della carta, nella seconda colonna, dove il F. incominciò la citazione del brano in prosa latina, scrivendo le prime due parole della parafrasi di questi versi, che si trova nella seguente opera: « Titi Lucretii Cari De Rerum Natura libri sex: quibus interpretationem et notes addidit Thomas Creech, collegii omnium animarum socius », pubblicata per la prima volta nel 1695 e poi più volte ristampata, con titoli leggermente diversi. Per le citazioni del testo, si è tenuta presente l'edizione Oxonii, 1807. ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 239 validi venti impleverint, nubibus inclusi magno murmure indignantur, et ut ferae in caveis fremunt. Nulle ex hae, nune ex illa parte murmura emittunt, et viam quaerentes circumversantur, multa ignis semina e nubibus corradunt, in unum congregant, versantque flammam in cavis nubium fornaeibus, donee tandem dirupta nube erumpunt multo fulgore coruscantesT Ma l'orecchio aveva nell'agitazione ' e nel fremito di que' versi recate al pensiero 1 le ragioni di questa prosa con maggiore rapidità, e le aveva già, convertite in immagini evidenti e sonanti. Quandaj~k pubteeò l'aMologia_greca 2 esecrando p...§Lajip poQg1i autpyi,j1ilettorLdelrintexprotazi.9 a io che appena sapeva leggere il greco tacciai quell'uomo dotto di troppa severità, e giudicai che 3 se pochi conoscevano almen da lontano i poeti, pochissimi
  • d' ora innanzi. Ma 4 quanto più la necessità 5 mi stringeva a studiare i greci nel loro idioma, e il ° profitto, per quanto poco si fosse-,--efeicr7---newandavertfaeendor-mi fece desiderare che tutti gli editori de' ° greci " ascoltino il consiglio di Brunck; pochi invero conosceranno 11 Ve' grandi scrittori, ma bene; e moltissimi non li conoscerannò male, e non li tradurranno assai peggio. Alla c. 16 v. e r. si trova la conclusione della lettera: - 7 Applicandola dunque alla sola poesia, ed al disegno, dico, che quel pensiero sarà meglio disegnato in cui 12 < > ossea° can229gkrieris sopra tutti gli altri; _poi, dove le aualità. < , ossiirT.—Colori, > meno più veré,—più- rarté, e piu evidentemente espresse; dove le azioni,. ossian.o gli atteggiamenti, sienóMrvéfiréfifiTilóirfreendo nè fitrflt"riposato nè troppo 13 ; nè troppo concitato quando 1 l'immagini di 2 e nel proe. I maledice - Cfr.: « Analecta vets rem. Editore Rich. Fr, Phil. Brunck. Argentorati, pp. xix-xx. 3 pochi 4 guanto pffe - Il F. cancellò queste due parole, ma poi le riscrisse, nel- l'interlinea. 5 Un « che » aggiunto nell'interlinea indica l'intenzione del F. di mutare la struttura del periodo. 6 poco 7 ricavava " partigiano della poeti lo imitassero da Bru. 11 i poeti 12 gli / l'oggetto sarà - L'aggiunta interlineare è illeggibile. 13 Seguono alcune parole illeggibili. poetarum graeco- p.„04.10,45 . t , ." vra , ,, .,,,,,.,A.44.4 Aabta.4/ 4'4" Lt i. I iL,..i„.i .4 " ik.414.3,1"44 r: i7/11 lk. '44. •croN. Illk qr" 1... sAIA.4.1.4 , < • •-• iu- 144.-4Z-Irm-014, 04( • ..a.t.-ii .,4 '-x •.) ' ' I i L'-ww tie.t,;4...,A. ala t...:, „. A s p\L, 1., , .? A' il ZA 4' #C4 fss /1..••• ""ta ck i i , 4%.,.. Irta...6 vikC 'k....7-',:tclir"--41Cli.,A.• tHQ 0 • \ ''' *"...." ;IL,•it.f. i i ,-- 1--N „.1,.... i., 4*.••. 40fi',.-4`..(.1 et. i . "•••• Piatift //in, :t....41.4, Lo< t4A fi-. ,.._: t G:v-ti-... .., t , roff4„, 4 , t, 14A)." 4- ,-wy...,,,, ''' ''v--,-----u„. ,.:,,..), . .,....,.. ,.',....,. 5c. ce%a 4 çr r4444 114,144 ./tAlfre ./^1. ) 1/4"-ev dif 4 , tuAAAJ., • 4.3" 1/4.• , L, 1..+411 4-••• t i 4 41 " ,, i...1i• , 6" i111 O-CY 'r a9 • , , 'S eivelirilib 't t'011.)Air4 • ,44 4e. ot w• • ktise, .1 4.3 ;:"• ..1 . 46 0 bilou re1,4 $4 4 • • h 4 .,. ro.- 56••4116., • isio, I. V L.• , \ i "1' o i os, o. lanoserit ti Labroniei, vol. XXXVIT, fase. LX, e. 6 V. lo schoma tMIi lilt (era al ed il frammento di dedica alla contessa (l'Allmny: non Mi 1111101011 114.1111 Cotogradia l'annotazione a. la pis del Caldi. I t ;LI ' l " 240 TRADUZIONI DELL'ILIADE basti poco, nè poco quando bisogni molto; finalmente quando 1 le particelle, ossia Qui s'interrompe, e riprende poco dopo così: O 2 Forse ella si nojerà di tanti esempi, l'un dopo l'altro pari alle cinque 3 ...v,Pli-roc4.0.r) i susseguentesi ; ma non le 4 .... che da' fatti, però non posso citare che fatti. Il disegno d'una bella figura, e sia di mano di Raffaele, se non è lumeggiato sarà per le sue proporzioni ammirabile 5 a' maestri, ma frettltrargli occhi ed al cuore degli altri; colorita e 6 risaltante da un 7 campo opportuno, e posta 8 nel suo hime, qi.fera figura, comincierh, A.,„, ...,, a piacere 9 a ~ noi tutti; ma se, 1° quantunque egregiamente dise' gnata, e. u s b tp le che a ano a figura rappresencolorita, .non avesse nessuna ne che c fa i pretare_i cesse ntertata, la s ra m a iione si rimarrebbe senza esercizio; n [se _ . -poi la figura è mal disegnata (var.; scelta) a principio, 12 i colori e le _ attitudin quanto siano 13 espressive abbagliano il popolo solamente]. 1 ev'essere l'oggetto 15 espresso dallo scrittore; primamente be se ed eirlden—tenfente mostrato; poscia dipinto con le qualità e con Pespressicpi . Qui s'interromp,; il discorso riprende nella prima colonna del retto della carta: ..., 16 Nella poesia 17 bisogna non descrivere mai, e dipingere sempre; 18 I anzi spesso senza parer di dipingere eccitare 19 le ir4Magirittiioni Vefée vive che 21-eccita —dhi—vb1eSse invogliare un iiona- o _ . ..... .„ gli 2 E perchè i soli fatti m'hanno insegnato 3 Le due parole che seguono, e l'avverb io che chiude la frase sono illeg- gibili. 4 Segue una parola illeggibile. 5 agrintelligenti 6 campeggiante 7 fondo 8 in 9 agli occhi, 10 è disegnata senza 11 Sulle righe fra parentesi quadre il F. tracciò un frego di penna. 12 nè 13 vive 14 Così 15 16 A chi considerasse quest. 17 non bisogna descrivere mai 18 dico diping. e spesso 19 il 20 dipinge 21 la pittura ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 241 della vita tranquilla e gli presentasse 1 i vaghi uaes_etti < cani...castri > che ho veduti appesi nel suo studio, fatti damolti egregrinii6gi're da lei, 2 tutti ricordandomi spesso la inquietudine 3 r) 66) 6 h-E.Zieq, J eaes:(4: I 10 A lei tuttavia por 11 incantarmi la fantasia e guidarmela 12 alla vita campestre, è convenuto dipingere ad ip:2.oa4 up.o, tutti Auegli -21-1 ---- oggetti; al poeta invece bastan-O—difé—V6iSin, g— Clifé-gli" d'agili tutti, rAttLita_ .4_. sbiikaMédescriverli ph, dipingerli, ne 13 quasi accennarli, sii4-dieguiilb g.--.... . 51_0o oriiano a 'se at s [e parlano] 15 al lettore e 115 persuadonor ..._ — i , — 'Silvani ramosa domus quo dulcis ab aestu pric-40... Fistulas poturas ire jubebat oves. ' 16 (AD 0Ort Eccole la verde selva, che è 17 casa insieme e sacra dimora di un Silvano, e pare seduto a quell'ombra; e certo hal9 un ttorrentello a' suoi piedi, poichè le pecore corrono a dissetarsi, e le si tvedono affannate dal sole estivo, e si tguarda con19 .... obbedienti 2° alla chiamata di quel V • ... 0M-1CY cratii.0.— CitS55. yx5cx. uno di quei bellissi. 2 e che 3 Seguono tre parole illeggibili. Poi il F. lasciò lo spazio di un rigo, scrivendo un << Mi », che non si capisce se è l'inizio di una citazione o l'avvio di un nuovo periodo. 4 5 e cap. 6 e benchè 7 facevano 8 secre. 9 Qui il F. lasciò lo spazio di tre righe per una citazione. 10 Tuttavia il 11 destarmi I esercitarmi l'immaginazione 12 alla campagna 13 tnumerar/. 14 presen. I dipingono da sè 15 Le parole fra parentesi quadre furono dal F. cancellate ma non so- stituite. 16 Properzio, IV, IV, 5-6. 1 1 8 7 ;. i . e p ino atria 19 Segue una parola illeggibile; il Mayer leggeva: « compiacenza ». 20 Seguono, aggiunte nello spazio in basso, alcune parole poco chiare, ma il discorso continua nell'altra colonna. 16. - FoscoLo. Opere. Vol. III. vedeva boschetti, e fiumi correnti, e limpidissimi laghi, e solitarj meditanti, e innamorati con tbagnanti, e pastori < co' loro armenti >, 5 frascati di pergola, 6 tutti questi oggetti cospiravano in una sola idea per artificio del tmaestro, e mi 7 invogliavano con 8 improvviso e secreto incantesimo alla pacifica tranquillità della vita e spesso fra me gridai: 9 634 j Yniatle; atItai 242 TRADUZIONI DELL'ILIADE Silvano che le 1 invita a rinfrescarsi a suon di zampogna 2 .... la dolcezza di quella 3 ....; 4 e tutto in si poche parole, e inoltre Qui s'interrompe, ma subito segue la chiusa della lettera: Diceva 5 il Conte Alfieri: 'i 4)itt ori non v olt an foglio' ; al che taluno 6 de' tanti poeti irre1igT6ST della for arte, potrebbe rispondere: 'ma i poeti non arrestano a lor posta il lettore'. Ed in parte è vero; ma è vero 7 in tutto e per tutto / che la successione 8 e quasi la contemporaneità de' movimenti, )ì ,AssolutarnéfiTeiriíe'-édetta al pittore, e che Omero vi conduce 9 in un 031),»aezzo verso 0,.a;11!410,p,.,_d'Oliinpo, agli abissi del mare. T E se l'uomo a quel passo non trovasi attonito, e ella colpa del poeta, o 10 del misero che sta leggicchiandolo? Rileggo questa mia lettera, e la mi pare si lunga ch'io son certo che parrà lunghissima a lei; li e fors'anche le mie osservazioni 12 parranno 13 sofisticamente sottili; e saranno forse; 14 ma 15 perchè le mi sono 16 venute alla mente senza ch'io le 17 ...., e le mi tornano ad ogni passo di grande scrittore ch'io leggo, 18 io le scrivo con 19 !tranquilla coscienza di non 20 essermi studiato 21 a sottilizzare su l'arte. Ma se in tutto o in parte le paressero vere non le rincrescerà di 22 dar un'occhiata anche alla lettera seguente. 23 1 chia. a bere - Altri brevi appunti sono illeggibili. 2 Segue una parola illeggibile. 3 Segue una parola illeggibile. 4 e con sì .... pochi versi 5 i pitt. 6 poco I mal pratico della poesia 7 altresì 8 de d'un salto W di chi 11 ma se le mie osservazioni le sembrano da una fantasia che non 12 /e 13 Botta m. 14 per altro 15 perch'io le ricavate - Il F. non corresse la congiunzione causale. 16 saltate 17 Segue una parola illeggibile. 18 Nel ms.: «ch'io », ma va corretto. 19 la 20 voler 21 mai a 22 leggere 23 Dell'esame che come risulterebbe dallo schema (vedi sopra, p. 216, n. 2) il F. intendeva fare dei vari traduttori in questa lettera, non rimane nessuna traccia. Soltanto alla c. 3 r. del fase. LVI si legge questo passo, che a torto il Viglione (p. 266) comprese nel testo della lettera al Monti: KRIDOLFI. Certo parve animato dalla stessa religione di fedeltà, e con pari intelligenza di greco, e con più pazienza ed esame del suo originale, ma meno preESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 242 conizzato, ed a torto dimenticato oggi, un abate Chioggio[t]ò, dotto Palmo Ridelfi, tradusse Omero; il suo stile è rare volte triviale, non mai alto ma11011 figure, con poca verseggiatura; ma si vede fedelissimo tutti i contorni Olmo". quasi carta ogliata che dilucidi un quadro il giudizio di Michelang0101 ad ho molti parecchi luoghi so non che alle volte alcun tveneziamento, o Ohi V11010 così vedere Omero lo legga. Terzo, a quanto io mi sappia, il Ceruti stampò Omero, e vedo nona MI .... della)). vere, e non sì soffistiche e dettate pii; ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI [Lettera n. 2.] Al S.r Abate Ludovico Di Breme 1 [Dello stile] (mss. L, XXXVII, fasc. LXVII, c. 1 r. e v.) Le opinioni 2 intorno [al] disegno dello stile le quali io 3 ho promesso di scriverle, (var.: Le opinioni ch'io promisi di scrivere 4 intorno 8 alla origine del disegno nello stile 6), potrebbero 7 facilmente raccogliersi in ° mezzo foglio. Quando io le avessi1° accennati i11 principi 12 da' quali le ho derivate, ella13 li abbandonerebbe come14 fantastici e inutili, o conoscendoli veri, ne tra[r]rebbe le conseguenze da sè. Ma 15 parlando al pubblico di 16 speculazioni che appena possono 17 trattarsi con pochi, 18 mi vedo obbligato a scrivere più ch'io non vorrei, affinchè, se alcun vantaggio 19 si potesse mai cavarne, ridondi in vantaggio di tutti. D'una cosa voglio 20 preavverti[ti] i lettori; ed è: che siccome le mie speculazioni 21 sono corol[l]arii di molti e molti anni 22 di pratica nell'arte, così nessuna obbiezione disprezzerò di quelli che 23, avendo 1 Queste pagine sono inedite. Il F. numerò le quattro colonne, che riempiono il retto e il verso della carta, indicando l'ordine di successione. 2 8.2a 3 aveva 4 Aveva scritto: « ch'io promisi di scriverle #. 5 al diseg. 6 Questa var. si legge di fianco, nell'altra colonna. 7 essere 8 poc. 9 Aveva scritto: « ; e quando ». 10 acc. chi. 11 miei 12 sulle dalle 13 o .... 14 ins.... 15 pubblicando questa lettera 16 materie 17 tehiamare 18 sono 19 può trarsi dalle mie speculazioni, non 20 avvertiti 21 derivano / tfan tsunto 22 d'esperienza nel fare da me, nella 23 dop. praticata l'arte, avranno dedotte esperienze più 1 mature, O agevoli delle mio; ma 3 di coloro che 4 ad .... di saper come care, nè disegnare l'architettura d'una casa, .... d'architot riderò sempre, e 7 lascierò che giovino a' giudici dell'arte i q dono di mostrarsi dotti, criticando con teorie metafisiche ed Ma se quo' maestri avrebbero (sic) trattata un'arte, s'acoorger• che i difetti de' grandi ingegni non derivano 8 così dal loro p pere, quanto dagli ostacoli insormontabili che la ° divina frappone alle mortali forze dell'uomo;10 ed è vero pur anche oh virtù è assediata e contigua a due vizi; e come la liberalità, 11 di. lunque parte si pieghi sta per cadere nell'avarizia, o noi così ogni passo nuovo e generoso nelle arti è fiancheggiato parte > da precipizi — Ben disse 12 l'agricoltore a chi gli dio zappasse 13 meglio: Qui s'interrompe. Il discorso continua nella prima colonna del vo carta, segnata dal F. col numero 2: Parmi d'avere nella lettera al Sigr Fabre 14 gli che bastino a guidare 13 la gioventù dal noto all'ignoto; e notomizzati in guisa che 16 possa imparare a osservarli 17 no' sè. Or dunque da' fatti risalirò alle ragioni. Certo è che unico 18 mezzo materiale a tutti gli scrittori e sarà, la parola 19. Questa dunque va primamente considera vuol trovare come giovi al disegno del pensiero, anzi lo 1° 0111 stessa; e se pochi le giovano avviene o dal non essere nati 21 alle arti letterarie, o dall'essere fra 22 que' tanti mortali da 23 maestri ignoranti. 24 facili li 3 da 4 senza avere fabbricata una casa - La correzione in parto 6 i 5 scrivono filosoficamente d'architettura - La correzione 6 illeggib 6 e degli alt. 7 senza temere 8 tanto dalla Natura e se è vero che ogni virtù dell'ani. siede I pende fra un mi. I il poeta, pia quanti i giovani possano d'ora innanzi ved. da s4 ne' poeti ele. - Una aggiunta canc. nell'interlinea è illeggibile. ; na per qua. la diversità degli ingegni, de' paesi, e de' tempi p concederanno mai rerun altro .... 2° taciti. 21 alla gloria delle arti 22 moltissimi mal educati 23 tristi. 21 Tutto quanto I Quanto 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 246 TRADUZIONI DELL'ILIADE Gli uomini in qualunque lingua esprimono 2 primamente gli ig_e t t i, che i grammatici chiamano nomi sostantivi; poscia le quaiM—Tessión-érti.; e sTn-6—glt-Ti.ggiuntl, IT—gri—elAreti 9; finalmente 17zióne 4 degli oggetti misti alla lor qualità o 5 agiscono in e se medérim"-Z-6 soVra gli altri; finalmente esprimono la coerenza, la differenza, il nesso o la divisione de li oggetti, de111.925:_t_ti, e de' 19ro moti, riréltrreThIréfargalimsular '73511C-Alrirr a sua v6glia 8 scorno per 10 usurpare 12 a' scienziati un lor termine solenne, 12 analizzi ogni lingua, e 13 si convincerà, che 14 Col nostri sensi e la nostra favella di sentire, 15 d'timaginare e di pensare non sono tesaminati se non dagli oggetti, dalle loro qualità, dalle loro azioni, " dal loro ordine, e quindi tutti i segni si riducono a queste quattro specie soltanto. 17 Vero è che gl' ideologisti mi opporranno (var.: affronteranno - 28 — assaliranno) tcerte forti 19 targomentazioni, non insolubili per avventura; la prima 28: se i segni 22 di tutte le idee sono così. limitati, 22 donde yien28 ella l'infinita diversità che quo' segni assumono nelle espressioni delle passioni e delle immagini Rispondesi che 24 4 soli numeri, 25 nelle loro permutazioni ricevono 26 accidenti, e 27 unite le cifre una con l'altra, l'uno col 4 fanno 14; e il 4 - 3 fanno 43, e tutti quattro insieme farebbero 1234, 2143; così quattro specie di segni che non esprimono la nuda quantità, bensì 28 l'o[g]getto so- 1 Segue una parola illeggibile. 2 o gli oggetti 9 1.1 F. scrisse: e eppitetti e. 4 d'essi 5 tPatiseono 6 86, o fanno 7 esamini, 8 di. 9 ricomponga di. ogni Il F. ripete la parola: « termini e. vedrà non vi son se non oggetti e di pensare dalla loro uni. Due obbiezioni occorrono Un'altra variante è illeggibile. obbiezioni che d'ogni li. come - Seguono queste parole: e da che deriva che », ma il periodo continua in forma modificata nell'altra colonna. 23 egli ch,e 24 le I siccome 25 combinati insi. 26 II F. lasciò, qui lo spazio bianco per una parola. 27 uniti fra loro con l'I. e 4 28 la ESPERIMENTO DEL 1814: FRAMMENTI DI PREFAZIONI 247 stanziale, e tutte le sue qualità, producono tante < tinnunaerevoli > condizioni che tutte le tastrazioni de' matematici non potrebbero i 2 ricavarne l'infinitesima parte. Ogni individuo e ha d un'attitudine necessariamente diversa di concepire nella tempra individuale delle sue facoltà; ed ogni oggetto e le sue idee concomitanti eccita una serie.' si diversa d'idee che non pare quasi il medesimo oggetto. 7 - Che se 8 in un'accademia di artefici, di letterati e di scienziati (O di queste n'abbiamo 9 infinite) tutti intenti esclusivamente alla lor arte, e senz'altra passione che ill-rfortyltrer-degli-oggetttde---ertli 4u'attICèdedemifcil-non-31-n'esistonko; tre o se si presentasse W» giovine • bella, e sorridente e di 12 tvivace tcolore, e di 19 bellissimo ciglio, e di voluttuosi tcontorni di 14 bocca, certo è che lo stesi; oggetto dato 15 in quegli accademici desterebbe idee affatta.dizerao.---Tallta—e-st fatta—è la divoraW 6.1i. oggetti medesimi par. toriscono infinite idee nella mente dell'uomo, " e le esprimono18 sempro con la stessa specie di segni.19 S[e] poi la giovine di bellissime labbra, uscendo - nè io consiglio veruna ad entrarvi - dall'accademi[a], 19 verrebbe (sic) al teatro ed al ballo, e tutti giovani e vecchi lodatoti e censori, donne d'animo generoso, e d'animo livido, osservino In beltà di quelle labbra, certo è che non pensando 22 da pittori da int• terati o da scienziati, eserciteranno poco o nulla l'osservazione, Il i% moltissimo le passioni. Le belle 23 che si crederanno dotate 24 di limo desimo tornamento le loderanno le belle labbra; 25 altre miseeranni, alle lodi che non potranno negare, il difetto 26 d'altre parti del volto e misere acciecate dall'invidia " le biasimeranno; gl'innamorati iii 1 tutti i suoi accidenti, e .... 2 ricavarle - Il F. riscrisse la medesima parola, da noi corretta noi 9 non solo 4 un'indole ecci. diversa I tale A chi vedesse a 9 molte 10 Seguono due parole illeggibili. 11 so dove 12 bellissima [Io.] e voluttuosissima forma 13 14 b e1l b i r s a s In a forma 15 i labbri di 16 Il discorso riprende nella seconda colonna del retto della cari n, iliov«. il F. segnò il numero 4. 17 ed 18 co' medesimi 19 S'ella poi levando questalbe. 20 presenti 91 a dipin. 99 e daranno 23 sue pari 24 dalla natura 25 /e 26 del contorno degli I del volto 27 non 10 11 12 18 14 16 16 17 18 19 20 21 22 5 6 7 8 248 TRADUZIONI DELL'ILIADE altre donne non ci troveranno miracoli; i libertini insidiatori di tutte i 2 mormoreranno 8 senza sapere di imitare la pittura, o in qualunque 4 altro gergo, le idee della coquetta 5 latina 8. La diversità dunque delle < 7 .... e delle > passioni diversifica le idee, e 8 le espressioni; ma spogliate le frasi del colore che ogni individuo che abbia parlato di quelle labbra 9, non troveremo se non se labbra, belle, todorose 10, purpuree, ben tagliate, spiranti amore, e quanti altri aggiunti danno i poeti tn.ella t espressione; non sempre oggetti S'interrompe, e la lettera rimane così incompiuta. i e i sentimentali I i platonici sospiranti per tutte 2 L'aggiunta si legge in fondo al passo, prima dell'altro capoverso. 3 la don. I di latino 4 altra idea. 5 attribuite 8 Qui il F. lasciò uno spazio bianco, forse per una citazione. 7 osservazioni — La correzione 6 illeggibile. 8 le passioni 9 Manca il verbo principale della proposizione. 10 rubi. [Lettera n. 3.] [Al S.r Ugo Brunetti, della necessità di molti de' requisiti < > d'Omero.]' (mss. L, XXXVII, fase. LVIII) — 1 — La lettera incomincia alla e. l r.: Il catalogo delle navi è 2 nell'Iliade lo squarcio più arduo por ohi lo traduce, e < il > più noi oso a chi legge; e nondimeno il traduttore e i lettori paragonando questa rassegna a tutte le altre de' poemi epici, e considerandola con desiderio di conoscere la Grecia antiOhillu sima, ricaverà più diletto e più vantaggio che in tutti gli altri podi. La geografia 3 de' paesi di tutti i popoli congiurati alla rovina di Troja ha nell'originale un perpetuo incantesimo per l'armonioso 00ilOs cazione di tanti nomi, da' quali risultano quasi sempre de' versi 4 O. fluidi, or concitati ora splendidi, e se noi pure la sentiamo leggervi° il greco con si incerta pronunzia, quanto pia amabile doveva riosoiro all' orecchio de' greci. 5 Inoltre Omero 6 impetrava grazia al euo lungo catalogo, 7 eccitando co' soli nomi geografici reminiscenze, pubi sioni, e 8 quadri a chi conosceva quo' paesi, e 9 vantava antenati aho militarono nella guerra di Troia, o sapeva le tradizioni religioso < od .) eroiche ch'egli accenna di fuga, ma che bastavano a chi venoravo que' luoghi. Ma noi tardissimi posteri, e stranieri, nè istrutti so non se incertamente delle rovine di quella Grecia antichissima, moltioodrno 1 Cfr. Opere, IX, pp. 364-70; ma si tratta di un'arbitraria ricostruzione del testo, dovuta al tentativo del Mayer di dare unità logica ai molti tram. menti. Dato il tono confidenziale che si sente in alcuni momenti, 6 probabile che questa lettera sia indirizzata al Brunetti. 2 il i lo squarcio 3 del .1 rapidi, I. 5 Il passo continua nell'altra colonna; qui di seguito 6 il seg. frammont0 cane.: « E Omero aveva nel suo catalogo un altro vantaggio che preso a noi < tardissimi > posteri e stranieri, ed [ignari quasi] appena] istruiti ai noti se incertamente delle rovine di quella Grecia molte delle quali perirono, e ne pori. rono i nomi. » 8 nel SUO 7 destando 8 pitt. avea