e>.: • ehÄ «nt, % ' PENSACI, GIACOMINO! * rl; .a bo< 1 ' CaPitano' of, ' 'oprio casľa. J capitano! A rivedería! ja! Grazie, grazie... i I Petclla entro nel portonci; fliubilanre, esuJtante, sgrign^ ihiri parlanti mosoiiwW i an J-- .1 parlanti u~~~— tri qucUi che inconw* i il.in curti tre giorni il professore Agostino Toti non ha in casa quella pace, quel riso, a cui crede ormai di aver ^Hacirca settanťanni, e dir che sia unbel vecchio, non si potrebbe neanche dire: piccoletto, con la testa erossa, calva, senza collo, il torso sproporzionato su due gambettine da uccello... Si, si: il professor Toti lo sa bene, e non si fa la minima illusione, perciö, che Maddalena, la bella mogliettina, ehe non ha an-cora ventisei anni, lo possa amare per se stesso. Ě vero che egli se ľe preša povera e ľha inalzata: figliuola del bidello del liceo, ě díventata moglie d'un professore ordinario di scienze naturali, tra pochi mesi con diritto al massimo della pensione; non solo, ma ricco anche da due anni per una fortuna impensa-ta, per una vera manna dal cielo: una ereditä di quasi duecentomila lire, da parte d'un fratello spatriato da tanto tempo in Rumenia e morto celibe cola. Non per tutto questo pero il professor Toti crede daver diritto alia pace e al riso. Egli ě filosof o: sa che tutto questo non puö bastare a una moglie giovi-ne e bella. Se ľereditä fosse venuta prima del matrimonio, egU magari avrebbe potuto pretendere da Maddalena un po' di pazienza, che aspettasse cioě la morte sdo n0n lontana Per rifarsi del sacrifizio ďaver mě!Sat° T veccnio- Ma son venute troppo tardi, ahi-trimnľ- duecentomila lire, due anni dopo il ma- füosnf °' quando 8ia- quando §ia ü Professor Totl üricamente aveva riconosciuto, ehe non poteva -—"<*» no bastair ;i < onipciciirc i| pCflSlOtK lllil ' h Cj'JI !( avt-r pin c:hc rnai radone di i rede < cc c il riso ora, con I'ai',t;inrita ,J sa. anlo piu, poi, in quanto ej,|j , ; -v. I.^v, f ramc-ntc c- clabbcnc nor, ■,, c comcnt,' • | j^í ^ b»°nChe car la mofjic, ma ha voluto anche hen i■ lui, il suo buon Giacomino, gia tra i pju v |Care- i, ni suoi al liceo, giovane timido, onesto ^L^"' mo, biondo, bello e ricciuto come un aneelo Ma si, ma si - ha fatto tutto, ha pensatoatutt.il vecchio professore Agostino Toti. Giacomino Del era sfaccendato, e 1'ozio lo addolorava e lo awiHva' ebbene, lui, il professor Toti, gli ha trovato postd nella Banca Agricola, dove ha collocato le duecento-mila lire dell'eredita. C'e anche un bambino, ora, per casa, un angiolet-to di due anni e mezzo, a cui egli si e dedicato tutto, come uno schiavo innamorato. Ogni giorno, nongli par l'ora che finiscano le lezioni al liceo per correrea casa, a soddisfare tutti i capriccetti del suo piccolo tiranno. Veramente, dopo l'eredita, egli avrebbe tuto mettersi a riposo, rinunziando a quel mass ^ della pensione, per consacrare tutto il suo tempo^ bambino. Ma no! Sarebbe stato un P^°' c'e, egli vuol portare fino all'ultimo queUa su^ ^ che gli e stata sempre tanto gravosa. recasse u° moglie proprio per questo, proprio Pervc* at0 un & beneficio a qualcuno cio che per lui e mento tutta la vita! befle^ Sposando con quest'unico intento, cjuaSl una povera giovine, egli ha amato la m * rn#e» t<**-n„~__i. . -n ~:,\ /-Vip m^l K n|jin0' ternamente soltanto. E piú che ma řbanibi s'e messo ad amarla, da che ě nato que ^ cui quasi quasi gli piacerebbe piu ^ xt & nonno, che papá. Questa bugia mco* n Iieta' di -ilcomico. 2 Se non che, da tre gio Chesará accaduto? La I aiipianto; accusa un gioventu!... gl0 -scirdi camera ^Hscrollandoi'ca E^&aletto... a§gira ^ Nim s> í>Po' Pe 5S?5 1 ha. ^t !,," t;>;% Vo'utolS> • *a ho n°n i k*5™ 'ac0 x-llo e ti,,,;. S' ~ hf> fatto c°me ito P v tlno Toti r&S 1 Passer Toftí? m bambino, ora, percasa,^ C mezzo, a cui egli si ě dedicator iavo innamorato. Ognigionp iniscano le Iezionialliceoperr fare tutti i cgjgdJÍJ nente, dopo 1 eredw, i a riposo, rinunziando a ncr consacrare no' Sarebbe £» ^'are "'TanTo alcuno cio intencí Pensaci, Giacomino! Ill i del bambino ignaro gli fa pena; gli pare labbruZj* .j gu0 am0re per lui ne resti off eso. Ma co-che anCJ^ gjsogna pure che si prenda con un bacio me s; oeuativo dalla boccuccia cfc Nini, quel «pa-quellapP^ ficjere tutti j maligni, i quali non sanno P*». c ? tenerezza sua per quell'innocente, la sua fe-ca^e er il bene che ha fatto e che seguita a fare a IiClt donna, a un buon giovinotto, al piccino, e an-sé _ sicuro! - anche a sé - la felicitá di vivere eeH ultimi anni in lieta e dolce compagnia, cammi-nanao per la fossa cosi, con un angioletto per mano. 11 Ridano, ridano pure di lui tutti i maligni! Che ri-sate facili! che risate sciocche! Perché non capisco-no... Perché non si mettono al suo posto... Avverto-no soltanto il comico, anzi il grottesco, della sua si-tuazione, senza saper penetrare nel suo sentimen-to!... Ebbene, che glie n'importa? Egli ě felice. Se non che, da tre giorni... Che sará accaduto? La moglie ha gli occhi gonfii e rossi di pianto; accusa un forte mal di capo; non vuo-le uscir di camera. - Eh, gioventú!... gioventu!... - sospira il professor Toti, scrollando il capo con un risolino mesto e arguto negli occhi e sulle labbra. - Qualche nuvola.. qualche temporaletto... E con Nini s'aggira per casa, afflitto, inquieto, an-cne un p0' irritato, perché... via, proprio non si me- vaniqUeSt0' ^a^a m°glie e da Giacomino. I gio-nan2.non,contano i giorni: ne hanno tanti ancora into un a-Se"' ^a Per un pověro vecchio ě grave perdi-scja c^orno* E sono ormai tre, che la moglie lo la-1° deliz^ ^v03^' come una mosca senza capo, e non con la 13 Cor} quelle ariette e canzoncine cantate piíi queUeCetta *impic*a e fervida, e non gli prodiga Anche Nr"^a °U* e^ ^ ormai avvezzo. ^ttirria i! ^ Ser*° seri°> come se capisca che la n°n ha testa da badare a lui. II professore se 112 LuW Pirandello lo conduce da una stanza all'altra sogno di chinarsi per dargli la ^ n anche lui; lo porta innanzi aUi r' ts*t'fe°?H. la qualche tastosbuffT^^^ loppare un po' Nini su le ginocl' P 1 s*de 7^ zarsi si sente tra le spine. Cinque*^? Si* tato di forzar la mogliettina a parW1 Volte C - Male eh? ti senti ptoprb^ Maddalenina seguita anon volergli dir nu]i ge; lo prega di accostar gli scuri del baW tarsi Nini di la: vuole star sola e al bujo p0N - II capo, eh? Poverina, le fa tanto male il capo... Eh, lalit v'essere stata grossa davvero! ' II professor Toti si reca in cucina e cerca d'abbo dar la servetta, per avere qualche notizia da lei; ma fa larghi giri, perche sa che la servetta gli e nemica; sparla di lui, fuori, come tutti gli altri, e lo mettein berlina, brutta scema! Non riesce a saper nulla neanche da lei. E allora il professor Toti prende una risoluzione eroica: reca Nini dalla mamma e la prega che glielo vesta per benino. - Perche? - domanda ella. , - Lo porto a spassino, - risponde lm. - Oggiete sta... Qua s'annoja, povero bimbo. . La mamma non vorrebbe. Sa de vedendo il vecchio pr^^^^fr no; sa che qualche^^^^ p*** nanche a dirgli: - Ma quanto glisomg re, il suo figliuolo! # . II professor Toti pero insiste. - No, a spassino, a spassino... ino,D* E si reca col bimbo in cjsaj^ n^U Questi abita insiemc con una^ragionea*i gli ha fatto da madre. l^ndo^ ^ $ ficio, la signorina Agata era pr V V a COO1' -rfcheveao! anche col I professor Toti non s F :1 piccino, sorride, balbetta. -Per... perche?... che e?... non £ \iso venire a... ■ Nonce! - s'affretta a rispondere -^.-Giacomino non c e. [do il cap iscusi... ] If! Prarl^ iuvj nun g e. ^Mat;;01^ chin^ndo il signorina... Vabene,-dia credo H> V; cJic tu is« ta. „l pian^'S'iNl Win Hi I Ik. '""Kli J, 1 -ostar Bli!nvolergliH- tanto male il *sa>davvero! P°-"Eh.l»!*» *> si reca in cucinaecetó •eravcrequalchenotSS "Che sa che la servettaglibé ri, come tutti gli altri, e lomettet scema! Non riesce a saperci pressor Toti prendeunari I dalla mammae la prega * lomanda ella- u ^^^^ ,n vorrebbc. ^ Q0\ ?ico •cchio prof5^ ano, - III bo Petjsaci, Giacomino! 113 pro Toti; ora invece - religiosissima com'e -fessor cj,un jjavolo^ né piú né meno, 1° tienu ^ndotto il suo Giacomino in peccato mor-perché na tale- ^ssor Toti Jeve aspettare un bel po', col ^•Pr°dietro la porta, dopo aver sonato. La signo-p-CC1 Aeata ě venuta a guardar dalla spia ed ě scappa-Sza dubbio, ě andata ad avvertire il fratello della visita, e ora tornerá a dire che Giacomino non 6 Eccok Vestita di nero, cerea, con le occhiaje living stecchita, arcigna, appena aperta la porta, invests, tutta vibrantě, il professore. - Ma come... scusi... viene a cercarlo pure in casa adesso?... E che vedo! anche col bambino? ha con-dotto anche il bambino? II professor Toti non s'aspetta una simile acco-glienza; resta intronato; guarda la signorina Agata, guarda il piccino, sorride, balbetta: - Per... perché?... che ě?... non posso... non... posso venire a... - Non e'e! - s'affretta a rispondere quella, asciut-ta e dura. - Giacomino non c'e. - Va bene, - dice, chinando il capo, il professor Toti. - Ma lei, signorina... mi scusi... lei mi tratta in un m°d° che... non so! Io non credo ďaver fatto né a suo fratello, né a lei... bo~• i°' pro^essore, - lo interrompe, un po' rab-momtaj la.si8norina Agata. - Noi, creda pure, le sia-vr^ku s*amo riconoscentissimi: ma anche lei do-^becomprendere... dereP i eSSOr ^oti socchiude gli occhi, torna a sorri-c0n ja 2a una mano e poi si tocca parecchie volte ^anto^™3 delle dita 11 Pett0> Per significarle che, - Son COmPrendere, lasci fare a lui. do... tVecchio, signorina, - dice, - e compren-te cose comprendo io! e guardi, prima di 114 LuW Pirandello tutte, questa: che certe furi* w rare, e rhe> tUrie bis0i are, e che, quando nascono H?^, sa e chiarire... chiarire, signoři esUam Vyměňte, senza sotterfugi ^2 ^ chi^rg °r pare? 8 ' Senza ^calda^ j; - Certo, si...-riconosce aWn °H la signorina Agata. ' almeno c°si in co. - E dunque, - riprende il professor T • sei entrare e mi chiami Giacomino ''^la- - Ma se non e'e! - Vede? No. Non mi deve dire che none- n comino e in casa, e lei me lo deve chiamare ar remo tutto con calma... glielo dica: concaUiT no vecchio e comprendo tutto, perche sono stato anche giovane, signorina. Con calma, glielo dica. Mi lasci entrare. Introdotto nel modesto salotto, il professor Too siede con Nini tra le gambe, rassegnato ad aspettare anche qua un bei pezzo, che la sorella persuada Giacomino. „ . ,Mf - No, qua, Nini... buono! - dice A trattomm.- to al bÄ che vorrebbe.ndare dove luccicano certi gingiUi ^ Po» duI0 si scapa a pensare che d.amme P^**, di cosi grave in casa sua, senzjgona, anche nella «* Che male efor- corto per nuua. iVAa^"^*";nrare un cosi aspro puo eUa aver fatto, da provocate u ^ ä G0 te risentimento, qua, mino? 1 r za II professor Too, enc --pensierirsi passeggera, cominciaaimp che viso' si sul serio. terato! che aria rabbuche Í Scansa freddamente 1 > ^ »*■ contro gridando con » - «Giami! Gianu'» di &ste ,?! e si >' ,? riprenaeilPj VÄuel baci0;:;> po Son venuto »'si'caro'irvia Voevod. de?Banca Agricola ti ha detto qu - No, perché? - fa Giacomino, 1 Piu- - Perché jeri gli ho parlato di te, L . ' ^ non im. Ah, che ^ax, * di St^ s<-'n*a" J,[o con calma... dij**^ iiovane, signorina. Conci?' urarc. xlotto nel modesto salotto, on Ninl tra le gambe, asset—-4ua unbelpezzccheksoAc 0,qua,Nini..buono!- -dice pensare r- ;n ca Jla. M* 1 - die* Ik ^ PensacL Giacomino! Gkcominol - esclama, ferito, con severita, il pf°f fhe ha da dirmi, professore? - s'affretta a do-~A&. quello, schivando di guardarlo negli occhi. r ^ male .. Ero a letto... Non sono in grado di inche di sostener la vista d'alcuno.. bambino?! Ecco, - dice Giacomino; e si china a baciare parlare e neancne - ■ - Ma il bambino?! _ Ti senti male? - riprende il professor Toti, un lato da quel bacio. - Lo supponevo. E er questo. II capo, eh? Siedi, siedi... Di-)ua, Nini... Senti che «Giami» ha la bua? Si, caro, la bua... qua, povero «Giami» ... Sta' po raccon; son venuto bonino; ora andiamo via. Volevo domandarti - sog-giunge, rivolgendosi a Giacomino, - se il direttore della Banca Agricola ti ha detto qualche cosa. - No, perche? - fa Giacomino, turbandosi ancor piu. - Perche jeri gli ho parlato di te, - risponde con un risolino misterioso il professor Toti. - II tuo sti- ^Sd^" 8raSS°' figIiUQl ^ E Sd Che o ad ff0ndarsi e unghie nd palmo ^ ^£ Cia * favoreTa Z^T*™' • ^ 7 ma mi fac' me> ecco! ' ' 1 non lncomodarsi piu per u°Iin^ncora ^f°ude 11 Professor Toti con quel ri-Sno di neLnn 7,Bravo! Non abbiamo >Piacere>ca" '-eh? Ma se io volessi ^lo per ?te- di chi ~° f110' ma se non debbo piu curarmi co £ di chi vuoirr0' ma Se non debbo P1" c^mi s>0! E ai "e ^ "? ^ 1o? ^ vecchio> Gia' Qr aJ yecchi u badlamo> che non siano egoi-^re u*' ± hanno tamo stentato, come me, if'O'v: ^ ' avantl neUa vita »Der 'oro mez- 116 LuW Pirandello pró- zo; e godono delia loro allegria A i, del posto ch'essi prendono X S"* Wo sper Io poi per te... via, tu lo sai i?ano VSo> figliuolo... Che cos'e? Piangi> C°nsid^c^. Giacomino ha nascosto infatti il VnU * ^ LTeňaraeCOme ^ * JS£dCSbÍg0ttÍt0' POi' riV0l^0Sial - «Giami, bua»... II professore si alza e fa per posare una mano su 1» spalla di Giacomino; ma questi balza in piedi ľ ne provi ribrezzo, mostra il viso scontraffattô come per una fiera risoluzione improvvisa, e gli grida esa-speratamente: - Non mi s'accosti! Professore, se ne vada, la scongiuro, se ne vada! Lei mi sta facendo soffrire una pena ď inferno! Io non merito codesto suo af-fetto e non lo voglio, non lo voglio... Per caritä, se ne vada, si porti via il bambino e si scordi che io CS Ilprofessor Toti resta sbalordito; domanda: - Ma perché? , n. - Io . Glkľo dico subito! - f^fftZf^ sono fidanzato, professore! Ha capita zato! .„ _____^ una mazzata to' II professor Toti vacilla, come per capo; alza le mani; balbetta: - Tu? fi... fidanzato? _ E dun** v - Sissignore, - dice Giacom^a p0SS0 plu. sta... basta per sempre! Capita che ^ vederla qui... , Aa dUasi senza - Mi cacci via? - domanda, professor Toti risDOndergH Gi£> f - No! - s'affretta a [1SP0V iei se & lente. - Ma ebene che lei... f essore... ^"'Joi 5£* 10 * - non ibct icrtft: trova si lascia tuttc- noi * __1__.s* f% y-* l*% t e 51 IlUtiia, *v»--- Mascusi! che mi voleva schk -Io.schiavo? - prorompe, ora, *we,ilprofessor Toti. - Io* :^atto padrone della mia ^eeveraingratitudine' iľllar Co a Sene e S p. !'ito ' •'•ccosti! Profc^,, ? ne vadi! Lei misuk infrmo! Io non ami o vofilio, non lo vtjfc-lt , via il bambcossj Pensaci, Giacomino! Andarsene? Il professore casca a sedere su la seg • la Le gambe gli si sono come stroncate sotto. Si grende la testa tra le mani e geme: P , Oh Dio! Ah che rovina! Dunque per questo? Oh povero me! Oh povero me! Ma quando? come? senza dime nulla? con chi ti sei fidanzato? - Qua, professore... da un pezzo... - dice Giacomino. - Con una povera orfana, come me... arnica di mia sorella... Il professor Toti lo guarda, inebetito, con gli occhi spenti, la bocca aperta, e non trova la voce per par-lare. - E... e... e si lascia tutto... cosi... e... e non si a nulla. non si... non si tien piu conto pensa piu a. di nulla... Giacomino si sente rinfacciare con queste parole l'ingratitudine, e si ribella, fosco: - Ma scusi! che mi voleva schiavo, lei? - Io, schiavo? - prorompe, ora, con uno schianto nella voce, il professor Toti. - Io? E lo puoi dire? Io che ti ho fatto padrone della mia casa? Ah, questa, questa si che e vera ingratitudine! E che forse t'ho beneficato per me? che ne ho avuto io, se non il di-leggio di tutti gli sciocchi che non sanno capire il sentimento mio? Dunque non lo capisci, non lo hai capito neanche tu, il sentimento di questo povero vecchio, che sta per andarsene e che era tranquillo e contento di lasciar tutto a posto, una famigliuola bene avviata, in buone condizioni... felice? Io ho set-tant'anni; io domani me ne vado, Giacomino! Che ti levato di cervello, figliuolo mio! Io vi lascio tut-t0> ^a... Che vai cercando? Non so ancora, non vo-f° saper chi sia la tua fidanzata; se l'hai scelta tu, ara magari un'onesta giovine, perche tu sei buo-ma pensa che... pensa che... non e possibile tl,?.tu abt)ia trovato di meglio, Giacomino, sotto uttl 1 riguardi... Non ti dico soltanto per l'agiatezza a^uiu.u... 1UU gia la tua fam- non ci sono che io solo di piu an ^iuola che non conto per nulla... Che faS??-per PocT^ sono come il padre... Io posso anch V' ^ '"' * in do la vostra pace... Ma dimmi com'^ Vole*e duto? come ti s'e voltata la testa cosU ^ ^ to? Dimmelo! dimmelo... ' °S1 tutt auntJ E il professor Toti s'accosta a Giac ' prendergh un braccio e scuoterghelo- ma ^1 I restringe tutto in se, quasi rabbXideXS * A* CVlrf - Professore! - grida. - Ma come non capisce me non s'accorge che tutta codesta sua bonta - Ebbene? - Mi lasci stare! non mi faccia dire! Come nonca-pisce che certe cose si possono far solo di nascosto e non son piu possibili alia luce, con lei che sa, con tutta la gente che ride? - Ah, per la gente? - esclama il professore. - E tu... - Mi lasci stare! - ripete Giacomino, al colmo dell'orgasmo, scotendo in aria le braccia. - Guardi! Ci sono tant'altri giovani che han bisogno d'ajuto, professore' II Toti si sente ferire fin nell'anima da que* j* role, che sono un'offesa atroce e ingiusta per s moglie; impallidisce, allividisce, e tutto trema dice: „ oerdio'« - Maddalenina e giovine, ma e onesta, v h tu lo sai! Maddalenina ne pu6 mow*- ^ qui, e qui, il suo male, nel cuore... ™ iunta? sia? E qui, e qui, ingrato! Ah, la insula, P *^ E non ti vergogni? e non ne: send_nm ^d** a me? Puoi dirmi questo in faccf' tu. ^ la possa passare, cosi, da uno aU, Co»e p madre di questo piccino? Ma che parlar cosi? r dice - PerC 'i0 t'ho accoltc l^*'!; e ora che el Liod'amarti... e ota slquestopiccino... tu-. S'intetrompe e, fiero, riS( •Bada, Giacomino! - c Mtarani con questo pice pfidanzata1 e Sc., * 5 Q, \ .da M N.* on » 1 ,V5 imi faccia dire' r luce, con ki J e? - esclama il prof* - ripete Giacomino,^ Jo in aria le bracck-fc ire fin fgfr, iliiVi^' 1 in* "J Pensaci, Giacomino'. G'acofliin0 lo guarda trasecolato, allibito. 119 I p - dice. - Ma lei piuttosto, professore, scusi, come puo parlare cosi? Ma dice sul serio? leiTl professor Toti si stringe ambo le mani su la strizza gli occhi, squassa il capo e rompe in un k°CCto disperato. Nini anche lui, allora, si mette a p?an^rp II professore lo sente, corre a lui, lo ab-piangerc- Al r ^Ah, povero Nini mio... ah che sciagura, Nini io che rovina! E che sara della tua mamma ora? e che'sara di te, Nini mio, con una mammina come la tua, inesperta, senza guida... Ah, che baratro! Solleva il capo, e, guardando tra le lagrime Giacomino: - Piango, - dice, - perche mio e il rimorso; io t'ho protetto, io t'ho accolto in casa, io le ho parlato ,sempre tanto bene di te, io... io le ho tolto ogni scru-polo d'amarti... e ora che ella ti amava sicura... ma-dre di questo piccino... tu... S'interrompe e, fiero, risoluto, convulso: - Bada, Giacomino! - dice. - Io son capace di presentarmi con questo piccino per mano in casa del-la tua fidanzata! Giacomino, che suda freddo, pur su la brace ar- dente, nel sentirlo parlare e piangere cosi, a questa minaccia giunge le mani, gli si fa innanzi e scon-giura: 7 Professore, professore, ma lei vuol dunque pro-Pno coprirsi di ridicolo? ch~ ^* ^dicolo? - grida il professore. - E che vuoi mf nimPortl> quando vedo la rovina d'una points na' k r°vina tua, la rovina d'una creatura dja°Coe,nte? vieni, vieni, andiamo, su via, Nini, an- Gl£comin0 gli si para davanti: ^ }rotessore, lei non lo fara! 10 lo faro! - gli grida con viso fermo il profes- 120 Luig} Pirandello SOr Toti. - E per impedirti il matrimony s^ capace di farti cacciare dalla Banca! Ti do t * ^ di tempo. E, voltandosi su la sogha, col piccino -Pensaci, Giacomino! Pensaci! Per