Volgarizzamento della Disciplina clericalis B = Firenze, BNCF, Magl. VIII.1416, cc. 20v-23v M = Firenze, BNCF, Magl. XXXVIII.127, cc. 89v-94v P = Firenze, BNCF, Panciatichiano 67, cc. 3v-6r N = Firenze, BNCF, II.II.16, cc. 69v-71v R = Firenze, Bibl. Riccardiana, 1317, cc. 73r-74v A = Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, Ashburnham 539, cc. 90v-93r N Uno philosofo disse a uno suo figliuolo: «La formica è più savia di te R Uno filof[1] disse a uno suo figliuolo: «La formicha è·ppiù savia di te A Uno filosofo disse a uno suo figluolo: «La formicha è più savia di te N e ch’altro animale, che raguna la state quello ond’ella vive di verno. R e ch’altro animale, che raghuna la state quello ond’ella vive d’inverno. A e ch’altro animale, che raguna la state quello ond’ella vive il verno. N E non sia lo gallo più savio di te, che veghia lo mattutino e·ll’ore R E non sia lo gallo più savio di te, che veghia lo mattutino e·ll’ore, A E non sia lo gallo più savio di te, che veghia lo matitino e·ll’ore N e tu dormi; et è più forte di te, che doma diece mogli, e tu non ne puoi R e·ttu dormi; è·ppiù forte di te, che doma dieci moglie, e·ttu no ne puoi A e tu dormi; ed è più forte di te, che doma dieci moglie, e tu non ne puoi N castigare una. E ’l cane è più gentile di te, che·ssi racchorda del beneficio R ghastigare una. E ’l chane è·ppiù gientile di te, che·ssi raccorda del benificio A ghastigare huna. E ’l chane è più gientile di te, che·ssi racocorda[2] del benifico N che l’uomo gli fa, e te esce di mente». R che·ll’uomo gli fa, e te escie di mente». A che·ll’uomo gli fa, e a·tte esce di mente». N Non ti paia poco avere uno amico, ché disse Rabas quando venne a morte: R Non ti paia poco avere uno amico, ché disse Rabas quando venne a morte: A Non ti paia pocho avere huno amicho, ché disse Rabas quando venne a morte: N «Figliuolo, quanti amici ài tu?» E ’l f(igliuolo) disse: «Ònne cento e più». R «Figliuolo, quanti amici ài tu?» E ’l f(igliuolo) disse: «Ònne ciento e·ppiù». A «Figluolo, quanti amici ài tu?» E ’l figluolo disse: «Ònne cento e più». N Allora disse Rabas al figliuolo: «Non lodare l’amico, se·ttu no ’l provi. R Allora disse Rabas al figliuolo: «Non lodare l’amicho, se·ttu no ’l pruovi. A Allora disse Rabas al figluolo: «No·llodare l’amicho, se·ttu no·llo pruovi. N Io nacqui e venni in questo mondo prima di te, e non ne trovai a mie tempo R Io naqui e venni in questo mondo prima di te, e no ne trovai a mio tenpo A Io naqui e venni in questo mondo prima di te, e non trovai a mio tenpo N se non uno meço. Va’, f(igliuolo) mio, e pruova i tuoi cento amici, e sappi R se none un mezo. Va’, f(igliuolo) mio, e pruova e tua ciento amici, e sappi A se non un mezzo. Va’, figluolo mio, e pruova i tua cento amici, e sappi N qual t’è più perfecto di tutti». Disse il f(igliuolo): «Chome gli pruovo?» R qual t’è più prefetto di tutti». Disse il figliuolo: «Chome gli pruovo?» A quale t’è più perfetto di tutti». Disse il figluolo: «Chome gl’ pruovo?» N Il padre disse: «Togli un porco e uccidilo e mettilo in uno sacco sanguinoso, R Il padre disse: «Togli un porcho e ucidilo e mettilo in uno saccho sanguinoso, A E ’l padre disse: «Togli un porcho e ucidilo e mettilo in un saccho sanguinoso, N e levalti in collo e va’ all’uno[3] de’ tuoi cento amici e digli: ‘Io ò morto R e levalti in collo e va’ alchuno de’ tua ciento amici e digli: ‘I’ ò morto A e lievatelo in colo e va’ a l’uno de’ tua cento amici e digli: ‘Io ò morto N questo huomo: priegoti che tu il sotterri in casa tua, sì ch’io R questo huomo: priegoti che·ttu il sotteri in casa tua, sì·cch’io A questo huomo: prieghoti che·ttu il sotterri in casa tua, sì ch’io N per la tua amistà campi la persona’». E quelli si mosse e andò e disselo R per la tua amistà chanpi la persona’». E quegli si mosse e andò e disselo A per la tua amistà chanpi la persona’». E quello si mosse e andò e disselo N al primo. E quelli, udendo le parole, disse: «Amor mio, tu ài commesso R al primo. E quelli, udendo le parole: «Amor mio, tu ài conmesso A al primo. E quelli, udendo le parole, disse: «Amore mio, tu ài chomesso N tal colpa: sì t’abbi la pena e sì ’l te riporta, ché in mia casa non R tal colpa: sì t’abbi la pena e sì·tte ’l riporta, ché in mia casa non A tal colpa: sì t’abbi la pena e sì te lo riporta, ché i·mia chasa non N entrarai tu». E così gli vene tutti provando, e niuno trovò che lo volesse R entrerai tu». E·ccosì gli venne tutti provando e niuno trovò che·llo volessi A enterai tu». E chosì gli viene tutti provando, e niuno trovò che·llo volesse N sepellire. Tornò al padre e dissegli come aveva gran vergogna che non avea R seppellire. Tornò al padre e dissegli come aveva gran vergognia che non aveva A sopellire. Tornò al padre e dissegli chome aveva gran vergogna che non aveva N trovato de’ suo cento amici neuno che ’l volesse servire. Disse il padre: R trovato de’ suoi ciento amici neuno che ’l volessi servire. Disse el padre: A trovato de’ suo cento amici niuno che·llo volesse servire. Disse il padre: N «Avenuto t’è chome io dissi, f(igliuolo): ‘Molti sono chiamati amici R «Avenuto t’è chome io dissi, figliuolo: ‘Molti sono chiamati amici A «E’ t’è avenuto chome io ti dissi, figluolo: ‘Molti sono chiamati amici N che ’l nome non seguita loro’. Or te ne va’, f(igliuolo), al mio meço amico R che ’l nome non seguita loro’. Or te ne va’, figliuolo, al mio mezo amico A che ’l nome non seguita loro’. Or torna, figluolo, al mio mezzo amicho N e pruovalo in cotesto medesimo modo, e sappi chom’egli ti serve!» R e pruovalo in cotesto medesimo modo, e sappi com’egli ti serve!» A e pruovalo in cotesto medesimo modo, e sappi chom’egli ti serve!» N E quegli andò a provarlo e disse il conveniente come agli altri. R E quegli andò a provarlo et disse il convenente come agli altri. A E quegli andò a provarlo e disse il conveniente chome agli altri. N E quegli incontanente gli levò di collo e sotterrollo nel canto della R E quegli incontanente gli levò di collo e sotterollo nel canto della A E quegli incontanente gle·levò di collo e·ssotterollo nel canto della N sua casa. E quando il figliuolo vide questo, sì·llo ringratiò molto R sua casa. E quando il figliuolo vide questo, sì·llo ringraziò molto A sua chasa. .......................................................... N e[4] dissegli il fatto, e poi tornò al padre e dissegli: «El vostro meço amico R e dissegli il fatto, e·ppoi tornò al padre e dissegli: «El vostro mezo amico A Ed egli, fatto questo, tornò al padre e dissegli: «El vostro mezzo amicho N m’à più servito che mia ciento». Allora disse il padre: «F(igliuolo), R m’à·ppiù servito che mia ciento». Allora disse il padre: «Figliuolo, A m’à più servito che mia cento». Allora disse il padre: «Figluolo, N quegli è perfetto amico che ti soccorre nell’aversità». R quegli è prefetto amicho che·tti soccorre nelle aversità». A quegli è perfetto amicho che·tti sochorre nelle aversità». N E disse: «F(igliuolo), vedesti anche neuno che avesse uno perfecto amico?» R E disse: «Figliuolo, vedesti anche neuno che avesse uno prefetto amico?» A E disse: «Figluolo, vedesti anche niuno che avesse uno perfetto amicho?» N E ’l f(igliuolo) disse: «Non mai, secondo ch’io ò·ffatto la pruova». R E ’l figliuolo disse: «Non mai, secondo ch’i’ ò fatto la pruova». A E ’l figluolo disse: «No mai, sechondo ch’io ò fatto la pruova». N E ’l p(adre) disse: «Io l’ò trovato scritto». E ’l f(igliuolo) disse: R ..................................................................... A E ’l padre disse: «Io l’ò trovato iscritto». E ’l figluolo disse: N «Ditolmi, per Dio». E ’l padre disse: «E’ furono due mercatanti, che l’uno R .................... E ’l padre disse: «E’ furono dua merchatanti, che·ll’uno A «Ditemelo, per Dio». E ’l padre disse: «E’ furono due mercatanti, che·ll’uno N fu d’Egitto e·ll’altro di Baldachia, e non s’aveano mai veduto insieme R fu d’Egitto et l’altro di Baldacha, e non s’aveono mai veduto insieme A fu d’Egitto e·ll’altro di Baldachia, e non s’avevano mai veduto insieme N se none per messaggi, e facea l’uno apiaciere all’altro; sì che una volta R se none per messaggi, e facieva l’uno a·ppiaciere a l’altro; sì·cche una volta A se non per mesagi, e faceva l’uno apiaciere all’altro; sì che una volta N quello di Baldachia si mosse e andonne in Egipto per merchatantia. R quello di Baldacchia si mosse e andonne in Egitto per merchatantia. A quello di Baldachia si mosse e andonne inn-Egitto per mercatantia. N E quando questo suo amico il trovò, sì ’l raffigurò, e chosì fece R E quando questo suo amico il trovò, sì ’l raffigurò, et·ccosì fecie A E quando questo suo amicho il trovò, sì·llò rafighurò, e chosì fece N l’uno l’altro e abracciarsi insieme dicendo: ‘Se’ tu cotale? O, se’ tu cotale?’ R l’uno l’altro e abracciarsi insieme diciendo: ‘Se’·ttu cotale? O, se’·ttu cotale?’ A l’uno a l’altro e abracarsi insieme dicendo: ‘Se’ tu cotale? O, se’ tu cotale?’ N ‘Sì’. Allora con grande allegreça il si menò a chasa e fecegli grande honore R ‘Sì’. Allora con grande allegreza il si menò a·cchasa et frategli grande honore A ‘Sì’. Allora chon grande allegrezza sì·llo menò a chasa e fecegli grande honore N e servillo otto dì, secondo ch’era usança degli amici, e mostrogli R e servillo otto dì, secondo ch’era usanza degli amici, e mostrogli A e servillo otto dì, secondo ch’era usanza degli amici, e mostrogli N tutte le sue cose e tutte sue gioie. Compiuti gli otto dì, e questi R tutte le sue cose e tutte sue gioie. Conpiuti gli otto dì, e questi A tutte sue cose e †tusse† le sue gioie. Chonpiuto gli otto dì, e questi N fue infermato[5] fortemente; di che questo mercatante d’Egipto gli menò R fue informato fortemente; di che questo merchatante d’Egitto gli menò A fu infermato fortemente; di che questo mercatante d’Egitto gli menò N tutti i[6] buoni medici. E medici dissono: ‘Questi non à male se non d’amore’. R tutti et buoni medici. E medici dissono: ‘Questi non à male se none d’amore’. A tutti gli buoni medici. E medici dissono: ‘Questi non à male se non d’amore’. N Disse il merchatante d’Egitto a quegli ch’era infermo: ‘À egli in questo abergo R Disse il mercatante d’Egitto a quegli ch’era infermo: ‘À egli in questo albergho A Disse il mercatante d’Egitto a quegli ch’era infermo: ‘È egli in questo albergo N neuna donna che ti piaccia? Pregoti per Dio che me ’l dichi’. E·llo ’nfermo R niuna donna che·tti piaccia? Priegoti per Dio che me lo diche’. E·llo ’nfermo A niuna donna che·tti piacca? Prieghoti per Dio che me lo dichi’. E·llo infermo N confidandosi disse: ‘Mostrami tutte le tue femine’. E quegli le fece R confidandosi disse: ‘Mostrami tutte le tue femine’. E quegli le fecie A chonfidandosi disse: ‘Mostrami tutte le tue femmine’. E quelli li fece N venire dinançi una bellissima donçella ch’egli avea [DEL: veduta :DEL] [7] notrita e amaestrata R venire dinanzi una bellissima donzella ch’egli aveva notrita e amaestrata A venire dinanzi una bellisima donzella ch’egli aveva notrita e amaestrata N per tôrla per sua [DEL: donna :DEL] [8] moglie. Quad’egli la vide, e quelli disse: ‘Amico mio, R per tôrla per sua moglie. Quand’egli la vide, e quelli disse: ‘Amico mio, A per tolla per sua moglie. Quando egli la vide, e quegli disse: ‘Amico mio, N questa è quella per cui io muoio e che mi può dar vita’. Allora quegli d’Egipto R quest’è·cquella per chui io muoio e che mi può dar vita’. Allora quegli d’Egitto A questa è quella per chui io muoio e che·mmi può dare vita’. Allora quello d’Egitto N la prese per mano e diegliele per moglie con tutta sua dote, ch’era R la prese per mano e diegliele per moglie con tutta sua dote, ch’era A l’apre per mano e diedegliela per moglie chon tutte sue dote, ch’era N grande thesoro. Quando questo mercatante l’ebbe sposata, incontanente R grande tesoro. Quando questo merchatante l’ebbe sposata, incontanente A grande tesoro. Quando questo mercatante l’ebe isposata, incontanente N fu guarito, e prese commiato dal suo marito d’Egitto e tornossi in Baldachia R fu ghuarito, e prese commiato dal suo marito d’Egitto e tornossi in Baldacchia A fu guarito, e prese chomiato d’Ecitto e tornossi in Baldachia N honorevolmente. Poi, passati per alquanti tempi, questo mercatante R honorevolmente. Poi, passati per alquanti tenpi, questo merchatante A honorevolemente. Poi, passati per alquanti tempi, questo mercatante N d’Egitto impoverio. Partissi e andonne in Baldachia; sì entrò R d’Egitto inpoverio. Partissi e andonne a Baldacchia; sì entrò A d’Egitto impoverì. E partissi e andonne in Baldachia e sì entrò N in una casa disfatta fuori de la città, e non volea andare a chasa R in una casa disfatta presso alla città, e non voleva andare a chasa A in una chasa disfatta fuori della città, e non voleva andare a chasa N di costui per vergogna di povertà, e desiderava di morire[9]; R di costui per vergognia di povertà, e desiderava dimorare; A di costui per vergongia di povertà, e desiderava di morire; N sì che, stando questi, R sì·cche, stando questi, A sì che, istando questo in quela chasa, N due huomini vennero a parole dinançi a questo casolare, sì che l’uno R due huomini vennero a parole dinanzi a questo chasolare, sì·cche l’uno A vi passò due uomini e dirinpetto alla chasa venero a parole i·modo che·ll’uno N uccise l’altro. Allora gli uomini trassero e trovaro R uccise l’altro. Allora gli uomini trassoro e trovaro A ucise l’altro. Allora gl’uomini del paese trassono e trovarono N questo maleficio. Domandando: ‘Chi l’à fatto?’, R questo malificio. Domandando: ‘Chi·ll’à fatto?’, A questo malifico. Domandando: ‘Chi l’à fatto?’, N e questo mercatante disse: ‘Òllo fatto io’. R e questo merchatante disse: ‘Òllo fatto io’. A e questo mercatante d’Egitto ch’era nel casolare disse: ‘Òllo fatto io’. N Quegli, veggendolo così malvestito, dieronvi fede, e preserlo e menarlo R Quegli, veggiendolo così malvestito, dieronvi fede, e preserlo e menarlo A Quegli, vegiendolo chosì malvestito, dieronvi fede, e presonlo e menaronlo N dinançi alla signoria, e fue condempnato a morte e fue menato al luogo R dinanzi alla signioria, e fue condennato a morte e fue menato a·luogo A dinanzi alla singioria, e fu condenato a morte e fu menato al luogho N de la giustiçia, che vi trassero molte genti, in fra quali era questo R della giustitia, che vi trassero molte gienti, in fra quali era questo A della giustizia, che vi trasero molte genti, in fra e quali v’era questo N suo amico. Quando questo suo amico il vide, sì·llo rafigurò e disse: R suo amico. Quando questo suo amico il vide, sì·llo rafighurò e disse: A suo amico. Quando questo suo amicho lo rafigurò e disse: N ‘Fratello mio carissimo, tu non ài [DEL: a mente :DEL] [10] morto questo huomo, ançi l’ò morto io’. R ‘Fratello mio charissimo, tu non ài morto questo huomo, anzi l’ò morto io’. A ‘Fratel mio charissimo, tu non ài morto questo huomo, anzi l’ò morto io’. N Incontinente fue preso e menato dinançi alla giustitia, ed elli disse: R Incontinente fu preso e menato dinanzi alla giustitia, ed elli disse: A Incontanente fu preso e menato dinanzi alla giustizia, e egli disse: N ‘I’ ò morto colui, questi nonn-à colpa: lasciate lui e tenete me e R ‘I’ ò morto colui, questi non à colpa: lasciate lui e tenete me e A ‘Io ò morto colui, e questi non à colpa: lascate lui e·ttenete me e N fatemi giustitiare’. Quivi si era grande gente ed eravi colui R fatemi giustitiare’. Quivi s’era grande giente ed eravi colui A fatemi giustiziare’. Quivi si era grande giente ed eravi cholui N che veramente l’avea morto. Quello huomo, veggendo questa contentione, sì ebbe R che veramente l’aveva morto. Quello huomo, veggiendo questa contentione, sì ebbe A che·ll’aveva morto. Quello huomo, vegiendo questa contenzione, sì ebbe N in sé grande compassione e pensò in sé stesso e disse: ‘Questi due huomini R in sé grande conpassione e pensò in sé stesso e disse: ‘Questi due huomini A in sé grande conpassione e pensò in sé stesso e disse: ‘Questi due huomini N nonn-ànno colpa e morranno per niente; ed io, che·ll’ò morto, non so R non ànno colpa, e moranno per niente; ed io, che l’ò morto, non so A non àno cholpa e moranno per niente; ed io, che·ll’ò morto, non so N per che modo Idio mi sì punirà di questo male †e di quell’altro tapino R per che modo Idio mi sì punirà di questo male †e di quell’altro tapino A per che modo Idio mi sì punirà di questo male †e di quell’altro tapino N che è a vivere colla vita dubiosa†[11]’. E pensando nel contasto di coloro, R che è a vivere chon la vita dubiosa†’. E pensando nel contasto di coloro, A che è a vivere cholla vita dubiosa†’. E pensando nel contasto di coloro, N ché ciascuno volea morire, disse gridando ad alta voce: ‘Io sono quegli R ché ciaschuno volea morire, disse gridando ad alta vocie: ‘Io sono quegli A ché caschuno voleva morire, disse gridando ad alta voce: ‘Io sono quello N in verità che l’ò morto, e questi due non ci ànno colpa’. Allora R in verità che·ll’ò morto, e questi due non ci ànno colpa’. Allora A in verità che·ll’ò morto, e questi due non c’ànno cholpa’. Allora N el singniore e suoi giudici, udendo questo, si maravigliòno molto. R il singniore e suoi giudici, udendo questo, si maravigliòno molto. A el singiore e suoi giudici, udendo questo, si maravigliano molto. N Fue preso costui e menato dinançi. Allora il signore examinò ciascuno R Fu preso costui e menato dinanzi. Allora il singniore examinò ciaschun A Fu preso chostui e menato dinançi. Allora in singiore esaminò cascuno N per sé e ciascuno disse el vero. Allora el signore, udendo questa pietà R per sé e ciaschuno disse el vero. Allora il signiore, udendo questa pietà A di per sé e caschuno disse il vero. Allora il singiore, udendo questa piatà N della perfecta amistà, sì·ssi cominciò a rallegrare R della prefetta amistà, sì·ssi cominciò a ralegrare A della perfetta amistà, sì si chomincò N e a·llagrimare — e così facieano più di .mmm. persone, R e a·llagrimare — e così facieano più di .mmm. persone, A a·llagrimare — e chosì faceano più di 3000 persone, N e parea sì grande pietà che mai non fu veduta maggiore —. R e parea si grande pietà, che mai non fu veduta maggiore —. A e pareva sì grande pietà che mai non fu veduta magiore —. N Allora il signore perdonò a ciascuno e pregogli ancora da capo che dovesse R Allora il signiore perdonò a ciaschuno e pregogli ancora da capo che dovesse A Allora il[12] singiore perdonò a caschuno ...................................... N ciascuno, in presença di tutta gente, dire tutta la conditione perché R a ciaschuno, in presenza di tutta giente, dire tutta la conditione perché A ........... in presenza di tutta giente, dire tutta la conditione perché N ciò era stato; e ciascuno disse per ordine ogni cosa, e così furono R ciò era stato; e ciaschuno disse per ordine ongni cosa, e·ccosì furono A cò era istato; e caschuno disse per ordine ongi chosa, e chosì furono N tutti e tre diliberati. Allora e due amici tornaro a chasa dell’amico R tutti e tre diliberati. Allora e dua amici tornarono a·cchasa dell’amicho A tutti e tre diliberati. Allora e due amici tornaro a chasa dell’amicho N di Baldacha, e quivi gli fece grande honore, e molto s’abracciaro R di Baldachia, e quivi gli fecie grande honore, e molto s’abracciaro A di Baldachia, e quivi gli fece grande honore, e molto s’abracarono N in carità, e dissegli: ‘Fratello mio, statti meco, e di ciò ch’io ò R in carità, e dissegli: ‘Fratello mio, statti mecho e di ciò ch’io ò A in carità, e dissegli: ‘Fratello mio, statti mecho, e di cò ch’io ò N sia signiore; e se tu vuogli p(ar)tire, togli per meço ciò che ci è’. R sia signiore; e se tu vuogli partire, togli per mezo ciò che ci è’. A sia singiore; e se·ttu vogli partire, togli per mezzo ciò che c’è’. N Ed elli non volle da lui altro che quello ch’egli gli aveva dato di dote R Ed egli non volle da·llui altro che quello ch’egli gli aveva dato di dote A Ed egli non vole da·llui altro che quello ch’egli gli aveva dato di dota N de la moglie. Allora con grande allegreça tornò in Egitto e procacciò R della moglie. Allora con grande allegreza tornò in Egitto e procacciò A della moglie. Allora chon grande allegrezza tornò inn-Egitto e procaciò N e rivenne richo huomo». Allora disse il f(igliuolo) al padre: «Io credo R e rivenne riccho huomo». Alora disse il figliuolo al padre: «Io credo A e rivenne richo huomo». Allora disse il figluolo al padre: «Io credo N che si cercharebbe già molta terra e a·ffaticha si travarrebbe cotali due amici». R che si ciercharebbe molta terra e a·ffaticha si trovarebbe cotali due amici». A che si cercherebbe già molta terra e a·ffaticha si troverebbe tali due amici». N La nobiltà vuole savio huomo e savere con potença. R La nobiltà vuole savio huomo e savere con potenza. A La nobiltà vole savio huomo e·ssapere con potenza. N Uno buffone di bassa mano andò a uno re, ma era savio, e diede versi al re. R Un buffone di bassa mano andò a uno re, ma era savio, e diede versi al re. A Uno buffone di bassa mano andò a uno re, ma era savio, e diede versi al re. N Quando il re vide lo savere di costui, fecegli honore. E gli altri R Quando il re vide lo savere di costui, feciegli honore. E gli altri A Quando il re vide lo sapere di costui, fecegli honori. E gli altri N versificatori[13], superbi de la loro nobiltà, dissero al re: «Che è ciò, R versificatori, superbi della loro nobiltà, dissero al re: «Che è ciò, A versificatori, superbi de la loro [DEL: povertà :DEL] [14] nobiltà, disenono al re: «Che è ciò, N che voi avete ricevuto costui così altamente?» Disse il re: «†Cui tu non R che voi avete ricieuto costui così altamente?» Disse il re: «†Cui tu non A che voi avete riceuto chostui così altamente?» Disse il re: «†Chui tu non N vuogli, vituperare credete, maggiormente lodare†[15]». Disse questi R vuogli, vituperare credete, maggiormente lodare†». Disse questi A vogli, vituperare credete, magiormente lodare†». Disse questi N ch’era vituperato: «La rosa si coglie della spina, e però non si vitupera». R ch’era vituperato: «La rosa si choglie della spina, e però non si vitupera». A c’era vituperato: «La rosa si choglie della ispina, e però non si vitupera». N Il re gli fece dare assai thesoro e fecelo p(ar)tire. R Il re gli fecie dare assai tesoro e fecielo partire. A Il re gli fece dare assai tesoro e fecelo partire. N Un altro venne al re, ed era gentile huomo, e recogli versi. Disse il re: R Un altro venne al re, ed era gientile huomo, e recogli versi. Disse il re: A Un altro venne al re, ed era gientile huomo, e rechogli versi. Disse il re: N «Va’ con Dio». Ed elli disse: «Datemi del tesauro vostro, non per questi versi, R «Va’ con Dio». Ed elli disse: «Datemi del tesauro vostro, non per questi versi, A «Va’ con Dio». Ed egli gli disse: «Datemi del tesauro vostro, non per questi versi, N ma perch’io sono gentile huomo». Disse lo re: «Chi è tuo padre?» R ma perch’io son gientile huomo». Disse lo re: «Chi è tuo padre?» A ma perch’io sono gientile huomo». Disse il re: «Chi è tuo padre?» N †Al† disse[16]. Lo re disse: «Fratel mio, il seme è tralingnato in te». R †Al† disse. Lo re disse: «Fratel mio, il seme è tralingniato in te». A †Aldisso†. E·llo re disse: «Fratel mio, il seme è tralingiato in te». N Disse costui: «Missere, spesso nasce tra ’l grano la felce». Disse il re: R Disse costui: «Missere, spesso nascie tra ’l grano la felcie». Disse il re: A Disse chostui: «Miserere, spesso nasce tal grano, la felce». Disse il re: N «Tu ài provato chi è tuo padre miglior di te. Va’ con Dio!» R «Tu ài provato chi è tuo padre miglior di te. Va’·ccon Dio!» A «Tu ài provato chi è tuo padre miglior di te. Va’ con Dio!» N Un altro venne al re, che avea el padre vile e la madre gentile. R Un altro venne al re, che aveva el padre vile e la madre gientile. A Un altro venne al re, che aveva il padre vile e·lla madre N Secondo ch’egli era disordinato, chosì diede al re versi disordinati. R Secondo ch’egli era disordinato, chosì diede al re versi disordinati. A Sechondo ch’egli era disordinato, chosì diede altri versi disordinati. N E ’l re lo dimandò: «Chi è tuo padre?» E quelli disse che ’l padre R E lo re lo domandò: «Chi è tuo padre?» E quelli disse che ’l padre A E ’l re lo dimandò: «Chi è tuo padre?» E quegli disse che ’l padre N de la madre era gentile. Il re rise. Ed egli disse: «Perché ridete?» R de la madre era gientile. Il re rise. Ed egli disse: «Perché ridete?» A della madre era gientile. E ’l re rise. Ed egli gli disse: «Perché ridete?» N E ’l re disse: «La volpe trovò il muletto in uno bosco e dimandollo R E ’l re disse: «La volpe trovò il muletto in uno boscho e dimandollo A E ’l re disse: «La volpe trovò il muletto in u·boscho e domandollo N chi e’ fusse. E ’l muletto disse: ‘Io sono creatura di Dio’. R chi e’ fusse. E ’l muletto disse: ‘Io sono creatura di Dio’. A chi e’ fusse. E ’l muletto disse: ‘Io sono creatura di Dio’. N E la volpe disse: ‘Or chi è tuo padre o madre?’ Disse il muletto disse il muletto: R E la volpe disse: ‘Or chi è tuo padre o madre?’ Disse il muletto: A E·lla volpe disse: ‘Or chi è tuo padre o madre?’ Disse il muletto: N ‘El cavallo è padre di mia madre’. Unde, secondo che ’l muletto R ‘El cavallo è padre di mia madre’. Unde, secondo che ’l muletto A ‘El cavallo è padre di mia madre’. Onde, secondo che ’l muletto N non riconobbe il padre, cioè l’asino, però che è brutta bestia, chosì R non richonobe il padre, cioè l’asino, però ch’è brutta bestia, così A non riconobe il padre, coè l’asino, però che è brutta bestia, chosì N quegli simigliante disse del suo padre». Disse il re: «Chi è tuo padre?» R quegli simigliante disse del suo padre». Disse il re: «Chi è tuo padre?» A quegli simigliante disse del suo padre». Disse il re: «Chi è tuo padre?» N E quegli ’l disse. E ’l re gli fecie dono del suo avere. R E quegli ’l disse. E ’l re gli fecie dono del suo avere. A E quegli disse. E·llo re gli fece dono del suo avere. ________________________________ [1] Segue uno spazio di 4/5 lettere. [2] raco- a fine pagina, nella pag. successiva -corda [3]Poco leggibile la seconda -l- il cui tratto inferiore unito all’attacco, orizzontale, della successiva -u- può dare origine ad una falsa lettura -c-, cioè complessivamente alcuno. [4] chiusa come una o, ma schiacciata come una e, evidentemente si tratta di uno scorso di penna. [5] -e- simile ad una -o. [6] Con attacco orizzontale, simile alla nota tironiana per et. [7] Depennato. [8] Espunto. [9] Il nesso -ri- potrebbe dar adito a una falsa lettura -a-. [10] Depennato. [11] P: «Idio mi pulirà di questo male, meglio è ch’io sia pulito ora, e questi due huomini campino, che vivere cho’ la vita dubbiosa». [12] -l corr. su -n [13] -i corr. su -e. [14] espunto e depennato [15] «Quem vituperare putastis, magis laudastis». P: «Cholui chui tu non vuoli, vitiperare credete, maggiormente lo lodate». M: «Colui, chui tu non vuoli, vitiperare credete, magiormente lo lodate». [16] «At ille sibi indicavit».